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  • Palermo – Sampdoria, dal Barbera e dintorni è (quasi) tutto

    Palermo – Sampdoria, dal Barbera e dintorni è (quasi) tutto

    La cronaca e la Storia. I leoni da tastiera. Alcool allo stadio. Coppa Davis e Internazionali di Sicilia. Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

    Si torna al Barbera dopo la pausa e con un doppio impegno casalingo. Oggi i blucerchiati della Sampdoria, il primo dicembre verrà lo Spezia, dove gioca l’ex Soleri. Che, visti i fatti, sarebbe stato meglio tenere sotto Monte Pellegrino. Prima del fischio d’inizio, considerati i primi risultati della quastordicesima giornata, i rosanero con tredici gare disputate sono fuori dai play off, collocandosi in nona posizione. In casa cinque punti in cinque partite, media retrocessione. Un po’ meglio lontani dal Barbera con 12 punti in otto partite. Totale 17 prima di Samp e Spezia. Ovviamente una stagione, quasi al giro di boa del girone d’andata, sinora abbastanza opaca. Un bilancio più nero che rosa al momento. Con 14 punti dalla prima e 13 dalla seconda in classifica.

    I leoni da tastiera palermitani che seguono la squadra, avrebbero già cambiato due o tre allenatori, mandando via l’attuale proprietà. Chissà, magari poi mettendo loro i denari occorrenti per far vivere una società calcistica a questi livelli. Per loro andare in A dovrebbe essere un gioco da ragazzi. Meno male che, leoni da tastiera a parte e frequentori del Barbera che spesso perdono il senso della realtà, il Palermo è in ottime mani. In grado di assicurare un presente sereno e un futuro dove i risultati non potranno che arrivare. Dopo l’ultima sconfitta in casa la frase proveniente dagli spalti e rivolta a società e squadra, è stata “meritiamo di più”. Pure il Palermo si merita tuttavia supporter che guardino ai fatti. In cinque anni dal 2019, non in cinquanta, dopo che si è dovuti ripartire dalla D, la società di viale del Fante ha vinto due campionati e nelle due stagioni di B passate, oltre che in questa, ha stazionato in zona play off senza problemi.

    A due passi dal Barbera ho visto una pubblicità, per la verità sparsa in tutta la città, che invita a bere alcolici, in particolare una birra, per avere energia da spendere dentro gli stadi per fare tifo per tutta la durata delle partite. Addirittura per essere tifosi fuoriclasse. In effetti, quando sono allo stadio, vedo tanta gente con bicchieroni pieni di birra che vanno e vengono, bevanda che a me piace ma non allo stadio Non credo che tifosi brilli o ubriachi possano determinare un tifo migliore e stadi più sicuri. Anzi, proprio dentro gji impianti sportivi vieterei la vendita di alcolici. In passato si è fatto. Nel 2022, in occasione di Palermo – Padova, si è vietata la vendita di alcolici e super alcolici fuori dallo stadio. Si dovrebbe fare sempre nel giorno delle partite e si dovrebbe estendere il divieto anche dentro lo stadio.

    Non possiamo tacere che a Malaga gli azzurri, dopo averla vinta nel 2023 a 47 anni di distanza dalla storica finale cilena, si giocano la finale contro l’Olanda mentre è in corso Palermo-Sampdoria. E non possiamo non farlo perché, proprio a due passi dal Barbera si giocavano gli internazionali di Sicilia di tennis. Torneo nato nel 1935 e che purtroppo non esiste più dal 2011. E che nell’ultima edizione, anche se si chiamava a quel punto con un altro nome, vide vincitore l’attuale capitano non giocatore della nazionale di tennis. Era sia singolare maschile che femminile, doppio maschile e femminile nonché doppio misto. Dalla sede del circolo del tennis di Viale del Fante sono passati i più grandi nomi del tennis italiano e mondiale. Ricordo una finale dove vinse Borg contro Barazzutti. Allo stadio internet ha difficoltà, ma un po’ tutti seguiamo il campo di calcio e quello che accade a Malaga come meglio possiamo. L’unica cosa certa è che negli spalti del tennis ciascuno fa civilmente il tifo per i propri colori senza offendere nessuno. Nel calcio questa minima connessione di civica non si è ancora stabilita. Pensate che i pochi tifosi blucerchiati sono circondati da una trentina di addetti alla sicurezza.

    Domani 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ieri grande manifestazione a Palermo con più di 5.000 partecipanti. Dentro lo stadio proprio a ridosso dell’inizio della gara va in onda una bella scenografia di luci fucsia. Chissà quanti hanno capito, visto che nessuno ha fatto alcun cenno dagli spalti. Dal tifo organizzato, cui non sfugge pure la minima traccia di memoria, nulla. Zero. In luoghi, le curve, peraltro impregnate, dal linguaggio verbale a quello non verbale, di un forte maschilismo. Questa partita la perdono dagli spalti 10 a 0. La vince con eguale punteggio la società. La partita si gioca peraltro con un pallone rosso, nell’intervallo viene diramato un messaggio specifico sulla giornata di domani e scritte scorrono spesso.

    La Samp prima di scendere in campo a Palermo ha 15 punti, due in meno del Palermo, e ne ha vinte due fuori casa. Ha fatto più gol del Palermo (16 contro 13), ma ne ha subiti di più (11 contro 18). C’è da dire che fuori casa ha fatto 8 punti, cioè più che in casa, 7. Del resto come il Palermo, che anzi oltre lo stretto ha racimolato di più, dieci punti fuori e 7 al Barbera. Insomma, Viale del Fante è in questo campionato una sede ostile, come se si giocasse in casa altrui. Per carità, non è che si possa vincere sempre tra le mura amiche. Ma se non si fanno molti più punti in casa che fuori la promozione diretta nella massima serie è ovviamente una chimera, che ci rimanda a una canzone del Gianni nazionale. Lui canta che se il suo cuore spera non sarà solo una chimera. Ma nel rettangolo verde il cuore non basta. Ammesso e non concesso che gli undici rosamero sotto Monte Pellegrino ci mettano sempre il cuore. A tal proposito le due gare interne ci diranno molto. Sia sul cuore che sulla classifica.

    Il primo quarto d’ora, a parte un grave infortunio a un sampdoriano, va via senza che vi sia nulla da segnalare tranne due timide avance dei rosa e un tentativo più deciso. L’una e l’altra squadra giocano con le maglie tradizionali consegnate ormai alla storia del calcio. Intanto sul fronte Davis il primo singolare, che sostanzialmente equivale ad alzare per il secondo anno di fila la coppa al cielo, è in saccoccia.

    I secondi quindici minuti iniziano con un Palermo sempre volitivo, quasi al ventesimo un bel tiro da fuori fa la barba al palo della Samp, poi un un’altra azione pericolosa di testa dei rosa va sopra la traversa. Quasi al trentesimo il centravanti rosa prova pure lui di testa, ma debolmente. Anche la Samp prova a essere pericolosa. Rispetto al calo vistoso di presenze delle ultime partite in casa, pare che siano aumentati gli spettatori.

    Gli ultimi quindici minuti della prima frazione iniziano con la Samp avanti. Replica il Palermo, che attacca verso la nord, prima dalla fascia sinistra poi dalla destra. Poi di nuovo Samp sopra la traversa. Un colpo ciascuno. Pare adesso una partita di tennis. A proposito, aspettiamo la partita del numero 1 mondiale per scrivere ancora una volta il nostro nome sulla Davis. Intanto quasi al 38mo la Samp buca il Palermo con un ex dei rosa. 1 a 0. Lo spettro delle altre due partite perse al Barbera avanza. Il VAR conferma. Il tifo organizzato, con slogan assordanti vorrebbe apportare chissà quale spinta. Ma fanno solo casino. Nel recupero del primo tempo i rosa riescono a riprendere la Samp. 1 a 1. Piangiamo con un occhio. Fine primo tempo. Andiamo fuori a cercare campo per capire meglio a che punto è la finale Davis.

    Ad inizio del secondo tempo la Davis sembra certa, il risultato al Barbera molto incerto. Al 7mo una punizione dei rosa da fuori trova il portiere blucerchiato pronto al quasi miracolo. Lo stesso si ripete al decimo. Il Palermo prova a raddoppiare con decisione, cercando di schiacciare la Samp sulla propria metà campo. Ma al 58 i doriani vanno vicini al raddoppio.

    Il secondo quarto d’ora della seconda frazione, sotto un Monte Pellegrino oscurato dalle tenebre, inizia con una punizione dal limite dell’area dei doriani. Un metro dopo ed era rigore. Ma il VAR, compagno di strada del calcio moderno, annulla tutto. Al 69mo tiro del Palermo poco oltre la traversa. Sinner va nel frattempo al tie break nel primo set.

    Siamo agli ultimi 15 minuti, la partita si fa noiosa e la colpa è del Palermo. Al 76mo un guizzo che equivale ad un gol mangiato dai rosa. Ormai una costante le occasioni mancate al Barbera, da parte di quelli che dovrebbero essere i padroni di casa ma sembrano sempre giocare fuori. Le sostituzioni spostano poco e niente. All’80mo punizione da sinistra verso la sud dove ora attacca il Palermo. Di pochissimo fuori la palla, non toccata da nessuno. Sinner porta a casa il primo set. Vicini alla meta mondiale. Ci vorrebbe un Sinner nel Palermo. Un tifoso si scaglia oltre la protezione contro l’allenatore del Palermo, che si gira, dicendo di tutto. Rimane lì. Le forze dell’ordine sono presenti allo stadio. Perché non intervengono per allontanarlo? Ad inizio di recupero la Samp va quasi in rete. Poi è il Palermo a sfiorare il gol. The end. Un pareggio che non può andare bene, i rosa hanno giocato non male ma non è possibile avere questo ruolino di marcia in casa. Non è possibile non riuscire a metterla dentro pur avendo diverse occasioni. Fischi alla fine. Appuntamento per l’1 dicembre con lo Spezia.

    Sin qua la piccola cronaca di una partita modesta. Poi, uscendo dallo stadio, ho visto gli ultimi games che ci hanno fatto vincere la Davis per il secondo anno consecutivo. E questa non è più cronaca ma storia con la S maiuscola. Se fossimo un popolo maturo sportivamemte gireremmo le città italiane con la bandiera tricolore in mano. Ma in massa si vede solo il dio pallone. Ed è un grosso limite. Un giornalista, a tal proposito, ha raccontato il seguente aneddoto.
    «Viaggiavo in auto e sulla radio nazionale interrompevano Berrettini per raccontare i gol della serie B. Qui sta succedendo una rivoluzione, e qualcuno non se n’è ancora accorto». Ecco. Meglio di così non si può dire. Controfirmo.

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