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venerdì 29 mar
  • I romani con la coppola

    Da qualche tempo Palermo ha un “primato” in meno, non è più la capitale della mafia.
    È scoppiato lo scandalo mafia-capitale ed alcuni palermitani si sono posti una angosciosa domanda; ma questi romani come hanno imparato il mestiere?
    La globalizzazione favorisce gli interscambi culturali e criminali, ma questa vicenda originale e originaria merita una risposta più approfondita, per trovarla dobbiamo leggere la cronaca con l’occhio della storia; vi chiedo uno sforzo per compiere insieme un viaggio nel passato.
    Le sorti della seconda guerra mondiale arridevano ad Hitler, i sottomarini tedeschi affondavano qualsiasi imbarcazione mettesse la prua appena fuori il porto di New York, la intelligence stelle e strisce attribuiva alla mafia siciliana la responsabilità delle soffiate, la vendetta per il pugno duro della casa bianca contro il crimine organizzato made in Italy.
    Il presidente degli Stati Uniti Roosevelt incaricò i servizi segreti di contattare il capo dei capi Lucky Luciano, ospite del carcere di Dannemora, ma considerato ancora l’indiscusso leader.
    Le due parti siglarono segretamente un compromesso e da quel momento cominciarono un rapporto di collaborazione; le sorti della guerra invertirono rotta e la mafia, come da accordi, spianò la strada agli yankee per lo sbarco alleato in Sicilia, in cambio avrebbe ottenuto il governo dell’isola a guerra terminata; e così fu.
    Vi era un nuovo nemico da combattere, lo spettro del comunismo aleggiava su tutto il mediterraneo, se Stalin avesse messo le mani sul bel paese avrebbe dato scacco all’occidente in virtù della posizione strategica in cui sorge la penisola italiana, segnatamente la Sicilia.
    La neonata CIA attuò tutte le tecniche di infiltrazione di cui era capace per imporre nel nostro paese un regime democratico e filo americano, a tal scopo si fusero tra loro vari elementi che contribuirono al raggiungimento del risultato finale.
    La mafia e la chiesa, Palermo e Roma, ebbero un ruolo centrale nelle vicende della Democrazia Cristiana, uomini di chiesa e uomini d’onore, uniti nello scellerato patto anticomunista per salvaguardare i beni della chiesa, il potere di cosa nostra e servire all’unisono il padrone stelle e strisce.
    Qualcuno oltreoceano pensò che non era sufficiente, furono aggregate alla comitiva la massoneria, i servizi segreti deviati, l’estrema destra che aveva sede operativa a Roma.
    Ecco il connubio, lo spaventoso inciucio che la notte dell’otto dicembre 1970 stava per portare al colpo di stato, il famoso Golpe Borghese saltato all’ultimo momento e che vedeva protagonisti i picciotti in trasferta a Roma con un ruolo operativo: avrebbero dovuto uccidere il capo della Polizia Angelo Vicari.
    Questo era il patto segreto tra la mala romana, capitanata dal principe Borghese e cosa nostra; il tutto sotto l’egida della CIA che teneva i fili del burattino, l’asse Roma – Palermo – New York, braccio armato dei servizi segreti americani per combattere e sconfiggere il comunismo.
    Cade il muro di Berlino, mafia ed estrema destra rimangono amici e continuano il loro moto criminoso per conto loro, ben innestate nella società e nelle istituzioni; Palermo e Roma sono le due capitali di queste organizzazioni, gli americani ritirano i tentacoli, il cancro rimane.
    L’amicizia tra i due clan continua, anni ed anni di contiguità hanno creato un interscambio di informazioni e tecniche operative; i romani imparano, sono svegli, si sono sicilianizzati, gli americani anche; la politica estera degli Stati Uniti ricorda le strategie mafiose di protezione ed intermediazione parassitaria.
    Non dobbiamo sorprenderci di tutto questo, in fondo, l’estrema destra è riconducibile al fascismo che fu e non c’è nulla che ricordi la mafia quanto il fascismo.
    Dicembre 2014 scoppia lo scandalo mafia capitale, «Ma questi sono peggio dei siciliani» qualcuno esclama sorpreso; non ci si deve sorprendere, dobbiamo preoccuparci.
    La mafia, le sue idee e la sua cultura hanno valicato i confini, la globalizzazione la sta veicolando ovunque; la si combatteva nei latifondi quando era già politica, la si cercava a Corleone quando era a Roma.
    La si combatte a Roma ora che si è internazionalizzata.

    Ospiti
  • Un commento a “I romani con la coppola”

    1. 1943-1989. Un’isola intera e la relativa popolazione in ostaggio. Tutti condannati al sottosviluppo ed al servaggio psicologico, coinvolti nostro malgrado in una guerra che non ci apparteneva. Ancora oggi e per lungo tempo pagheremo i conti del passato.

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