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lunedì 14 ott
  • Palermo story?

    Da Rosalio apprendo una notizia del dicembre scorso: la Regione Sicilia cofinanzia un film che dovrebbe essere girato da Wim Wenders dal titolo “Palermo story”. Ecco la probabile trama:

    Un americano vola in Italia dopo aver tentato il suicidio, e una volta a Milano si ritrova per caso sul primo treno per il capoluogo siciliano. Arrivato in città si chiude in una pensione del centro storico, senza voler vedere nessuno. Ma poi la tipica “vucciria” dei mercati palermitani lo porta fuori dalla sua stanza d’albergo. L’uomo finisce per esplorare un territorio nuovo e stimolante, finché decide di restare a vivere in Sicilia.

    Sto scrivendo a Wim Wenders (ma devo trovare la sua mail) per cercare di dissuaderlo dal progetto o almeno a modificare i suoi piani, spiegandogli il perché:

    1) La trama del film è non soltanto irrealistica, ma anche risibile. Chi sale per caso in un treno alla stazione di Milano si ritrova al massimo a Sondrio; per arrivare a Palermo ci vuole convincimento, anzi caparbietà, visto che i treni con destinazione Sicilia sono spesso pieni fino all’inverosimile (fino a non molto tempo fa la gente entrava all’arrembaggio anche dai finestrini per accaparrarsi i posti). Inoltre un ipotetico americano, accolto dalla sporcizia della zona della Stazione e dai fumi di gas di scarico che fanno da cappa a Piazza Giulio Cesare, è probabile che faccia subito marcia indietro e prenda il primo espresso per Milano, o per Sondrio.

    2) La storia di un quasi suicida che ritrova il gusto della vita a Palermo non sta in piedi. È vero che i mercati palermitani sembrano un’esplosione di gioia di primo acchito, ma chi non è addentro alle sottogliezze del dialetto non può capire l’umorismo delle conversazioni e comunque piuttosto presto si diventa consapevoli del lato oscuro del centro storico e della città in generale; e questo un regista della sensibilità di Wenders non può non tenerlo in considerazione. Una trama più interessante sarebbe quella di un americano nel pieno della sua realizzazione umana e professionale che si trova costretto, per varie circostanze, a vivere a Palermo, dove entra in un vortice di noia e depressione che lo portano al suicidio. Il film si chiuderebbe con il protagonista che si toglie platealmente la vita attraversando il sottopassaggio di Piazza tredici vittime finendo sotto il lapone di uno sfincionaro.

    3) Di anglosassoni che hanno scelto di vivere a Palermo ne conosco due e, non sto scherzando, uno ha adesso l’esaurimento nervoso, mentre l’altra fa tanta fatica a vivere con le lezioni private d’inglese che da tre anni non si compra scarpe nuove. A Palermo si trova meglio chi viene dai paesi poveri, dove ha imparato a cavarsela in ogni situazione.

    4) Last but not least. Iniziare le riprese di un film avendo come partner finanziario la Regione Sicilia significa mettersi l’acqua dentro, ma forse il regista tedesco non conosce questa espressione…

    Con questo post si chiude la mia collaborazione con Rosalio come “autore”. È stata una scelta ponderata, presa dopo ampie ed esaurienti discussioni e riflessioni con Tony Siino. La mia vita offline sta prendendo il sopravvento e non mi lascia il tempo per scrivere assiduamente. Tornerò ogni tanto come “ospite”, spero. Lascio con l’augurio a Rosalio di adempiere alla sua vocazione di blog d’autore e ringrazio tutti lettori che hanno commentato i miei post.

    Palermo
  • 43 commenti a “Palermo story?”

    1. E allora che fare di questa Palermo? E’ irrecuperabile come dici? Destinata all’oblio e alla decadenza (civile, sociale, architettonica e urbanistica)? Rifiuto totalmente queste tue convinzioni a partire da quella che relega Palermo a luogo ideale solo per gli extracomunitari ( o come li chiami tu… “chi viene dai paesi poveri, dove ha imparato a cavarsela in ogni situazione”).

    2. Mannaggia che ottimismo! Caspita, per te la vita a Palermo deve essere veramente “monnezza”. Devo dire invece che io raccolgo commenti meravigliati di persone overseas che ne colgono tanti lati positivi e conosco molti che, “anglosassoni”, ci vivono bene, hanno trovato modi per lavorare e vivere più che dignitosamente (non sto parlando di extracomunitari che se la cavano in ogni occasione ma di professionisti ed imprenditori da cui dovremmo prender lezione).
      E, prima di tutto, smetterla di piangerci addosso e vomitare porcherie all’indirizzo della nostra città, che, se è come la vediamo, è solo per merito/demerito nostro. Dovremmo solo imparare che il lamentarsi fine a se stesso porta ad un nulla di fatto. Dovremmo andare invece, col garbo e con la pacatezza di chi ha UN DIRITTO, a chiedere ai nostri AMMINISTRATORI di provvedere ai vari bisogni della città. Ma prima di tutto dovremmo essere NOI a rispettarla ed a rispettare le regole del vivere civile. E non comportarci come anarchici perchè “Palermo è Palermo”…..

    3. Nicola questa volta mi sembri un po’ disfattista. Pur con tante cose da cambiare Palermo non è il male assoluto, anzi! Mi sembra che così si butti il bambino con l’acqua sporca… Ben venga il film di Wenders.

    4. Non per difendere il Sig. Pizzolato ma forse lui voleva dire semplicemente che Palermo è una città “difficile” da vivere e solo chi è abituato al peggio (extracomunitari tra questi!!!) riesce a non farsi venire l’esaurimento nervoso o peggio aggiungerei la depressione….forse per via del fatto che quasi nulla in questa città risulta semplice o in ordine tant’è che un mio amico francese quando venne a Palermo e per la prima volta si recò in centro con l’auto mi confessò: “Mi sono confuso!!” e da allora definisce Palermo la città della “Confusione” cmq spero che Wenders sappia cogliere anche quello che di bello e positivo offre la nostra splendida città e che il suo film sia un incentivo in più per Palermitani e non ad amarla e rispettarla.
      P.S. A Nicola Pizzolato auguro un futuro sereno e a presto 😉

    5. Si parla di depressione ed esaurimento nervoso a Palermo per disservizi, confusione, munnizza e traffico.
      E cosa dire dei suicidi della danimarca e paesi nordici che godono di servizi di primordine dove le persone non riescono a chiedersi l’ora alla fermata del bus?
      Allura u sapiti chi vi dicu ? Megghiu u burdellu sinceru ri Palermu ca a favusa e apparente tranquillità di sti città nordiche!
      Nicola ti ho criticato, ma (a parte qualche defaiance) le tue idee hanno rappresentato un importante spunto di riflessione per tanti.
      SPETTEGULEUS IN TEMPI DI PAR CONDICIO: Nicola, ci hai dato sotto con l’amministrazione comunale (avviso per blocco al traffico), e ora con quella regionale (Wenders a braccetto con beeep). Ha il Siino sopportato tutto cio’ a denti stretti nel suo blog per amore del rispetto delle idee altrui ???????? Ai bloggers l’ardua sentenza!
      Sicuramente sarà soddisfatto nel vedere Wenders lavorare a fianco di una giunta (beeep)!
      Posso immaginare quando parli di ampie ed esaurienti discussioni e riflessioni con Tony Siino………………….
      son ragazzi …. son ragazzi….

    6. Ciao Locusta, il mio blog è Deeario. Questo è un blog multiautore. Qui si “tollera” tutto quello che non viola la policy. Sei così livoroso soltanto perché ti ho moderato qualche commento? 😉

    7. Ah Tony, non è questo il tuo blog? Non si era capito.
      Nicola, ma perchè hai avuto bisogno di “ampie ed esaurienti discussioni e riflessioni con Tony Siino” se lasci solo per problemi personali? E’ il tuo confessore? Facci capire.

    8. MODERARE O APPROVARE ?!?!
      Tempo fa ho scritto un po di roba per fornire informazioni sul traffico, qualità dell’aria, ecc. perchè avevo conoscenze specifiche in merito (mi sembrava cosa buona e giusta condividerle con gli altri). Poi vedo su quel contributo la nota “in attesa di approvazione dalla redazione”….. …… e che sto presentando un progetto di sanatoria per una casa abusiva ? Approvi o disapprovi informazioni utili da far conoscere per migliorare la qualità della vita (che poi si trovano anche in siti web) !!!!
      Dal ruolo di moderatore ti sei spinto fino ad approvatore. Smentiscimi please..
      saluti 🙂

    9. Ciao a tutti, grazie per commenti e critiche. Il post era soprattutto una critica alla eventuale trama del film che mi sembra banale, spero che il film wenders lo giri, ma con un’altra storia, che guardi alla città in maniera meno superficiale.

      A Palermo non è tutto da buttare, ma in questo momento forse la vedo così nera perchè non vivo tanto la città dal punto di vista ludico, ma solo da quello professionale, e come cittadino. Sono d’accordo che se la città è così è in primo luogo colpa/merito dei palermitani, al di là delle amministrazioni che comunque sono scelte dai cittadini. E non credo di piangermi addosso quando dico che la città oltre un lato gioioso ne ha anche uno oscuro.

      Per quanto riguarda i pettegolezzi, è ovvio che io e Tony abbiamo idee politiche differenti ma non abbiamo mai parlato di politica, soltanto di blog.

    10. Locusta, se metti una parolaccia il commento viene messo in coda di moderazione… Non sono inoltre l’unico ad avere la possibilità di moderare i commenti.
      Mi scuso comunque per l’off-topic.

    11. Ciao Nicola
      Condivido il pezzo che hai scritto, e poi corregimi se sbaglio, è scritto da una persona che nel centro storico ci vive (Corso V.Emanuele), e immagino tocchi ogni giorno con “polmone” la difficoltà di questa convivenza.
      PS: Mi dispiace che tu lasci Rosalio. Perdiamo un autore, (senza nulla togliere agli altri), che dal mio punto di vista aveva pienamente colto l’idea di un blog su Palermo.
      Sorrido quando Siino si ostina a chiamare Rosalio un blog multiautore, quando in realtà giorno dopo giorno emerge sempre più il suo sentirsi PADRONE di questo spazio. Consiglio di cambiare il tagline di Rosalio in “A Palermo solo io=Tony Siino. 🙂

    12. ragazzi, io ho fatto del marocco la mi seconda patria. Ciò significa che conosco di questa splendida terra sia l’oro che il fango. Nicola ha perfettamente ragione che chi viene dai paesi poveri, o meglio chi viene povero da un paese povero, visto che i ricchi dei paesi poveri stanno meglio di noi, e tanto, non fa fatica a cavarsela; credetemi, le zone povere di palermo sono anche peggio di alcune zone malfamate di casablanca e di rabat. Di contro Casablanca e Rabat, complessivamente, checchè se ne dica, sono città grandi, cosmopolite, con servizi che funzionanti ed economici, con una vita sociale e culturale frizzante e stimolante e con grandissimi quartieri che non sfigurerebbero in Svizzera o in Olanda. Invece noi cosa offriamo come esempio di città europea…via Libertà, p.zza Unità d’Italia? Squallore! Un’esempio di cioè che poteva essere e che non invece no è Anche io conosco una ragazza inglese, abita a Palermo, ma fuggirebbe la notte se non fosse per l’amore che lo lega a suo marito, palermitano. Guardiamo le cose con obbiettività, per favore.

    13. Nooooooo…..
      Pizzolato non devi andare via!
      E chi rimane adesso? Gli unici post più commentati sono i tuoi.
      Adesso Rosalio non sarà più lo stesso senza di te!!!

    14. più o meno come le foglie dagli alberi..ma è quasi primavera..che strano questa caducità del blog..

    15. anche la parola kalogero con la c al posto della k è una parolaccia, secondo sua maestà siino…

      ad ogni modo sta storia dello straniero depresso che arriva in una città italiana e trova la gioia di vivere è vecchia.
      mi ricordo di avere visto un film simile: un tedesco che si stabiliva a venezia, dove conosceva un’altra fuggiasca etc etc

    16. Alessandro non capisco che cosa intendi dire.
      Kalogero mente e chiunque può verificarlo scrivendo un commento contenente la parola “calogero”.

    17. Evviva Calogero

    18. anche se qualche tempo fa non era così 😉

    19. e questo lo sappiamo benissimo solo io e te 😉

    20. ma soprattutto: chi ha paura delle parolacce?
      rosalio, educanda pure io

    21. Vi richiamo al rispetto della policy dei commenti e della netiquette.

    22. Sul mio blog ho pubblicato possibili trame alternative per il film di Wenders. Eventuale discussione però da continuarsi su questo filo di commenti, non voglio distogliere utenti.

    23. Tony, l’ultima uscita di Rosalio è veramente penosa.
      Ricorda tanto quelle risposte che danno certi impiegati statali quando vengono messi alle strette da domande sull’irrazionalità di certi regolamenti.
      “Questi sono gli ordini!” rispondono.
      Miserrimi.

    24. Calogero Rosalio ha ragione: le regole rispettivamente della “casa” e della Rete sono queste e noi le stiamo violando…anche io in questo momento che ti rispondo, perché il tema del post di Nicola è il film. Scusate ancora.

    25. Mi stupisciu e mi scunpisciu, direbbe il personaggio di qualche commedia vernacolare, per molte ragioni. Forse è un bene per me, anziano ancora capace di stupirsi … per il tono dei commenti, per il nondetto che è più fragoroso del detto, per il soggetto di Wender. Caro Nicola Pizzolato, quel che dici riguardo al treno Mi-Pa non accade spesso, solo di venerdì e l’arrembaggio solo a Natale Pasqua e Ferragosto 🙂 Effettivamente una volta nella vita ho incontrato una signorina norvegese genere giocatore di rugby che era salita sul Conca d’oro per Palermo quasi per caso, solo per vedere dove finiva la linea ferroviaria 🙂 Wenders da artista qual è va dove c’è un finanziatore, il soggetto può essere un prestesto per iniziare, se conosce l’italiano e magari il nostro dialetto e se vivrà qui per qualche mese forse sarà il film avrà una qualche sostanza e non sarà solo una trovata pubblicitaria per tentare il rilancio di Palermo e della Sicilia in ambito internazionale … e gli auguro di aver la capacità di farsi saldare il 90% del finanziamento PRIMA di iniziare le riprese! Palermo? Sopravvive ed è sterile la sua economia, cultura, progettualità. Dipende dai palermitani? Sicuramente. E il ventre oscuro dove lo mettiamo? L’archetipo palermitano è il Genio di Palermo: “il motto che solitamente accompagna l’immagine del Genio è Alios nutrit, suos devorat, a simboleggiare la generosità di Palermo nei confronti degli stranieri e l’ostilità verso i suoi figli, secondo altri, esso è la personificazione del dio greco Kronos che divora i suoi figli.” (citazione dal sito ufficiale del Comune di Palermo). Nicola! Forse è vero, a forza di parlar bene di Palermo anche i cittadini cambieranno, il lapino rispetterà il codice stradale, le strisce pedonali saranno sgombre, i vigili urbani di ronda per tutto il centro, i semafori che funzionano davvero etc. Io sono ok tu sei ok, pensiero positivo … siiì! Louise Hay consulente permanente del comunune. A forza di pensar positivo salteranno fuori i denari per far funzionare gli autobus bloccati in rimessa, per comprare il software e le telecamere per la ZTL … e tante altre cosette che vi risparmio. Nicola! E’ stato bello, in bocca al lupo.

    26. vai vai
      non è l’amore che va via…
      nicola non so se conosci sondrio o la valtellina, ci sono le piste piu’ belle d’italia, si sta da dio, si mangia bene, a bormio c’è la piscina termale e a sondalo c’è l’ospedale più all’avanguardia d’italia…
      Palermo del resto è favolosa, e con il disfattismo non si fa nulla…
      che un altro autore si faccia avanti!

    27. morto un blogger non se ne fa un altro

    28. Ciao Nicola, mi dispiace che tu abbia deciso di non scrivere più regolarmente su Rosalio, sei uno dei blogger più sensibili e acuti che abbia mai letto. Concordo con te che la trama del film sembra piuttosto banale e improbabile, ma Wenders è un poeta della macchina da presa, pertanto prima di dare un giudizio definitivo aspetterò di vedere il film in sala. Per il resto, concordo con te anche sulle considerazioni che fai su Palermo. Anche io amo questa città avendola vissuta per diversi anni e amo la Sicilia in genere, ma superata la fase in cui in tasca non mancavano i picciuli di papà e in cui le città si vivevano da un punto di vista più ludico, nottambulo e festaiolo, adesso mi ritrovo in una cittadina del profondo nord sicuramente meno colorata e più fredda di Palermo, ma che da subito mi ha offerto delle cose che probabilmente in Sicilia non avrei mai potuto trovare. Un abbraccio.

    29. Peccato. Io avrei scomesso su un’altra uscita.
      Peccato davvero. Pizzolato mi piace.

      Pochi sono gli autori di questo blog che mi piacciono. Pizzolato è uno di questi tre.
      Ciao Nicola, piacere.

    30. Rosalio… non dovevate farlo.
      Avete visto quante delusione per l’uscita di Pizzolato? Mi dispiace troppo.

    31. Marina, Nicola ha scelto liberamente e principalmente per suoi impegni di studio. Ad ogni modo credo che lo rileggeremo presto come ospite. 🙂

    32. Si lo so, ma dovevate convincerlo! Siate più persuasivi….
      Offritegli più soldi!?
      Non lo so… cmq ormai! Andrò a leggerlo nel suo blog.

    33. Rosalio Antonio Siino do Medioevos vedo che con dovizia hai barrato il nome di Nicola Pizzolato. Ma che si aspetti a barrare in ordine vario: Anna Burgio, Daniele Billitteri, Francesco Mangiapane? Sto forse esagerando, sarà il bollito che ho mangiato . A proposito questa ricetta me l’ha data uno alla televisione, e quando l’ha data un po po di gente ha applaudito. Mi sono detto vuoi vedere che è buona. Scusami per questa digressione gastronomica, ma sono un goloso, dicevo, che fine hanno fatto gli altri autori? Dimmi la verità sei un ottimista di natura e allora dici… aspettiamo. Giusto. Lo dice pure questo che da le ricette. Va tutto bene, siamo pieni di idee e andiamo avanti. Certo qualche dubbio mi viene. Anche perchè come uomo di cucina vista l’acidità che mi è salita mi sa che non vale un c****.
      Forse come indovino. Ma io alla cucina ci do troppa importanza, quindi se non mi soddisfa il palato, è persona poco affidabile. Ma con nicola ci sono stati problemi di divergenze culinarie. Come dire, lui voleva piatti elaborati, e invece tu la buttavi a pop corn? Lui ci voleva fare piatti di carne piccanti e tu preferivi un brodino?
      Cmq le ricette di nicola io me le continuo a seguire, le tue… bha

    34. Ciao Bollito, abbiamo gli stessi gusti…

    35. bollito, e m’panato…..

    36. Lei ha poche idee, ma ben confuse. Così di solito concludeva l’esame il mio professore di chimica organica quando aveva motivo di rilevare una certa approssimazione del candidato.
      La frase mi è venuta in mente, e per questo la riporto, leggendo il tread su Palermo Story pubblicato su Rosalio, senza per questo volermi riferire a qualcuno in particolare ma a tutto l’andamento della discussione.

      “Palermo story” è un mio progetto, cioè è mia l’idea di contattare Wenders per un film su Palermo e di presentare un progetto di finanziamento nell’ambito di un programma regionale; da progettista ne so quindi abbastanza per affermare che il post di Nicola Pillitteri è costruito sull’assenza di una dose elementare di informazioni sul progetto e sul film; da cittadino mi sento di ravvisare nella sua posizione sintomi piuttosto evidenti di panormitismo: il panormitismo, per chi non lo conosce, è quella piaga genetica che affligge generalmente noi palermitani e che ha come effetto sintomatico il disfattismo aprioristico ed inutile.

      Ma affrontiamo i temi con ordine:

      Non esiste ancora una trama definita, tutt’altro, solamente una idea molto generica di trama, proposta da Wenders su nostra richiesta perché necessaria per predisporre il progetto di finanziamento nell’ambito di un avviso pubblico alla Regione. Si tratta di un progetto del 2003, e da allora non più rivisto in attesa dei finanziamenti regionali, perché si procedesse alla stesura della sceneggiatura; chi conosce il modo di girare di Wenders sa peraltro che il copione non è mai rigido, ma si adatta ai luoghi ed alle emozioni che i luoghi sanno suscitare. Il trattamento prodotto da Wenders è quindi ancora meno di un soggetto, soltanto un’idea guida su cui cucire il film. La trama riportata dai giornali è peraltro abbastanza diversa in vari elementi chiave da quella proposta da Wenders (non esiste ad esempio alcun suicida).

      I fondi non sono regionali, si tratta infatti di finanziamenti europei amministrati dalla Regione, questo cambia molto come sa chi ha a che fare con i fondi pubblici, peraltro sono finanziamenti gestiti da alcuni uffici dell’assessorato alla cultura che brillano, ho lavorato con loro su altri progetti, per serietà ed efficienza. Personalmente odio la burocrazia, ma ho imparato ad apprezzare il lavoro di tanti impiegati che spesso contro un sistema delirante, voluto inefficiente proprio dalla politica, cercano di fare accadere le cose.

      Credo che la Sicilia sia un posto dove non si vive affatto bene, dove l’operato e la serietà di pochi è soffocato dall’approssimazione e dalla poca serietà di molti; è vero però che il qualunquismo gratuito, che mi pare evidente nel tuo post, non prendere a male la mia schiettezza, sia fin troppo in linea con un certo blob amorfo di questa terra che si compie a discapito di quanti cercano di fare le cose.

      Wenders ha accettato la nostra proposta con interesse. Penso sia chiaro a tutti che non ha certo bisogno del finanziamento della Regione Siciliana per fare un film (peraltro la regione contribuisce per il 20% come anticipo e la produzione del film si è impegnata a restituire detto anticipo dagli incassi); il progetto alla fine non costerà nulla, e sarà l’occasione per aprire un dibattito culturale sulla città.
      Il finanziamento va visto come una sorta di occasione, per spingere Wenders a realizzare un film dedicato a Palermo piuttosto che a Tripoli o a Beirut. Visto che il sud è nella sua linea poetica. Certo l’immagine di Palermo nel mondo non è quella di Berlino o di Barcellona, ci manca che i palermitani stessi scrivano a Wenders per dissuaderlo dal progetto, per spiegargli magari che a Palermo c’è il traffico o la mafia.
      Io non sono contrario ai giudizi ed alle posizioni decise e perentorie sulle cose, come sa bene chi mi conosce, credo però che occorre farlo con umiltà, e quindi mi sento di suggerti, caro Nicola, prima di pensare di scrivere a Wenders, per commentare la trama di un progetto che non conosci, proponendo improbabili “migliorie”, magari di documentarti e sapere esattamente di cosa si tratta e cosa c’è dietro: oltre tutto, perchè questo film potesse accadere, almeno una decina di persona lavorano dal 2003, per creare i contatti, scrivere progetti, per definire delle condizioni plausibili, creare un clima di fiducia nel regista, nel suo staff, nei co-finaziatori, seguire la burocrazia europea e regionale ecc.: le cose non accadono da sole, anzi, immagino con sorpresa dei palermitani, perché le cose accadano c’è sempre dietro tanto lavoro. La fase istruttoria del progetto peraltro è ancora in piena fase di lavorazione, i rischi che la burocrazia vinca e che il progetto non si realizzi sono ancora piuttosto alti: prima di attivare gli anticorpi da palermitano e farsi prendere dal disfattismo programmatico, forse sarebbe più utile scrivere a Wenders che il progetto è importante e va fatto e non il contrario.

      Chiudo con altre due considerazioni, il progetto è un progetto culturale per la città, nato dall’iniziativa di alcuni operatori culturali cittadini che hanno coinvolto le amministrazioni in seconda battuta nel loro ruolo istituzionale, io credo che questa sia la sola chiave per intervenire nel contesto nel quale viviamo. Se ciascuno di noi non fa la sua parte e continuiamo a demandare tutto ai politici ed alle istituzioni dobbiamo rassegnarci a vivere nel posto dove viviamo e tenercelo così com’è. Così come la delega in bianco non funziona nella nostra vita di tutti i giorni (chi ad esempio affiderebbe un figlio ad una baby sitter senza verificare prima chi è? Chi, dopo il servizio, non verifica come si è comportata?) La delega in bianco è il grande male della “democrazia” italiana. Se vogliamo una città diversa, sarà necessario dismettere gli abiti da palermitani e cercare di cambiarla.

      Infine l’idea che mi emoziona di questo progetto, ed è quella che rende imbarazzante la tua l’aggettivazione di assurdo, sarà vedere come un grande artista, sensibile alle immagini ed al suono dello spessore di Wenders, ci vedrà, cosa vedrà di bello, se vedrà qualcosa di bello, quale prospettiva adotterà per interpretare, luoghi, fatti, persone. Credo che da una lettura del nostro territorio da parte di un grande artista potremo imparare a guardare meglio il posto nel quale viviamo comprenderlo e magari provare a cambiarlo, al di là della tanta retorica che usiamo per raccontarcelo tra di noi (la storia, la cultura, gli agrumi).
      Amo viaggiare, so che Palermo non è affatto un bel posto nel quale vivere, come detto da qualcuno ha un lato oscuro, malato.
      Occorre però interrogarsi, quanto ciascuno di noi sia parte di questa malattia e quanto parte della possibile ed ormai necessaria cura.

    37. Caro Giovanni Callea,
      la ringrazio per questo ragionamento e il fatto di essere intervenuto dimostra la serietà del suo impegno. Mi permetta anche di ribadire lo spirito con cui ho scritto sia il post su Rosalio sia il post sul mio blog. Non voglio certo disfare il lavoro di altre persone e sono contento che operatori culturali siano attivi nel cercare finanziamenti e mettere in moto progetti artistici che hanno il baricentro a Palermo; la mia critica – e se leggerà con attenzione noterà non soltanto la pena per certi aspetti della nostra città, ma anche l’ironia – partiva proprio dalla possibile trama del film. La trovo banale. Questa trama è quella diffusa dagli organi di stampa, ignoravo che non corrispondesse più (o affatto) alle intenzioni di Wenders, forse allora era meglio non diffondere nulla sugli specifici contenuti della storia, visto che non c’erano, e aspettare che il film entrasse in produzione.

      Un post non è un’inchiesta giornalistica quindi mi perdoni se non ho fatto lo sforzo di orientarmi nel coacervo di uffici ed enti regionali per riuscire ad avere maggiori informazioni. Comunque sono contento per Wenders, e per noi, che non ci sia il suicida, era ridicolo. La mia critica quindi non era rivolta a quegli operatori che lavorano con serietà dietro le quinte e remano contro l’asfissiante burocrazia, ma semmai allo stesso Wenders, artista che amo e che posso anche, da spettatore, giudicare. Il fatto che lei consideri le trame alternative che io propongo nel post apparso sul mio blog, come “improbabili migliorie”, mi lascia perplesso; a mio avviso sono solo variazioni sul tema per mettere alla berlina qualche aspetto dell’idea originaria di Wenders che non mi piaceva, fantasiose stupidità alle quali mi abbandono e che forse fanno sorridere solo me. Non si preoccupi, non ho nessuna intenzione di raccogliere firme, né di scrivere a Wenders per dirgli che il suo film dovrebbe terminare con la lapa di uno sfincionaro.

      Parlando invece seriamente penso che un film su Palermo sarebbe più interessante se restituisse frammenti di un’immagine della città nella sua complessità, con luci e ombre (e non mi riferisco solo alla mafia, della quale sarebbe troppo difficile per Wenders farsi un’idea non stereotipata in poco tempo), piuttosto che parlare – come diceva la trama diffusa nella stampa – di un uomo che si innamora dei mercati di Palermo. Ripeto comunque che questo mio appunto è rivolto al lato artistico del progetto, non alla sua organizzazione.

      È vero, sono scettico sull’efficienza della Regione Sicilia come partner finanziario (adesso però lei mi dice che lo è solo per un quinto). Qualcuno nei commenti diceva che una cosa è che i finanziamenti vengano stanziati, un’altra che vengano erogati. È anche la mia preoccupazione. Forse questo è “disfattismo aprioristico”. Ho 34 anni, 28 dei quali vissuti a Palermo, e se non sono stato mai colpito dall’efficienza della Regione Siciliana devo essere probabilmente anche io vittima della pandemia del “panormitismo”. D’altronde è lei che scrive: “si tratta di un progetto del 2003, e da allora non più rivisto in attesa dei finanziamenti regionali”. Siamo nel 2006.

      Per quanto riguarda la sua considerazione generale, vede, caro Giovanni, sono tornato da Londra dove ero cosiddetto “cervello in fuga” proprio perché credo che ognuno debba fare la sua parte per cambiare la città, ma non credo per questo che criticare la cattiva amministrazione della cosa pubblica sia scadere nel qualunquismo.

      Non credo che un film di Wenders ambientato a Palermo ci aiuterà a capire meglio chi siamo. Credo che ci dirà qualcosa in più sulla poetica e le scelte estetiche del suo autore e già questo sarebbe una buona ragione per promuoverlo. Per questo, e per le possibili ricadute turistiche, mi auguro che il progetto vada avanti, che il film Wenders lo faccia, ma con un’altra storia, che assomigli meno a uno spot turistico. Wenders è autore di alcuni capolavori e anche di alcuni brutti film, con quella idea originaria a mio avviso “Palermo story” sarebbe stato da annoverare fra questi ultimi.

    38. abbiamo trasmesso: il dono della sintesi

    39. Prima facciamolo fare un film e poi lo giudichiamo …. non è meglio?

    40. sono contenta di questo film che si girerà a palermo perchè porta lavoro a noi siculi che ne abbiamo di bisogno anzi se sapete il giorno delle selezioni e il luogo fatemi sapere che mi fiondo..
      baci dalla bedda messina

    41. oggi ho incontrato wim wenders a ballarò.
      stava fotografando angeli che giocano a pallone nel loro campetto comunale, se la regione siciliana mettesse solo i soldi e non le idee per un suo film sarebbe un capolavoro.
      se solo scendessimo in piazza per cambiare le cose…avrei voluto accompagnarlo nella mistica chiesa di Santa Maria dello spasimo ma sono rimasto senza parole nel vederlo con una grande lente fotografica,sorridente:)
      vi prego di aiutarmi se conoscete la sua e.mail ho dove alloggia a palermo, ho una sceneggiatura per lui.

    42. ciao domenico,
      ma dici davvero?…avresti dovuto fermarlo e dargli tu il tuo numero, mail, qualcosa!
      io una volta a roma l’ho fatto con una… e poi mi ha chiamata!
      bè, immagino che a trovartelo davanti ti sarai impallato, ma se sai qualcosa, stavolta, attivati! per te e anche per me!
      …lo sto cercando…
      ;-P

    43. Alla fine sono contento anche io che il film si stia facendo e soprattutto con una trama piu’ interessante di quella inizialmente annunciata e che tiene conto delle complessita’ della citta’. Siamo tutti curiosi di vedere il risultato penso e in bocca al lupo ai quei fortunati palermitani che gia’ in queste ore si stanno ritrovando a lavorare con Wenders.

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