“Sant’Onofrio pilusu…”
«Sant’Onofrio pilusu tuttu amabile e amurusu, pi li vostri santi pila fatimi truvari sti vinti euro ri cca a stasira», camminava avanti e indietro per il corridoio recitando la preghiera di Sant’Onfrio, «quella che fa trovare le cose perdute» diceva lei. «Ma unni ‘i misi?», la preghiera, che bisogna ripetere tre volte, era intervallata da questa domanda fatta a se stessa. Si passava le mani tra i capelli tutti bianchi, neanche la permanente si faceva più, e non si dava pace, lei, che aveva sempre la situazione sotto controllo, quando perdeva qualcosa il suo cervello deragliava dai binari e non c’erano altri pensieri se non: «Ma unni ‘i misi?«. Continua »
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