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domenica 10 nov
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    Le disavventure Amat e il disastro del trasporto pubblico a Palermo

    Come se non bastasse la cronica carenza di fondi, a complicare la vita in casa Amat ci si mette anche quella di personale: è il caso degli autisti, che, a quanto pare, scarseggiano in quel di via Roccazzo. Le cause: prepensionamenti, ferie e permessi vari, che falcidiano le risorse umane proprio quando se ne sente maggiormente il bisogno. Siamo infatti in estate ed occorre, giustamente, portare la gente dall’infuocato centro al refrigerio delle borgate marinare di periferia. E per evitare di lasciare i bus in deposito, la municipalizzata che fa? Toglie conducenti al tram.
    La notizia, di qualche giorno fa, non mi meraviglia: nella nostra città, la gestione del trasporto pubblico naviga a vista, con prospettive a dir poco tetre rispetto alla sostenibilità finanziaria. Con un sistema tram, sofisticato ma costoso, che incide per oltre 11 milioni di euro l’anno, mentre la Ztl ne fornisce 2,6 a fronte dei 30 previsti. Non a caso Amat ha chiuso il 2018 con un “buco” di 6,8 milioni di euro che attende ancora di essere tappato. Ma i problemi non finiscono qui: a fine anno si conclude il contratto quadriennale che assegna la manutenzione di infrastruttura e materiale rotabile all’associazione di imprese che ha realizzato le 4 linee tranviarie entrate in esercizio a fine 2015. Cosa succederà dopo? Per assegnare il servizio ad un altro soggetto occorrerebbe indire una gara di appalto per servizi. L’esperienza, tuttavia, mi fa presumere che non ci siano più i tempi tecnici per completare la procedura di affidamento entro l’anno, ammesso che esista un progetto regolarmente approvato su cui basare il servizio. Si andrebbe pertanto verso una proroga dell’attuale contratto, ma a quale prezzo?
    In queste condizioni, la riduzione delle corse del tram è il minore dei problemi, per chi gestisce il servizio, ma non certo per gli utenti… I quali, pur se stoicamente affezionati al mezzo, non sono ricambiati con lo stesso affetto dalla municipalizzata, dato che la riduzione delle corse causerà l’aumentare delle attese alle fermate, già oggi scoraggianti. Vale la pena rammentare che i tram delle linee 2, 3 e 4 passano ogni 18 minuti mentre, nel migliore dei casi, la linea 1 garantisce un tram ogni 9 minuti. Troppi, per un moderno sistema LRT che potrebbe garantire una corsa ogni 3-4 minuti e che, secondo molti “esperti” vicini all’Amministrazione Comunale, dovrebbe essere in grado, in un sol colpo, di soppiantare l’uso dell’auto privata e rendere superflua la costruzione di una vera metropolitana.
    D’altronde, non ci si può aspettare di meglio in un contesto amministrativo che, nonostante i proclami, non ha saputo neanche abbozzare un’ipotesi di biglietto unico che comprenda, finalmente, tram, bus, servizio ferroviario su anello e passante nonché autolinee a servizio di quest’ultimo nelle varie stazioni dell’hinterland. Senza contare che questa disattenzione per l’intermodalità riguarda anche strutture costate un occhio e già oggi esercibili, ma inspiegabilmente inutilizzate: è il caso del parcheggio scambiatore che affianca la stazione ferroviaria di Tommaso Natale, realizzato da Rfi nell’ambito dei lavori del passante ferroviario, collaudato da quasi 9 mesi ma mai preso in consegna dal Comune. I tecnici comunali, in sede di sopralluogo, hanno infatti rilevato che la struttura è parzialmente priva di illuminazione pubblica. Piccolo dettaglio: il progetto dell’opera (regolarmente approvato a suo tempo, fra gli altri, anche dal Comune di Palermo) non ne prevedeva la realizzazione. Non si ha notizia, ad oggi, di una qualsivoglia soluzione al problema.
    A proposito di interscambio tra i vari modi di trasporto, vengono regolarmente ignorate anche esigenze innegabili, già evidenziate a gran voce dai cittadini, come i collegamenti fra le stazioni del passante ferroviario e le borgate marinare di cui sopra. Non si riesce neanche a servire di bus navetta quella in tal senso più strategica: Sferracavallo. Cosa non certo complicatissima, dal momento che basterebbe deviare di qualche metro il percorso della navetta 88 che già attraversa l’intera borgata, da punta Matese a punta Barcarello, tenendosi accuratamente lontana dalla nuova stazione ferroviaria. Possibile che nessuno, a parte la pagina Facebook “Palermo in Progress” ed il Comitato cittadino “Il mare di Sferracavallo”, se ne sia accorto?

    (in collaborazione con Palermo in Progress)

    Palermo
  • 2 commenti a “Le disavventure Amat e il disastro del trasporto pubblico a Palermo”

    1. Speriamo bene, ma perché tutte le municipalizzate finiscono in questa situazione?…

    2. Perchè c’è troppa politica nella loro gestione. Tutto qua.

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