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venerdì 11 ott
  • Miracoli palermitani

    Staccando l'ombra da terra
    (foto di Gilberto Gaudio)

    In questa città a volte capitano dei miracoli. Anzi, diciamola tutta, in questa città a volte ci sono persone che fanno sì che accadano miracoli. In questa città c’è gente che lavorando onestamente, con pochi mezzi, con tanta fatica e con tanta passione rende felici altre persone. E, molte volte, a costo praticamente zero. Mi prendo uno spazietto per parlarvi di una mia esperienza personale che ha decisamente cambiato la mia vita e che potrebbe cambiare anche la vostra. Voi che vi nascondete dietro mille scuse, voi che “preferisco la nave che è più comoda”, voi che siete aerofobici proprio come lo ero io. Adesso non voglio illustrarvi i meandri della mia mente e i motivi per cui si diventa aerofobici (perché non si nasce aerofobici, questo è chiaro!) ma vi voglio parlare di un progetto che nato in via Roma nella sede dell’Asl oggi Asp 6 e voluto da un team di psicologi in gamba ha permesso di far spiccare il volo a tutti coloro che fino ad oggi avevano le ali tarpate. Il progetto si chiama Paura di volare, no problem e nasce come tutte le cose belle da un caso fortuito saputo ben interpretare dalla dottoressa Mitì Triscari e portato poi avanti anche da Valerio D’Angelo e Viviana Urso. Vi spiego come funziona, da utente, da persona che si è avvicinata a questa nuova avventura con la voglia di migliorarsi e di superare un proprio limite. La mia più grande sorpresa iniziale è stata quella di vedere che tantissime persone hanno paura di volare. Quando dico tantissime intendo davvero un numero spropositato, se considerate per esempio che la lista d’attesa per accedere al corso, è di almeno un paio di anni. Non solo, al corso partecipa chiunque. Giovanissimi, pensionati, manager, giornalisti, casalinghe, impiegati, architetti. Chiunque e a qualsiasi età può incappare nella paura di volare. Altro fatto che mi ha sorpreso, e che d’altra parte era proprio il mio caso, moltissime volte la paura di volare NON è collegata a un fatto traumatico inerente al volo. Insomma nessuno dei partecipanti, che io sappia, era il sopravvissuto di un disastro aereo motivo per cui avrebbe avuto tutta la mia comprensione per non voler ripetere l’esperienza del volo. I gruppi sono formati da cinque persone con le quali poi si instaura anche un bel rapporto e con le quali ti confronti subito parlando delle reciproche fobie. Lì, nell’anticamera prima dell’inizio della terapia, si assiste sempre a una bizzarra gara: chi è il caso umano peggiore. “Io volo ma mi prendo 3 xanax e 2 tavor”, “io non volo ma vado a trovare mio figlio in Germania ogni mese in treno”, “Io una volta ero salita sull’aereo e prima del decollo ho chiesto di scendere fermando tutto” e altre storie simil-horror come queste. Quando si entra nella sala della terapia lo scenario incute un certo timore, sensazione che poi ho scoperto essere di tutti i partecipanti. Le poltrone su cui sedersi, infatti, sono molto simili (anche se moooolto più comode) alle poltrone che si trovano sugli aerei. Orrore! Anche in questo caso le proposte più disparate “no, grazie io sto in piedi”, “vabbe’ guardi io mi appoggio alla parete”. Riuscire a sedersi è anche in questo caso una impresa che però una volta realizzata porta ad una certa soddisfazione. Affrontate più o meno facilmente le sedute si passa alla prova pratica: la visita in aeroporto. Qui ci accoglie il comandante Dario Catalisano della Wind Jet (la compagnia aerea partner del progetto). Siamo tantissimi e lo guardiamo come si guarda un guru sceso dalla montagna dopo dieci anni di eremitaggio: con timore reverenziale e con un po’ di sfottò per la follia del gesto. Perché parliamoci chiaro, per chi ha paura di volare, chi sceglie di fare il pilota o l’hostess deve avere per forza qualche rotella fuori posto! Il comandante ci permette quindi di fargli le più assurde domande “ma se ci sono le turbolenze si cade?” “non è meglio volare solo quando c’è bel tempo?” “ma se qualcuno si sente male sull’aereo che fate? Lo buttate giù?” e altre amenità simili. Lui con pazienza e persino sorridendo riesce con classe a rispondere a tutti riuscendo persino a dare spiegazioni che in parte ci appagano. La seconda fase della gita consiste nella visita sopra l’aeromobile fermo. Anche in questo caso la domanda degli aerofobici nasce spontanea e dalla coda del pulmino che porta sull’aereo si sente una voce che dice “non è che ci fate il trappolone e partiamo all’improvviso??!?!” Risata (nervosa) generale e parola d’onore di pilota e dottori che assicurano che no, questa volta non partiremo. Così ci sediamo su queste benedette poltrone un po’ timorosi, un po’ sudaticci…e proprio qui sopra il comandante effettua tutte le operazioni di routine che si dovrebbero fare prima di un volo: hostess sorridente (che in effetti ci guarda come se fossimo alieni) …”in caso di necessità l’alloggiamento sopra la vostra testa…”…”assistenti di volo prepararsi al decollo”…per fortuna qualcuno sempre dalla coda rompe il silenzio catatonico che durante queste normali manovre pare avere avvolto tutti ribadendo il pensiero collettivo: “Niente trappolone, l’avete promesso!!” Risata generale questa volta più distesa e il gruppo inizia quasi a rilassarsi i rumori diventano familiari lo spazio sembra meno angusto di come appariva in passato.
    Qualche settimana dopo è il momento del battesimo del volo. Il momento sacro, il passaggio supremo tra me adesso e un me migliore che mi aspetta a Roma. Ognuno di noi, ha la possibilità di effettuare decollo o atterraggio in cabina con i piloti e qui tutto diventa diverso, immenso e piccolo, forte e fragile tutto è come sempre è stato: il cielo, le nuvole, l’aria, ma sono i miei occhi diversi è la mia percezione che si è spostata un passetto più in là, proprio lì dove, per dirla in chiave cinematografica osano le aquile e da oggi, anche io.

    Palermo
  • 16 commenti a “Miracoli palermitani”

    1. Bel pezzo della simpatica aquilotta

    2. Complimenti!
      Riuscire a superare un proprio limite, anche con “l’aiuto” di qualcun altro, è senz’altro un fatto positivo.
      E ora, il prossimo obiettivo quale sarà?
      Un bel lancio con il paracadute? 😉

    3. Un mio collega ha partecipato a questo corso circa 2 anni fa, parlandomi con entusiasmo di questa esperienza, quando abbiamo affrontato l’argomento in vista di un viaggio che io dovevo fare per motivi di salute di una mia familiare. premetto che ho volato gia’ 5 volte in diversi periodi, ma continuo ad avere una profonda paura dei viaggi aerei.
      Lui mi ha incoraggiata e mi ha chiesto di provare a fare il corso, comunque dopo pochi giorni io sono partita(da sola senza il mio compagno!)il 13 febbraio 2009, alle 06,30 con un tempo da lupi, c’erano 3 gradi,grandinava e Palermo aveva le montagne (compreso Monte Pellegrino) coperte di neve. Terrorizzata ma pronta ad affrontare le mie paure. all’andata tutto bene. Al ritorno, partendo da Fiumicino con tre ore di ritardo, ballando tutto il tempo del viaggio con forti scossoni per delle turbolenze infinite, arrivati sul cielo di Palermo pronti per la discesa all’aeroporto Falcone-Borsellino, il Comandante ci avvisa che l’aeroporto è stato chiuso per il ghiaccio sulla pista e i forti venti e dobbiamo “sostare” in aria in attesa dell’OK della Torre di Controllo. A tratti iniziavamo la discesa e poi si risaliva perchè non si poteva atterrare, tutto questo per tre volte. A questo punto ho desiderato di non essere mai partita, pentendomi di avere provato a sconfiggere la paura visto il guaio nella quale mi trovavo!
      Come Dio volle finalmente ci hanno permesso di atterrare, io quasi baciavo il suolo natìo, sollievo per tutti i passeggeri e promessa solenne da parte mia di non volare più.
      A tutt’oggi non desidero salire più su un aereo, nemmeno da fermo!

    4. @XTIGRE superare le paure non significa non averne più! la brutta esperienza che ti è capitata certamente scoraggia ma mi viene da dirrti…alla fine sei atterrata sana e salva e tutti gli altri voli del giorno sono partiti e atterrati ugualmente senza problemi. Sicuramente il volo in aereo può generare stress ma ti stupiresti nello scoprire che la paura di volare non è solo legata all’esperienza negativa contingente ma è un malessere trasversale che attraversa tutta l’essenza di una persona. Io posso dirti che superando questo limite sono anche riuscita a superarne altri che non credevo ASSOLUTAMENTE che fossero collegati con l’aerofobia. Perdonami se insisto non conoscendo la tua storia ma davvero…i miracoli ogni tanto avvengono!

    5. @XTIGRE il percorso terapeutico che proponiamo all’interno del Laboratorio per i Disturbi Psicosomatici è un’esperienza utile che ti suggerisco per “evitare di evitare” le tue paure.
      il percorso è una sorta di resettaggio che, pur non avendo la pretesa di rivelare verità assolute, consente di fare luce sulle possibili cause, più o meno recondite del malessere e del sintomo.
      si scopre così che l’aereo ha ben poco a che fare con il nostro reale problema che, essendo però disturbante, merita di essere affrontato.
      se fossi interessato, contattaci allo 0917032254/44
      ti aspettiamo

    6. Fammi capire.. TU hai paura di volare e ti fanno stare in cabina di pilotaggio decollo o atterraggio.
      Io che NON ho paura ma ho lo spinno di vedere decollo e atterraggio dalla cabina non posso.
      Allura ora mi scantu puru iu!

    7. puoi fare tutti corsi che vuoi ma se l’aereo cade che fai? ti vengono a prendere gli insegnanti del corso?

    8. se l’aereo cade non hai nessuna possibilità di salvezza cosa che invece può esserci se l’incidente avviene in nave o treno. quindi piu che spendere sldi per un corso compratevi un bel rosario

    9. spero di aver contribuito a tranquillizzarti

    10. Cara Maria Letizia, il tuo pezzo è proprio delizioso, è stato un reale piacere leggerlo!
      Grazie anche per l’informazione, consigliero’ questo corso a mio zio che ogni volta che prende l’aereo rischia l’infarto e mi considera una pazza dato che appartengo alla categoria che tu hai definito senza una rotella…! 😉

    11. @effe probabilmente se ti avessi letto un anno fa avrei già fatto scorta di rosari (come suggerisci tu). Oggi invece mi fai solo sorridere. Consiglio anche l’acquisto di un bel San Cristoforo protettore dei viaggiatori (che non si sa mai…)

    12. effe telefona allo 0917032254/44

    13. Hei Leti sono il nonno! Capisci a me.
      89 anni palestra quotidiana, quell’arzillo vecchietto che ti vuole tanto bene.
      Sono contento che tu abbia superato in qualche modo le tue paure per il volo.
      Mio figlio che è ingegnere meccanico mi ha più volte spiegato che l’aereo è il mezzo di trasporto in assoluto + sicuro. Il livello di sicurezza con cui vengono costruiti e gestiti è 10 volte superiore a qualsiasi altro tipo di costruzione. Il suo professore di scienza delle costruzioni (il grande Mazzarella) era solito dire agli studenti:. Un bacione

    14. effe invece di pensare “se l’aereo cade” dovresti concentrarti di piu su quante persone muoiono attraversando la strada o al volante dell’automobile……..solo che un incidente stradale fa molto meno notizia di un aereo che cade

    15. Stò facendo in questo periodo il percorso terapeutico di che trattasi e proprio oggi ho saputo del “pezzo” scritto dalla Affronti su Rosalio. Faccio i complimenti a Maria Letizia (quella del “trappolone” è forte) ma anche ai professionisti ( in primis a MITI ma anche a Valerio e Viviana )che con grande passione (si vede e si avverte chiaramente) portano avanti questo progetto. Sicuramente riprenderò a volare, credo con meno ansia di prima, ma certamente, per chi ha più o meno la fobia del volo, è una esperienza da fare perchè, oltre alle nozioni forniteci, alle tecniche di training autogeno e quant’altro, secondo me è anche molto utile e “terapeutico” il confronto con gli altri “pazienti”, con i quali si instaura anche un bel rapporto. n.b. per Effe: il Rosario và sempre bene, cerca di “vedere” le cose in maniera diversa…….anche facendoti aiutare da persone come Miti, ecc…

    16. Ho letto solo adesso il divertente pezzo della Affronti ed i commenti che ha suscitato. Io, purtroppo, appartengo allo “zoccolo duro”, cioè a quella sfigatissima minoranza che, pur avendo partecipato al corso, continua ad avere una paura folle di volare. Ho preso più volte l’aereo dopo “la cura”, ma il risultato è sempre lo stesso: mal di pancia, sudorazione, panico allo stato puro! Non so più cosa fare, mi sento un’idiota e capisco che questa assurda paura costituisce un limite sia per me che per chi mi sta a fianco. Helppppppppppppppppp!!!!!!!!!!!!

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