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martedì 19 mar
  • Scene di ordinario servizio a Palermo

    Succede in una via di Palermo, ma potrebbe accadere in qualsiasi altra parte della città.
    Ore 8:25, esco di casa per recarmi al lavoro. Come ogni mattina, non meglio identificate figure si aggirano ai bordi della strada. Indossano una casacca gialla con scritta a tergo “Amia Essemme”. Uno dei due ha un aspetto un po’ smilzo, bassino, longilineo, sui 55 anni. Calvo, un cappellino verde a coprire il capo. Cosa fa? Porta a passeggio un contenitore verde con le rotelle, di circa 1 metro e 40. E con quale cura lo fa. Sembra una di quelle bimbe che, fiere, si atteggiano per casa con bambola e carrozzina il giorno dei Morti. Si guarda a destra e sinistra e avanza orgoglioso del suo fardello. Ogni tanto, mosso da estrema pietà, fa una piccola sosta, raccoglie un foglio di giornale piuttosto che un fazzoletto, scegliendolo con cura tra centinaia che ornano l’asfalto. Mentre gli altri fogli, volantini, fazzoletti, cartacce, cartoni, esasperati da una permanenza decisamente lunga in quel luogo, sembrano gridargli: «Prendi me, prendi me!!!». Ma lui, cinico e imperturbabile, continua a spingere il proprio “strumento di lavoro” verso una meta ai più sconosciuta. Lo guardo allontanarsi da un cerchione rotto di una vettura di marca tedesca, ormai diventato parte integrante del marciapiede. Eppure è lì, che grida più forte degli altri: «Io sono qui da più di due mesi!!!! Pietà!!!». Ma lui non ha tempo da perdere. Il suo obiettivo è molto più “alto”. Se solo potessi capirlo….
    Erano giorni che non vedevo l’altro omino in casacca gialla: decisamente più alto del primo, molto robusto, chioma folta e riccia, abbronzato, la faccia che esprime inequivocabilmente un pensiero; «Ma chi “minni” futti?!?!». Lui, di solito, non ha un carrello, ma una ramazza che usa per cambiare l’arredo urbano…prende le carte da destra e le sposta a sinistra, e viceversa. Il suo è un lavoro molto impegnativo: serve un senso estetico non indifferente. Qualche giorno fa l’ho salutato con veemenza «Buongiorno», cercando in qualche modo di lanciargli un messaggio. Ci sono riuscito. Non so, però, se lo ha interpretato correttamente. Infatti, mentre il collega con cappellino si allontana, lui è fermo, alla fermata dell’autobus, ad intrattenere alcune persone in attesa del mezzo che li porterà in centro. Chissà quali interessanti storie sta loro esponendo, visto che sembrano ascoltarlo con passione ed interesse. Mi avvicino, giusto per cogliere qualche perla di saggezza. Ah, ecco, le vicende del Barbera. Argomento sicuramente interessante. Anche le cartacce si sono zittite, per ascoltare il comizio sul tema che a Palermo va per la maggiore.

    Nel frattempo, da un’altra parte della città, gli operai di un’altra società “partecipata”, stracolma di questi uomini così saggi e operosi, protestano presso il palazzo di città perché temono che i propri concittadini, per via di tagli vari, possano essere privati, nei prossimi giorni, del loro prezioso servizio alla comunità. E qualche rumor dice che, nella stanza dei bottoni, consci di questo impagabile servizio, stanno per decidere di chiedere ancora una volta ai palermitani di mettere mano al portafogli. I palermitani, sono certo, risponderanno come sempre alla Rossella O’Hara: domani è un altro giorno. Che delusione senza fine…

    Palermo
  • 24 commenti a “Scene di ordinario servizio a Palermo”

    1. a parte il fatto che io per primo se facessi lo spazzino me ne infischierei per primo, visto il comportamento civile dei palermitani…..
      facile prendersela con lo spazzino LSU precari ecc.. come se i mali di questa societa’ sono solo loro, licenziamoli tutti sti fannulloni; che vadano a zappare la terra…
      il tuo e’ un tipico ragionamento perbenista anche molto reazionario, ma perche’ la mattina non fai qualche giretto nelle varie ASL o uffici pubblici e vedi come e’ operosa la classe dirigente della nostra cita’ Professri universitari, manager, primari ecc…. senza parlare di assessori consiglieri ecc… qui’ e’ un po piu’ difficile criticare,si mascherano molto bene e credimi….gli “intoccabili” si fanno i cavolacci loro molto piu’ degli LSU ecc..

    2. Hai detto bene, succede in ogni zona di Palermo, forse tranne qualcuna in cui vi abita qualcuno “eccellente”, che conta.
      E’ una cosa indecorosa inviterei tutti i palermitani onesti a fotografare questi individui durante le ore(?) di lavoro e denunciare alla procura della Repubblica, loro e chi è pagato con soldi pubblici per controllarli.

    3. E’ anche vero che ci sono alcuni di questi operatori con carrellino che invece lavorano. Saranno 3 o 4, ma ci sono.
      Quello che dà sicuramente fastidio è l’atteggiamento con cui gli altri invece fanno finta di lavorare (ma anche quei tre o quattro spesso hanno la stessa faccia), ovvero un misto di risentimento, disfattismo, noia e sopportazione.
      Perché vivono il loro mestiere come una sconfitta, invece di essere contenti di avere un lavoro.
      Operano nella città più sporca d’italia (quindi dovrebbero essere felici, hanno un sacco di lavoro) e invece li vedi, che non sanno rassegnarsi al fatto che tutte le raccomandazioni, le amicizie, i favori, le promesse non sono riuscite a procurar loro niente di meglio di una scopa e un cestino con le ruote da portarsi dietro.
      E li vedi, quei pochi che sono costretti a girare per le strade luride, che si aggirano di malavoglia, cercando di capire, di studiare un sistema per evitarsi quella odiosa corvè la prossima volta. A chi potrebbero telefonare? Possibile che quel loro amico, che conosce il consigliere, che è culo e camicia con l’assessore, non possa fare niente? O magari il medico. Magari domani si fanno fare un bel certificato per lombalgia e vediamo. Un modo ci deve essere. E’ mai possibile che uno debba davvero spazzare le strade come lavoro?!? Allora tanto valeva farsi mettere in galera, che poi almeno ti facevano entrare alla Gesip e stavi a posto. Tanto a quelli non li tocca nessuno.

    4. Mesi fa mandai a Repubblica, (che la pubblicò), una foto di un operatore in casacca gialla Amia che quotidianamente, al mattino, giocava a carte in piena via Volturno con un gruppo di amici. Il lavoratore/giocatore non l’ho più notato ma mi piacerebbe sapere se ha solo scelto un nuovo posto meno alla vista.

    5. Qualche giorno fa mi sono imbattuto in uno di questi individui in Via Pico della Mirandola. Ho notato il fare annoiato mentre ramazzava la strada. Ero preso dai miei pensieri quando lo stesso incrociando il mio sguardo mi indica una serie di sacchetti carichi di rifiuti lasciati sotto il marciapiede (per un pò di tempo era sostato un cassone per il materiale di risulta e si sa che il palermitano non appena vede uno di questi cassoni automaticamente deve gettarvi il sacchetto della spazzatura che poi ne attira tanti altri non si capisce perchè)e mi dice: “Per me possono arristari duocu io unni lievu)Ho chiesto il perchè e mi risponde che è non è autorizzato a toccarli.
      I sacchetti a distanza di settimane sono ancora lì ho ancora tanta rabbia dentro per non avere reagito adeguatamente a tale ingiustizia. Non ho ancora capito: se lui non è autorizzato a toglierli chi lo deve fare? Forse io ?

    6. togliete il mio commento non ha piu’ senso, postato alle 04:31 pubblicato dopo sette ore, senza avere offeso nessuno ne tantomeno violato alcunche’… ma evidentemente scomodo e fuori dal coro……

    7. @Ludovico Ferdigotti Gialdini: stai delirando? A parte il fatto che quelli di AMIA Essemme sono tutti stati stabilizzati e non sono ne precari ne LSU ma lavoratori a tempo indeterminato a tutti gli effetti, non svolgere il lavoro per il quale si è pagati (indipendentemente dalla forma contratuale) equivale a rubare. E non è una giustificazione il fatto che anche negli uffici pubblici si lavora poco. Questa gente non ha capito che “lavorare” non significa “prendere uno stipendio” ma “erogare un servizio per il quale si è retribuiti”. E noi continuiamo a sguazzare nella grascia che, a quanto pare, non a tutti dispiace.

    8. Immaginiamo per un momento che tutti i 300 lavoratori di AMIA Essemme iniziassero all’improvviso a lavorare per almeno 6 delle 8 ore giornaliere per le quali sono pagati. In un mese sarebbero 36000 ore di lavoro e questa città diventerebbe splendente, malgrado l’inciviltà di molti palermitani. Nelle grandi città spagnole ad esempio, la gente è abituata a gettare di tutto per le strade, ma gli operatori addetti allo spazzamento sono al lavoro su turni dalle 7 del mattino fino a notte inoltrata e vengono a ripulire anche fra le gambe della gente che passeggia.

    9. Ludovico Ferdigotti Gialdini ti invito a rimanere in tema e a utilizzare l’e-mail per eventuali rimostranze. Grazie.

    10. continuando a cambiare i post sulla MUNNIZZA
      ed a polemizzare pure tra i 4 gatti che rilasciano qualche commento,non se ne uscira’ mai.
      E’ mai possibile che non si riesca a fare una analisi equilibrata,senza condirla di aggettivi
      e che non si riescano a dare i numeri effettivi?
      1.quante sono le societa’ nate per tenere pulita la citta’?
      2.quanti dipendenti hanno?sono congrui?
      3.a quanto ammonta il loro bilancio?
      4.chi paga i deficit di bilancio?
      5.quanti sono i presenti al lavoro?E gli assenti
      dove stanno?Ed i presenti al lavoro che non si vedono,siamo certi che non stiano facendo la pulizia a qualche personaggio privato?
      6.Come nascono continuamente le discariche non
      autorizzate?
      7.Quando si creano le “cosidette emergenze”,intervengono poi i privati?E con quali soldi vengono pagati?
      8.Dove sono ubicati i centri di accumulo della RD
      Esistono veramente?
      9.Come mai in tante aree della citta’ si trova accumulato materiale di risulta,
      i cosidetti sfabbricidi?
      10.Come mai chi fa piccoli lavori lascia poi i cumuli di brecciolino non utilizzato sui marciapiedi ed anche in mezzo la strada?
      .
      Mi fermo a 10,ma ne potrei scrivere almeno 100
      di interrogativi su tutto quello che appare “distorto”.
      .
      Volete continuare voi,mettendo da parte le vocazioni letterarie?

    11. piazza s.anna o piazza borsa, ore 07,30 di ogni giorno, da lunedì al venerdì. Un operatore ecologico dell’amia con una lapa n.1940 comodamente seduto a prendere il caffè, in mezzo alla munnizza. Tutti i giorni. Festivi esclusi, ovvio. Anche lui ha diritto al giusto riposo

    12. il n. 1940 è il numero AMIA del veicolo.

    13. in pieno accordo con le domande di giorgio.

    14. Picciotti è stato dimostrato a tutti che è possibile prendere lo stipendio senza lavorare, se si fa parte della combriccola di malacarne con le tute fluorescenti. Allo skipper gli hanno dato 3 giorni di sospensione e a detta dei suoi colleghi non è mai andato a lavorare un solo giorno, cosa pensate possano a fare a uno che spazza male o non spazza affatto ma chiacchiera? assolutamente niente! Palermo è persa.

    15. mandateli a raccogliere il petrolio con la lingua!!

    16. quella dei palloni gonfiati potrebbe essere una soluzione low-cost,tanti ce ne sono a Palermo.
      Ad ogni pool di cassonetti,un pool di palloni gonfiati,e cosi’ guardiamo alto.

    17. continuate a dissentire..a criticare e incazzatevi
      pure…..avete ragione. Non ci crederete, ma un giorno, quando il tempo avrà imbiancato i Vs. capelli, o anche prima, Vi troverete rassegnati.

    18. Esemplare descrizione della situazione palermitana da parte di Edward Luttwak, da 7′.40″ in poi.

      http://www.youtube.com/watch?v=MGvWBT1-7kM

    19. Luttwak:
      …non c’e’ comune,non c’e’ sindaco,non c’e’ governo….
      …una citta’ in completo abbandono…governata dai posteggiatori abusivi…..
      …nessuno si occupa l’amministrazione,dell’ordine pubblico….
      .
      Mi ha colpito l’amarezza dell’espressione del viso
      di questo intervento di Luttwak…

    20. giannight
      e’ “quell’anche prima”
      che preoccupa…

    21. Ragazzi non so da voi.. ma i cassonetti sono di nuovo pieni
      http://www.flickr.com/photos/daniele_photo/4243573315/
      la foto è vecchia ,ma la situazione è tornata ad essere preoccupante.
      I cassonetti che vedete sono nuovamente pieni come dicembre scorso. L’AMIA ha “chiuso” definitivamente?

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