È morto Michele Perriera
Michele Perriera, scrittore e regista nato a Palermo, si è spento.
Perriera era tra i fondatori del Gruppo ’63 e ha diretto il teatro e la scuola di teatro Teatès.
Michele Perriera, scrittore e regista nato a Palermo, si è spento.
Perriera era tra i fondatori del Gruppo ’63 e ha diretto il teatro e la scuola di teatro Teatès.
Palermo perde un altro dei suoi grandi talenti culturali.
Michele Perriera non sarà più accanto a noi con il suo spirito critico e la sua capacità di narrazione e di evocazione. Chi lo ha incontrato nella propria vita e formazione attraverso il Teatés ne è stato profondamente modificato e ne trasmetterà il ricordo.
Ciao Michele, sono sicuro che starai già organizzando una scuola di teatro nell’aldilà.
Michele Perriera, sicuramente è stato l’intellettuale palermitano più rappresentativo di questi tempi.
Grande scuola di Teatro, il Teatés.
Forse, per molti, considerato il solito uomo di cultura serioso, triste, introverso.
Ma Perriera, per chi lo ha conosciuto, sa bene essere stato, uomo divertentissimo.
Tifoso acceso del Palermo e, del suo quartiere, la Via Montalbo.
La Politica, sia di destra che di sinistra, lo hanno da sempre snobbato; per questo mi auguro che abbiano il coraggio di non essere presenti in questo momento di dolore.
Perriera non amava frequentare i salotti, preferiva, piuttosto, leggere i quotidiani sportivi.
Un abbraccio a Lisa, Giuditta e Gianfranco.
Angelo Butera
Michele Perriera merita un post biografico più consistente, spero che qualcuno, magari uno dei suoi ex allievi lo scriva.
i grandi di Palermo se ne vanno, e chi resta?
Michele Perriera (Palermo, 1937 – Palermo, 11 settembre 2010) è stato uno scrittore e regista italiano, tra i fondatori del Gruppo ’63, ha insegnato italiano, presso la scuola media statale 41ma di Palermo.
Ha fondato e diretto la brillante Scuola del Teatés di Palermo.
Ha pubblicato diverse opere di narrativa – La principessa Montalbo (1963), Il romboide (1969), Il piano segreto (1984). Dal 1994 dirige la collana di teatro della casa editrice Sellerio, con cui ha pubblicato la memoria-intervista Marcello Cimino, vita e morte di un comunista soave (1991), Anticamera (1994), La spola infinita (Premio Mondello 1995), Con quelle idee da canguro. Trentasei anni di note ai margini (1997), Atti del bradipo (1998), Ritorno (2003), i romanzi A presto (1990), Delirium cordis (1995), e Finirà questa malìa (2004), l’affresco autobiografico di una città e una vita Romanzo d’amore (2002) e il recente La casa (2007).
Fra le sue regie più note di cui è anche autore dei testi, Morte per vanto (1970/1995), I pavoni (1983/1997), Ogni giorno può essere buono (1993), Anticamera (1994), Dietro la rosata foschia (2001), Pugnale d’ordinanza (2004/2005) e Buon appetito (2004/2005) e “Come, non lo sai?” (2008).
Ha inoltre riscritto il Macbeth di Shakespeare (1973) e de Le sedie di Ionesco (1974). Fra le altre regie più note, si segnalano, Il gabbiano di Cechov (1981), Occupati d’Amelia di Feydeau (1983), La cantatrice calva di Ionesco (1985), I fisici di Durrenmatt (1987), Aspettando Godot (1985) e Finale di partita di Beckett (1992). Dal gennaio 1997 al dicembre 2005 ha diretto la Scuola di Teatro del Comune di Marsala.
Nel 2006 gli è stato conferito il Premio della Critica Teatrale.
Citando, il Maestro Perriera: “… Non ho mai pensato di scrivere o mettere in scena cose difficili. Credo però che il pubblico debba sempre essere chiamato a chiedersi dove si trovi e cosa gli stia succedendo senza mai banalizzare quella celebrazione ch è il Teatro, o questo luogo pieno di possibilità che è il mondo…”
Grazie, Signor Michele Perriera
Giorgia Butera
dopo elvira sellerio va via , in un mondo migliore ,michele perriera …la sicilia non se li meritava , d’altra parte anche tomasi di lampedusa su boicottato dai suoi compatrioti..c’e’ da essere pessimisti …chissa’ che da lassu’ questi grandi siciliani non convicano Santa Rosalia a liberarci dalla peste contemporanea e dai suoi cavalieri della morte ovvero polticanti , alti burocrati e purtroppo preti indegni…. aproposito di questi ultimi …non vi pare che la prossima visita in Sicilia di uno dei piu’ grandi intellettuali contemporanei sia coperta da un silenzio assordante dove spicca il piu’ afono di tutti :quello del clero siciliano ?
Vedo pochi spunti di vitalità da parte della cricca degli autoproclamati intellettuali palermitani, alcuni dei quali affollano questo virtuale loco. C’è qualche uomo di teatro (pochissimi) e poi basta.
Lui non omaggiava Palermo di salamelecchi ed autoassoluzioni, il suo respiro e la sua visione oltrepassavano Villabate ed Isola, era un intellettuale “universale”, non gretto e provinciale come quelli cui siamo abituati a Palermo.
Un buon motivo quindi per snobbarlo anche post mortem.
Michele, ci manchi (a pochi).
non vorrei esprimere(non mi sembra il momento) un mio giudizio (come leggo altri fanno….) sull’opera del maestro Perriera,e’ sicuramente una perdita per la cultura italiana, ma non mi sembra giusto dire come afferma Angelo Butera ” La Politica, sia di destra che di sinistra, lo hanno da sempre snobbato…” ricordo che quando questa citta’ era amministrata da Leoluca Orlando il maestro Perriera e la cultura di un certo peso aveva certamente piu’ visibilita’.
A Michele Perriera da “finirà questa malia”
“Non smetto di supporre che il mito della leggerezza, oggi di moda, abbia qualcosa a che fare con la viltà. E però mi domando: la viltà è davvero una colpa? Il coraggio non è sempre caotico? E’ forse il caso di rinunciare a tutti quegli ideali che rendono inferma la vita e la preparano a soccombere una volta per tutte alla grandezza del Male? Forse accettare la desolazione sarebbe una giusta conclusione. E intanto ridere, quanto più si può. Eppure questi due modi di fuggire l’impatto col futuro, io li chiamo vergogna; non smetto di indagarne le malizie e voglio che siano arrestate. Lo so, l’innocenza è sempre più impensabile. E tuttavia io bracco la colpa come se fosse possibile dimenticarne la potenza. D’accordo, forse non resta niente; e quello che sto scrivendo è solo un freddo esercizio di stile. Ma se vivo, finchè vivo, voglio giocare ad occhi aperti la mia partita. Essere testimone attiva della gentilezza e della sua sconfitta. Voglio morire, sebbene stremata, fra le braccia di un sogno.”
Mi vergono di questi governanti, ignoranti, che non hanno ospitato la camera ardente a Palazzo delle Aquile di Michele Perriera.
Cara Lisa non l’ho mai dimenticato ha lasciato in me un segno indelebile da quando ho avuto la fortuna di averlo come insegnante di lettere a scuola media.MI stringo a te.
Ho conosciuto il teatro assistendo agli spettacoli di Michele Perriera.
Non avevo cultura teatrale, ma,quando scendeva il buio ed iniziava la rappresentazione venivo trasportato in un altro mondo, la magia del teatro mi catturava,una meraviglia infantile mi coglieva mentre gli attori si muovevano sulla scena.
Sono passati tanti anni ,a il ricordo di quei momenti è indelebile, Perriera e il suo teatro fanno parte dei miei ricordi.
Quando ho saputo della sua morte sono stato molto triste,come se fosse morto un mio vecchio amico.
Mi dispiace che Palermo, sua musa ispiratrice, non gli abbia dato quanto lui avrebbe meritato, ma in questo la nostra città purtroppo non si smentisce mai.
Ciao Michele,buon viaggio.
non ti dimentichiremo.
Roberto
Cara Rosalba (non ci conosciamo,in realtà) volevo dire a te e a tutti coloro che ci leggono, che invece a Palazzo delle Aquile è stata allestita la camera ardente di Michele Perriera, proprio il 12 settembre, giorno in cui hai inviato il tuo commento. Ad onor del vero.
Caro Orazio, il termine pochi è relativo certo, ma penso che Michele mancherà a tutti coloro che lo hanno conosciuto, amato, letto, a tutti i suoi allievi, i suoi attori, i suoi colleghi, la sua famiglia. Credi siano pochi? Io no.
Ho conosciuto Michele dapprima attraverso i suoi spettacoli (La cantatrice calva al Piccolo, i fisici al biondo, aspettando godot non mi ricordo dove) poi ho fatto la sua scuola. Me l’ha offerta da signore quale era solo perché l’anno prima nonn mi aveva ammesso e ne era dispiaciuto. Questo era Michele. Poi diventai uno dei suoi attori dei Pavoni, di Morte per vanto e del mio Him che mi fece rappresentare al capannone.
Dico ad Orazio che il suo “pochi” è una bestemmia. Gli allievi di Michele sono moltissimi e poi mi sembra che la tua penna non vada al di là di Villsbate e Misilmeri. A noi manca già tantissimo.
Un abbraccio a Lisa, Gianfrqanco , Giuditta
Silvano Baldi