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martedì 23 apr
  • AAA Peppe Nappa cercasi

    Con le festività natalizie alle spalle, in genere, mi trovo alle prese con l’organizzazione di quello che per me è l’evento dell’anno: il Carnevale. A dire la verità, a Palermo non c’è una grande tradizione carnascialesca, o almeno io non ne conosco una. Qualche festa organizzata da alcuni locali della città, alcune sfilate in maschera, ma sostanzialmente resta una festa per i bimbi. E chi di noi, da bambino, non aspettava con impazienza la possibilità di potere essere una persona “speciale”? Io, ad esempio, sono stato Superman all’età di 5 anni. Poi sono diventato il “Principe Azzurro” (che tristezza di vestito…), poi un feroce guerriero saraceno. Sui 13 anni mi sono improvvisato punk e poi il nulla. Niente più feste a scuola, nessuna festa in maschera in casa di amici, nessuna domenica al giardino Inglese a scorazzare con il mio mantello rosso. Carnevale cadde nell’oblio.

    Questo prima di scoprire le vere tradizioni carnascialesche, quelle che mobilitano intere cittadine, quelle sulle quali ci sono infinite dispute, quelle che, perché no, costituiscono un’importante fonte di guadagno per alcune città. Intere famiglie s’ingegnano per costruire maestose opere in cartapesta, accompagnate da colorati vestiti in maschera. E le “maestrie” vengono tramandate da generazione in generazione, tanto da far parlare di creazione di scuole carnascialesche e da far esportare le opere di casa nostra in altre città italiane.

    Ed è così, successivamente a questa “scoperta”, che sono tornato ai fasti “colorati” della mia infanzia. Una volta all’anno torno bambino (anche i romani dicevano che «Semel in anno licet insanire») e mi precipito a Sciacca. Tre sono le sfilate di Carnevale più rinomate dell’isola. Quella di Termini Imprese, quella della cittadina agrigentina e quella di Acireale. Di quest’ultima si dice che sia la più bella. Sicuramente la fattura dei carri è notevole, c’è la variante dei carri infiorati che presenta vere opere d’arte. Ma, in quanto al divertimento e all’allegria che si respira nell’aria, non me ne vogliano gli acesi, ma io, avendoli provati entrambi, preferisco di gran lunga il Carnevale di Sciacca. In realtà, credo che il Carnevale di Acireale sia organizzato con più cura rispetto alla versione saccense, ma si presenta come una bellissima…parata. Il coinvolgimento della gente non è all’altezza di quello di Sciacca che, per carità, ha tanti problemi da risolvere, soprattutto legati alla gestione della manifestazione, ma ha potenzialità notevoli e qualche caratteristica che ne fanno un carnevale decisamente originale. Come la composizione dell’inno inedito che ogni carro allegorico deve avere, scritto molto spesso in siciliano, con temi che in genere sono costituiti dalla parodia o dalla critica di quei problemi che, come in ogni città, sono presenti in quella agrigentina.

    Insomma, ogni anno, a partire dai primi di gennaio, m’incarico di organizzare una “due giorni” di bagordi in quel di Sciacca per un gruppo di circa 10 persone. Ed ogni anno le aspettative sono ampiamente rispettate. Tranne che in questo 2010. Quest’anno il Carnevale di Sciacca darà foirfeit. Niente Peppe Nappa e company, insomma.

    Devo dire che i problemi di questa manifestazione, negli ultimi anni, hanno messo alla prova la famigerata “pazienza di Giobbe”. Prima i lavori nella piazza che ospita il palco principale, poi i lavori di rifacimento di alcuni palazzi che hanno ostruito il già costretto percorso dei carri, hanno portato gli organizzatori a spostare la kermesse nel quartiere nuovo del paese per circa tre anni. Ora, quando sembrava ormai assodato il ritorno definitivo nella sede naturale e storica, ci si mette l’immancabile ed “infallibile” burocrazia siciliana. Dovete sapere, infatti, che da anni l’Associazione dei Carristi del luogo, che raccoglie le più importanti maestranze saccensi delle opere in cartapesta, chiede all’amministrazione comunale di realizzare dei siti idonei alla creazione delle strutture allegoriche, visto che sono costretti a lavorare in barba alle più elementari norme di sicurezza ed igiene. Ma l’amministrazione, indipendentemente dal colore politico, si è sempre e solo limitata a prometterne la realizzazione. Quest’anno, anche la Regione ha voluto a tutti i costi fare la propria parte. I fondi stanziati da Palazzo d’Orleans, che annualmente servono per pagare i premi alle associazioni, che a loro volta li usano per comprare i materiali e costruire i carri per l’anno successivo, sono arrivati…sulla slitta di Babbo Natale. E, quindi, decisamente a ridosso della festa. Questo non ha messo le maestranze nella posizione di potere lavorare e realizzare per tempo delle opere degne della fama di questo Carnevale.
    Quindi, al via la diatriba. Da un lato l’Associazione dei Carristi, che ha boicottato la manifestazione lasciando il Comune nell’imbarazzo di dovere organizzare una sfilata carnascialesca senza l’elemento principale, i carri allegorici. Dall’altro la Giunta, che ha comunque licenziato il bando con una scadenza a dire poco “ritardata”, con la speranza che qualche ”carrista” ormai in pensione si facesse avanti attirato dal premio economico che, in queste condizioni, sembrava alla portata di chiunque… Ed infatti i progetti allegorici sono stati presentati. Ma lo scenario si prospettava talmente ridimensionato che, a quel punto, la manifestazione di punta di Sciacca rischiava di mettersi definitivamente “la maschera”.

    Ed ecco che la natura, con la collaborazione fondamentale dell’opera umana, è venuta in soccorso della Giunta saccense. In pieno centro storico, poco prima di Natale, un’intera strada è franata per dissesto idro-geologico (ma che cosa inusuale in Sicilia), lasciando purtroppo 15 famiglie senza il proprio tetto in piene festività natalizie. Ovviamente, a quel punto, la priorità è diventata ridare l’abitazione ai quei poveretti e mettere in sicurezza tutta la zona. Ma, sul fronte Carnevale, la motivazione per non permettere la sfilata si è materializzata come per magia. “Impossibile svolgere il Carnevale visto che vi è un tale problema di sicurezza in una zona limitrofa al percorso dei carri”. Certo, nessuno si è azzardato a suggerire di spostare nuovamente la manifestazione in altro luogo, così com’è stato fatto negli ultimi anni. L’imperativo era categorico: non si deve fare!!!
    “Manifestazione spostata a data da destinarsi”. Faccia salvata, niente maschere. Ringraziamo la politica, ad ogni livello, per questa ennesima prova di efficienza e prepariamo a vestirci da surfer ed a ballare sulle note dei beach boys per la prossima edizione del Carnevale di Sciacca!!!!

    Palermo, Sicilia
  • 5 commenti a “AAA Peppe Nappa cercasi”

    1. anche io amo il carnevale di sciacca, concordo con tutto

    2. cosa???nn lo sapevo!!!!nn si può nn fare.capisco il problema della frana, ma possono spostarlo alla Perriera come è già successo altri anni.Non si può cancellare un evento ormai storico.

    3. beh magari si riesce a trovare un percorso diverso. e magari si riescono a trovare capannoni o parti di magazzini liberi dove poter lavorare per costruire i carri, è allucinante come, in un momento in cui vi sono 2000000 di italiani in CIG, il siciliano trovi candidamente il coraggio di chiedere finanziamenti pubblici per ogni cosa che fa.

      ora che ci penso potrei chiedere i finanziamenti per la pizza che prendo il sabato sera.

    4. Carnevale è il 13 febbraio e nn hanno il tempo di realizzare i carri ormai….niente alternative, la notizia è ufficiale

    5. Massimo, permettimi di dissentire. Quest’anno stiamo avendo la prova che un semplice ritardo dei finanziamenti stanziati dalla Regione per il Carnevale di Sciacca stanno facendo slittare la festa. che questi soldi non ci fossero proprio, il Carnevale di Sciacca, probabilmente, cesserebbe di esistere. Ora, sai quanti soldi portiamo io ed il mio gruppo di amici ogni anno al territorio saccense grazie al carnevale? 1000 euro tondi. Immagina quanti soldi arrivano a commercianti, negozi di souvenir, strutture ricettive, ristoranti e bar nei 4 giorni di festa. Il Carnevale di Sciacca, così come quello di Acireale o la Sagra delMandorlo in fiore di Agrigento, rappresentano l’occasione per far giungere in città migliaia di turisti. Cioè, sono una grande fonte di guadagno economico per il luogo. La Regione, stanziando questi fondi, non fa altro che dare un contributo ad un volano economico, come vuole il suo ruolo. Una promozione che si può tradurre in un ritorno anche negli altri periodi nell’anno. Non per niente, i più grandi difensore del Carnevale di Sciacca sono proprio le associazioni dei commercianti e degli albergatori del luogo. Quindi, stanziamenti sicuramente più giusti di altri, che servono solo a fare mangiare i pochi intimi “amici”.

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