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venerdì 26 apr
  • Parco Uditore

    Crocetta e i suoi 30 denari

    Sulle pagine di questo blog quasi sette anni fa veniva lanciata la proposta di trasformare fondo Uditore, un’area regionale abbandonata, in un parco pubblico.
    Quell’iniziativa partì dal basso, con una raccolta firme ed il coinvolgimento di decine di volontari, e rappresenta ancora oggi un modello di partecipazione e gestione innovativa della cosa pubblica in Sicilia e probabilmente in Italia. Quel parco racconta una storia, una storia importante, ovvero che quando i cittadini decidono di occuparsi della cosa pubblica riescono ad ottenere risultati unici e per certi versi inaspettati.
    Il reddito che la cittadinanza ottiene da questo spazio è incalcolabile e si misura con la felicità che procura alle decina di migliaia di frequentatori.
    Nell’ultima finanziaria, sarebbe previsto il passaggio del parco dal patrimonio al fondo pensioni, il che significa che nelle intenzioni del governo va messo a reddito, per garantire immagino le pensioni dei nostri parlamentari, le pensioni d’oro, le baby pensioni, fate un po’ voi.
    Una scelta che qualifica ulteriormente un governo ormai inconsistente che mostra ancora e sempre la sua pochezza. Il Parco è valutato 30 milioni di euro, le 30 monete al prezzo delle quali quale Crocetta è disposto a vendere la sua responsabilità di amministratore pubblico di fronte alle decine di migliaia di fruitori di quest’area e della città intera. Così Crocetta e la sua impresentabile classe dirigente, che ha rinunciato in questi anni a quasi 9 miliardi di crediti dallo stato e che non è riuscita a spendere circa 1,5 miliardi all’Europa, ritiene plausibile raccattare 30 denari dalla messa a reddito, magari la vendita, di uno spazio collettivo così strategico per la cittadinanza di Palermo. Crocetta aggiunge tradimento al tradimento. Come un Re Mida al contrario trasforma tutto quello che tocca, purtroppo non in oro ma nel suo opposto.

    In questi anni ho lamentato come il Comune di Palermo non abbia trovato tempo e voglia di aprire le procedure per acquisire dal patrimonio della regione Parco Uditore ed inserirlo tra i giardini della città, le parole di sostegno del sindaco uscente risultano a mio avviso strumentali e tardive, testimonianza ancora una volta questa di una assenza di visione complessiva della città, delle sue aree verdi, degli spazi di fruizione collettiva. Tutti sempre pronti a gridare quando i buoi scappano. Quella latitanza lascia spazio oggi ad un provvedimento credo senza precedenti in Italia, ovvero la cessione di un giardino pubblico per produrre reddito per le pensioni del privilegio. Orlando se non altro ha peccato di omissioni e disinteresse sull’argomento.
    Un po’ come se il Comune di Roma decidesse di mettere a reddito Villa Borghese. Ad aggravare la questione il fatto che sulla carta, al momento, in attesa del nuovo piano regolatore, l’area di parco Uditore è edificabile, e quindi ha un grande valore commerciale nelle mani di qualche costruttore smaliziato. Non voglio pensare che vi siano dei progetti speculativi dietro. Per certo quando il processo di apertura del Parco fu avviato ricevetti non poco ostruzionismo dagli uffici regionali proprio perché, come mi fu poi confermato, sull’area gravavano interessi speculativi di non poco conto. E si sa i diritti si perdono un po’ per volta, prima si passa il bene al fondo pensioni, poi ad una società di gestione, infine la società viene ceduta ad un privato, che nel frattempo ottiene una convenzione per un progetto di project-financing che non pesa nulla sulle casse pubbliche e bla, bla, passo dopo passo i buoi sono avviati allegramente al macello senza rendersene conto.
    Una qualunque conversione di un parco in un luogo edificato in una città d’Europa nel 2017 non è plausibile, ed anche questo se volete è misura della pochezza di questa gente, che non ha la vaga idea di quello che pensa e che scrive e di quanto impopolare e fuori luogo possa essere un intervento. Anche solo teorico. Non hanno idea che il parco è ormai un luogo della memoria per la Città, oltre la fruizione giornaliera di decine di migliaia di persone, dentro il parco sono nati amori, si sono celebrate feste, si è vissuta una dimensione sociale e collettiva sempre più rara a Palermo. La politica signor presidente (il signor è ironico), signori della giunta (anche qui c’è ironia), significa prendersi cura dei beni e degli interessi collettivi.
    Il peggio è che non avete ancora chiaro che la città di Palermo e la Sicilia sono una polveriera e che la gente è veramente esausta di tutte le angherie prodotte dalla vostra arroganza, incapacità ed inadeguatezza. Vi ricordo che siamo comunque il popolo dei Vespri, un popolo che ha dimostrato nella sua storia che c’è un momento in qui sa dire basta.
    Quel momento è vicino, molto vicino, stiamo pazientemente attendendo le elezioni di novembre per una pulizia in Sicilia ormai non più procastinabile, cercate solo di arrivare alle elezioni senza provocare ulteriormente i cittadini che in questi anni avete vessato ed umiliato.
    Passatevi una mano nel poco di coscienza che vi resta e ricordate che la storia dimostra che tradire le speranze ed i sogni non lascia la serenità di vivere con se stesso neanche al peggiore dei giuda.

    Palermo, Sicilia
  • 7 commenti a “Crocetta e i suoi 30 denari”

    1. Secondo te, se non fosse stato edificabile, perché mai l’avrebbero valutato così tanto? Hai voglia a fare dietrologia, ma non mi stupirei se ci fosse qualcuno che ha già nel suo pc i progetti degli edifici da costruire al posto del parco.

    2. “Impopolare” – la cementificazione (si veda sopra, nell’articolo) di Fondo Gelsomino, alias Parco Uditore – non non ne sarei tanto sicuro, considerato che a Palermo è ricorrente (“pompato” da chi?) il “ritornello” secondo il quale: “Se si ferma l’edilizia, muore la città”; una città, per inciso, che negli ultimi anni ha registrato un decremento dei suoi residenti, che ha una parte non piccola del proprio centro storico ancora da risanare e un’edilizia di scarsissimo pregio (degli anni ’50-’70 e… oltre) da riqualificare e, assai probabilmente, da mettere in sicurezza.

    3. ….mettere a reddito significa renderlo protuttivo. Ergo…….vendere!

    4. non ci sono più alberi nelle strade della città e le zone dove ci sono vogliono edificarle. No ora basta avete superato il segno

    5. onore agli ideatori e manutentori del parco. Eppure…
      se poi venisse realizzato il centro direzionale della regione con un approccio simile:
      http://images2.corriereobjects.it/methode_image/2013/10/14/Esteri/Foto%20Gallery/MIL03F1_8858235F1_27_MGzoom.jpg
      se un ettaro su nove (esempio) venisse urbanizzato, con architettura di qualità tramite concorso internazionale di architettura (nelle città normali europee, per spazi di questo genere, si usa fare così), mi dite dove sta il problema?

    6. infatti.

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