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  • Riflessioni sul tavolo tematico Cultura per il piano strategico

    Palermo, 22 ottobre 2008, ore 15:30, Palazzo Palagonia: tavolo tematico di partecipazione sulla “Cultura” per la costruzione del Piano Strategico di Palermo, capitale dell’EuroMediterraneo.

    Una data e un evento che molti operatori culturali e cittadini partecipanti al tavolo non dimenticheranno facilmente.

    Il tavolo tematico: il primo percorso “codificato” del comune di Palermo per la partecipazione della società civile alla costruzione del Piano Strategico di Palermo.

    Il Piano Strategico: il primo tentativo ambizioso del comune di Palermo di disegnare e costruire, insieme ai cittadini, la città dei prossimi 5-10 anni nei diversi ambiti (cultura, sociale, servizi, ambiente, turismo…).

    Percorsi innovativi che già diverse città italiane e città europee (Glasgow, Lione, Frankfurt, Bilbao, Barcellona) hanno intrapreso da alcuni anni con successo cominciando a cambiare (chi più chi meno) in positivo le proprie dinamiche culturali, economiche, ambientali e sociali.

    Una sala gremita di cittadini interessati, operatori culturali, rappresentanti del comune di Palermo e gli operatori di Ecosfera SpA (assegnatari dell’appalto pubblico, messo a bando, per la redazione del PS), presenti questi ultimi per gestire il programma dei lavori attraverso la metodologia dell’Open Space Technology: creare proposte da parte dei presenti per inserirle nel Piano Strategico e formare gruppi di lavoro omogenei di discussione e approfondimento sulle stesse proposte. Un processo utilizzato in numerose città europee.

    Un esperimento metodologico che nei tavoli tematici “ambiente” e “mobilità” è stato accolto con interesse dai presenti. Esperimento che ha suscitato enormi perplessità in molti intervenuti al tavolo della cultura, dando il via ad una animata discussione tra i presenti.

    Le critiche iniziali sono state legittimamente sollevate in merito all’esito o destino delle proposte dei partecipanti, una volta calate nel PS. In poche parole, gli operatori culturali dicono: noi lasciamo traccia delle nostre proposte nel PS, ma alla fine chi opera, nell’amministrazione pubblica, una selezione delle proposte, ed in base a quali criteri viene effettuata questa selezione? Quali garanzie abbiamo che le proposte che scriviamo non vengano poi fatte realizzare dall’amministrazione comunale ad altri soggetti che non hanno partecipato ai tavoli come noi?

    Gli operatori culturali hanno chiesto una garanzia chiara: che siano loro stessi i progettisti, autori e gestori dei loro progetti che propongono nel PS! Chiaro! L’hanno compreso tutti, dagli operatori di Ecosfera ai rappresentanti istituzionali presenti. Insomma hanno chiesto un copyright totale dei loro progetti, altrimenti non intendono partecipare a questo esperimento, rinunciando a dare il loro contributo alla costruzione del Piano Strategico.

    Qualcuno dice anche: noi avremmo gradito che fossimo stati formati sul PS ed avere un tempo congruo per la redazione delle proposte da inserire nel PS attraverso i tavoli tematici.

    Altri presenti hanno avuto una diversa chiave di lettura. Forse sono stati in possesso di qualche conoscenza più approfondita sul PS e le sue dinamiche, e intendono cogliere questa opportunità per lasciare traccia delle proprie proposte sul PS. Hanno, anche questi, qualche perplessità sul coinvolgimento che l’amministrazione pubblica assicurerà loro nell’eventuale realizzazione dei progetti, ma probabilmente hanno un più spiccato istinto di mettersi in gioco. D’altronde si dicono: io ho un progetto chiaro in mente, lo scrivo e verrà calato nel PS, successivamente può darsi che l’amministrazione comunale mi contatti (perché ha i miei dati che ho lasciato all’inizio alla registrazione/accreditamento) perché apprezza la bontà del progetto, la mia competenza e la professionalità espressa anche solo in tre fogli di carta, oppure – secondo scenario – fa realizzare quel progetto mio ad altri, e allora in questo caso, siccome sono altruista, spero solo che chiunque lo realizzi, lo faccia con professionalità e serietà uguale o superiore a quella mia. Alla fine chiunque lo realizza – si continua a dire – l’importante è che a Palermo fra ics anni si realizzi questo progetto al quale sono affezionato tanto, perché credo che possa migliorare il livello di produzione e fruizione dei prodotti culturali a Palermo. Un approccio un po’ raro, sicuramente, ma comunque presente in questa città.

    Si delineano così due scuole nette di pensiero tra gli operatori culturali e cittadini intervenuti ieri.

    Alla fine i gruppi di lavoro omogenei – comunque – si formano e vengono elaborate un bel po’ di proposte, le quali vengono lette, in plenaria, a tutti i presenti, che verso le 19:30 sono 1/5 rispetto a quelli delle 15:30. Molti nel frattempo sono andati via, non credendo nel processo, nelle sue metodologie o perché probabilmente avevano meglio da fare altrove.

    Si conclude una giornata che rappresenta – al di là di quanto accaduto in quella sala di Palazzo Palagonia – forse la prima opportunità di processo “codificato”, che lascia traccia nel tempo, dell’amministrazione comunale, attraverso il quale si intende far partecipare i cittadini alla costruzione di una città futura. Così stanno operando tante città europee con gli stessi metodi.

    Una cosa è sicura e probabilmente è stata parzialmente compresa: il PS conterrà una serie di proposte scritte dai palermitani che intendono dare il proprio contributo propositivo. E su quei fogli viene chiesto anche di apporre il nome e cognome dei propositori. E se viene chiesto nome-cognome dei propositori un motivo ci sarà, altrimenti venivano richiesti solo CRITICITÀ – RISORSE/OPPORTUNITÀ – IDEE/PROPOSTE senza il nome ed il cognome. 😉

    Ospiti
  • 12 commenti a “Riflessioni sul tavolo tematico Cultura per il piano strategico”

    1. “Il presente verbale, letto, confermato e sottoscritto…”

      Complimenti per il resoconto… mi dispiace essere scettica… spero però che abbia un seguito utile e concreto.

      Linda

    2. Io ho avuto la sensazione di perdere delle ore della mia vita perché molti dei sedicenti operatori culturali non mostravano di avere idea di come si arriva alla stesura del piano strategico e invece di lavorare polemizzavano sul metodo (che, volenti o nolenti, non era oggetto dell’incontro). Morale: me ne sono andato e faccio la mia proposta da me. 🙂

    3. mi chiedo quali figli di professore Ordinari e non dovranno essere assunti per quest’altro programma.
      Perché ricordatelo bene in genere è sempre fatto per “IMPOSTARE” qualche buon figlio di famiglia che diversamente non avrebbe molta fortuna. Speriamo bene

    4. Peppe ma cosa diavolo c’azzecca il Piano Strategico con “l’impostare qualche buon figlio di famiglia”?

    5. tra le due posizioni preferisco la seconda.
      Non accadono molto spesso queste occasioni. QUindi penso sia meglio coglierle e partecipare. D’altronde non costa nulla e si vive una sensazione partecipativa a scelte pubbliche, cosa alla quale non siamo tanto abituati.
      Perchè lasciarsele sfuggire queste opportunità di trasmettere progettualità? Ci lamentiamo che accadono sempre in altre città… e ora che le abbiamo a Palermo, le critichiamo ?

    6. Spero che non rimangano soltanto delle riflessioni.

    7. Non si potrebbe iniziare dalle cose semplici?
      La PULIZIA della città ad esempio? Questa città è LURIDA! Camminiamo in mezzo alle immondizie dal centro alle periferie. E’ un’indecenza…

    8. la parola “speranza” viene usata frequentemente per augurarsi che le cose cambino.
      E’ preferibile ed auspicabile che al sentimento di speranza si accompagni, contemporaneamente, un contributo personale in termini di formulazione di proposte (coinvolgimento concreto).
      Altrimenti le speranze continuano ad essere “vane”

    9. Open – Space – Technology definizione dal Formez

      Open Space Tecnology definizione da wikipedia.

      Per gli scettici irriducibili sul metodo applicato nei tavoli tematici per la costruzione del Piano Strategico.

    10. Dal sito del Piano Strategico di Palermo un utile approfondimento sul “Programma del Processo inclusivo”
      […]
      Nella prima sessione di partecipazione sono previste singole giornate dedicate ai quattro temi strategici in cui, ai convenuti, sarà richiesto di lavorare, coadiuvati dal team di facilitatori, alla individuazione di problemi risorse e, quindi, alla definizione di proposte.
      Saranno quindi resi disponibili a tutti i partecipanti ai laboratori i report e i risultati dei laboratori. Da valutare la loro tempestiva pubblicazione sul sito web in forma sintetica.

      La seconda sessione di lavoro prevede l’esame approfondito dei risultati dei tavoli tematici.
      Obiettivi di questi incontri sono:
      > l’attribuzione di priorità alle proposte uscite dai laboratori tematici attraverso la verifica del livello di condivisione e consenso delle proposte stesse;
      > l’assunzione di responsabilità attraverso la strutturazione di ipotesi di partenariato scaturite dal tavolo stesso e l’individuazione di possibili percorsi di attuazione;
      > l’integrazione di proposte concrete.;
      I report degli incontri saranno inviati a tutti i partecipanti ai laboratori ed, in forma sintetica, resi disponibili sul sito web.
      Il calendario degli incontri della seconda sessione potrà essere stabilito solo in relazione ai risultati e alla partecipazione effettiva riscontrata nei laboratori della prima tornata.
      Sarà valutata, in base alle presenze registrate e alle preferenze dei partecipanti, la possibilità di una riunione plenaria organizzata in sottogruppi.
      […]
      Da cio’ si evince che la partecipazione in termini di fomulazione di proposte nella prima tornata dei 4 tavoli tematici (ottobre 2008) rappresenta la base per il lavoro degli incontri della seconda tornata di incontri.

    11. siamo al solito.
      quando lo fanno gli altri sono bravi e belli.
      quando tentiamo noi in questa città… è tempo perso!!!
      Partecipazione!!!! Partecipate e non lamentatevi.
      Ci sono moltissime opportunità di cambiare le cose.
      Non lasciate che sfuggano.

    12. Parole sante, munnizza!

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