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sabato 14 dic
  • Il movimento No Inc in Sicilia

    Per quanto riguarda la manifestazione importante che si è svolta il 22 a Palermo, può essere utile conoscere in breve la storia di questo movimento contro gli inceneritori, che ha raggiunto finalmente un momento di grande presenza popolare. Sul problema del Piano Rifiuti regionale, voluto tenacemente dal presidente Cuffaro, ci sono persone, cittadini, che hanno iniziato il loro percorso di impegno e di documentazione fin dal 2002, anno in cui si è formato il Comitato, poi Forum Bellolampo. Nei primi anni di attività alcuni residenti della zona, già penalizzata dalla presenza della discarica, hanno cominciato a muoversi per sensibilizzare la cittadinanza insieme a esponenti del WWF sicilia, di Legambiente e ai comitati civici che via via si formavano e crescevano nelle varie realtà siciliane, in particolare dove sono previsti i quattro inceneritori del Piano Regionale. Già negli anni 2004/2005 molte affollate manifestazioni organizzate dai comitati si sono svolte a Palermo e nelle altre località interessate, rilevanti quelle nella zona di Aragona-Casteltermini-Castelfranco che hanno visto la partecipazione di intere amministrazioni comunali, di sindaci e di parroci. Poi via via, essendo la lotta molto dura e difficile e in attesa anche delle ripetute battaglie legali e normative ingaggiate su quelle che giudichiamo infinite irregolarità e illegalità del Piano e del suo iter, il movimento ha avuto dei momenti di stanca per poi riprendere con più vigore e grazie all’apporto di sempre nuove forze fresche, (di cittadini che attraverso la continua campagna d’informazione e controinformazione fatta dai più attivi si avvicinano al movimento di opposizione no inc) verso la fine del 2006, quando si è cominciato a capire l’importanza di un coordinamento regionale dei vari comitati e l’utilità indispensabile di un sistema di collegamento informatico. Faticosamente è nata così l’associazione “decontaminazione sicilia” che unisce vari comitati civici regionali, e si sono sperimentate varie mailing list per l’informazione telematica. Nel frattempo a Palermo nasceva anche su impulso di padre Alex Zanotelli la Rete dei beni comuni, che raccoglie e prosegue l’attività del Forum Bellolampo. Possiamo ben dire, senza peccare di presunzione, che da questo nuovo aggregato di cittadini coscienti e desiderosi di approfondire le tematiche della questione rifiuti, ma anche di altri problemi riguardanti il futuro e la salute di tutti, come quello del tentativo di privatizzare l’acqua, è ripartita in città la voglia di confrontarsi con le organizzazioni di massa istituzionali come sindacati, partiti, associazioni ambientaliste e anche altri comitati civici impegnati in altre battaglie, con diversi obiettivi, per trovare un piano comune, e una condivisione d’intenti che permetta un fronte ampio di lotta, che possa avvicinare la maggior parte dei cittadini senza preclusioni di sigle o appartenenze. È su questa base che è stato possibile varare il “Coordinamento regionale contro gli inceneritori”, che è a tutti gli effetti l’unico organismo di massa che ha promosso, sviluppato e portato a buon fine la grande manifestazione popolare di sabato 22 settembre. E questo al di sopra di tutte le sigle di chi ha attivamente contribuito e che lavora sodo continuamente per la causa del NO al Piano rifiuti regionale che vuole il presidente Cuffaro, SI ad un altro piano che attui la raccolta differenziata, il riciclaggio e i trattamenti meccanici biologici.
    Quindi ognuno è necessario e importante per l’obiettivo, anche chi è arrivato per ultimo nell’agone è importante e meritorio; ogni evento che contribuisce alla presa di coscienza di sempre maggiori strati di popolazione, siano essi convegni o volantinaggi in occasioni particolari come il recente V-day di Beppe Grillo, sono utili e vanno valorizzati, e possono permettere di ampliare il raggio d’azione.
    Da queste premesse e da un duro impegno, spesso silenzioso e senza tanto clamore, è stato possibile arrivare alla manifestazione di sabato che è stata la più imponente da che si lotta contro gli inceneritori; ha visto sia una buona partecipazione al sit-in del mattino davanti alla sede della Presidenza della Regione, in piazza Indipendenza, dove avrebbe dovuto tenersi anche una conferenza stampa, che non c’è stata solo perchè mancava la stampa! Poi nel pomeriggio almeno tremila persone, (secondo noi, 300 secondo la questura, si sa) hanno formato un variopinto corteo, per le vie di Borgonuovo, (il quartiere proprio sotto a quello, che nei progetti di Cuffaro, dovrebbe essere uno dei più grandi inceneritori d’Europa) con in testa lo striscione unitario del coordinamento, e via via striscioni e bandiere dei comitati, di sindacati come la CGIL e i COBAS, del PDCI, di PRC, di WWF, Legambiente, Italia Nostra, del Forum per l’acqua, per citarne solo alcuni dei componenti, perchè ci sarebbe da fare un lunghissimo elenco di associazioni e comitati vari che hanno sentito la necessità di aderire ad un movimento che chiede solo di poter decidere della salute e del futuro del popolo siciliano. A parte, in rete, è possibile trovare l’elenco completo. Se esiste la democrazia nessuno, per quanto legittimato da elezioni tutt’altro che limpide, può arrogarsi il diritto di imporre progetti pericolosi, oltre che per noi illegali, senza confrontarsi con le popolazioni interessate, ignorando il cosiddetto “Principio di precauzione”.
    La manifestazione è proseguita poi, con l’uso dei pullman e delle auto, che purtroppo non hanno permesso a tutti di raggiungere Bellolampo, dove sul sito dove dovrebbe sorgere il “mostro” è stata inscenata una occupazione simbolica con messa a dimora di alcune piante a significare la volontà di trasformare quell’area già infetta in un possibile parco naturale. A margine di questo grande risultato stona il comportamento veramente vergognoso dei principali organi d’informazione, e delle televisioni private che, con la sola eccezione di Repubblica-Palermo e di Telejato che hanno fatto dei buoni servizi, si sono distinti per scarsa professionalità, volendo essere magnanimi, e per colpevole latitanza e furore censorio, giudicando con più realismo. Dimostrando così, chi risponde al condizionamento del Potere, di avere grande paura per un movimento che sta crescendo con l’apporto di quei cittadini, che se disponibili ad approfondire le tematiche di questo grande problema che riguarda i rifiuti, si rendono conto della bontà delle nostre posizioni che non si limitano a dire NO, ma insistono su molti SI. SI alle possibili alternative, già attuate in molte zone del Paese, e che permetterebbero di trasformare la monnezza in risorse, per creare nuovi posti di lavoro. Con la raccolta differenziata, infatti, fatta bene, porta a porta e con tariffa che permetta di ridurre il peso della tassa TARSU, (già aumentata del 75% e destinata ad essere ulteriormente incrementata per recuperare i costi esorbitanti del Piano Regionale), si potrebbe mettere in movimento una filiera per il riciclaggio e il riuso dei materiali, oltre al compostaggio come concime, che svilupperebbe una nuova economia basata sull’eliminazione graduale dello spreco e sulla ricerca di nuove politiche industriali, il tutto senza pericoli d’inquinamento ambientale e per la salute delle popolazioni. Non a caso lo slogan più efficace nato all’interno del movimento è: “non bruciamoci il futuro” e aggiungo non permettiamo che altri, inconsapevoli o esecrabili, lo facciano per noi. Ora l’appuntamento che ci aspetta è quello di giovedì 27, davanti all’Assessorato Regionale Ambiente e Territorio, dove si teme che una Conferenza Servizi blindata, non aperta a norma di legge alla partecipazione di cittadini e comitati, neppure a chi ha presentato Osservazioni critiche costruttive, potrebbe dare il via definitivo al progetto inceneritori, concedendo le ultime autorizzazioni previste. Ci auguriamo ovviamente una larga presenza di cittadini e di esponenti politici a vario livello che possano contrastare le sempre più odiose espressioni di quella che per noi è arroganza e illegalità di questo governo regionale, che ogni giorno di più dimostra di non tenere in alcun conto le giuste istanze dei propri elettori, coadiuvato in questo dall’ignobile azione di disinformazione dei principali media, attenti solo agli sviluppi del concorso Miss Italia.

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  • 14 commenti a “Il movimento No Inc in Sicilia”

    1. Poichè le polveri sottili non sono nè di sinistra, nè di destra, è importante depoliticizzare la protesta (facendo ammainare le bandiere politiche sventolate nel corteo) per consentire la massima partecipazione di cittadini che non amano farsi strumentalizzare politicamente.
      Cuffaro ha la responsabilità politica e morale del progetto, ma non è che i DS (che Grillo ha ribattezzato “diossini”) siano stati da meno in altre regioni.
      L’altro ieri si dava notizia di un mutuo di oltre 700 mln che la Regione ha necessità di accendere per il suo dceficit mentre conta di versare 250 mln alle società che realizzeranno i termovalorizzatori: questo mentre c’è chi ancora crede che i TV si mantengano producendo energia …
      La raccolta differenziata è un’opportunità di lavoro vero per le schiere di precari che sono alla cassa dopo le promesse elettorali.
      Sul tema dell’inceneritore di Bellolampo sarebbe il caso di promuovere un referendum, come previsto dallo Statuto del Comune, ora che, dopo il V-Day, esiste una concreta possibilità di raccolta di firme al di fuori delle macchine gestite dai partiti.
      La stampa dipende dalla legge sull’editoria e dalla pubblicità di istituzioni ed imprese: pretendere che vada contro i suoi finanziatori ed inserzionisti non è sempre realistico anche se sarebbe etico.

    2. Non lascire soli i valorosi volontari della rete dei Beni Comuni che finora ha retto l’urto con una Amministrazione region ale tra le più chiuse d’Italia.
      Bisogna che scendano in campo anche le associazioni degli industriali e degli artigiani interessati al riciclo dei rifiuti urbani che anzicchè incenerirli potrebbero diventare fonte di ricchezza e di lavoro per tante persone.
      Pietro

    3. A Milano da molti anni esiste il C.I.C. consorzio compostatori italiani; a Grammichele (CT) c’è uno dei primi impianti di compost ufficialmente riconosciuti; ad Agrigento, recentemente hanno dato fuoco ad un’azienda di riciclo plastica.
      A Palermo: “NOT IN MY BACKYARD”…non nel mio giardino… ma l’importante è, ovviamente, bloccare lo scempio.
      Per chi volesse appprofondire gli effeti dell’inceneritore:
      “L’italia sotto i rifiuti” di Marino Ruzzenenti, Jaca Book, Milano 2004 (€ 15,00).

    4. Non è chiaro che la raccolta differenziata potrebbe essere fonte di ricchezza, da un lato, oltrechè fonte di minore inquinamento. Non capisco la ragione per cui continuino ad essere così ciechi. C’è qualcosa che mi sfugge?

    5. @ cristina
      il dio denaro

    6. Chi costruisce gli inceneritori usufruisce dell’incentivo statale che permette loro di rivendere l’energia elettrica prodotta bruciando rifiuti al triplo del prezzo delle fonti tradizionli. Questo incentivo è finanziato con una tassa che tutti paghiamo con la bolletta dell’ENEL (CIP6 Fonti energetiche rinnovabili e ASSIMILATE). Negli ultimi due anni il 50% circa del CIP6 è andato a finanziare gli inceneritori, e solo il resto ha finanziato eolico e solare. In precedenza, prima dell’introduzione del Conto Energia che incentiva il fotovoltaico, questa percentuale era addirittua del 90%

    7. http://www.tate.org.uk/modern/exhibitions/globalcities/diversity.shtm

      Il video dal 2° al 6° minuto parla dell’autorganizzazione a San Paulo (Brasile) per la raccolta dei rifiuti differenziati da parte dei “Catadores”.
      Un vero e proprio reddito per numerosi famiglie.
      Trattasi di vere e proprie forme autorganizzate di lavoro.

    8. Enzo, i link che hai postato non conducono da nessuna parte …

    9. dalla mia postazione cliccando sulla pagina si apre il sito e lì c’è subito un video.
      Comunque facendo copia e incolla nel bowser funziona.

    10. Ok, il collegamento adesso funziona.
      Verso Oriente….http://www.kalatambiente.net/default.aspx

    11. Il problema è che non esiste più una notizia chiara.

      noi diciamo no gli inceneritori fanno male.
      e i politici dicono sì meglio gli inceneritori

      ma che cavolo significa???
      una cosa o fa male o no
      o funziona o no

    12. depost 50 and play with 100 bodog

      steers.straightforward anding Freddy?

    13. NO contro gli inceneritori? E chi non vorrebbe una simile soluzione! Sarebbe bellissimo che gli inceneritori non esistessero da nessuna parte. Pero’ mom èpossiamo fare come gli struzzi e nascondere la testa nel terreno. Dove dovrebbe andare a finire tutta la nettezza urbana generata dai cittadini di questa e/o quella regione? Nello spazio? Ritengo ragionevole supporre che ogni cittadino voglia avere il proprio giardino pulito ma per ottenerlo, dovrà necessariamente aggiungere un contenitore per i rifiuti e se non vuole rimanesre sommerso da essi ….. dovrà purtroppo incenerirli!

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