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giovedì 28 mar
  • Strano 'u dutturi e l'infinita guerra

    Strano ‘u dutturi e l’infinita guerra

    «Un popolo che paga il pizzo ad una sua stessa parte è un popolo solo e senza identità»
    n.d.a.

    Prego venghino signori!
    Si avvicinino ad ascoltare le incredibili avventure del siciliano che cancellò con una sputacchia di idee improbabili l’assuefatta abitudine al pizzo!!
    No no tranquilli uomini, non è il pizzo che indossanno le belle e procaci signore…..
    Questo siciliano fece scomparire con astuzia e volontà il pizzo che indossano l’infima razza della nostra storia: i mafiogender marci e sporchi.

    Tanto tempo fa i gattopardo-gender di Sicilia credevano di vivere felici in una terra bella ma non sapevano che i mafiogender avevano fatto un sortilegio cattivo sulla Sicilia che non permetteva a nessuno di vedere e capire le loro brutte malefatte che intossicavano questa bella terra.
    Tutto sembrava normale ma in realtà non lo era!
    I mafiogender sfruttavano degli aiutanti chiamati sperti-gender, i quali sapevano del sortilegio ma lo accettavano per convenienza ma sopratutto perchè credevano che fosse la cosa migliore per tutti.
    Gli unici dei gattopardogender che provavano a contrastare da secoli i mafiogender erano il gruppo mistico e magico dei Giusto-gender che avevano doti morali e mentali al di sopra di tutti e riuscivano a vedere cosa fosse giusto e cosa no.
    I mafiogender e le loro azioni non erano giuste!
    Il nostro protagonista è Aspanuzzo Strano soprannominato “‘u dutturi”, era uno spertogender atipico
    Di solito “‘u dutturi” restava ai margini del gruppo ed era preso poco in considerazione, forse si faceva troppe domande e spesso usava troppo l’immaginazione per rispondere a quelle che non riusciva a capire o alle quali non trovava risposte.
    Nsumma ci sturiava nta le cose!
    Un giorno dei mafiogender ferirono a morte, in un imboscata, un giustogender che scappando riuscì a rifugiarsi dietro un grande ulivo.
    Aspanuzzo che stava partecipando all’inseguimento istintivamente andò a consolare il moribondo che lo guardò e dandogli un ciondolo gli disse: «Cambia te stesso per cambiare questa realtà».
    In quel ciondolo c’era la gemma di Bergamotto, in grado di far viaggiare in altre realtà-dimensioni parallele alla nostra.
    I giustogender la custodivano da secoli e la usavano per scoprire nuovi modi per combattere i mafiogender.
    In pochi minuti arrivarono branchi di mafiogender che frugarono sul corpo senza trovare nulla, anche Aspanuzzu conferò.
    La sera Aspanuzzo ‘u dutturi fece strani sogni, molto confusi e sentiva ripetere la frase del giustogender.
    Stanco ed agitato la mattina seguente se ne andò per le campagne.
    Il caldo ed il sudore scivolavano sulla pelle bruciata dallo scirocco, si sedette sotto un carrubbo a guardare i fumi dell’afa estiva deformare la campagna e l’orizzonte lontano, chiuse gli occhi e lo scirocco profumava di sterpaglie.
    Era assurdo ma quella natura che sembrava tanto ostile invece donava pace.
    Cosa è giusto?
    E ciò che appare perché non sempre è reale??
    Si faceva tante domande ‘u dutturi Strano.
    «Avi ragiuni dutturi…..la realtà è effimera…..dobbiamo solo scegliere come viverci» disse un pastore solitario.
    «Mi chiamo Strano….cu è vossia??……che dice??».
    «Dutturi Strano io dico chiddu ca lei vulissi accapire…..aprisse il ciondolo e girasse la pietra per accapire quello che le serve».
    «La pietra?».
    Dopo averla guardata alzò lo sguardo spaventato e non vide più nessuno.
    «Ma unn’è??».
    Si prese di coraggio, aprì il ciondolo e girò la pietra.
    Fu avvolto da una luce verde accecante, riaprendo gli occhi si ritrovò nello stesso posto.
    Deluso e confuso dalla presa in giro si recò nel ritrovo de mafiogender per cercare incarichi.
    Arrivando sul posto nessuno più lo riconosceva ed anzi lo scambiarono per un giustogender.
    Prima che lo catturassero per sminchiarlo riusci a scappare ed una mano lo tirò improvvisamente in un vicolo.
    «Ma sei pazzo ti stavi facendo scoprire. Tu chi sei?» disse il giustogender.
    «Mi chiamu Aspanuzzo Strano».
    «Stavi facendo saltare l’operazione, devi venire con me».
    «Ma tu cu sii?Unni sugnu e che minchia sta succerennu!».
    «Ah amico mio se non lo sai tu….apposto siamo….hai il ciondolo….dovresti essere un GiustoSupremo….almeno spero…».
    «Ah…io….supremo….eh si ok….ma…».
    «Vieni con me, muto e seguimi».
    «Buongiorno,e voi cu siti?»
    «Noi siamo dei giustogender come credo anche tu sia e poi tu hai il ciondolo….sei qualcosa di più di noi…….tu puoi saltare….».
    «Aspe’ ‘un ci staiu accapennu nenti….a mia ‘sto ciondolo lo ha dato un giustogender e mi sta facendo sballare il cervello! Tenete, ve lo ridò».
    «Ma che ridai, questo appartiene a te ed alla tua dimensione-realtà. Se lo hai e te lo hanno dato ci sarà un motivo. Senza non potresti più saltare….».
    «Guardate oplà oplà salto lo stesso….ma che minchia mi ripetete che non salto!?”
    «Apposto ma come ti mandarono qua?! Hai fatto un salto quantico in una dimensione spaziotemporale parallela alla tua e questo perché hai quel ciondolo!».
    «Cazzo cumminai?!!».
    «Adesso ascolta giustogender supremo della mia minchia, non mi interessa perché hai quel ciondolo, ma memorizza bene le informazioni che ascolterai e non dimenticarle!».
    «Va bene, rimmi tutto…..basta che mi manni a casa…»,
    «Senti Dorothy della minchia non sei ad Oz, qui tutti noi combattiamo i Mafiogender e pure tu sei contro di loro! Adesso noi condivideremo con te le nuove tecniche apprese dal nostro GiustoSupremo in altre dimensioni per poterli combattere.Lo stesso tu farai saltando in altre dimensioni e tornando poi nella tua. Questa è la tua missione!».
    «Ma picchì proprio io? I mafiogender un mi ficiru nenti, io truvai sulu ‘u ciondolo».
    «Bene pischellino, è proprio il ciondolo che ha scelto te. I mafiogender inquinano la vita della nostra società e intossicano la nostra terra, non ti avranno fatto niente ma se ci pensi bene infondo fanno del male a tanta gente,ci rubano la bellezza e la libertà, ci tolgono la consapevolezza di poterle vivere. A causa delle loro azioni anche tu alla fine vivi male. Tu lo sai che tutto sarebbe diverso senza di loro. Rispondi: senza la mafia si vivrebbe meglio??».
    «Bhe…..io…..».
    «Sincero!…..usa la coscienza….!!».
    «Se!….si campasse meglio…..Tuttu chiù facili!».
    «Ecco, per questo combattiamo, per una vita migliore!».
    «Fussi bello….tutto chiù semplici e tutto chiù libbero…..avissimo l’occhi aperti….».
    «Ascolta: noi al momento stiamo testando dei microchip che trasmettono un segnale gps. Questo microchip è un prodotto di nano tecnologia molecolare,applicato alle banconote. Grazie a questo riusciamo a tracciare il movimento delle banconote frutto del pizzo. Infatti quando ti ho trovato stavo verificando l’area del possibile covo dei mafiogender.
    «Miii sta cosa vero importante è, nia truvata! E picchì vi nteressa ‘u pizzo??».
    «Come perché?! Il pizzo è come l’olio motore per l’auto, puoi avere altri introiti ma questo lubrifica l’auto, è fondamentale. Fa in modo che attraverso la società, cioè quella parte taglieggiata che è la più indifesa e semplice, mantenga legata la mafia al territorio. Il pizzo dice che la mafia esiste, è presente e viva sul territorio. Il pizzo è la catena più dolorosa che attanaglia la nostra società. Ma qui nessuno se ne rende conto e tutto sembra la normalità».
    «Uhm, pinsannuci ragiuni hai. E funziona? ‘I pigghiati?».
    «Stiamo valutando varie possibilità, abbiamo paura di bruciare i luoghi e farci scappare molti mafiogender».
    «Ma ‘un ci sunnu autri metodi?? Magari chiù sicuri?».
    «Ci sarebbero ma sono più drastici!».
    «Eh!?».
    «Abbiamo appreso da altre dimensioni parallele la tecnica dell’attacco batteriologico sistematico con agenti patogeni altamente infetti o letali, apportati sulle banconote. In questo modo il mafiogender le tocca e viene infettato. Ma così ne becchi solo pochi ed in poco tempo riuscirebbero ad evitare il contagio. In quella realtà parallela ha funzionato bene.
    Mah, chissà!
    Un’altra tecnica è quella delle banconote degradabili ma vale come la precedente idea. Entrambe le idee potrebbero mettere a rischio l’incolumità dei taglieggiati».
    «Eh allura chi si fa? Unu ‘un trova a soluzione? Voi altri ne avete un mare! Io li usassi tutti».
    «Non possiamo rischiare,dobbiamo usare la giusta tattica».
    «Signori miei un sugno daccordo, accussi saranno sempri avanti iddi, chista è ‘na guerra e tutto è permesso, chista è ‘na guerra infinita…».
    «Prima o poi ce la faremo….».
    «Ma puru s’un fussi accussi…..ci si deve fare guerra lo stesso….. all’infinito…..pi si e pi no ‘a convinzione avi ‘a essiri chista ca ‘a mafia avrà guerra dai Giustogender all’infinito! Accapivi tuttu….mannatimi a me casa….amunì dai!».
    «Eh che sei un mago che la fai cosi facile?!».
    «No, sugnu chiù precisamenti ‘u dutturi….Strano ‘u dutturi….e nt’a li cosi ci arraggiunu cunvintu».
    «Vabbe’ spero che le tue parole siano da stimolo nella tua realtà…..».
    «Amunì fatemi saltare!!».
    «Gira il ciondolo!».
    «Ah….ciao!».
    Improvvisamente Aspanuzzo venne risucchiato da un intensa luce verde e si ritrovò nello stesso posto ma a casa di una coppia di vecchietti che lo guardavano terrorizzati a bocca aperta.
    «Curri curri,tranquilli meni in blachi sugnu!!».
    Iniziò a correre come un pazzo verso il Palazzo di Giustizia e non guardava altro,tutto scorreva accanto a lui e non gli importava quale fosse la realtà intorno poiché qualunque fosse stata lui l’avrebbe cambiata.
    Aspanuzzo avrebbe reso la sua terra finalmente bella, bella davvero.
    «Chiamatemi il CapitanMaestro!». Urlò mostrando il ciondolo.
    «Signor Strano lei da queste parti?!».
    «Prego, sono Strano ‘u dutturi e sono qua per farmi ascoltare…..sono o non sono il GiustoSupremo??!!……tale’….talia…».
    Raccontò tutto ciò che aveva appreso.
    Nonostante fosse un signor nessuno in quel contesto e seppur l’ambiente conoscesse il suo stile di vita lo ascoltarono con attenzione poichè aveva il carisma e l’ardore del GiustoSupremo, il ciondolo era con la persona giusta.
    Più volte saltò in altre dimensioni per raccogliere e perfezionare le nuove tecniche anti mafiogender.
    I giustogender accolsero con scetticismo la proposta di Aspanuzzo ma la sua determinazione li convinse ad utilizzare la sua tattica.
    ‘U dutturi voleva applicare tutte insieme le nuove tecniche apprese, diceva avrebbe fatto sentire la mafia «’nt’a ‘na confusione di pugni che arrivano ra ogni latu».
    Grazie ad un equilibrato studio ed un oculata differenziazione delle tecniche questa mossa di Strano ‘u dutturi ebbe successo.
    I mafiogender si arresero e mollarono l’impresa redditizia del pizzo.
    Continuare era troppo rischioso per loro e significava esporsi troppo.
    Il pizzo era scomparso ed i Giustogender avevano vinto la battaglia ma la guerra era ancora aperta, vi erano altri interessi e molti altri soprusi da cancellare.
    Questa era una guerra infinita poichè i Giustogender l’avrebbero combattuta all’infinito.
    Con il tempo anche la popolazione percepì qualcosa di diverso e molti capirono che qualcosa all’interno della società era migliorato,non dovevano più destinare parte del loro ricavato per un fine a loro sconosciuto ma ne potevano godere per ció che preferivano.
    Ed allora furono consapevoli che è bello poter decidere liberamente ed a proprio piacimento dei guadagni.
    La Sicilia allora poteva migliorare ancora! I siciliani furono consapevoli che dovevano migliorare la loro terra e che non ci si doveva semplicemente accontentare.
    Strano u dutturi fece inoltre una cosa che mai nessuno aveva fatto; spiegò pubblicamente come stavano realmente le cose e quanto ancora c’è da fare per rendere piu’ bella la Sicilia.
    Da allora i Siciliani appresero dei soprusi dei mafiogender,appresero del coraggio e generosità dei Giustogender ed ognuno potè capire e scegliere liberamente.
    La guerra contro la mafia vedrà sempre combattere i Giustogender all’infinito.
    È giusto cosi!

    «Un giorno questa terra sarà bellissima» cit.

    Palermo, Sicilia
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