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venerdì 19 apr
  • Per non piangere poi sul fuoco versato

    Canadair

    D’estate è importante organizzare degli eventi che movimentino la villeggiatura dei turisti: i pubblici amministratori lo sanno bene. Per i tedeschi, francesi, inglesi e olandesi – oltre che per gli stessi italiani – che hanno scelto di trascorrere le loro vacanze sul tratto di costa tra Castellammare e San Vito (per intenderci, attorno alla Riserva Naturale dello Zingaro), le varie amministrazioni comunali del comprensorio, in collaborazione con il Corpo Forestale, la Protezione Civile e l’assistenza logistica di Polizia e Carabinieri, ogni anno organizzano, quasi sempre di notte, ma talvolta anche di giorno, indimenticabili giochi di fuoco.

    Dei volontari, a seconda del vento (scirocco o maestrale), appiccano degli incendi dal versante di San Vito o da Scopello, ma sempre in direzione dello Zingaro, consentendo allo spettacolo di cominciare, regalando forti emozioni a residenti e turisti.

    Elicotteri delle forze dell’ordine iniziano a sorvolare l’area anticipando, di lì a poco, l’arrivo in scena della vera star: il canadair. Questo aeromobile anfibio, prodotto dalla multinazionale canadese Bombardier, sicuramente in segno di gratitudine per l’entusiasmo con cui è stato invocato e apprezzato in Sicilia, ha scelto di vestire i colori della regione: rosso e giallo.

    Il canadair saluta la folla a volo radente, punta poi verso il mare dove ammara per riempirsi di acqua che riversa sui vari focolai che, a dispetto della sua potenza e precisione, vengono accesi a macchia di leopardo dagli esperti volontari. Questa operazione viene ripetuta per ore e ore, anche per una notte intera, e più volte durante la stagione estiva per venire incontro alle aspettative di un pubblico di appassionati: “Sì, l’incendio di quest’anno è stato grande, ma non c’è da fare paragoni con quello dell’anno scorso: semplicemente spaventoso!”. Roba da imperatori romani!

    Sono stati accresciuti mezzi e dotazioni degli enti interessati e coinvolti un maggior numero di lavoratori, anche a contratto. Certo, ingaggiare un canadair non è – finanziariamente parlando – una passeggiata, ma ormai è un mezzo insostituibile.

    E pensare che, i soliti guastafeste, sostengono che basterebbe, nelle giornate di forte scirocco o di maestrale, far pattugliare gli ingressi della riserva esposti a questi venti per rovinare l’effetto sorpresa di quei volontari che amano operare nel nascondimento.

    Ingrati! Se fosse per loro e per chi ragiona come loro, la Sicilia sarebbe una regione completamente diversa!

    Sicilia
  • 13 commenti a “Per non piangere poi sul fuoco versato”

    1. C’è un’alternativa: lasciare che gli “animatori” riducano in cenere in un colpo solo tutti i boschi e la macchia mediterranea di quella zona. Da quel momento in poi non ci sarà più niente da bruciare e così gli enti preposti non dovranno più preoccuparsi degli incendi nella riserva dello Zingaro.

    2. L’anno scorso ci siamo andati vicini!Praticamente da quando sono nata passo le mie vacanze a Scopello. Quello che venticinque anni fa era un vero angolo di paradiso negli anni si è trasformato in un carnaio.La conseguenza diretta è il moltiplicarsi del pattume e dei materassi e dei frigo abbandonati lungo tutta la costa fino all’ingresso della Riserva. I fuochi ci sono ogni anno, è vero!Sempre più imponenti e fuori da ogni controllo. Non colpiscono soltanto la riserva ma anche la montagna di Inici fino quasi ad arrivare a Castellammare. Poche settimane fa passando da lì osservavo le montagne che iniziano a ricoprirsi di verde e mi chiedevo se quella leggera peluria muschiata arriverà a vedere l’inverno.Ogni incendio è una ferita non solo per il territorio ma anche per chi quei posti li ama da sempre!E si resta impotenti…

    3. Bellissimo, sempre azzeccata la vena satirica, bravo!
      Però..certo non si può dire che non siamo un popolo…”focoso”. 😉

    4. Ogni anno restiamo davvero impotenti , ha ragione stanton, da casa vediamo accendersi tristemente le montagne, quella che dovrebbe essere una riserva con degli organismi da salvaguardare.
      Anni fa alla riserva dello zingaro nidificava una o piu’ coppie di aquile del bonelli, adesso sono sparite. Anche gli animali forse prima di noi, capiscono il “degrado” e fuggono.

    5. la sardegna salvaguardia il suo patrimonio (ha avuto diversi riconoscimenti in proposito) E IN SICILIA SI DISTRUGGE. è uno schifo inaudito

    6. il fuoco purifica e sterilizza
      in qualche caso distrugge
      la macchia ricresce
      il fuoco fa paura
      il fumo da fastidio
      la fauna perisce
      col fuoco c’e’ chi ci campa la famiglia
      si fa scarsa prevenzione
      ci sono stati vigili che ci hanno rimesso la vita
      c’e’ molto da fare

    7. grata per il tuo contributo,rido con una vaga smorfia di dolore che si rinnova ogni anno,la’ho casa da anni, ed ogni anno noto che poco fa l’amministrazione comunale per prevenire i disastri… voluti, cercati….da chi? nella forestale stessa o tra i tradizionali mafiosi…l’anno scorso i fuochi sono stati appiccati vicino le spiagge, vicino i posteggi, i bagnanti urlavano e correvano lungo la strada ai faraglioni, non credevo ai miei occhi, ogni anno è peggio, ancora non ho una risposta ai miei perche’ho solo avuto la sensazione che non ci volessero…

    8. Chi di fuoco colpisce di fuoco perisca!!!!
      Ripristiniamo i lavori forzati per i piromani e i massacratori del patrimonio comune. Ed è poco contro questi attentatori alla nostra sopravvivenza.
      Che essi siano condannati a lavorare forzatamente per il rimboschimento e per la bonifica delle aree degradate.
      Possono essere umani, dotati di spirito, anima e consapevolezza ed educati al valore della conservazione del nostro piccolo mondo a perdere, infliggere tale scempio?
      No solo specie inferiori!.
      E allora prendiamoli e rieduchiamoli con il sano e duro lavoro perche’ imparino a rispettare il patrimonio dell’umanita’.
      Il problema comunque è sempre lo stesso : la famiglia, primigenio luogo di apprendimento e di stage formativo dell’essere civico, deve educare al rispetto della legge , della cosa comune e del patrimonio naturale senza il quale anche noi scompariremo. Essere genitori è una responsabilita’ e non un mero atto animale di concepimento. Dopo il compito passa alla societa’. Come intervenire allora sulla sensibilita’ delle famiglie e quindi dei componenti la comunita’ gia’ degradati? ; ma con una corretta campagna di comunicazione “a martello” sull’importanza della preservazione della cosa comune di cui fa’ parte il patrimonio boschivo e naturale. Una efficace campagna stampa antimafia enunciava “un popolo che paga il pizzo e’ un popolo schiavo e senza onore” E tutti color che pagano la mafia si sono cominciati a interrogare, e alcuni di loro hanno spezzato la catena dell’omerta’ e alcuni di loro hanno cominciato a collaborare e molti di loro li stanno seguendo ….e cosi’ si cambia !.
      E allora l’amministrzione pubblica spenda di piu’ per la comunicazione a scopo educativo e sociale e sensibilizzi la collettivita’ sull’importanza del rispetto della cosa comune tipo : “tu che sporchi i marciapiedi sei un animale non degno di rispetto !” , o ancora ” Tu che bruci i boschi e la natura e non ti curi del tuo fuoco sei un essere inferiore ! ” , ” Tu che danneggi l’arredo urbano sei indegno di vivere da cittadino” , ” ho danneggiato e ho portato via cio’ che non è mio? sono un infame e un ladro” e si eviti di fare le campagne stampa per ripetersi addosso “quanto siamo bravi , belli e buoni ….noi !… e …. grazie dei fiori (rectius: dei voti)! “.
      Una maggiore consapevolezza dell’essere e delle responsabilita’ del proprio ruolo è gia’ dimostrazione di civilta’.
      Viva la Sicilia
      ANTUDO

    9. Passo una decina di giorni d’estate dalle parti di Scopello/Piano Vignazzi da più di trentacinque anni e concordo con Stanton che la presenza dell’uomo in quel territorio è diventata insostenibile.
      Cinque ,sei anni fa ricordo a Giudaloca , sulla spiaggia, una signora sulla quarantina che friggeva melanzane con la bombola da 15 chili, il fornello a tre fuochi, mentre marito e parenti riposavano su un camion di traslochi, a bordo strada, adibito a camper.
      Solo un esempio di quanto sia elevato il rispetto per i posti che si frequentano, anche per un solo giorno.
      Naturalmente mi sono sciroppato una bella passata di incendi, a difendere spesso la casa di mio fratello con le pompe per innaffiare in attesa dei pompieri.
      Incidentalmente vivo in Sardegna da oltre venticinque anni e mi sono fatto una cultura su strisce frangifuoco, su vedette della forestale, su compagnie barracellari dei paesi sardi ( una sorta di guardie campestri autorizzate).
      In poche parole il territorio è monitorato dal primo giugno al 30 settembre, con un imponente schieramento di guardie forestali sul territorio.
      Quello che a Scopello e dintorni fa paura è lo scirocco, quì il maestrale.
      Quando il meteo prevede quel vento maledetto, che dura uno, tre o cinque giorni, scatta l’allarme tra le forze di prevenzione ma sopratutto, sono testimone, tra le popolazioni locali che realmente si mobilitano, sorvegliano i loro terreni, i loro boschi.
      E’ una cultura della salvaguardia che parte da lontano, inizia nelle scuole.
      Nel corso degli anni tante vite umane sono state il prezzo pagato per questa presa di coscienza di tutto il popolo sardo, mi auguro che ciò avvenga nella nostra terra di Sicilia, per lasciare ai nostri figli almeno quello che noi abbiamo trovato.
      In bocca al lupo.
      Giuànni

    10. […] voglio ripetere quanto già scritto (sono purtroppo parole di eterna attualità in Sicilia) su queste pagine a proposito dello scempio del patrimonio ambientale. Voglio solo segnalare, visto che Kyoto qui […]

    11. Speriamo che i lavoratori stagionali ci risparmino quest’anno i righi dolosi: almeno quelli!

    12. alcuni locali dicono che sono i pastori che appiccando il fuoco fanno crescere molto più velocemente dopo le prime piogge il pascolo,forse basterebbe piazzare qualche telecamera per risolvere l’annoso brutto problema

    13. Veramente sono i forestali i primi ad appiccare i fuochi per assicurarsi il posto per i mesi estivi.

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