Si è tanto parlato di Emma Dante e di quanto in maniera illuminata sia stata coinvolta come artista residente al Teatro Biondo. Io mi sono più volte espresso in passato su questo tema ed a favore di un suo coinvolgimento nella progettualità del teatro stabile, ma vorrei fare notare come sarebbe stato veramente illuminato darle spazio dieci anni prima, quando la sua carriera era all’inizio, più che adesso che è una artista conclamata sulla scena nazionale ed internazionale. Meglio tardi che mai.
Il PAM, il festival che avrà luogo oggi e domani al complesso monumentale dello Steri è un importante segnale. È un festival che rappresenta parte di quella scena musicale cittadina sempre più presente e viva al di fuori dei confini della città, spesso più viva fuori che in città. Si è tanto parlato di palermitanità in questi giorni, a seguito delle polemiche sul festino, e questo festival a mio avviso è la risposta pratica ai tanti benpensanti: giornalisti, artisti, opinionisti, politicanti, che si sono espressi in favore del pensiero unico che ritiene non provinciale rivolgersi ad un artista proveniente da un altro contesto culturale e geografico per dare forma alla nostra identità culturale. I linguaggi proposti nel festival sono estremamente contemporanei, sono in molti casi significativi anche su scala nazionale pur essendo frutto dell’elaborazione culturale che nasce a Palermo.

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