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lunedì 14 ott
  • Fuoco Grande

    Gli amici di Rosalio mi chiedono di scrivere qualcosa di non-detto sul mio nuovo libro “Fuoco Grande, il mistero degli incendi di Caronia”. Beh… è un romanzo e come tale può essere letto in tanti modi. I libri non sono solo di chi li scrive, sono anche di chi li legge. È una questione di predisposizione d’animo, di sensibilità personale. Non vi capita di trovare significati nuovi o di emozionarvi diversamente, rileggendo uno stesso romanzo in tempi diversi? Succede anche coi film. Io, per esempio, quando m’innamoro di un libro, lo rileggo immediatamente alla ricerca di altro. È che è sempre più difficile che mi innamori di un nuovo libro…
    “Fuoco Grande” può essere riassunto nella frase di Antoine de Saint Exupéry che ho riportato nella prima pagina: l’essenziale è invisibile agli occhi. Che poi, da quando l’ho usata, mi perseguita su borse, magliette, penne, quaderni… Anche la Sicilia può essere compendiata in questa frase, direi.
    E direi che “Fuoco Grande” è fatto a strati, e ognuno può leggerlo fermandosi allo strato che preferisce. Sarebbe più facile usare la similitudine della cipolla, ma detesto le cipolle e quindi le lascio a voi. Parlo di strati e sedimenti. Febronia, la protagonista del libro, è una restauratrice e il suo lavoro è anche quello di rimuovere, strato dopo strato, ciò che si è depositato sugli oggetti nel corso dei millenni per riportarli a nuova vita. Il romanzo ha un primo strato: il mistero dei fenomeni di Caronia. Incendi improvvisi, apparecchi elettronici impazziti, telefonini deliranti, allagamenti a catena. Un’assurda serie di eventi che ancor oggi rappresenta un enigma per la scienza. Demonio, correnti parassite, vulcani, microonde, raggio della morte, ferrovia, magnetismo, UFO?…
    Io un’idea me la sono fatta ma non posso rivelarla, altrimenti vi svelerei la fine del libro.
    Tornando agli strati, vi sono poi i personaggi, quelli femminili in particolare: la grigia Catena, la romantica Febronia e la sensuale Arkòs, e vi è uno spaccato dell’universo degli affetti, complesso e disorientato, con la difficoltà sempre più dilagante del vivere rapporti sentimentali che possano appagare. Che possano farci sentire bene.
    Poi vi è il microcosmo siciliano, le dinamiche anche divertenti di un piccolo centro, le cose sottaciute, e vi è la Sicilia “isola in un mare di luce” di propagandistica memoria con le sue tante ombre, spesso inquietanti.
    E c’è il territorio dei Nebrodi, straordinario, che meriterebbe di essere più conosciuto, “isola nell’isola” come lo definirono gli arabi per indicarne l’unicità. Boschi, panorami a perdita d’occhio, spiagge selvagge, testimonianze del passato e…perché no, specialità culinarie sublimi.
    Strato dopo strato potrei continuare ancora, perchè il romanzo penetra sino alle “viscere della terra”, ma ho già detto troppo. Magari qualcuno avrà voglia di parlare al mio posto. In fondo, il libro è anche suo.

    Ospiti
  • 7 commenti a “Fuoco Grande”

    1. Malgrado i 9000 e piu’ km che mi separano dalla mia Sicilia (vabbuo’, e’ anche vostra), provo sempre e comunque a mantenere stretti i contatti umani e curturali verso il nuovo che emerge. Testimonianza ne e’ il fatto che anche ad Haiti si legge Billitteri (almeno a casa mia, ma provo a farli girare amici – amici).
      Tutto sto papello per dire che appena rientro per le vacanze di Natale (Natale con i tuoi, ecc. ecc.) me ne vado in libreria e me lo accatto. Se ci sara’ un seguito, commentero’.

      Cordialmente

    2. L’ultimo sorprendente romanzo di Valentina Gebbia è intrinsecamente fondato sui sentimenti. Le colonne portanti di questo sensuale romanzo sono l’amicizia, l’amore puro, l’amore passionale, l’amore per le cose vere e incontaminate. è vero un libro ha tanti strati ma qualcuno emerge, di certo, con più violenza e passione. questo libro è un richiamo e una denuncia, un appello di chi ancora ci crede, di chi ha ancora speranza. Se il mistero “emerge dalle viscere della terra” la soluzione però può emergere solo da noi stessi.

    3. Ho letto per caso questo libro. Il primo e irresistibile richiamo è stato il fatto che il luogo di ambientazione è il messinese. Questo libro può far da metafora a tante cose tra cui anche Messina. Messina così bella ma deturpata e depredata quotidianamente dai suoi abitanti e dai suoi politici…! Di questo ne son grado alla scrittrice. La letture è semplice ma non scevra, in alcuni tratti, di profondità. Tutto è scritto con molta amronia, equilibrio e maturità da una scrittrice pronta a fare il salto di qualità anche sul panorama nazionale.
      Dietro una storia avvincente che ti lascia con fiato sospeso fino alle ultime pagine, che ti riscalda pagina dopo pagina, c’è non troppo velatamente un malessere e un’inadeguatezza nei confronti di uno stato di cose che rimane immobile. Come i fatti di Caronia abilmente narrati. Nessuno sa le cause, i motivi ma tutto è finito e adesso tace.
      La Gebbia racchiude con talento, in un atmosfera realistica un intreccio di storie passate e presenti, senza dimenticare di dare la sua alternativa verità sui fatti e la sua possibile soluzione
      cordialità

    4. Un bel romanzo. eccitante, misterioso, tenero. Ottimo epilogo, scrittura mai banale. Tutto è ambientato in una terra descritta considerando tutte la sua bellazza: la sicilia!

    5. Enirco, sono molto interessato a leggere il libro della Gebbia anch’io, ma… una curiosità che ho è dove mai hai trovato il libro a Messina??? E’ introvabile!
      Grazie

    6. Caro Antonio, per trovare il libro della Gebbia a Messina è necessario ordinarlo… Vai in una libria che ti garantisce tempi brevi. Ti consiglio di non perder tempo la storia narrata, tra poesia e mistero, fa riflettere.
      cordialità

    7. ottimo libro, ottima scrittura, ottimo finale

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