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sabato 20 apr
  • Momenti

    Il capezzale con Santa Lucia con gli occhi in mano sta là e mi guarda ancora come 30 anni fa…
    Volevano buttarlo, ma tu ti arrabbieresti. Lo conservo io. Lo so, devo coprirlo prima con un panno.
    Correndo, sudata, già vestita per la cerimonia, mi insegui arrancando per le stanze grandi e fresche, con la puntura in mano; e io scappo per inscenare l’ennesimo spettacolo mattutino.
    ‘U tiatru r’a ‘gnizioni. Dalla cassapanca sotto cui mi rifugio, Santa Lucia mi fissa severa e io grido, coprendomi la faccia con le mani. Per la casa l’odore del pane fatto per la settimana e il sugo che bolle mi confortano.
    Vedo il movimento ritmato delle tue braccia che setacciano la farina con il crivo.
    Il tempo scorre lento…attacco bottoni su una bambola di pezza per farle gli occhi…
    Mi pasticcio tutta la faccia e spunto in cortile con le tue scarpe, la tua borsa e tutte le tue collane e tu ridi…una risata liquida…
    Sbuccio, paziente, le mandorle e mi riempio tutta la bocca, masticando forte. Tu minacci di lavarla col sapone quella bocca se ancora mi lascio scappare minchia.
    Primo giorno di scuola: torno pensierosa e preoccupata “che vuol dire racina?”. Mi prendi in braccio e mi porti sotto la pergola: “Babba…chista è a racina…è quasi fatta”. Affondo il viso dentro il tuo collo e mi abbandono…
    È sera, c’è odore di carbone e di un limone che brucia nel fuoco. Nevica. Io gioco con un pezzo di pasta fresca, faccio i maccarruni pure io. Li stendo accanto ai tuoi…solo che i miei sono un poco storti e il buco non viene bene. Forse mi hai dato un fuso troppo piccolo…
    Ho la febbre alta, il lenzuolo pulito è un po’ duro…scivolo nel sonno…c’è profumo di brodo di pollo. Non voglio mangiare.
    Un’enorme chiave arrugginita gira lenta dentro la toppa. La porta si apre mandando uno stridìo che pare un lamento…ci accoglie un rumore confuso di ali che sbattono, l’asino raglia e le galline scappano. Corro veloce a guardare dentro la cassetta…le tue mani nodose e rapide afferrano due uova bianche bianche e ancora calde se le infilano nella tasca del grembiule…voglio stare ancora là. Tu mi lasci andare tranquilla mentre “addubbi” gli animali, gridando sciò sciò.
    È Pasqua, l’aria è tiepida. Provo a dare al gatto l’uovo della cuddura che ho appena mangiato. Ma te accorgi e ridi ancora…
    Davanti a me un’infinita distesa di pietre nere, interrotte qua e là da qualche cocciuta troffa gialla di’ inestre. Cado, mi munno un ginocchio, ma non piango.
    Le campane suonano dodici rintocchi e uno più piccolino. Sono le dodici e un quarto. “Che giorno è oggi, nonna?”.
    “…Oggi è duminica, ci taggghiamu a testa a Minica. Minica non c’è. Ci tagghiamu ‘a testa o’ re. ‘U re è malatu. Ci tagghiamu ‘a testa o’ surdatu…”.
    I ricordi si interrompono. Si mescolano a case di ringhiera, nebbia, facce nuove e ancora dialetti che non capisco…lunghi viaggi in macchina, fari che si incrociano e si perdono…chissà dove sono.
    È vero…come dice uno più bravo di me, non si ricordano giorni, non si ricordano anni…si ricordano momenti.

    Sicilia
  • 19 commenti a “Momenti”

    1. Bellissima…….

      un bacio grande 8)

    2. è vero si ricordano momenti.. e ti rimangono impressi dentro come un marchio e casta poco, un odore, un’immagine, a tirarli fuori, a farci venir voglia di tornare indietro.. post magico, congratulazioni!
      un abbraccio

    3. Ciao nonnina mia, so che mi proteggi sempre da lassù…

    4. è vero, si ricordano solo momenti.
      anche nei sogni. A volte mi chiedo come si possano dimenticare i primi 16 anni della tua vita e ricordare solo stille. A volte mi sembra di essere stata sempre così, di non aver avuto una storia che non partisse dal 19 settembre…
      altre invece ricordo la mia normalità, la parola più dolce del mondo, gli abbracci in cui perdersi.

      Forse è meglio non ricordare.

    5. …’u surdatu è a la guerra, sbattemu ‘u culu nterra.
      Preciso preciso a mia nonna, solo che è di sta banna.
      A Momenti
      piangevo.

    6. che dire? è bellissimo…
      complimenti…

    7. da pelle d’ora.
      complimenti. intensissimo

    8. come sempre complimenti maria… nel sorriso e nel pianto 🙂

    9. maria, adoro il tuo modo di scrivere.

    10. Bravissima cm sempre…ma davvero nevicava!? *_*

    11. Non ho mai commentato i suoi pezzi, nè di altri,trovando oltremodo stucchevole quello strano modo di camillerizzarsi che quà e là vien fuori tra alcuni autori di questo blog.
      Invece con questo pezzo lei ci dimostra che il siciliano può essere una lingua a tutto tondo, profonda e struggente, scarna e precisa, insomma non siamo sempre obbligati a riderne.
      Piacevole sorpresa.

    12. L’ho riletto, ancora stamattina. Incantevole.

    13. Crush…nevicava davvero, mia nonna abitava in un paesino montagna. Bookends mi lusinghi…grazie a tutti ;-)sempre bontà vostra.

    14. SEMPRE BRAVISSIMA NEL FAR SOGNARE E IMMEDESIMARE NOI LETTORI IN REALTA’ E SITUAZIONI SEMPRE NOSTALGICHE E VIVE …
      RITORNANO ALLA MENTE LE NONNE CHE CI HANNO CRESCIUTO….
      LA MIA OPINIONE è SEMPRE LA STESSA SEI IL VERGA DEL 2007
      BRAVA MARIA TVB

    15. Quest’ultimo post mi ha fatto cader giù una lacrima e non so neanche perchè.
      Come sempre stupendo,senza parole.
      Complimenti.

    16. Bella, Maria.
      Bella Maria.
      Bedda Matri.
      Mi hai ricordato le sciare nere della mia Muntagna. Ed il profumo delicato delle ginestre dell’Etna, quelle che fanno i fiori piccoli piccoli, no comu dda speci’ di cacocciuli ca su i jinistri chiddi che sciuri rossi (grossi).
      Scrivi ancora, Mariuzza bedda, che mi piace ricordarmi della mia terra attraverso i tuoi ricordi.

    17. Bella… molto introspettiva… stadiventando una storia seria quella di scrivere… ma, anche se non ci sentiamo spesso… riesci ad emozionarmi.
      sei unica.

    18. Una scrittura deliziosa. Concordo con Bookends.

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