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  • Nino Geraci, atleta con giavellotto

    Nel Palazzo Branciforte una mostra e un catalogo sulla bellezza scolpita da Geraci

    È stata inaugurata sabato 1 aprile al Palazzo Branciforte di Palermo la mostra Nino Geraci. Scultore del Novecento a Palermo curata dal professore Gioacchino Barbera con il coordinamento scientifico della professoressa Cristina Costanzo.

    Una mostra voluta e organizzata dalla Fondazione Sicilia per porre sotto la luce attenta della critica il profilo di questo grande protagonista della scultura siciliana del secolo scorso e rinnovare l’interesse sulla dimensione “pedagogica” delle sue opere presentando al pubblico più vasto un ricco catalogo delle stesse, sottolineando altresì la personalità creativa dell’artista.

    L’esposizione si snoda all’interno di un percorso composto da circa 50 opere, tra quelle in possesso degli eredi dello scultore e le altre di proprietà della Fondazione Sicilia, esplorando gli ambiti di indagine dell’artista che seppe creare un personalissimo lessico autografo, essenziale e insieme “classico”.

    Attivo a Palermo fino al 1980, con una fortunata parentesi newyorkese (1927-1931) sensibile ai temi dello sport che occupano gli anni Trenta e Quaranta della sua attività (vanno segnalate, tra l’altro, la sua partecipazione costante alle mostre sindacali littorie di Belle Arti e quella alla Biennale di Venezia del 1942), Geraci plasma anche opere di diversa ispirazione, tra le quali, le sculture palermitane per l’Ingresso monumentale di via Roma di Giuseppe capitò e per una delle sedi del Banco di Sicilia, la Statua del Benvenuto nel porto, la Madonna della Conca d’oro nel campanile della Cattedrale e il San Michele Arcangelo per la chiesa progettata da Salvatore Caronia Roberti, la cosiddetta “Sirenetta” a Mondello.

    Ed ecco che atleti, allegorie e figure del mito risorgono a rammentare la maestria geraciana attraverso la resa esemplare delle sue opere, unitamente a confermare l’importanza imprescindibile degli indirizzi curatoriali e del potere strutturale degli archivi e dei materiali ivi custoditi, i quali associati all’attenta analisi puntuale e scrupolosa dei saggi di Cristina Costanzo e Maria concetta Di Natale contenuti all’interno del ricco catalogo, rendono finalmente il giusto tributo di critica che da troppo tempo su Geraci ci si attendeva.

    Una mostra ricca di opere modernamente “classiche”, corredata opportunamente dal relativo e suggestivo catalogo, ben studiato e scientificamente diviso in sezioni facilmente consultabili (editore Torri del vento, pp. 145, 22 euro), indispensabili per riscoprire un pezzo della nostra grande bellezza italiana di Sicilia.

    La mostra – a cui ha collaborato l’Accademia di Belle Arti di Palermo per la revisione conservativa delle opere, coordinata da Giuseppe Traina – sarà visitabile fino al 2 luglio 2023 prossimo, il prezzo del biglietto intero è fissato in 7 euro (5 euro il ridotto), orari: dal martedì alla domenica 9:30/19:30. Assolutamente imperdibile!

    Palermo
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