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Biografia: Ho deciso di fare il mio ingresso nel mondo il 29 Febbraio di 36 anni fa. Ogni 4 anni, dunque, festeggio regolarmente; gli altri anni mi accontento di un "regolare" compleanno, l'1 marzo.
Curriculum scolastico: stentato. Maturità classica presa con un glorioso 39, all'Imera: alzi la mano chi conosce questa scuola...
Ed eccomi, come per incanto, catapultata a Milano, dove ho frequentato Accademia ed il suo incomparabile corso di Pubbliche relazioni.
Otto anni vissuti nella capitale morale mi sono bastati, quindi il ritorno a Palermo, fatto di invii di curriculum e attese.
Adesso vivo con mamma e nonostante il pasto sia garantito e a tratti sodisfacente, ripenso con grande nostalgia al periodo di libertà milanese.

Cristina Cusimano
  • Clima e vestiario

    Il vestiario e lo Scirocco, o meglio il rapporto dell’uno in funzione dell’altro, mi ha sempre incuriosita.
    Parlavo con il proprietario di una delle pasticcerie più golose della città ed anche lui – come la quasi totalità dei concittadini – mi diceva che “questo è il tempo che ammazza!”.
    Mi sono data un’occhiata intorno e ho visto – come di regola accade a Palermo – che tutti erano vestiti come se nulla fosse, come se questo vento caldo fosse in realtà un’arietta fresca al limite del freddo.
    I più “coraggiosi” indossavano un piumino senza maniche.
    Eccolo, il tempo che ci ammazza: il vestiario invernale con la temperatura tropicale.
    Vuoi vedere che alleggerendoci un po’ eviteremo raffreddori e febbri? Forse, sarà la volta che “questo tempo non ci ammazzerà più”.

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  • Fragole ed elemosina

    La vedo ogni mattina.
    Stesso posto, stessa ora.
    Oggi mi ha chiesto di mettere delle fragole in frigorifero; una sua conoscente le ha regalato una bellissima vaschetta di fragole profumatissime e lei mi ha chiesto di tenerle.
    Lei è sulla settantina. Capelli bianchi e postura distinta.
    Mi dice di aver perso un figlio in un incidente d’auto. Lui, che badava a lei e che provvedeva ai suoi bisogni è morto all’improvviso e giovanissimo. Porta al collo, appesa ad una collanina, la sua fotografia.
    Arriva, mattina dopo mattina, con la sua sedia pieghevole ed il suo sacchetto.
    Parte da casa,mi dice, intorno alle cinque e mezzo.
    Molti sostengono sia ricchissima e che viva una vita piena di sodisfazioni.
    Io la vedo lì, piena di grazia, avvolta quasi sempre in un sorriso ampio e caldo; e credo che, in fin dei conti, non debba possedere più dello stretto necessario. Continua »

    Ospiti
  • Quattro per cento

    È impossibile, mi dico. I dati anche stavolta non appattano.
    Leggo che la raccolta differenziata è ferma al quattro per cento. Ho fatto un piccolo capolavoro di statistica “home made”.
    Il risultato, mi vado ripetendo, dovrebbe comunque essere affidabile…così, ad occhio.
    Io differenzio munnizza da un paio d’anni. Per la precisone, da quando hanno messo i recipienti adatti sotto casa mia.
    Noto, con massima sodisfazione, che vengono riempiti ben presto, i recipienti. E, altrettanto spesso, vengono svuotati.
    Mi chiedo, allora, come sia possibile…se questo aumento di differenziata vale per il mio circondario, immagino varrà anche per il resto della città. Dunque è quasi battaglia di cifre. Era e rimane sempre quattro per cento? Così come qualche anno fa? Continua »

    Ospiti
  • Agostino

    Ha 61 anni ed una vita passata a fare l’odontotecnico. Ha tre figli e quattro nipoti. Un look anni ‘ 60 pulito e decoroso.
    Ha ottime maniere, Agostino, che ha passato ai suoi figli.
    Non ha mai versato una lira di contributi e per questa ragione non ha diritto alla pensione.
    In passato abbiamo preso spesso l’aperitivo insieme, Agostino ed io.
    Un paio di giorni fa, stavo svoltando l’angolo e senza che lui mi vedesse l’ho visto raccogliere una sigaretta da terra. Era abbastanza lunga perché ne potesse fumare.
    Ho provato una sincera compassione.
    Due passi, una pacca sulla spalla, il suo sorriso…mi ha permesso di offrirgli una Moretti ghiacciata.
    Agostino vive a due passi da casa mia, dunque anche dalla Cuba; chissà se i clienti del locale più cool di Palermo lo hanno mai notato, nel loro vagabondaggio inquieto e tossico.
    La povertà, oggi, mi pare onestamente più inquietante di quella di un tempo.

    Ospiti
  • Divieti e libertà

    C’è un tratto di Via Cesareo che è regolarmente segnato come “zona rimozione “. Nel palazzo dove abito, vive un magistrato. Ebbene, accade ogni giorno la solita scena: la macchina che accompagna il magistrato posteggia in doppia fila perchè altre auto posteggiano lungo i due lati della strada.
    Sempre via Cesareo: si segnala la presenza di un’ottima pasticceria e di una scuola di danza.
    L’uscita, o l’arrivo del giudice, è accompagnato dall’arrivo del carro attrezzi, ultimo baluardo di ordine in mezzo al delirio di auto.
    Le signore che escono dalla pasticceria sbuffanno, annoiate e stanche all’idea di dover spostare le loro auto fiammanti per “questi giudici”.
    Le mamme che vanno a prendere le bimbe a scuola di danza, con i loro Suv, aspettano ferme e fiduciose che il vigile, chissà, decida d’improvviso di girare i tacchi e andarsene.
    Credo che minimi divieti sanciscano grandi libertà.
    Quella, per esempio, di lasciare liberi i nostri giudici di lavorare e vivere liberamente. Almeno sotto casa.

    Ospiti
  • Milano

    È deciso. Mi concedo quattro giorni a Milano, la città dove ho vissuto un pezzo importante della mia vita. Telefonate ed e-mail, a conferma di incontri e cene milanesi. Che emozione; ogni volta, la stessa. Il medesimo groppo in gola, all’aeroporto. Ed ogni volta, lì a chiedermi, ma quanti palermitani ci sono a Milano? Ho la fortuna di frequentare milanesi doc che mi chiedono, sempre con la stessa voracità, se per caso conosco quel palermitano trasferito a Milano da poco…come se, comunque, e a prescindere, dall’età e da ogni altro requisito logico, l’essere palermitano sia in sé un legame a prescindere.
    Tra siciliani all’estero, fuori dai confini regionali, in genere, ci si fiuta, ci si riconosce e ci si abborda quasi. Come se essere fuori dalla propria città di appartenenza, rendesse la sicilianità una sorta di fratellanza per forza, e/o spontanea e naturale. Una delle mie amiche più care a Milano, Adriana, è catanese. Spesso mi ritrovo a chiedermi se la nostra amicizia, nata sui banchi di Accademia, ormai un decennio fa, sarebbe nata lo stesso, quì a Palermo. Chissà. Voglio credere di sì. Voglio immaginare che la sorellanza, appunto, sia una questione di fiuto, a prescindere.

    Ospiti
  • Mattina

    Pioviggina.
    Rumore; stanno traslocando proprio accanto casa.
    Una coppia di giovani bene dall’aria assolutamente scucivola, ha appena preso casa al piano di sopra.
    Hanno un cane: Ugo.
    Ugo ha fatto per mesi la pipì nel nostro balcone.
    Ugo perde i suoi peli nel nostro balcone ed il bucato, stamattina, è munnizza.
    La giovane coppia, proprietaria di Ugo, nega tutto quanto.
    Clacson.
    Traffico, trambusto.
    Ennesimo incidente all’incrocio; urla di donna.
    L’uomo è attonito mentre guarda la donna urlante e minacciante.
    L’ incrocio, a distanza di un paio d’ore, è ancora bloccato dalle due macchine in attesa della stradale.
    Vado a prendere un caffè al bar di fronte casa….tenuto conto che vivo al primo piano, e che assorbo rumori, giorno e notte, non sarà il terzo caffè ad innervosirmi.
    Mattinata di ordinario delirio in un appartamento in pieno centro. A Palermo.

    Palermo
  • Cassonetto giallo

    Mi guardo in giro, con il mio sacchetto in mano.
    Sono sola all’angolo, il solito angolo della strada. Non c’è, non c’è più il cassonetto giallo. Torno a casa con il mio sacchetto pieno di plastica e mi sento una povera idiota. Che fare? Buttare tutto insieme? No, da incivili. Scrivo. Innanzi tutto all’Amia. Non rispondono, lorsignori….e allora decido di scrivere alla redazione palermitana di Repubblica. Loro sì che pubblicano e l’altra mattina ecco che, come per incanto, appare pronta la replica dell’ufficio stampa dell’Amia. Roba da non crederci! La raccolta differenziata a Palermo, e in Sicilia, non funziona. I cassonetti che devono essere messi in ordine, non vengono sostituiti, vengono rimossi e basta.
    Mi pare sintomatico di un sistema che non funziona. Secondo questa logica, se avessi la macchina con la gomma a terra il gommista sarebbe autorizzato a togliermi la gomma e lasciarmi la macchina scassata, senza ruota.
    Questa è la politica dell’Amia in politica di raccolta differenziata?!
    Sono letteralmente basita.

    Ospiti
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