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  • Il gioco dell’oca: nel traffico a Palermo

    Àrmati di dadi e pazienza e comincia il divertentissimo gioco dell’oca palermitano.
    Parti da Piazza Magione, con la tua lancia Ipsilon d’annata. Tira i dadi e gira a sinistra, verso lo Spasimo. Strada sterrata, perdi dieci minuti per fare trecento metri, ma guadagni gli ammortizzatori. Strettoia a doppio senso e macchine posteggiate ambo i lati, fermati un turno. Sono passate tutte, ma il signore delle pompe funebri sta parlando con il compare, attendi senza suonare. Perdi la pazienza e suoni, guadagni un vaffanculo e passi.
    Un gruppo di bambini sta giocando a pallone davanti la chiesa dei crociferi, perdi 30 secondi. Ti arriva una pallonata nel cofano, guadagni un’ammaccatura e le risate dei bambini. Cosa non si fa per fare sorridere un bimbo, ti dici. E vai avanti fino a piazza Kalsa. Tra l’impalcatura per i lavori della chiesa, messa lì nel 99 e le auto in doppia fila perdi quattro minuti. Giungi al semaforo del foro italico, perdi 20 centesimi da dare al mendicante finto zoppo che ti guarda male perché gli sembrano pochi. Gliene dai altri 20 e ottieni un minimo di rispetto. Ma solo un minimo. Continua »

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  • Facce da poster

    C’è il rischio tamponamenti stando attenti a tutti gli slogan che troneggiano dai pali della nostra città, e che ci faranno fantasiosa compagnia da qui alle elezioni amministrative.

    È un rischio che vale la pena correre, in alcuni casi.

    Senza fare il politologo dell’ultima ora, o il sociologo d’accatto, mi sono divertito a raccogliere alcune delle formule utilizzate dai candidati di ogni colore, età, sesso e appartenenza. La prima considerazione che ne viene fuori è quella che dal semplice slogan non si riuscirebbe a capire mai la collocazione politica del candidato.

    L’altra è la mancanza di fantasia in taluni casi, e l’assoluta genericità di altri.

    Ne viene fuori che forse i migliori sono quelli che si limitano al loro nome e al loro viso.

    E magari se si limitassero al loro nome sarebbe anche meglio. Continua »

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  • Aria di Hemingway

    Che c’entra Pallavicino con Hemingway? E a dirla tutta, che c’entro io con Hemingway? E, per sillogismo, io con Pallavicino?
    C’entriamo, c’entriamo, come direbbe Casini.
    C’è Aria di Libri oggi alla biblioteca del quartiere, in maiuscolo e in minuscolo.
    In maiuscolo perché la manifestazione di Libraria con il comune di Palermo, si ripete anche quest’anno, e in minuscolo perché si può trovare aria di libri e profumo di lettura anche in questa deliziosa e misconosciuta biblioteca in un’introvabile piazza di Pallavicino.
    Oggi Marco Pomar legge Il Vecchio e il Mare.
    Manco avessimo detto Gassman legge Dante. Continua »

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