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lunedì 14 ott
  • Pazzi e contenti

    Lo scemo del villaggio è un personaggio irrinunciabile in qualsiasi centro abitato. Qualcuno disse che era così divertente che ogni paese ne voleva per forza uno. Ma noi siamo in una città e anche lo scemo del villaggio ha subito una metamorfosi metropolitana diventando “’u fuodde” della via Tal dei Tali. Recentemente mi sono trasferita a vivere in un quartiere che mi ha immediatamente affascinato perché è una specie di minestrone nel quale una via popolare come via Montalbo, si mescola con via dei Cantieri dove la mattina incontri gli operai con le tute blu che si apprestano ad andare alla Fincantieri; dove la sirena dei cantieri navali scandisce le mie giornate come una campana laica di una chiesa fatta di metallo, fumo e rumore.
    In questa zona c’è un ufficio postale. Una mattina, mi trovavo incastrata in una lenta fila per pagare una bolletta e quando ormai a passo stanco stava per arrivare il mio turno un vociare animato mi riportò al presente e mi accorsi che il tipo davanti alla sportellista, un uomo sulla cinquantina, si dimenava urlando “VASTASI! SITI TUTTI VASTASUNAZZI! SCHIFIU!!!” e continuando a vociare si dileguò dalla porta d’ingresso e scomparse nel caos della via.
    Mi guardai intorno cercando gli sguardi degli altri avventori ma trovai solo gente in parte divertita, in parte totalmente indifferente. Così mi voltai con un po’ di agitazione anche verso la sportellista che aveva appena subito la sciabolata di insulti. Niente. Il suo volto tirato non lasciava trasparire la ben che minima reazione così le chiesi, visto che nel frattempo era giunto il mio turno, “tutto bene?” e lei, senza distogliere gli occhi dal suo monitor, “si si, non si preoccupi. Ci fa compagnia, sono 25 anni che tutte le mattine viene qui e ni pigghia pi vastasi. Lei desidera?”.
    Ammetto che rimasi abbastanza allibita. Questa volta “’u fuodde r’i puoste” forse più che mai incarnava davvero quello che vorremmo tutti urlare davanti ad uno sportellista indisponente chiuso dietro un vetro che con voce metallica ci comunica, dopo che abbiamo superato un serpentone di una ventina di persone, che abbiamo sbagliato fila e che per fare la raccomandata bisogna andare allo sportello 3.

    Palermo
  • 15 commenti a “Pazzi e contenti”

    1. Allora ti dó un consiglio, ma ascolta attentamente perché non lo ripeteró due volte: Apri il conto alla posta, ti costa 5 euro al mese, fatti il conto online. Io sono…si, piú di 12 mesi che non vedo uno sportello postale e sono un uomo felice (so che c’entra poco con il tuo post, ma mi sono soffermato all’ultimo paragrafo).

    2. “I fuoddi” e gli scemi del villaggio servono per animare le giornate dei sedicenti “normali”, senza di loro ci annoieremo e tutto sarebbe troppo e banalmente normale. Attenzione agli eccessi però.
      Vedila così: senza “u fuodde” della posta la tua attesa sarebbe stata più noiosa e pesante.

      Brava, Lety! i tuoi articoli sono sempre divertenti e ben scritti. Dal tuo (ex-)collega, SC

    3. I”fuoddi” da sempre affascinano. La letteratura da Pirandello a Shakespeare ha fatto del fuodde l’emblema dell’uomo libero. Quanto è liberatorio portare avanti la propria lotta contro istituzioni e burocrazia con un bel SITI TUTTI VASTASUNAZZI! Avrai modo di accorgerti Maria Letizia che sono più i fuoddi di via dei cantieri che quelli della via montalbo e che la vecchina del pane in fondo tanto fuodde non è.

    4. pensandoci bene unniera puoi accussì tantu fuoddi!!

      capovolgiamo i personaggi all’interno della scena:

      alla posta, in un mondo di pazzi (ci sta), entra una persona normale, va dalla cassiera (anche lei ora “fuodde”, se in quell’altro mondo era considerata normale) e le urla in faccia “VASTASI! SITI TUTTI VASTASUNAZZI! SCHIFIU!!!”

      ecco così mi sembra una scena normale…cosa c’è di strano?non fa bene?
      purtroppo, oggi, sarebbe ‘u fuodde ra puosta ra via tal dei tali

      oggi 13, un altro giorno

    5. ne ho conosciuto uno analogo (sarà lo stesso?) alle poste della stazione (via rocco pirri)

    6. Nel mio quartiere (Arenella) abbiamo più di un fuaddi che si aggira per le strade.. posso considerarmi una persona fortunata?
      Li conosciamo tutti e nessuno fa più caso alle loro stranezze anche se fanno spesso sorridere. C’è Pinuzzo che è fissato con i cavalli e se vuoi farlo andare in bestia offendi Varenne e scansati.. Poi c’e’ Claudio che va in giro vestito da cow boy e parla con le cicche di sigarette, Pasquale che fino a qualche tempo indossava solo abiti in pelle nera e diceva di voler essere come Jim Morrison, preannunciando la propria morte che sarebbe avvenuta all’età di 33 anni proprio come Jim, ma poi appena si è avvicinato il momento pare abbia cambiato idea decidendo di continuare a vivere (: . POtrei continuare ma mi fermo qui..
      Ciao a tutti

    7. senza quel fuoddi tu non avresti scritto questo articolo…. anzi a ben pensarci anche tanti altri e allora , se le stranezze ( chiamiamole così ) possono essere manipolate da persone come te, con tanto calore e colore per dare un’impronta di allegra spensieratezza alla nostra quotidianità, ben vengano !
      sei fantastica Lety

    8. proprio poche sere fa, intorno alle 18,30 uscendo dal lavoro, inforco la mia bici, accendo il faretto e cuffiette nelle orecchie e via… le prime pedalate sul marciapiede in cerca di uno scivolo per scendere in strada. vedo un omone con occhiali a fondo di bottiglia, occhi fortemente strabici e incrociati e mento “a cazzuola” che pare rivolgersi a me per dirmi qualcosa. freno, tolgo una cuffietta dall’orecchio e chiedo: “come scusi?” e lui mi ripete con la stessa faccia convinta: “lei sa che potrebbe essere la persona giusta per vincere il mongolino d’oro?”…
      rimetto su la cuffietta, rinsello la mia fiamma (è questo il nome della mia bici), e ringrazio l’omone.
      ho fatto tutta la strada di ritorno ridendo da sola mentre pedalavo. la gente mi guardava incredula ai semafori: avevo gli occhi pieni di lacrime e non riuscivo a fermarmi dalle risate. quella sera credo di essere stata “a fuaddi ca bicirietta”.

    9. Aspettavo il tuo nuovo pezzo con “ansia”.
      Mi sono immedesimato in te.
      Certo che è “u pazzu” sarà un personaggio:“VASTASI! SITI TUTTI VASTASUNAZZI! SCHIFIU!!!”

      Bellissimo!!!!

      Come sempre… sei splendida nel raccontare le storie.

    10. …ciao letizia… dalle mie parti c’ è un altro “Tipo” niente male…con scopa e paletta spazza la strada…eccezionale ed utopistico ma è vero! lui spazza…dalle cicche ai rifiuti piu ingombranti… la cosa triste e quando una volta ho visto dei ragazzini divertirsi nel buttare cose per terra e nel vederle sparire in un batter d’occhio…colgo l’occasione per ringrazirLo a nome del quartiere…che ha un asfalto pulito da far invidia al salotto della Sala degli specchi di Versailles ma un eccesivo quantitativo di rifiuti giganteschi che i Signori dell’Amia non si degnano di portar via…insomma chi è il piu Strano di questa storia? i ragazzini “vastasi”, l’Amina strafottente o U Fuodde???

    11. Cade a pennello un passo del “Berretto a sonagli di Pirandello”
      “Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!”
      🙂 grazie a tutti….Fuoddi e non!

    12. Ma come è possibile che qui a Milano non si vedono in giro i “ fuoddi “ forse ci sono ma non ci facciamo più caso.
      Invece a palemo e precisamente a Tommaso Natale ne avevamo un paio che erano lo spasso di noi ragazzini , quello che ci piaceva di più era lo sceriffo ( mai saputo perché lo chiamavano così, anzi se qualcuno lo sa mi piacerebbe saperlo ) età indecifrabile , faceva avanti e indietro, ininterrottamente tutti i giorni con qualsiasi tempo , mondello – sferracavallo, senza fermarsi mai neppure quando noi ragazzini lo seguivamo per un bel po’ di strada e gli parlavamo inquietandolo e cercando di farci spiegare perché non si fermava mai , e come si chiamava e dove andava e non si stancava , ma lui non ci rispondeva mai , però quando vedeva che per seguirlo stavamo andando fuori paese e allora si voltava e ci assicurava provocando in noi una reazione di paura –divertimento e appuntamento al prossimo ritorno chiaramente se non eravamo impegnati in un altro gioco più divertente di lui , ma era poi tanto fuoddi ????

    13. leggere le tue storie è come leggere un libro le cui pagine si sfogliano lentamente e piacevolmente per la paura che finiscano presto!Aspetto la tua prossima storia …

    14. Tanti anni fa, forse 25, c’era un giovane che si piazzava ai quadrivi di via Libertà, con preferenza per quello di via Siracusa. Era fornito di un fischietto e si metteva a regolare il traffico, (anche allora a Palermo ce n’era bisogno). Era così determinato e abile che gli automobilisti rispettavano le sue indicazioni ed il traffico ne risentiva positivamente. Ce ne fossero stati e ce ne fossero vigili così professionali! Io comunque mi rifiuto di chiamare un personaggio del genere “fuoddi”. Nello stesso periodo si incontrava alle fermate dell’autobus o sui mezzi stessi un ragazzo dagli occhi ed uno sguardo dolcissimo che, parlando con l’autista e con i passeggeri, elencava tutte le linee degli autobus e ne descriveva tutti i percorsi e tutte le relative fermate con una precisione incredibile. Ce ne fossero all’Amat di gente di questa competenza! No, non posso proprio chiamarli fuoddi!

    15. Com’è noto a tutti (e come Alajmo ci insegna) il repertorio dei “pazzi” della Città di Palermo è molto vasto.
      Ma basterebbe ribaltare tutto, basterebbe cambiare punto di vista, basterebbe vedere le cose da un’altra angolazione…per rimettere tutto in discussione.
      Io sono particolarmente affezionata ad un ragazzo che incontro in qualsiasi parte della Città, a qualsiasi ora del giorno, che saluta tutti al grido di BUONGIORNO-BUONGIORNO o BUONASERA-BUONASERA a seconda dell’orario. E conosco tanta altra gente “normale” che non saluta mai…neanche per buona creanza!

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