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mercoledì 16 ott
  • Geografie dell’anima

    “Ciò che facciamo per, con, a questa natura, il modo in cui viviamo la nostra vita ecologica si riflette sulla sostanza animale, vegetativa e minerale dell’anima. La vita ecologica è anche vita psicologica”.
    James Hillmann

    Così comincia il viaggio attraverso le regioni dell’anima, un viaggio che ha nell’esplorazione e nel gusto della ricerca il suo percorso e la sua meta.
    L’oggetto d’indagine, la rappresentazione della natura attraverso le opere d’arte conservate nei musei siciliani, è una scusa diciamolo pure, malcelato si affaccia un altro obiettivo, più profondo, più vero.
    Le regioni che si aprono davanti ai nostri occhi sono territori del se, del rapporto con il circostante, un rapporto che si sostanzia con la rappresentazione di ciò che ci circonda, con la sua interpretazione quindi, ancora una volta, la proiezione di se nel mondo e ciò che questo passaggio restituisce agli occhi.

    La natura interpretata e raccontata, la natura supposta, quasi intuita, una natura che fa da sottofondo, a volte da rifugio. Sono tanti i volti di Natura che emergono dal viaggio che Davide Lacagnina propone nel suo “Geografie dell’anima. Natura e paesaggio attraverso le arti in Sicilia”, il libro, presentato oggi pomeriggio alle 18:00 all’Albergo delle povere verrà raccontato da uno storico dell’arte, Sergio Troisi, da un geografo, Vincenzo Guarrasi, oltre che dal direttore dell’Arpa Sicilia, Sergio Marino e dall’autore stesso.
    Perché è un viaggio di geografie altre, le geografie che nascono dall’anima e da quel rapporto che l’anima è in grado di recuperare con il mondo naturale. Il tema è ricco e vasto ma Lacagnina adopera precisi accorgimenti che fanno da sentieri, da strade e riescono a delimitare il campo di indagine e a fornirci adeguati spunti per poi procedere lungo i tratti percorsi, con calma.
    Ci si adagia lungo la strada, ci si sofferma a riflettere, si cammina guardandosi intorno, si torna indietro per poi percorrere lunghi tratti senza stancarsi. Non è un libro da leggere tutto d’un fiato, al contrario, è un volume – peraltro esteticamente funzionante e ben fatto da Edizioni di Passaggio – da sfogliare, da gustare lentamente, da lasciare sul comodino, da portare in viaggio, in giro per la Sicilia, per recuperare tutte quelle visioni che l’autore ci propone.

    Davide Lacagnina - Geografie dell'anima

    La natura evocata tramite il mito di Narciso – riflesso del se e coscienza dell’Altro da se – e risistemata, riorganizzata secondo percorsi che lo riportano in vita. Ed effettivamente si avverte il bisogno di ricordare il mito, di ripercorrerlo secondo i sentieri che l’autore traccia nell’indagine della natura rappresentata: tramite la lente del dettaglio decorativo, attraverso lo sfondo che, nelle opere a soggetto sacro, assume la duplice veste di splendore paradisiaco o di luogo di dannazione. Natura attraverso il doppio percorso simbolico e temporale in cui diventa giardino, il paradiso inventato dai persiani, e tradotto nei sollazzi arabi della Palermo che fu, ritrovati nelle decorazioni musive del Duomo di Monreale o della Cappella Palatina, o ancora più avanti, la natura come sentimento misterico e religioso: le “selve oscure” della fede o del cammino dentro se stessi.
    Si attraversa anche il secolo dei lumi, in cui la natura diventa artificio, si arricchisce di curiosità collezionate, composte nelle “stanze delle meraviglie”, poco prima di diventare “graziosa” e “pittoresca” fino al successivo sublime romantico in cui la sorpresa, la finta rovina, l’esotismo diverranno elementi di una eccentricità barocca e tortuosa fino a corrompersi del tutto. Un passaggio viene fatto anche sul mito del Grand tour e su quei percorsi della conoscenza che spinsero viaggiatori e avventurieri a percorrere le tappe di una Sicilia ancora vista come terra del mito e di un’Arcadia lontana. Si arriva così al Novecento, in cui pittori, paesaggisti e decoratori riprendono il paesaggio attraverso l’occhio di chi, ormai abituato a vivere in città, si sorprende ancora degli scorci suggestivi marini o campestri o testimonia la vita della nuova borghesia e della quasi tramontata aristocrazia palermitana.
    Uno spazio viene riservato anche all’arte contemporanea in cui compaiono altri mezzi oltre alla pittura: fotografie, istallazioni, figurazioni polimateriche in cui natura e arte diventano un tutt’uno, non solo concettuale ma anche materico e in cui, forse, il concetto di natura si sorpassa: offeso, trasceso, o forse, semplicemente reinventato.

    Sicilia
  • Un commento a “Geografie dell’anima”

    1. “La proiezione di se nel mondo e ciò che questo passaggio restituisce agli occhi.” Bisogna farlo sapere ai siciliani! Magari gli piglia un sussulto di dignità e ci ritroviamo con meno munnizza in giro e meno coste devastate.

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