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venerdì 26 apr
  • Cultura cattiva

    Ieri mattina mi sono imbattuta in questo cartellone pubblicitario.

    Manifesto alle Mura delle Cattive

    Erano le due del pomeriggio, sul marciapiede ci potevi friggere le panelle e per strada c’eravamo io con il mio gelato nocciolaepistacchio e un gatto disperato in cerca di un triangolino d’ombra.
    Passeggiavo. Un rivoletto di sudore tra maglietta e schiena e una specie di gioia speranzosa nel cuore pensando che, in fondo, nonostante tutto, nonostante i miliardi di problemi, nonostante l’immondizia, le strade che si sgretolano sotto le nostre scarpe e i nostri pneumatici, nonostante i politici pasciuti rimpinzati dai nostri soldi, nonostante i posteggiatori e tutte le assurdità e i paradossi che disegnano i contorni di questa città, Palermo, a me, mi fa impazzire. Mi piace proprio tanto. Anzi, mi piace a tal punto che a volte non riesco a immaginarmi in altri posti se non qui. Vabbe’, direte voi, arriere con un altro tormentone dal tema evviva la bellaggente, i cannoli, le arancine, il sole e il mare tutto l’anno. No. Non sto parlando né di gastronomia, né di meteo né della tanto narrata solarità di cui noi siculi siamo portatori sani e inconsapevoli fin dalla nascita. Sto parlando di Cultura. Ebbe’ si, perché volenti o nolenti, noi, nell’Arte, nella Storia e nella Cultura ci sguazziamo in ogni angolo, qui a Palermo. E ne prenderemmo seriamente coscienza se solo ogni tanto ci nascondessimo e ci divertissimo a scrutare le facce alluccute dei turisti che camminano per strada. Loro si fermano a ogni pietra, a ogni pezzo di muro intarsiato, a ogni cornicione decorato e pericolante di cui noi non conosciamo nemmeno l’esistenza se non quando l’area sottostante viene recintata per rischio crolli. Li vedi li, i nostri turisti, fermi con il naso all’insù che indicano e sorridono tra loro, poi sbirciano nella guida turistica, indicano di nuovo e fotografano, andandosene infine allegri e soddisfatti verso un’altra tappa del loro giro. E tu guardi là dove loro si sono soffermati e non vedi niente, riguardi di nuovo e cerchi qualche indizio, qualche targa che indichi magari il nome di un palazzo famoso, o chessò una delle diecimila chiese di cui non conosci il nome. E quasi ti viene da dire: «Ma chi minchia ci sta fotografando?». E te ne vai per la tua strada pensando che, bah, sti turisti sono tutti mezzi giapponesi che fotografano ogni cosa. Un ci siddìa? Ma no, perché invece loro lo sanno che qui siamo circondati da Bellezza e da Cultura. Loro muri intarsiati per strada non ne hanno. E se ce li hanno, li hanno già prelevati e messi sotto una teca di vetro dentro un museo e tu per vederli devi pagare 10 euro e manco la foto ci puoi fare.
    Insomma va, stavo pensando a tutte queste belle cosette e a quanto mi piace la mia città, così pregna di cultura in ogni dove, quando mi imbatto in questo cartellone pubblicitario e, evidentemente a causa di un brusco aumento della mia temperatura corporea, il gelato comincia a sciogliersi inesorabilmente, colandomi tra le dita e rendendomi la mano così appiccicosa da essere un tutt’uno con la cialda, senza più la possibilità di scollare le dita tra di loro. E meno male, perché altrimenti avrei scritto quest’articolo lì, seduta sui gradini, con le dita tremanti sulla tastiera dell’iPhone e con il sudore che mi grondava lungo la schiena dai nervi e dal caldo.
    Caro sindaco, dico, ma non c’era proprio niente di meglio da metterci li, proprio li, all’ingresso della passeggiata delle Cattive? Dai sindaco, ma è uno scherzo? Sembra la pubblicità venuta male dello yogurt Muller gustociliegia. Manca solo una voce fuori campo che, suadente, dica «Fate l’amore…con il sapore». Uao. No, io non ci voglio credere che questa sia stata davvero l’unica cosa che avevate da metterci, sindaco, che tu il sindaco lo sai fare, no? Oppure forse tu, sindaco, non c’entri niente, ma qualcuno al posto tuo questa schifezza l’avrà commissionata a qualcun altro. E ci sarà stato chi avrà pensato allo slogan, chi avrà fatto le foto alle modelle, chi le avrà truccate e gli avrà messo la ciliegia in bocca e il velo nero sulla testa. Ci sarà stato chi si sarà occupato dell’editing e che avrà creato il risultato finale. Ci sarà stato chi, alla fine, l’avrà anche visto questo risultato e avrà detto «Mi, buona è, apposto. Sapurite ‘ste picciotte». E, per finire, qualcuno sarà anche stato pagato, come è giusto che sia, per il lavoro svolto.
    Fatto sta che oggi, lunedi 13 luglio, ore 14.00, quel cartellone sta li davanti a me che mangiavo tranquilla il mio gelato ma che adesso non mi va più perché mi viene da vomitare. Si, da vomitare.
    Ecco, io vorrei parlare con tutti quei qualcuno che hanno contribuito alla realizzazione di questa fantastica pubblicità. Intanto, vorrei capire cosa pubblicizza. Perché vedete, li c’è scritto Arte, Cultura, Teatro, Concerti eccetera. E queste parole sono scritte proprio così, come le sto scrivendo io, con l’iniziale maiuscola, perché è proprio con l’iniziale maiuscola che io le penso, quando penso a Arte, Cultura, Teatro, Concerti. Insomma, cose serie, intendo. Cose belle. E invece qui io c’ho due ragazze, che poverine non hanno nessuna colpa, ma che si ritrovano avvinghiate e mezze nude (t’ummaggini se il cartellone fosse stato a figura intera e non a mezzobusto?) con ciliegia accostata alle labbra, sguardo lascivo da triglia lessa e make-up da battona (ebbe’ si, le hanno contestualizzate nella location adatta in effetti). Dico, tutto possono ispirare ‘ste ragazze ma proprio l’idea di Arte, Cultura, Teatro e Concerti, ecco, non credo che siano esattamente le prime cose che uno va a pensare, va. E si che hanno scelto una bella zona per questa serie di eventi. Siamo nel cuore di Palermo, tra Porta Felice e Palazzo Butera. Siamo alle Mura delle Cattive, uno dei luoghi simbolo con vista mare della nostra città.
    Solo quel riferimento, quel minuscolo dettaglio del velo nero, in teoria, dovrebbe rimandare alla storia di questo posto speciale, che domina tutto il Foro Italico. Peccato però che, messo così, altro non sembri che un dettaglio erotico di un quadretto trash davvero di cattivo gusto.
    Ma vediamo, alzi la mano chi di voi sa perché le Mura delle Cattive si chiamano così!
    Ecco vedi, Sindaco, non lo sanno. No, vabbè, proprio voi magari lo sapete perché leggete Rosalio e quindi oltre che simpatici siete pure picciotti a modo. Però di sicuro conoscete almeno due o tre persone che non lo sanno. Che non sanno che questa passeggiata era riservata fin dall’inizio dell’800 alle nobildonne vedove che, per via del lutto, non potevano più frequentare i ritrovi pubblici. E allora, invece che al Foro Italico, luogo classico della passeggiata vicino al mare, era concesso loro di camminare lungo questa terrazza, godendo della brezza marina e al contempo stando lontano da sguardi indiscreti. Il termine “cattive” deriva da captive che vuol dire prigioniere e rimanda alla condizione di prigionia del lutto cui la donna vedova era costretta. E non certo a ragazze “birichine” che, nude, giocano tra loro con ciliegie, veli neri e chissà quali altri accessori.
    Insomma, non mi dilungo oltre sul pessimo messaggio che una pubblicità del genere possa dare. E non mi addentro nemmeno in discorsi complessi quali la strumentalizzazione del corpo femminile in queste situazioni (anche se sarebbe il caso) perché tanto se ne parla sempre e non cambia mai nulla. Mi limito a dire che poteva essere una buona occasione per far conoscere ai palermitani un pezzo di storia della loro città. Poteva essere un’occasione in cui, tra un concerto e una mostra, tra un evento e un altro, il palermitano si sarebbe chiesto, complice una pubblicità azzeccata, il perché delle Mura delle Cattive. Poteva essere una bella occasione, si. E invece, caro Sindaco, o chi per te, quest’occasione è stata persa. Perché l’immagine che resterà associata alle Cattive sarà quella di queste ragazze che di cattivo non hanno nulla se non il gusto dell’ideatore del manifesto su cui sono appiccicate.

    Ospiti
  • 22 commenti a “Cultura cattiva”

    1. Cara Michela standing ovation ad oltranza!
      Riallacciandomi al tua esauriente spiegazione sulle nobildonne vedove, vorrei precisare che alle poverette era concesso uscire a prendere una boccata d’aria al tramonto e non prima, solo un ora e con l’orologio puntato.
      Ma il sindaco “Ollando” cosa vuoi che ne sappia…intanto, se non hanno rimosso il cartellone, stasera pensa un po’, lo vedrà anche la Santuzza!
      Cari saluti.

    2. Ciao Patrizia, grazie , non conoscevo questo dettaglio!
      Non credo che rimuoveranno il cartello…figurati.. E nemmeno, in fondo, penso che Ollando sia il primo responsabile. Immagino se ne sarà occupato qualcuno più “dietro le quinte”.

    3. Il suo ottimo racconto è emblematico del rapporto, non certo idilliaco, tra amministrazione comunale e cittadini. Il manifesto che “pubblicizza” il ” Muro delle cattive” più che brutto è assolutamente “fuori luogo”. Credo che il ” creativo” che ha ideato tale manifesto ( certamente non un palermitano) avrà pensato che le signore che nel passato frequentavano tale luogo erano “donnine allegre” con una forte componente sadica, ( povere vedovelle scambiate per delle “mangiatrici di uomini” amorali e un po’ vampiresce) . Appare evidente che quando si prendono assessori alla cultura dall’estero bisogna mettere nel conto qualche “disavventura” culturale, tipo la mostra di Hermann Nitsch durante i festeggiamenti del “festino”. Un altro esempio di pessimo rapporto tra comunicazione istituzionale e cittadini è certamente dato da quel manifesto dove la ditta che sta installando i Tram e il comune“ non si scusavano per i disagi che stavano producendo”. Anche in questo caso si è trattato di un pessimo modo di comunicare con la gente, già infuriata per gli ingorghi e le lunghe attese in macchina. Qualche nostro amministratore pensa che i cittadini siano dei “fessi” a cui si può imporre qualunque disaggio e mal servizio, senza nemmeno chiedere scusa. Ma forse , purtroppo, hanno ragione loro.

    4. toh che strano! un articolo in cui ci si lamenta di qualcosa! -_-
      provando a parlare seriamente: critica al cartellone propria di chi non ha un cavolo da fare…non solo non ci si entusiasma perchè hanno deciso di sfruttare una location spettacolare finalmente per fare qualcosa di buono oltre a raccogliere i resti delle bevute dei panormosauri, ma ci si lamenta di come si pubblicizza la cosa!
      Ridicola la polemica sulla lascività e la nudità delle modelle…le pubblicità si fanno per essere accattivanti e destare l’interesse di chi può leggerle e questa mi sembra ben fatta, al massimo può dare lo spunto a qualche altro illuminato palermitano per spiegare agli ignari turisti qual’è la vera origine del nome del monumento.

    5. Caro Zibibbo, l’attendevo al varco. Sapevo che sarebbe arrivato prima o poi un commento del genere, anche se ad essere sincera me lo sarei aspettato meglio argomentato.

      Intanto, dato che non ci conosciamo, la inviterei a stare al suo posto evitando cortesemente di insinuare che io abbia o meno “un cavolo da fare” (visto che vuole provare a parlare “seriamente”, le rispondo “seriamente”).
      In secondo luogo, ogni pubblicità ha un target ben preciso e conseguentemente un linguaggio ad hoc la cui eleganza o complessità si abbassa o si alza a seconda del livello (sociale, culturale, fascia d’età eccetera) dell’interlocutore che si vuole raggiungere. Se è proprio il panormosauro che io voglio attirare, bene, questa è la pubblicità adatta, che attirerà proprio la sua attenzione.
      Lei ha scritto “le pubblicità si fanno per essere accattivanti”. E verò. Se voglio pubblicizzare un gelato, farò in modo che il gelato sembri il gelato più buono ed accattivante tra tutti i gelati. Se voglio pubblicizzare un’automobile o un cellulare farò altrettanto..Ma qui, mi corregga se sbaglio, si pubblicizzano “Arte, Cultura, Teatro, Concerti eccetera ” ..tutte cose che sono accattivanti già da sole e che, in ogni caso, non c’entrano assolutamente niente con l’immagine in questione.

      Se poi invece serviva solo un modo spiccio per attirare il più possibile numero di persone, beh, questo è un altro discorso, ma a questo punto non bisognava nemmeno andare a scomodare modelle, ciliegie e veli neri. Bastava mettere li qualcuno che distribuisse roba da mangiare o soldi. Mi creda che la gente arriva al volo 🙂

    6. @Michela mi scuso intanto per l’involontaria offesa, non era mia intenzione.
      mi sembra interessante il discorso del target: secondo lei chi vuole attirare quella pubblicità? secondo me è fatta per attirare il norvegese/americano/turista a caso che passa di lì e certo non sta a guardare se l’immagine della pubblicità corrisponde perfettamente alla storia del monumento…e anche per attirare tutti i palermitani che normalmente non partecipano ad eventi del genere.
      per concludere ribadisco che secondo me la pubblicità è ben fatta e in ogni caso la cosa che dovrebbe risaltare non è la pubblicità in se stessa ma il fatto che comunichi tante belle iniziative culturali, non è d’accordo?

    7. No, non mi trovo d’accordo. Si potrebbe fare lo stesso discorso per il caso delle fiere automobilistiche, dove le macchine vengono esposte con delle modelle mezzenude spalmate sopra al cofano. Certo che attirano l’uomo che passa. Ma l’uomo guarda soprattutto la donna, non la macchina. E se questa cosa è già squallida con un’automobile, figuriamoci se si parla di iniziative culturali. Lasciamo il cartellone ma cambiamo il contenuto allora.

    8. ah ok ma allora il tuo è un discorso più ampio rispetto alla pubblicità tutta, il discorso di questo cartellone è solo marginale.
      lo so che ora probabilmente mi attirerò un pò di insulti ma secondo me se la pubblicità funziona vuol dire che è fatta bene, se le donnine accanto alle macchine fanno salire le vendite di quel modello ha fatto bene il pubblicitario a piazzare la bella signorina in bella mostra (si potrebbe discutere di come tu sia arrivata alla conclusione che la signorina accanto alla macchina non suscita interesse nella macchina…anni e anni di teorie, e pratica, sulla pubblicità buttati al vento!)

    9. Preferisco questo cartellone al cumulo di spazzatura che c’era prima, preferisco le Mura aperte, alle Mura chiuse.

      Poi tutto si può migliorare, ma secondo me la notizia più importante è la riapertura di questo luogo bellissimo…ed è un bella notizia!

    10. Trovo onestamente ingiustificata questa crociata , questa caccia alle streghe, verso una comunicazione pubblicitaria che sicuramente non sarà il meglio in fatto di presentazione ma trovo in giro ci sia molto di peggio. Chissà perché poi gli attacchi da più blog e testate online li ho letti a firma femminile… Trovate davvero così offensive queste figliole ammiccanti? Siamo davvero un popolo di bacchettoni quando davvero non vi è davvero alcun bisogno di alzare chissà quale polverone. Ai tempi di Italia On Line non si scandalizzò nessuno più di tanto per la città tappezzata di fondoschiena… E se vogliamo proprio fare un discorso anti-sessista dovremmo incazzarci anche nei confronti dell’attuale campagna pubblicitaria di UAO. Di che parliamo allora? Senso del pudore selettivo? Io mi scandalizzo più per la bandiera greca che sventola a Palazzo delle aquile…

    11. Ma le “accompagnatrici” ci sono o no? quelle sì che fanno alzare… il PIL. E non mi stupirei se ci fossero, con tanto di patrocinio del comune. Dove c’è assoggettamento e appropriazione dell’altro, ollando & co. c’è: vedi nitsch. Ma siccome il comune è promotore dell’uguaglianza etnica, al prossimo giro magari le donnine ce le mattiamo con il burqa, loro sì che sono davvero “captive”.
      Evviva Palermo, evviva Santa Rosalia!

    12. Cara Michela,
      a scanso di equivoci, vorrei “in primis” manifestare tutta la mia simpatia
      per la straordinaria voglia di scrivere che traspare dal tuo post, per la
      miscela di intelligenza e humour, per lo sguardo implacabile e spietato
      tipico delle femmine sicule che hanno studiato.
      Per esperienza so quanto è rischioso opporsi a simili forze della natura,
      e il povero “Zibibbo” ha ricevuto una bella strigliata per l’averci pur
      blandamente provato 🙂
      Da parte mia, non ho la minima intenzione di unirmi al suo enologico destino, mentre la calura estiva spegne ogni impulso di più articolato distinguo a favore, per così dire, di una critica costruttiva che avevo intravisto.

      Mi limiterò dunque a “rimproverarti” (ma con “scuse incorporate”) il piccolo artificio retorico adoperato per sviluppare la tua tesi: quando scrivi
      <>,
      questo “eccetera” è straordinariamente… funzionale!
      Se tu avessi completato (frenando la polemista) con “Live dj set, Artigianato, Cibo da strada”, magari il mix di buono e cattivo, di cultura e trash che l’ideatore sembra aver così pragmaticamente considerato, ti sarebbe apparso meno… vomitevole. Ma forse, ahinoi, avremmo perso questo esercizio di stile 😉
      Continua a scrivere, per favore.
      Con viva cordialità,
      Cillo

    13. ***** A correzione del copia-incolla parziale di cui sopra *****

      Cara Michela,
      a scanso di equivoci, vorrei “in primis” manifestare tutta la mia simpatia
      per la straordinaria voglia di scrivere che traspare dal tuo post, per la
      miscela di intelligenza e humour, per lo sguardo implacabile e spietato
      tipico delle femmine sicule che hanno studiato.
      Per esperienza so quanto è rischioso opporsi a simili forze della natura,
      e il povero “Zibibbo” ha ricevuto una bella strigliata per l’averci pur
      blandamente provato 🙂
      Da parte mia, non ho la minima intenzione di unirmi al suo enologico destino, mentre la calura estiva spegne ogni impulso di più articolato distinguo a favore, per così dire, di una critica costruttiva che avevo intravisto.

      Mi limiterò dunque a “rimproverarti” (ma con “scuse incorporate”) il piccolo artificio retorico adoperato per sviluppare la tua tesi: quando scrivi
      “Perché vedete, li c’è scritto Arte, Cultura, Teatro, Concerti eccetera”,
      questo “eccetera” è straordinariamente… funzionale!
      Se tu avessi completato (frenando la polemista) con “Live dj set, Artigianato, Cibo da strada”, magari il mix di buono e cattivo, di cultura e trash che l’ideatore sembra aver così pragmaticamente considerato, ti sarebbe apparso meno… vomitevole. Ma forse, ahinoi, avremmo perso questo esercizio di stile 😉
      Continua a scrivere, per favore.
      Con viva cordialità,
      Cillo

    14. Bellissimo articolo. Brava!

    15. IL COMMITTENTE DI M.! complimenti all’ufficio del Comune che ha commissionato e infine scelto questa comunicazione. Leggere nei titoli di cosa si tratta fa rimanere delusi tutti coloro i quali speravano nell’apertura di un nuovo night club palermitano. Magari qualche nostalgico del Malizia o qualcuno che cerca un alternativa al Vanity Club. Pensare ad un night fra le mura storiche di Palazzo Butera, qualcosa che nemmeno Kubrick. No, non c’entra niente, non si tratta di un night e nemmeno di una squallida pubblicità di compro oro. Questa è l’ennesima cafonata (per dirla alla De Sica) di questa amministrazione che esprime se stessa per quello che è: squallore, incompetenza e cattivo gusto.

    16. Io invece voglio difendere zibibbo, uno con un nome così dolce. Ma che avete da lamentarvi tutti quanti? :).
      Fate come lui (o lei) testa sotto la sabbia e passa la paura 🙂

    17. …. e figuriamoci se il buon palermitano non si deve lamentare e prendersela col sindaco!! sta superando il limite del luogo comune ,passando per barzelletta ,ormai obbligatorio siparietto! per non parlare del fatto che “lui che lo sa fare ” lo ha votato la maggioranza, e credo che fare il sindaco non debba essere proprio una passeggiata, fare certe scelte non può lasciar TUTTI contenti, ha fatto diverse scelte a mio avviso ottime ( come cercare di ottenere delle aree pedonali , per la felicità di molti , ma non per tutti , alcuni dei palermitani usanol’auto come estensione della propria persona , pure in bagno vanno in auto, per quelli non c’è molto da fare, sta cercando di mettere ordine a questa movida notturna selvaggia e sregolata, per tutti i proprietari di case del centro storico forse c’è la speranza di riuscire a riposare dopo le 2 di notte, questa decisione non piace a chi invece si scassa di alcool e droghe e vuole fare casino tutta la notte , che lo andassero a fare a casa loro il casino, disturbando i loro genitori.
      ogni scelta che puo’ fare contento qualcuno lascerà sempre l’amaro in bocca a aqualcun altro è cosi’, chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, o regole o anarchia e ognuno fa quel che vuole.
      poi ogni cosa che non va la colpa è del sindaco,capro espiatorio migliore del sindaco non esiste, anche perchè non si saprebbe chi colpevolizzare.
      siamo nel 2015, i tempi sono quelli che sono , oggi la pubblicità è quella inutile fare i moralisti e finti perbenisti a tutti i costi, il pub lì c’è sempre stato , io non lo frequento e non so se ha cambiato gestione ,ma esiste da anni , quel cancello viene aperto o chiuso ad intervalli e i palermitani dovrebbero preferirlo aperto piuttosto che chiuso, se per la propria cultura personale il passante vuole informarsi sull’origine del nome del posto ,non gli resta che farlo, se non gliene frega niente dell’etimologia del nome non si informerà,purtroppo la cultura non si può imporre e a certe persone interessa poco la storia della propria città, fatto sta che si disinteresserebbe con o senza manifesto!
      carina la narrazione , anche se poco ci interessa del gelato o del parere del singolo, a mio avviso quel manifesto potrebbe essere spunto per far conoscere un luogo che moltissimi ignorano. e sappiamo tutti che le “cattive” sottoposte a vite forzatamente riservate , le libertà che gli erano negate se le prendevano segretamente, così come le suore , soprattutto quelle di clausura, quindi il termine cattive credo proprio che ci stia!

    18. Leggo i commenti e mi pare di capire che ci sia un po’ di confusione. Forse prima di sparare a zero su un articolo bisognerebbe leggerlo con più attenzione. Forse chi critica non ha colto in pieno l’ironia con cui mi sono divertita ad argomentare una tematica abbastanza seria che è quella della comunicazione. E se questa ironia passa attraverso il racconto di un gelato, o di un gatto, dhana, sono affari dell’autore. Ecco, a volte credo che si critichi qualcosa giusto per il gusto della critica in se. E molto spesso trovo che le critiche rimangono fini a se stesse. Se rileggi, dhana, capirai come la mia non era un’invettiva contro il sindaco. Il sindaco l’ho messo in campo come “autorità simbolica”. Sicuramente non credo proprio che sia stato il sindaco ad approvare l’esposizione del manifesto. Ma qualcuno dovrà pur essere stato. Lungi da me infilarmi in polemiche così complesse come quelle di cui parli tu. Io ho soltanto parlato di “buongusto” e del collegamento, a mio avviso inesistente, tra l’immagine e gli eventi pubblicizzati. That’s all.

    19. copio ed incollo le tue parole:
      “Caro sindaco, dico, ma non c’era proprio niente di meglio da metterci li, proprio li, all’ingresso della passeggiata delle Cattive? Dai sindaco, ma è uno scherzo? Sembra la pubblicità venuta male dello yogurt Muller gustociliegia. Manca solo una voce fuori campo che, suadente, dica «Fate l’amore…con il sapore». Uao. No, io non ci voglio credere che questa sia stata davvero l’unica cosa che avevate da metterci, sindaco, che tu il sindaco lo sai fare, no? Oppure forse tu, sindaco, non c’entri niente, ma qualcuno al posto tuo questa schifezza l’avrà commissionata a qualcun altro. ”
      “Ecco vedi, Sindaco, non lo sanno.”
      ti rivolgi al sindaco in più punti, ma adesso dici che l’hai tirato in ballo come autorità simbolica,e siamo noi lettori a fare confusione?o tu che critichi tanto la “cattiva comunicazione” degli altri,ma (scusami tanto ma devo dirtelo in dialetto, che si capisce meglio) la tua comunicazione mancu babbìa!
      faccio un altro copia e incolla delle tue parole:
      “Ecco, a volte credo che si critichi qualcosa giusto per il gusto della critica in se. E molto spesso trovo che le critiche rimangono fini a se stesse.” questa frase è esattamente quella che ho pensato io leggendo il tuo articolo su quel cartello!
      questo tuo testo si trova su un sito , dove è possibile commentare , e questa è la mia visione e quello che mi ha trasmesso, e sono libera di farlo e anche di dire la mia attraverso i commenti.that’s all!
      tu puoi anche pensare che sia il testo più esilarante dell’anno o addirittura del secolo, magari ti chiameranno a Zelig chissà..nella vita come vedi non esistono solo consensi esistono anche le critiche , un po’ come quelle che hai fatto tu agli autori di quella pubblicità insomma!

    20. @Cillo Serafini grazie 🙂

      @giovanni callea mi sembri una persona intelligente e la prenderò per una battuta..anche perché non fare il bastian contrario a tutti i costi non significa mettere la testa sotto la sabbia..mi pare evidente 🙂
      seriamente (se vuoi): l’ipercriticità nei confronti dell’amministrazione non rischia solo di essere un freno a tutto? anche se andiamo OT mi sa…

    21. Spero di non essere off topic. Zibibbo non è che l’amministrazione è frenata dalle critiche, le critiche ci sono perché l’amministrazione porta la città indietro…

    22. @Tony ok hai ribaltato il concetto…la mia domanda era precisamente: non è che essere supercritici non ti fa essere più solo costruttivo ma anche un freno? non per giustificare le PA ma proprio per discutere se è corretto essere supercritici o si dovrebbe essere più elastici nei giudizi

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