La Sicilia conta alcune centinaia di comuni raccolti nelle nove province che la costituiscono. Molti di questi, al proprio ingresso, si presentano con un cartello che riporta il nome del comune stesso, un messaggio di benvenuto ed un’informazione sulla caratteristica peculiare della cittadina. Ad esempio, all’ingresso di Ribera, nell’agrigentino, è presente un cartello che recita “Benvenuti a Ribera. Città delle arance”. E tutti, infatti, conosciamo le rinomate arance del luogo. A Bivona, medesima provincia, ci tengono a farci sapere che siamo nel “Paese delle pesche”. E l’omonima sagra attira infatti migliaia di turisti ogni mese di agosto. Per andare alla provincia di Palermo, ad esempio, Roccapalumba viene etichettata come “Paese delle stelle”, per via dell’osservatorio astronomico presente nel territorio.
Nel nostro capoluogo, all’ingresso dei pressi di via Oreto, incontriamo il cartello “Palermo. Città per la pace”, nel chiaro tentativo di riabilitare l’immagine della nostra città in seguito ai fatti di mafia. Bene, io credo che questa nomea non sia ben rappresentativa della cittadinanza palermitana. Io la cambierei. All’ingresso, lato via Oreto, ma anche sul versante di via Belgio e al porto, metterei un bel cartello “Benvenuti a Palermo. Città della furbizia”. Il cittadino palermitano è infatti l’esemplare più furbo della razza umana. Questa furbizia la si può apprezzare pienamente soprattutto quando, questa volpe in posizione eretta, si trova al volante del suo mezzo automobilistico. Continua »
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