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Biografia: Nata in provincia di Agrigento, ho svolto la mia attività professionale in campo scolastico (come ds) sia a Palermo che in provincia di Agrigento. Scrivere è la mia passione.

Carmela De Marco
  • Monopattino: che passione... (pericolosa)

    Monopattino: che passione… (pericolosa)

    Più veloci della luce, più sfreccianti di una Ferrari, più sfuggenti e imprendibili di una blatta.
    E possono anche essere molto pericolosi, perché possono mettere a rischio la nostra incolumità.
    Definiti come velocipedi, al pari di una bicicletta, i monopattini sono diventati un mezzo di trasporto economico e privilegiato, che permette ai conducenti di sgattaiolare fra le macchine in coda ai semafori, consentendo così di recuperare il tempo perso in mezzo al traffico.
    Ma chi sono e quali caratteristiche hanno i conducenti di monopattini elettrici?
    Possono essere più o meno giovani o giovanissimi, oppure possono essere ultra sessantenni che riescono mirabilmente a mantenere l’equilibrio sul due ruote, senza alcuna difficoltà.
    Infatti, la cosiddetta terza età rappresenta un numero non esiguo di conducenti del velocipede elettrico.
    E così, mentre passeggiamo in via Libertà, o in qualunque altra via – mentre, per evitare rischi e pericoli, occupiamo scrupolosamente il tratto pedonale e non la carreggiata destinata ai velocipedi, mentre pensiamo che stiamo facendo la cosa giusta e più ecologica, cioè camminare a piedi – ci ritroviamo ad essere sfiorati da un silenzioso e fulmineo monopattino che sfreccia sul tratto pedonale del marciapiedi, con un/una conducente alla guida, a cui nemmeno viene minimamente l’idea di guardarci in faccia o di chiederci scusa per avere messo a rischio la nostra incolumità. Continua »

    Palermo
  • Natale Coca Cola

    Natale è…

    Fra poco è Natale.

    E si avverte, ovunque, l’esigenza di speranza.

    Si avverte, con forza evidente, il bisogno di colori che restituiscono luce là dove c’è il buio, di sorrisi che non coprono le lacrime, ma le rendono manifestazione di gioia e di emozioni, e non di triste consapevolezza della mancanza di prospettive future.

    Per molte famiglie il periodo di Natale è un periodo difficile, sia per chi non potrà tornare da lontano per questa festa, sia per chi vive ben altre difficoltà, di vario tipo.

    Perché in ogni caso, «basta il pensiero», oppure una telefonata o un video per farsi gli auguri non bastano.

    Ci sono feste che richiedono la presenza , la fisicità, gli abbracci, il guardarsi. Ci sono feste che hanno un’anima. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • pupi di zuccaro

    Il giorno dei morti per i bambini siciliani

    C’era l’attesa e c’era la magia.
    La magia che coinvolgeva l’immaginazione, la fantasia, i pensieri.
    Quando stava per arrivare il giorno dei morti, attorno si respirava l’attesa.
    Un’attesa che non era riferita solo al giorno in cui sarebbero venuti a trovarci, ma che pervadeva tutto il periodo che comprendeva la festa di Ognissanti e il 2 novembre. Questo periodo aveva inizio già giorni prima, con lo scrivere la letterina in cui si cercava di “esagerare” per ottenere di più. Più cose si chiedono, si pensava, più si ottiene.
    E, nella mente, l’immagine di questi parenti che ancora ci pensavano e che erano così affettuosi e cari da venirci a trovare la notte del 2 novembre era vaga, indefinita, pervasa da un mistero che sembrava avvolto in una nebbia. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • Teapot head

    Due circolari per tornare a casa

    Io me la ricordo Teresa. Me la ricordo quando era molto più giovane. Circa trent’anni fa.

    Teresa faceva le pulizie in una casa, in una famiglia che aveva due figli piccoli.

    E, in quel periodo, anche i suoi figli erano piccoli; un maschio e una femmina, proprio come i figli dei suoi datori di lavoro.

    Ogni mattina, per trent’anni, Teresa prendeva due “circolari” (si chiamavano così a Palermo una volta), per arrivare nella zona dove lavorava. Continua »

    Palermo
  • C’era cauru

    C’era cauru. C’era un cauru così forte che scioglieva il ghiaccio che era nelle bottiglie di plastica.

    In quella casa vivevano così: col freddo riscaldavano le bottiglie per sopravvivere al gelo e col caldo chiedevano ai vicini di congelare qualche bottiglia d’acqua.

    In quella casa c’era un frigorifero, un frigorifero vecchissimo ma funzionante ancora.

    Di quei frigoriferi che borbottano e fanno rumore soprattutto di notte.

    Ma in quella casa non c’era la corrente eletttrica.

    L’Enel aveva staccato il contatore per morosità.

    E così i vicini avevano fatto il piacere di dare delle bottiglie d’acqua di plastica ghiacciate per attutire l’arsura e per consentire di potere refrigerarsi così, col ghiaccio che si scioglieva a contatto con la pelle bollente.

    ‘A picciridda aveva la febbre alta.

    E se ne stava immobile e con gli occhi chiusi.

    Ogni tanto li apriva e sua madre la accarezzava.

    Dotto’ ma che ha mia figlia? Perché la febbre non passa? Continua »

    Palermo
  • Rita Borsellino

    Grazie Rita

    Domani ricorre il primo anniversario della morte di Rita Borsellino.

    Lei, Rita, aveva occhi di cielo che, quando sorridevano, illuminavano tutto attorno.
    Aveva uno sguardo dolcissimo.

    Eppure, nei suoi occhi si intravedeva anche un’espressione che segnalava il suo rigore e la sua forza morale.

    Dove c’era Rita Borsellino, la retorica non c’era mai.

    Perché, quando lei parlava, la consueta retorica che spesso, inevitabilmente, si respira quando si fa educazione antimafia, non rispondeva mai all’appello. Continua »

    Palermo
  • Venditori ambulanti corso Tukory

    Oggi, per caso…

    Oggi, per caso, in una strada di Palermo, una qualunque strada piena di traffico e di vita, ho visto un mercato dell’usato.

    In corso Tukory, i vestiti erano tutti poggiati per metri e metri sui muretti che fanno da sostegno alle cancellate di uno stabile popolare anni ‘30. L’abbigliamento usato (giacche, cappotti, poggiati in verticale sui muretti) faceva una strana impressione.

    Da lontano, sembravano persone senza viso, senza identità.

    Poi, avvicinandomi, ho capito.

    Erano vestiti, tanti vestiti, messi in mostra in un mercato dell’usato improvvisato. Continua »

    Palermo
  • Gelato a pezzo

    L’estate, periodo di gioia e di attesa

    Quando ero bambina, mi sembrava che l’estate arrivasse e durasse solo pochi giorni.

    Perché era una stagione che amavo molto e, come è ben noto, le cose che piacciono sembra che durino poco, mentre ciò che non piace sembra non abbia mai fine.

    Le mie estati di bambina avevano il sapore e i colori dei confetti delle feste.

    Non esistevano i grandi trattenimenti che ci sono oggi per ogni evento.

    Allora, per ogni festa importante, c’erano confetti e pasticcini.

    C’erano guantiere piene dei classici pasticcini alla mandorla, con la ciliegia rossa o verde al centro, oppure pieni dei pasticcini costituiti da due pezzi rotondi con al centro la crema.

    E poi c’erano i confetti.

    Rossi per le lauree, bianchi per i matrimoni, rosa e azzurri per le nascite, verdi per le feste di fidanzamento (si, c’erano pure queste feste), dorati per le nozze d’oro, argentati per le nozze d’argento. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • La campagna estiva: un luogo del cuore

    La campagna estiva: un luogo del cuore

    La campagna era un luogo. Un luogo apparentemente come un altro.

    Almeno così mi sembrava che fosse. Allora. Tanti, tantissimi anni fa.

    Invece era un luogo speciale.

    Dove tutto, pure gli oggetti più apparentemente insignificanti, assumeva un significato.

    In campagna, la credenza e gli stipetti della cucina erano pieni di tazzine, i pensili erano pieni di pentole e di bicchieri di tutte le forme, dimensioni e colori.

    Tutti diversi. Tazzine, pentole, bicchieri.

    C’erano pure tante teglie per il forno a legna. Anch’esse di tutte le grandezze e forme.

    Mia madre amava tantissimo cucinare, e se c’eravamo tutti, era sempre una grande festa. Continua »

    Palermo, Sicilia
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