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venerdì 29 mar
  • Dobbiamo costruire la pace un bambino alla volta (Ibu Robin Lim)

    La nascita è il momento nel quale garantiamo il futuro della nostra stirpe e della nostra società, ci piace immaginare un futuro possibile nel quale il luogo della nascita possa essere sempre più gioioso e sempre più centrale nella dinamica e nella vita della città. Che possa essere un luogo anche di aggregazione e di incontro, un luogo deputato a dare forma alla splendida visione di Ibu Robin Lim, ostetrica missionaria in oriente premio per la Pace Alexander Langer 2006: un luogo nel quale costruire la pace un bambino per volta.

    La nascita prima, le fasi dell’accudimento e di crescita poi, sono sicuramente momenti centrali nella nostra vita individuale e sociale.
    Gli anni sessanta e settanta, caratterizzati da una fase di crescita economica e dall’assistenza sanitaria gratuita, hanno rappresentato un momento importante nell’affermazione di questa indiscutibile centralità garantendo alle donne e al nascituro assistenza medica utile nella prevenzione di molti imprevisti legati al parto, i cui rischi si sono sensibilmente ridotti con la progressiva ospedalizzazione delle nascite.
    Le attuali tecnologie, la possibilità di seguire la salute del bambino già prima della nascita e di eseguire lo screening neonatale di numerose patologie, rendono oggi plausibile un ritorno al parto naturale che è in grado di garantire la salute del bambino e della madre, consentendo un percorso che, a parere di molti specialisti, favorirebbe la crescita in salute del bambino.
    A tal proposito risulta molto interessante il percorso della scuola francese che, con Frederic Leboyer e Michel Odin, considera il parto anche dal punto di vista del bambino, spostando il tradizionale asse medico/madre, generalmente centrale per la medicina occidentale, verso una maggiore attenzione sulla relazione madre/bambino e soprattutto sul nascituro.
    Si preferisce ad esempio un taglio ritardato del cordone, che consente un passaggio morbido alla respirazione polmonare; così come garantire il più possibile un ambiente ovattato, luci soffuse e rumori attenuati al fine di ridurre il trauma che la nascita per definizione contiene. In tale prospettiva anche il dolore del parto viene rivalutato poiché rappresenta lo strumento attraverso il quale madre e bambino escludono l’ambiente circostante consolidando un legame unico.
    Particolarmente rispettoso dei tempi naturali della nascita è il parto in acqua. Nel parto in acqua il medico diventa quasi una guida che verifica e controlla che siano rispettate le ottimali condizioni fisiche della donna e del bambino, limitando al minimo il suo intervento e vigilando sulle fasi naturali del travaglio e della nascita. A Palermo, l’Ospedale Civico è l’unica struttura pubblica a praticare il parto in acqua.
    Anche l’allattamento al seno è ormai riconosciuto come un importantissimo supporto alla salute del bambino; il colostro infatti è fondamentale per rafforzare il sistema immunitario del nascituro, mentre il latte materno è universalmente considerato il migliore alimento possibile per i primi mesi di vita del nascituro.
    Naturalmente non va demonizzato l’allattamento artificiale, una valida alternativa per le madri che non possono allattare per scelta, per problemi fisici
    o perché gli impegni lavorativi della vita quotidiana non lo permettono.
    Esistono molti supporti per chi decide di allattare, La Leche League, organizzazione di volontariato internazionale nata in America e oggi presente in tutto il mondo, dà assistenza gratuita a tutte le madri che intendono allattare dando informazioni, ascolto e aiuto.
    A Palermo, presso l’ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli è stata creata la Banca del latte umano donato (BLUD), una struttura nata con lo scopo di raccogliere, selezionare, trattare, conservare e distribuire il latte materno donato. La raccolta del latte, che può essere effettuata presso il proprio domicilio o presso il Lactarium dell’Ospedale, è destinata ai piccoli pazienti affetti da prematurità, malattie metaboliche, gravi malnutrizioni, malformazioni congenite.
    In Sicilia, la scelta di allattare al seno risulta essere minore rispetto alle altre regioni d’Italia, e anche in numero di mamme che allattano per più di sei mesi è inferiore rispetto alla media nazionale.
    In Sicilia, inoltre, la tendenza al parto cesareo resta ancora molto alta, con una incidenza di circa 50 donne cesarizzate su 100 partorienti.

    Questi dati relativi alla Sicilia ci inducono a interrogarci su quanto questi dipendano dallo stile di vita, dal ritmo degli impegni e degli obblighi quotidiani o se da abitudini culturali. Riteniamo che attraverso la corretta informazione e la diffusione delle conoscenze sia possibile una inversione di tendenza e l’acquisizione di nuovi comportamenti.

    Palermo
  • 2 commenti a “Dobbiamo costruire la pace un bambino alla volta (Ibu Robin Lim)”

    1. L’argomento è una questione diventata per me primaria: in quanto parte del gruppo solexp ed in quanto neo papà. Anna, la mia bimba, ha solo 20 giorni. E’ nata all’ospedale civico di Palermo; la mia esperienza conferma che spesso, molto spesso, nella nostra città esistono eccellenze professionali che con la loro dedizione ed il loro impegno sopperiscono a tanti limiti strutturali. Io e la mia compagna saremo sempre grati ai medici ed agli operatori del reparto di ostetricia, perchè nonostante i disagi logistici, la carenza di posti, ed il personale sottodimenzionato hanno fatto in modo che la nostra esperienza della nascita avesse come quelle degli altri la massima attenzione possibile. Semmai iviterei l’assessore alla Sanità a prendersi cura di reparti così significativi nella nostra vita e che dispongono di risorse umane così qualificate ed entusiaste.
      Il parto di Anna è avvenuto in acqua, percorso che mi sento di consigliare a chiunque, perchè per noi è stato un modo esaltante di condividere questa esperienza.
      Ora più che mai sono convinto che già dalla nascita possa partire un modo nuovo di concepire e ridisegnare la nostra società.

    2. Condivido le osservazioni e le riflessioni riportate nel post. Penso che questo cambiamento culturale può e deve avvenire, ma “un passo alla volta” e attraverso una reale collaborazione tra le varie forze presenti sul territorio.
      Monica Garraffa
      Associazione cerchi di vita
      http://it.groups.yahoo.com/group/cerchidivita/
      http://facebook.com/cerchidivita
      ps. auguri ad Anna, ai neo genitori e a tutta la famiglia. Una nascita dolce è il miglior modo per venire al mondo!

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