Andiamo per i 50 anni ma ci sentiamo di acchianare i mura lisci e di abballare sopra un mattone, siamo arrivati fin qui con l’entusiasmo di un ventenne, ma che dico di più, molto di più, almeno con due entusiasmi.
Le nostre assemblee di Istituto avevano 800/1000 partecipanti, oggi “costringono” i rappresentanti di classe a fare la presenza in assemblea , che viene concordata con la Presidenza per fare i ponti nel corso dell’anno.
Le assemblee di Istituto, conquiste nostre, sudate e tribolate, diventate vacanze istituzionalizzate, con buona pace e soddisfazione di tutti.
I sogni e le aspirazioni spesso velleitarie di tanti anni fa si sono a volte piegati “al peggio non c’è mai fine” e o’ “megghiu ‘u tintu appruvatu ca ‘u tintu ‘a pruvàri”.
Eppure quella tensione, bipartisan, diciamolo, di quegli anni ha prodotto di certo effetti positivi per la nostra democrazia e il vivere civile, tinto è che ci ha lasciato la vita per situazioni createsi per lotte di potere e che meritano tutto il nostro rispetto senza assurde distinzioni di colore politico. Poteri contrapposti, intrecciati con poteri di affari, con poteri politici sempre più avidi, sempre più ingordi. Questo è il passato, recente, sì, ma passato. Superato e vinto, con fatica, non sconfitto del tutto, vero, ma messo al tappeto da coloro che credono nella democrazia comunque, sia che il voto popolare ti mandi all’opposizione, sia che ti designi a governare.
Oggi, 2007, fiorisce una coscienza civile che dalle parti nostre pare pensiero novello, proprio come vino che non ha ancora visto botte e dal mosto vivacissimo, eppure messo in commercio, alla portata di tutti. Continua »
Ultimi commenti (172.553)