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Biografia: Palermitano ma di origini calabresi (unico caso noto di emigrazione verso il Sud invece che al Nord), classe 1985. Si occupa di ricerca economica nel tempo libero e non.

Luciano Lavecchia
  • Forconi, una protesta sbagliata

    Negli ultimi giorni il movimento dei forconi siciliani ha attirato l’attenzione dei media nazionali; al momento in cui scrivo, la protesta si è estesa ad altre parti del paese e vi è stato, purtroppo, persino un morto. I forconi, riuniti sotto il cartello “forza d’urto”, hanno coagulato attorno a se numerose persone disperate per la grave crisi che ormai da oltre tre anni attanaglia il nostro paese. È dunque necessario osservare con cura e capire meglio questo fenomeno. In primis, cosa vogliono i forconi? Considerando la natura “composita” del movimento, oggetto di profondi dibattiti sul web è difficile identificare una leadership e quindi una serie di richieste “genuine”. Continua »

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  • Forze dell’ordine a Palermo…

    Per la seconda volta in pochi giorni ho richiesto l’intervento delle forze dell’ordine in seguito ad un incidente stradale. Nel primo caso una macchina ha tagliato la strada ad un motorino in viale del Fante, davanti l’ingresso dello stadio. La macchina si trovava di traverso fra le due carreggiate e il motociclista lamentava che la macchina aveva eseguito una svolta a “U” senza segnalarlo (vedi che novità a Palermo!). Inoltre, piccola digressione, le due ragazze, poco più che ventenni, avevano avuto la prontezza di spirito di chiamare il loro papà (che all’arrivo ha subito giustificato le figlie dicendo che loro erano ferme al centro della strada…) ma non i soccorsi. A tale riguardo, insieme ad altri passanti mi sono fermato a soccorrere il motociclista: nulla di grave, per fortuna, ma, considerato il luogo, i danni, e il rischio che altre persone potessero farsi male, abbiamo pensato di avvisare subito la polizia: la mia chiamata al 113 è durata circa due minuti, dei quali, incredibilmente, 60 secondi di attesa che mi rispondessero! Avete capito bene: nel 2011, nel cuore di una città da 1 milione di abitanti, in tardo pomeriggio, chiamando il 113 il tempo di risposta è di 60 secondi; ladri, omicidi e stupratori probabilmente lo sapranno già, ma pare che la tempestività sia la chiave per debellare il crimine. Continua »

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  • Capo Gallo negato…anche ai podisti

    Non sono un habitué della corsa ma ogni tanto ho il piacere di una piccola corsetta sul lungomare di Mondello, una di quelle cose che mi fanno ritenere Palermo una delle più belle città del mondo, nonostante i palermitani. Il 2 giugno, spinto dall’onda del rimorso per una cena troppo abbondante, mi sono lanciato in una modesta corsetta da Valdesi fino al faro di Capo Gallo. I miei già vacillanti propositi, tentati ad ogni passo dal richiamo dell’acqua azzurra come solo giugno e settembre possono regalarci, sono stati interrotti all’arrivo presso il famoso cancello della Riserva di Capo Gallo, presidiato, come al solito, da un certo numero di sgherri, simili ai bravi di Manzoni. Conscio del fatto che il passaggio in macchina, in bici, in moto, e persino a piedi, viene fatto pagare in virtù di una lunga tenzone a suon di carte da bollo con lo Stato (leggasi Regione, leggasi ente riserva naturale, leggasi Comune…), ma non per i podisti, procedo a passo spedito quando vengo fermato in malo modo dai suddetti; attonito ascolto la voce che reclama un pedaggio di 50 centesimi. «E da quando?», chiedo; «Da quest’anno» è la risposta dei bravi. Continua »

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  • Voglio scendere per favore

    Una recente inchiesta di Altroconsumo, il mensile dell’omonima associazione a difesa dei diritti dei consumatori, ha riportato i dati di un sondaggio condotto fra cinquemila cittadini in dodici città italiane, fra cui Palermo. Neanche a dirlo, i dati sono piuttosto desolanti. In sintesi, il trasporto pubblico a Palermo è fra i meno sicuri (dopo Napoli) e più sporchi. Gli autobus sono pochi e poco frequenti. I tempi di percorrenza, determinati anche dall’inciviltà dei palermitani che occupano le corsie preferenziali (e dal Comando di Polizia Municipale che dovrebbe favorire il passaggio dei bus). Al danno la beffa: è anche il sistema di trasporti pubblici locali (TPL) più caro d’Italia (1,3 euro per corsa singola contro una media di 1 euro, e 48 euro di abbonamento mensile contro una media di 30).
    Unica nota positiva: il 39% degli intervistati risponde affermativamente alla domanda se vi sono controlli dei biglietti, posizionando la nostra città come terza dopo Napoli (47%) e Cagliari (45%). Continua »

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  • Perché in Sicilia non possiamo che essere liberali

    Scandali come i “progettini” del Comune o i corsi di formazione della Regione, non fanno che confermare quello che a livello di intuizione penso da molto tempo: il peggior nemico dei siciliani oggi è lo Stato. Immagino che i puristi della lotta anti-mafia staranno già tremando di paura e chiarisco subito che non sono né a favore della mafia (!), né della scuola di “quelli che con la Mafia bisogna convivere”. Il problema è che lo Stato (inteso come somma di Comune, Provincia, Regione e Stato centrale) pervade la Sicilia. Oggi a Palermo, sommando i vari enti pubblici, lo Stato è il primo datore di lavoro, assolutamente incontrastato. Una volta c’era il Banco di Sicilia, oggi neanche quello. I politici comandano ovunque, anche lì dove non dovrebbero mettere piede. La politica non dovrebbe allocare risorse, salvo per pochi e selezionati beni pubblici (come la sicurezza, la tutela dei diritti privati e la giustizia), invece in Sicilia siamo abituati ad invocare sistematicamente la politica per qualsiasi emergenza, lavorativa e non. Ed i politici rispondono…non certo per un innato senso di bontà nei confronti dei loro concittadini (anche se non escludo che vi possano essere eccezioni), bensì per procacciarsi voti e assicurarsi la rielezione. Continua »

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  • Federalismo linguistico

    Non mi permetto di mettere in discussione in toto la “riforma Gelmini” poiché non ho avuto né il tempo, né la voglia (lo ammetto) di studiare tutti i dettagli e quindi mi sembrerebbe superficiale esprimere un giudizio semplicistico. Mi permetto però solo di osservare che una delle poche cose buone di cinque anni di pubblica scuola di stato a Palermo è stata il bilinguismo (francese e inglese), vantaggio che tuttora, al termine di cinque anni di università mi viene riconosciuto da piu parti e in piu campi. In questo senso, l’eliminazione del bilinguismo nei licei scientifici e classici mi sembra un enorme passo indietro. La teoria economica insegna che i differenziali di crescita nel lungo periodo sono dovuti principalmente alle differenze nel capitale umano. Dal momento che la nostra amata Sicilia deve uscire dal baratro del sottosviluppo con le sue proprie forze, e visto l’ampio dibattito sul Federalismo di questi giorni, ho una proposta per il nostro presidente della Regione e il nostro sindaco di Palermo: supplite voi a tale mancanza. Continua »

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  • “Cu nesci arrinesci”

    “Cu nesci arrinesci”, leit motiv di qualsiasi palermitano fin dalla tenera età…studi, ti impegni a scuola, vinci anche un’olimpiade di fisica (insomma, hai una bella testa!) ma “cu nesci arrinesci” imperversa; sono troppe le storie sentite (presunte o vere) di giovani cervelli che dopo soprusi vari hanno mollato tutto e non appena messo un piede in Continente (non necessariamente europeo), sbocciano come fiori in primavera; ma allora, quanto c’è vero del detto “cu nesci arrinesci”? Ovviamente, a livello siculo, non esiste grande evidenza empirica al riguardo, però è possibile fare alcune considerazioni teoriche:

    La causalità tra (cu) nesci vs. arrinesci, può andare da entrambi i lati, e vediamo di capire perché. Continua »

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  • Un piccolo miracolo

    Via Salvatore Puglisi

    Non credo di peccare di presunzione quando affermo che a Palermo è possibile fare miracoli con poco. Lo squallore nella quale questa città è avvolta fa si che anche un piccolissimo intervento (tipo raccogliere la spazzatura ogni giorno!) sia percepito come un grandissimo beneficio. Da qui l’idea: piccoli interventi, fatti dalla cittadinanza che supplisce ad un’amministrazione latitante (anche perchè quando è attiva va a Dubai a mangiare aragoste a spese del contribuente..); faccio un esempio che chiarirà tutto. Abito in zona Fiera. Non molto lontano dalla stazione della “metropolitana” Fiera c’è un piccolo spazio di circa 100mq, in via Salvatore Puglisi, a ridosso di una strada senza nome, spesso frequentata da spacciatori e altro. Questi 100mq di verde selvaggio e incolto sono chiusi da una recinzione ormai distrutta. Da che ricordi (circa 25 anni), questo terreno è sempre rimasto così, azzardo per vincoli urbanistici. Eliminare le piante in eccesso, mettere una luce aggiuntiva, qualche panchina e si riqualificherebbe con pochissimo un’intera area abbastanza degradata. Continua »

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  • Avere pazienza…

    Torno da Milano per un lieto evento, il matrimonio di mio fratello; parenti da tutta Italia, addirittura amici da Francia e Inghilterra, e una Palermo che più coperta di munnizza non si può…pazienza, bisogna avere pazienza…

    Terminato il lieto evento mi rimetto a studiare: meno 3 esami alla laurea. La mia stanza si affaccia sulla Scuola elementare Trieste, sita in via Sampolo. Anch’io sono stato alunno della Trieste. È il 29 maggio e dalle 10 in poi si scatena una vera e propria discoteca all’aperto…chiamo la scuola e faccio presente, molto educatamente, che capisco la voglia di fare la festa di fine anno, che sono stato uno studente anch’io, per di più di quella scuola, ma che sinceramente non capisco perché ai miei tempi (neanche antidiluviani!) la festa si poteva fare, comprensiva di musica, senza disturbare un intero quartiere ed oggi invece no: “Mio caro signore, abbia pazienza, è l’ultimo giorno!”. Continua »

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  • Palermo è una citta di sudditi

    Sabato 11 aprile. Ho deciso di fare una sorpresa alla mia fidanzata: vivendo a Milano dieci mesi l’anno, sono diventato, mio malgrado, turista nella mia città di nascita così che il Giovedì Santo, passando davanti il cancello della Palazzina cinese, scopro che il sabato sarà riaperta al pubblico a partire dalle 9:30. Istintivamente chiedo conferma ad uno dei (innumerevoli) personaggi che sostano senza apparente motivo all’ingresso della villa e ottengo conferma. Il sabato mattina arrivo alle 9:15 e faccio un’ulteriore scoperta (in compagnia di un piccolo gruppo di turisti genovesi): apertura prevista alle 10:30 – stop. Sono mortificato, penso di avere sbagliato a leggere (e sentire) ma l’arrivo di varie persone invece mi conferma: qualcuno ha deciso di cambiare last-minute l’orario di apertura. Motivo: la Palazzina sarà inaugurata (di nuovo?) con gli arredi (ah!) e dunque…senza preavviso, è stata posticipata di un’ora l’orario di apertura.

    Faccio sforzi notevoli…mi appello al Piccolo Maestro Zen che richiamo in mente quando sento che potrei passare ore a scorticare vivo l’inutile strumento di Santificazione Personale che il Signore mi ha messo davanti in quel momento; chiedo, con estrema gentilezza, se potremo vedere la Palazzina alle 10:30; risposta: dipende dalla volontà dei politici che inaugureranno la Palazzina. Continua »

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  • Un autobus che si chiama Desiderio

    Le statistiche ed i numeri hanno sempre esercitato un fascino particolare su di me, sin da bambino, ed anche perché ogni tanto si trovano delle belle chicche…questo è il caso del rapporto “Indicatori sui trasporti urbani”, pubblicato dall’ISTAT il 25 marzo 2009, che si riferisce a dati del 2007; già immagino le prime obiezioni: 2007? Un po’ datato come rapporto, no? Beh, in realtà questo è un approfondimento di una rilevazione diffusa nell’agosto 2008; i tempi della raccolta dati e dell’analisi sono ben differenti da quelli che vorremo, inoltre l’ISTAT deve fare di necessità (poche risorse) virtù, ergo, chista è a zita.

    Si scopre così che a Palermo vi è una disponibilità di 8,6 autobus per 10.000 abitanti, e qui sta già il primo dato curioso: l’ISTAT non considera la “metropolitana” di Palermo come metropolitana, escludendola dal computo delle vetture disponibili e, d’altra parte, come biasimarli: quale essere sano di mente che ha preso almeno una volta il trenino da Giachery fino a Vespri, passando per Notarbartolo – con cambio – la chiamerebbe metro? Continua »

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