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e-mail: zoe80@libero.it

Biografia: Nata il 26 agosto del 1980 ha studiato due anni presso l'Università degli Studi di Palermo, poi si è trasferita a Siena e l'ultimo anno di università l'ha trascorso a Madrid. Si è laureata nel giugno 2005 e subito dopo ha effettuato uno stage presso "Il filo di Arianna" di Perugia e poi ha vinto una borsa di studio presso il MAE (Ministero Affari Esteri) a Roma. Poi, con la testa piena di tutte queste impareggiabili esperienze è tornata a Palermo imparando a conoscere ed amare per la prima volta la sua città di origine. Qui, grazie ai consigli del suo relatore ha iniziato a scrivere e da allora non si è più fermata. Palermo24h, Repubblica Palermo, I Love Sicilia, Cocoon....sono alcune fra le testate con le quali ha collaborato o collabora ancora. Una volta ha anche diretto una trasmissione radiofonica su Radio Action e ha realizzato e in parte ideato (grazie anche alla collaborazione di splendidi amici) un documentario sul fenomeno del tarantismo in Puglia: Tempo di Tarante. Sposata e mamma di un bimbo che ha i suoi stessi occhi, cerca ogni giorno, per come può, di rendergli il mondo migliore. Il suo sogno nel cassetto è quella di essere citata, postuma, nei libri di letteratura. Ma per questa finale "consacrazione", può ancora (e volentieri) aspettare.

Maria Letizia Affronti
  • Corsie di preferenza

    È di qualche tempo fa l’inchiesta apparsa su Repubblica sull’uso e abuso delle corsie preferenziali tra ambasciatori (che evidentemente non portavano pena), medici, politici, mogli, cugini, parenti illustri. Risale ad ancora più tempo fa il servizio di Stefania Petyx su questa usanza nostrana di utilizzare le corsie preferenziali come se fossero un prolungamento della carreggiata. Da queste due osservazioni aggiungo la mia terza “via” sull’uso di queste zone d’ombra della viabilità palermitana. Eh sì perché noi palermitani siamo persino capaci di usare una corsia preferenziale anche quando non c’è! Armati di ammortizzatori e di una leggera forza addominale, piccolo saltello e…hop! Il marciapiede diventa una A1 perfettamente utilizzabile. Per fare questo naturalmente il marciapiede si deve prestare ma non perché largo o accogliente (scoprirete che ci sono zone in cui viene usato ugualmente anche se assomiglia di più a una stretta lingua di terra) ma perché situato in una zona in cui il traffico è talmente rallentato da far venire voglia di “acchianare mura lisce”…cosa che poi effettivamente si fa. Continua »

    Palermo
  • Giochi d’epoca

    Non è che mi senta vecchia. Certo capisco che l’essere “vecchio” sia una condizione molto relativa…per mio nipote di due anni sono matusalemme, per mia nonna sono “beata gioventù”. Diciamo che però rispetto a una ragazza di diciotto anni sono dieci anni più vecchia. E questo è innegabile. Quindi partendo da questa certezza mi posso prendere il lusso di dire “quando ero piccola io…” riferendomi a fatti della mia infanzia che risalgono almeno a 20 anni prima (!!!). Quando ero piccola io, infatti, nelle merendine del Mulino Bianco c’erano le sorpresine. Non erano soffocate in microsacchetti di plastica asfissianti ma erano ben custodite in una specie di scatoletta che assomigliava a quelle dei fiammiferi ma dopo aver subito una cura proteica e ricostituente. Dentro c’erano le gommine, i temperini, le matitine colorate (troppo piccole anche per le mie micromani…risolvevo allora tenendole tutte contemporaneamente in mano e disegnando arcobaleni vertiginosi), i flipper in miniatura (che puntualmente smontavo per prendere le biglie custodite al loro interno) e molte altre amenità. Un anno decisi di collezionare queste gommine e credetemi ne raccolsi davvero tante (mi nutrivo a crostatine alla marmellata, che odiavo, perché il cioccolato mi faceva male e speravo sempre che qualche compagnetto volesse scambiare una crostatina all’albicocca con un tegolino…nessuno ci è mai cascato), fino a quando il mio miglior amico delle elementari non mi propose di fare esperimenti strani. Così ci riunivamo a casa mia dove c’era l’unico strumento veramente indispensabile per fare gli esperimenti: un microscopio, e così provavamo a frullare la gomma e a impastarla con la terra e poi osservavamo. Deludente. Poi si passava a far bollire la gomma, colare l’acqua e osservarla nuovamente. Continua »

    Palermo
  • Come a teatro

    A Palermo i mercatini sono un’istituzione. Attenzione, non parlo dei mercati tradizionali come Ballarò, il Capo, la Vucciria e via discorrendo. Parlo dei mercati rionali dove si trova di tutto: dal cibo ai vestiti, dalle stoviglie ai giocattoli e che sorgono come funghi in giorni stabiliti all’interno dei diversi quartieri. A Natale poi, il tutto diventa, se possibile ancora più colorato, luminoso, rumoroso e odoroso. Qualche giorno fa mi trovavo proprio dentro il caos di uno di questi suk nostrani alla ricerca di un tappeto verde da gioco. Che volete, insieme alle feste arriva il gioco da pseudo casinò casereccio fatto di fagioli per la tombola e centesimi per il sett’e mezzo. Insomma cercavo uno di questi tappeti perché quello dell’anno scorso, ovviamente, è stato distrutto in ordine da: sigaretta della zia, vino del nonno, vomito della cuginetta, coca cola dell’altra cuginetta (non voleva essere da meno della sorellina più piccola). Così tra bancarelle di pesce e di intimo inizio la mia ricerca. “Salve, quant’è il tappeto verde?”. “Venti euro” mi urla una voce da dietro il piccolo fiorino stipato di addobbi natalizi. Troppo caro, penso, “grazie arrivederci”. Continuo il mio giro mentre qualcuno mi invita a comprare magliette “N-euro, N-euro, N-euro” facendomi sorgere il dubbio se si tratti di un ricovero coatto o di un prezzo conveniente. “Salve, quanto per il tappeto verde?”. “Ventidue euro” mi risponde un tipo che nel frattempo si sbuccia un mandarino. Non ci siamo ancora. Continua »

    Palermo
  • 140 mila targhe alterne

    Perimetro targhe alterne Palermo

    Oggi è il grande giorno, tutti ai nastri di partenza, è il momento delle targhe alterne. Se appartenete ai 140 mila sfigati che non rientrano tra le deroghe (come mamme che devono lasciare i figli alla scuola elementare o all’asilo e alcune poche sparute categorie) avete già cercato dei mezzi alternativi di locomozione? E inoltre, avete capito come funzionano? Io no. E per non peccare di non-presunzione ho immaginato che molti altri come me si stiano ponendo lo stesso problema. Così da cittadino qualsiasi diligentemente iscritto alla newsletter del Comune, comunicato alla mano, ho cercato di capire fisicamente che area sarà interessata all’alternanza delle targhe. Google Earth è stato molto utile e con un calcolo approssimativo viene fuori un perimetro di circa 15 chilometri abbastanza “ingombrante”. Continua »

    Palermo
  • Goccia a goccia

    Devo confessare che non ricordo quanti anni ho. Non credo di essere tanto anziana, ma sembro venuta fuori da un quadro antico. Abito in centro a pochi passi dalla cattedrale in un vicolo dove il caos del Cassaro è solo un rumore di sottofondo lontano. Non seguo i circuiti turistici che si accalcano tra le carrozze degli gnuri e i negozi di souvenir indiani. Sono fatta così sono timida e preferisco rimanere in disparte dando le spalle a quella città che a volte non riesco a riconoscere come mia. Ho molti amici. Oddio, amici forse è una parola grossa. Rashid per esempio non mi viene a trovare con molta gioia. Viene tutte le sere ma più per dovere che per piacere. Borbotta quando si avvicina a me, non capisce perchè tocchi sempre a lui. Arriva con i suoi calzoncini corti, la sua maglietta del Palermo calcio e le scarpe slacciate. A dieci anni gli hanno dato questo compito ingrato e tutte le sere riempie due secchi di plastica azzurri, saluta, aspettando che si riempiano, gli altri ragazzini che passano da lì in bici e carico come un mulo se ne va. Ogni passo una lamentela, non mi saluta neanche. Ma grazie a lui ho imparato la differenza che c’è tra “parannanza” e “falaru” (suo padre è cuoco) e vivo attraverso la sua voce stridula e i gesti concitati mentre è costretto a stare lì davanti a me la speranza che nutre in Ballardini. Nel primo pomeriggio mi vengono a trovare Radi, Cutì e Rada. Avvolte nei loro colori luminosi arrivano parlando, aspettano e parlano, vanno via e continuano a parlare. Emettono suoni che non comprendo ancora dopo tanto tempo e riesco solo a capire quando dicono “Rosalia!”. Il sabato si ritrovano tutte davanti a me e organizzano l’acchianata tradizionale della domenica. Continua »

    Palermo
  • Tipi da vacanza

    È la domanda del momento. È quel tappabuchi temporale da utilizzare nell’attesa che l’ascensore raggiunga il 7° piano. È il momento in cui chi ha organizzato le cose per bene non aspetta altro che sfoggiare un sorriso compiaciuto e snocciolare frasi tipo “un posto valeva l’altro ma guarda caso, giusto giusto me ne vado in Australia per 20 giorni……e tuuuuuuu?”. Insomma avete capito, è il momento di “Dove vai in vacanza?” – Applauso -. Le categorie dei vacanzieri siculo-palermitani sono varie e interessanti perché fanno emergere quell’aspetto di pappariamento tipico del palermitano.

    Categoria: mare vostrum
    Per me la vacanza è vacanza solo al mare QUINDI vado alle Fiji (Hawai, Mauritius, Canarie o quello che sia). Carissimo amico dall’abbronzatura panata, ma dico io vivi in Sicilia c’è bisogno di scopparsene all’altro capo del mondo per godere del mare e del sole. Se fossi stato di Bolzano avrei anche potuto soprassedere… Mi dirai “ma non c’è paragone” potrebbe essere anche vero, ma sono sicura che non conosci tutte le sante calette, lidi, scogli, rocce della nostra terra. E soprattutto sono sicura che se ti chiedo dove sono le Fiji, neanche sai rispondermi. Continua »

    Palermo
  • Tony Colombo, dall’Etna al Vesuvio

    Il teatro era pieno. No, pieno è riduttivo. Contro ogni norma di salute mentale e fisica il teatro Golden di Palermo quella sera era straripante. Se quelle pareti avessero potuto parlare avrebbero detto “Basta! Siete troppi!”. Noi eravamo lì armati solo di microfono e telecamera e tanta, tanta pazienza e curiosità per questo mondo che si muove sottoterra, respira, urla, si dimena ma che non tutti conoscono. Io, Vassily e Gaspare non sapevamo con esattezza cosa sarebbe accaduto ma sicuramente sapevamo che sarebbe stato qualcosa che ci avrebbe coinvolto per tanto tempo. Continua »

    Palermo
  • L’etica della fila

    Leggendo tempo fa un articolo di Vittorio Zucconi ho capito quanto i concetti siano relativi, quanto sia relativa la loro percezione e come non esistano neanche distinzioni basilari come giusto/sbagliato. Se per un italiano trapiantato in America la fila o line è un incubo che si condivide con gente troppo vicina per uno spazio socialmente accettabile, a Palermo la fila è un rompicapo, una sciarada basata su relazioni che si stringono appositamente in quei interminabili minuti dietro per esempio uno sportello della posta. A Palermo non esiste il concetto lineare di fila che recita “successione o allineamento di cose una dietro l’altra o una accanto all’altra.” Noi amiamo socializzare, così si arriva allo sportello comunale per fare la carta d’identità prima di partire per le vacanze e si vede lo sportello vuoto…in lontananza si scorge solo una persona che parla con l’impiegato. In uno scenario così un qualsiasi europeo (per non spostarci troppo) si metterebbe senza esitazione dietro l’uomo allo sportello, esattamente “oltre la linea gialla nel rispetto della privacy”, venendo però immediatamente linciato con aggettivi poco edificanti per sé e per tutta la sua famiglia con particolare attenzione nei confronti della madre o di potenziali sorelle. Noi, però che sappiamo come funziona: entriamo, buttiamo uno sguardo allo sportello e chiediamo in giro “chi è l’ultimo?”. Continua »

    Palermo
  • Ponino story

    Tempo fa vi parlai delle avventure dei P.P.P. (Rosalio…a Dirtville pure io!). Giudicate sceme, divertenti, esilaranti, inutili e “pi passari cincu minuti” oggi gli episodi dell’equipe Bucomuro si arricchiscono di un nuovo corto. Questa volta, l’argomento è forse più vicino all’esperienza concreta di ognuno di noi: il precariato, la mancanza di lavoro, la fuga dei cervelli.
    Certamente non sono professionisti, non sono attori, né registi e non hanno fatto corsi di dizione o di buon gusto. Tutto è frutto di passione, voglia di divertirsi e soprattutto…”malu chiffare” che è alla fine una delle conseguenze della mancanza di lavoro.
    A me fanno ridere.

    Sono due video:

    Sicilia
  • Come sopravvivere al seggio

    Mancano di nuovo due mesi alle prossime elezioni quindi è fisiologicamente impossibile NON parlarne ancora. E ancora e ancora. Tranquilli questo mio post vuole essere un manuale di istruzioni per chi, il prossimo 15 e 16 giugno si ritroverà a vivere per tre giorni l’esperienza di frequentare, come ho fatto io, un seggio o come scrutatore o come presidente o come rappresentante di lista. Se apparterrete a una di queste tre categorie innanzitutto a voi va la mia più cara solidarietà perché credetemi, sarà dura, faticosa e alla fine probabilmente assolutamente inutile. E sperate sempre che non si debba ricorrere al ballottaggio. Andiamo con ordine. Innanzitutto dovete assicurarvi il grado di scuola che ospita la vostra sezione. Se siete in una scuola media reputatevi fortunati se capitate in una elementare o peggio ancora in una scuola materna preparatevi fisicamente e psicologicamente. Per gli uomini consiglio nelle settimane che precedono il voto l’esercizio quotidiano del…tiro al bersaglio, per le donne allenate i quadricipiti fino allo stento. Avete mai visto, con gli occhi di adulti, i gabinetti degli asili? No? Allora fidatevi e iniziate ad allenarvi…non è facile espletare le proprie necessità fisiologiche per tre giorni in un water grande quanto un ovetto kinder. Continua »

    Palermo
  • Citofonare zero zero sette dieci

    Citofono Affronti

    A Palermo la creatività non manca. Manca il lavoro, l’acqua, il tram, la metropolitana ma di creatività ne abbiamo da vendere. I miei vicini di casa poi contribuiscono enormemente a far impennare i dati che riguardano la creatività. Bene. Passi la partita di pallone in notturna con tanto di acclamazione per il gol di turno schiacciato contro la saracinesca della serie “cchiù scrucio fa megghio è”, passi ascoltare la discografia completa di Tony Colombo alle 15 della domenica pomeriggio il tutto pompato da bassi che rivoltano lo stomaco anche se stai al terzo piano, passi persino lo sparpagliamento casuale dell’immondizia un po’ dappertutto intorno all’una di notte, cioè abbastanza prima che arrivi l’autocompattatore dell’Amia ma abbastanza tardi da poter sfruttare la capienza massima dei cassonetti. Fino ad ora ho sopportato tutto questo. Ma davanti al furto del citofono, mi inchino, chino il capo e depongo le armi. Continua »

    Palermo
  • La metamorfosi

    Avete mai pensato a cosa potrebbe accadere se una mattina vi alzaste dal vostro letto e invece di trovare davanti allo specchio il vostro bel faccino assonnato vi ritrovaste a guardare negli occhi nientemeno che l’ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro? A parte ogni implicazione politica, morale e ideologica che si potrebbe fare, pensiamo alla più immediata implicazione fisica! Niente contro Cuffy, per carità, ma certo a me personalmente non piacerebbe svegliarmi e scoprire di averne assunto le sembianze fisiche…obiettivamente non sarebbe un bel vedere. Da questa idea dal sapore kafkiano prende vita il romanzo di Renato Polizzi che anche se non è palermitano ma marsalese, ha concentrato nel suo libro, che non ha ancora un titolo ben preciso ma che vuole nascere dalla collaborazione e l’apporto di tutti i siciliani che vogliono dire la loro sulla sicilianità e sul cuffarismo, tutti gli stereotipi, gli usi, i costumi e gli atteggiamenti tipici di ogni siciliano doc. Così troverete molto familiari i comportamenti del dottore Casano tipico medico siculo che ha sempre una clinica o un collega del nord da collegare al vostro malanno e che ha un cognato che da ex socialista si è buttato in politica nel settore della sanità.
    Da oggi in anteprima contemporanea su www.navarraeditore.it e altri siti del circuito tra cui www.ilovesicilia.it, www.isolapossibile.it e molti altri potrete leggere i primi due capitoli del libro che sarà in tutte le librerie a fine febbraio. Io, leggendolo, ho tistiato ad ogni rigo, pensando anche ad un tormentone tanto caro a Rosalio: “Sei siciliano se…il tuo medico curante è quel genere di dottore la cui funzione si esaurisce nel decidere se c’è bisogno del medico”.

    Palermo
  • Kom-pa: nuovo spazio urbano virtuale

    Dai suoi creatori viene definito come “uno dei mostri che emerge dal sottosuolo”. Si chiama Kom-pa ed è un nuovo sito che nasce dall’osservazione dei cambiamenti in corso all’interno della nostra città. Il sito è stato generato da un nucleo redazionale molto ristretto poi ampliato grazie alla partecipazione di molti collaboratori diversi tra loro per formazione, attitudini e campi di interesse. Hanno contribuito alla nascita di Kom-Pa media, attivisti, lavoratori autonomi di seconda generazione, gente proveniente dai centri sociali, attivisti dei movimenti ecologisti, ricercatori, senza casa, precari di ogni sorta. Il sito abbraccia argomenti vari che riguardano la città, le sue trasformazioni, i flussi che l’attraversano, i conflitti che la compongono. L’obiettivo principale verso il quale si muove Kom-pa è la ricerca di una via di fuga dal vicolo cieco dentro il quale spesso i palermitani si trovano intrappolati, del tipo: “siccome nulla cambia, non faccio niente per cambiare le cose”. Lo scopo di Kom-pa è quello di aprire una nuova finestra per osservare la città che scorre e per cercare di capirla meglio mischiando anche linguaggi diversi: inchiesta, letteratura, analisi, produzione radiofonica (Radio Franca).

    Insomma nasce un nuovo spazio urbano virtuale da conoscere, scoprire, arricchire e perché no, anche criticare.

    Palermo
  • Stanno finendo le cucuzze

    Attenzione, la situazione è grave. Stanno finendo le cucuzze.
    Sciopero degli autotrasportatori da tre giorni ed è già allarme “carenza scorte”. Ora, per carità, noi siciliani saremo anche i più penalizzati, disperati, abbandonati…ma quello che chiedo è UN PO’ DI CALMA PLEASE!!!! Sarà perchè mi sono svegliata in un tripudio di clacson visto che ho la sorte di abitare al secondo piano e sopra un distributore di benzina che ormai assomiglia più a un autoscontro che ad un erogatore del prezioso oro liquido. Sarà che sono a secco di benzina perchè ieri ho detto “i soliti allarmisti”, e oggi sono a piedi. Sarà perchè piove pure e considerato che devo girare l’intera città diciamo che camminare a piedi non è proprio una soluzione e, preciso subito, purtroppo non ho la bici a portata di mano. Detto questo mi chiedo. Ma noi, la sappiamo affrontare un’emergenza? Vi risparmio la fatica di riflettere, mi permetto di rispondere io per voi.
    NO! Continua »

    Palermo
  • Capisci d’Internét?

    Ringrazio il cielo di avere finito con l’università. Non che la vita da universitaria non mi piacesse, anzi, credo che sia stato il periodo più felice della mia vita. Quello che assolutamente non rimpiango della mia vita da universitaria è la burocrazia. Le code in segreteria, le tasse da pagare, gli esami da verbalizzare, le ore passate dietro la porta dell’ufficio del prof di turno per ottenere 10 minuti di udienza. Anzi mi reputo una fortunata. Dopo due anni a Palermo ho studiato a Siena e lì tutte queste cose fortunatamente sono state meno traumatiche di quelle affrontate dai miei colleghi universitari palermitani. La prima cosa che mi colpì a Siena fu il fatto che mi dotarono di un tesserino magnetico con il quale, oltre a poter andare a mensa (ricordo che compariva la mia foto digitalizzata sulla cassa nel momento del pagamento) mi permetteva anche di prendere comodamente da alcune macchinette posizionate qui e lì in facoltà i documenti più comuni come il piano di studi, lo storico o i certificati che attestavano la mia appartenenza all’ateneo senese. Ora io non chiedo tanto al nostro magnifico, storico e autorevole ateneo. Ma sarete d’accordo con me nel dire che ci sono alcune piccole e fastidiose, come un mal di denti, contraddizioni. Continua »

    Palermo
  • E ora?

    Quel giorno di aprile mi trovavo a lavoro. Mentre controllavo slide e appunti prima di iniziare la lezione, mi collegai a internet per prendere qualche immagine divertente su Palermo da inserire in una diapositiva. Digitai così su Google P-A-L-E-R-M-O e venne fuori una pagine di Repubblica online: “Arrestato Provenzano”. La prima cosa che mi passò per la testa fu “si sono sbagliati” mentre sapevo che non poteva essere così cliccai sul link e si aprì la pagina di Repubblica che riportava ancora la foto del vecchio identikit che titolava, senza ombra di dubbio “Preso il boss dei boss a Corleone”. Lo dissi ai miei colleghi e anche loro risposero con il mio stesso stupore “Non è possibile”. Poi anche loro capirono che era tutto vero. In quel momento mi sentii come quando vidi, l’11 settembre, le torri gemelle che crollavano davanti agli occhi attoniti di tutto il mondo.
    Non solo per l’assurdità del gesto (Provenzano era a Corleone, a casa sua e sotto gli occhi di tutti), ma anche e soprattutto per le conseguenze che si sarebbero presto scatenate. Mi sembrava di ascoltare il silenzio assoluto che avvolge la campagna prima del primo lampo in attesa dello scrosciare della pioggia. “E adesso?”mi chiesi. Ieri, 5 novembre 2007, a distanza di un anno e mezzo da quel giorno di aprile un’altra testa alla piovra è stata recisa. Anzi quattro teste. E tutte e quattro le teste si trovavano ancora a “casa loro” vicino Palermo. La sensazione è sempre quella…un misto di nausea, soddisfazione per il lavoro dei ragazzi della Catturandi, preoccupazione e attesa. Per ora ascolto solo il silenzio prima della tempesta.

    Palermo
  • Rosalio…a Dirtville pure io!

    Non potevo assolutamente lasciarmi sfuggire l’occasione di conoscerli.
    Per una cresciuta a pane e CHIPs (non le patatine, i poliziotti) scoprire che anche in Sicilia, nella misteriosa Contea di Dirtville, due paladini della giustizia in divisa ci proteggono era una tentazione
    troppo forte per la mia curiosità.
    Così li ho conosciuti e intervistati per voi.

    Dite la verità, adesso non vi sentite molto, molto, molto più sicuri?

    www.bucomuro.it

    Sicilia
  • Rimedio per lo Scirocco

    Ogni anno a fine agosto un bel temporale rumoroso, luminoso e catastrofico ci faceva prendere consapevolezza che l’estate, è inutile sperare nell’ultimo fine settimana, era davvero finita. Per accodarmi al tormentone da ascensore “un caldo così io proprio non me lo ricordo” c’è voluta l’ennesima botta di Scirocco. Stamattina quando mi sono svegliata all’interno del mio microclima creato appositamente da un condizionatore puntato direttamente sul mio letto – causa di una fastidiosissima “bronchitella” come la chiama mio padre – ho aperto la finestra e la bocca si è seccata, gli occhi si sono socchiusi e ho capito che anche se il mare fa capolino da lontano oggi da casa non mi sarei mossa. Sullo Scirocco tanto si dice e si è detto e mi rendo conto che più sentiamo caldo, più pompiamo i condizionatori, che fuori buttano ancora più caldo e quindi probabilmente non ne usciremo mai se Eolo di sua spontanea volontà non decide di voltarsi dall’altro lato. In tutto ciò dobbiamo sperare che non se ne vada la luce di nuovo, che un black out forzato o no ci costringa ad attaccarci al famoso tram senza neanche il sollievo del più fetente dei ventilatori a pale. Proprio per questo motivo ho chiesto alla mia nonnina dalle mille risorse cosa faceva lei quando c’era caldo. Continua »

    Palermo
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