Affinità culturali
Le code in ospedale sono spesso occasione per scambiare quattro chiacchiere con altre persone. Stamattina abbiamo trascorso due ore in Ospedale dei bambini per via di certi esami clinici. Prima, durante l’attesa dell’apertura dell’ufficio ticket, ho discusso di rasatura e prodotti per la barba con il mio vicino. Abbiamo condiviso l’esperienza, per così dire, un mio zio era barbiere. Mi ha illustrato il suo metodo, migliore del mio in due punti, ma credo che i panni caldi per ammorbidire la pelle non li adotterò. L’ufficio ha aperto con 15 minuti di ritardo perché gli addetti sono arrivati in anticipo ed in ritardo, nel senso che uno è arrivato dieci minuti prima e l’altro dieci minuti dopo l’orario prefissato. Le procedure dell’ufficio prevedono che ciascuna richiesta sia gestita da due persone: ci sarà un buon motivo, ma di conseguenza l’ufficio apre solo quando tutti e due gli addetti sono presenti. Naturalmente la coda avanza a rilento, dato che l’ufficio evade una richiesta alla volta, e così capita di discutere, o di litigare, secondo i casi. Del litigio dirò solo che si trattava del solito ammuino. Un bambino aveva scoperto un gioco divertente: tirare la striscia dei biglietti numerati che si usano per il turno. Quando qualcuno ha rimesso a posto la striscia si sono persi diversi numeri: uno dei primi se l’è accaparrato un distinto signore arrivato dopo l’evento, come ha fatto non sò. Il fatto ci ha disturbato ma è così comune a Palermo che quasi non ci facciamo più caso. Abbiamo iniziato una discussione con la signora che era prima di noi: dai suoi mugugni abbiamo capito che s’era presentata al poliambulatorio giorno 24, ma era chiuso. Anche noi! La signora ci ha raccontato che dopo aver vissuto per tanti anni ad Agrate Brianza, per ragioni familiari s’è trasferita a Palermo tre anni fa ed ora è pentita. Anche noi! Siccome l’attesa si protraeva, abbiamo avuto modo di parlare della sanità e degli uffici pubblici. Neanche a dirlo, le nostre opinioni erano coincidenti. A chi come noi è vissuto per tanti anni a Milano e dintorni, risulta evidente che i tanti problemi che affliggono i palermitani sono causati prima dalla loro incultura e poi dalla mancanza di metodo, in ultimo c’è l’aspetto economico. A noi rincasati pentiti non era passato per la mente che ai responsabili di un Ospedale, di un Ente pubblico che eroga un servizio pubblico, avrebbero autorizzato la chiusura feriale del poliambulatorio. Giustificazione: è un servizio esterno all’Ospedale e poi abbiamo pubblicizzato la notizia. Sarà anche legittimo ma a noi non è sembrato normale. Ma se l’impiegato che apre in ritardo lo sportello ticket non si scusa con il pubblico che lo sta attendendo ma si giustifica dicendo: “traffico in autostrada, non ci posso far niente” (era stato visto in giro per i corridoi un quarto d’ora prima) cosa vuole sperare, signora?
Che i nostri figli siano capaci di andar via da Palermo, quando saranno in età per farlo.
Vabbè su non essere drastico….come dici anche tu all’inizio del post le lunghe attese agli sportelli pubblici ci danno la possibilità di socializzare, nelle città dove tutto è rapido e perfetto (Parigi ad esempio dove sono stata qualche mese fa…..)le persone neanche si guardano in faccia…..una tristezza!!!!!
Io sinceramente mi auguro che i miei figli siano capaci di apprezzare e di sfruttare quanto la loro città potrà offrirgli e soprattutto che contribuiscano a migliorarla lavorandoci e vivendola.
Scusami non volevo essere troppo polemica semplicemente più ottimista riguardo al futuro nostro e della nostra città, essere drammatici come lo sei stato tu al termine delle tue divertenti e purtroppo veritiere osservazioni “Qui Prodest”?
Sono d’accordo un po’ con tutti e due. Come dice Chiara è bello socializzare durante le file, anche perchè proprio in queste occasioni si incontra gente di tutti i tipi e si parla delle cose più strane.
E’anche vero però che chi sta allo sportello per offrire un servizio pubblico, non può permettersi il lusso di venire dopo aver fatto i propri comodi fregandosene delle persone in coda.
Se ha qualche imprevisto, dovrebbe essere compito del responsabile dell’ufficio di sopperire all’eventuale assenza. Ma siccome siamo in Sicilia, purtroppo sappiamo come vanno certe cose.
Certo, se mettessimo insieme la puntualità dell'”impiegato milanese” ed il carattere socievole del palermitano, molte cose funzionerebbero meglio e sicuramente dopo aver fatto la fila saremmo più rilassati e meno nervosi.
Piano piano ci arriveremo. Non so quando, speriamo al più presto.
Anch’io come Chiara cerco di essere ottimista.
Ma cosa aspetta ancora il Governo Italiano a ritirare i nostri soldati dall’Iraq,non gli sono ancora bastati tutte queste vittime innocenti.E Prodi adesso cosa aspetta(dopo la sua campagna elettorale fatta tutta alle promesse del ritiro dei ns soldati)?Purtroppo i Governi ed i politici sono tutti uguali,parlano,parlano ma alla fine non cambia per noi nulla per loro si,ci guadagnano le loro tasche(15000,00 euro al mese per 5 anni).Onore alle vittime dell’Iraq.Giuseppe Li Causi.
Scusatemi, sarò anche polemica ed intollerante, ma quando sento pronunciare parole come “rincasati pentiti” o roba del genere…mi viene in mente un solo pensiero.
E potete facilmente immaginare quale…
Chiederò di far sostituire la s con una doppia zeta 😉 E come recita il commento di certi esagrammi del I-King “pentimento svanisce”. Allo stesso modo svanisce il nostro pentimento davanti a una pila di panelle o quando iniziamo a frequentare le spiaggie tra maggio e luglio. Ma non chiedeteci di più 🙂
Ok, già questa mi sembra una posizione un pò più morbida ma…se mi è consentito dirla tutta…anche “di comodo”.
Eh, no, caro il mio Sig. Giovanni D’Acquisto…Palermo la si vive tutta, sempre, nel bene e nel male, giorno dopo giorno, anche quando le panelle fanno “acito” o quando d’inverno tutta Mondello si allaga.
Cosi è se Le pare…
Pro e contro della palermitaneità. SE non hai un parente od un amico, che é a rischio, condivididerei la pasienza della maria Luisa. Se invece, ogni giorno perduto, diventa un fattore fondamentale, divento nazista e farei come mia sorella, che chiama polizia e carabinieri.
Ci son cose tollerabili, e cose intollerabili. Che un medico dica c’era traffico, lo sa già, che c’era traffico. Chiunque ha un rapporto costante un un traggitto di lavoro, conosce il tempo che ci si impiega. Lo si parametra anche includendo gli imprevisti, che posso capire se sei dal lato Piazza indipendenza. Dal lato Villa Sofia, credetemi, sono minimi. Quindi la persona che ha risposto così, é statao serenamente a casa e si é fatto i fatti suoi.
E questo é un comportamento socialemnte grave.
per cui le scuse addotte, sono ridicole.
e biogna farle rilevare, magari anche minacciando di ricorrere alle autorità
perché se un servizio non funziona
e dovrebbe funzionare, e le persone presuntamente responsabili, si trincerano dietro scuse banali. Questo stabilirebbe un reato, di inefficienza od interruzione di servizio. Avvialamocene tutti. IOmi faccio un c…o così? A maggior ragione chi ha duemila garanzie ed é preposto a fornire un servizio al pubblico.
Anche io penso che almeno una piccola parte del problema nasce della mentalità dei siciliani stessi. Mi spiego meglio: ho notato che le persone hanno paura di fare di più dei altri nel senso di “perchè io devo rispettare le regole, perchè io mi devo fare in quattro, se l’altro non lo fa? Non sono mica scemo!!!”. Soltanto che se si pensa così, non si andrà mai avanti!
Ovviamente non tutti sono uguali – per fortuna!
Evidentemente Chiara e Maria Luisa hanno tempo da perdere. “Palermo bisogna viverla tutta” ma che vol dire? A Parigi nelle sale d’aspetto le persone non ti guardano in faccia? Ma che ca*** me ne frega se non mi guardano! Ma che me ne frega di socializzare quando vado lì per usufruire di un servizio. Vi auguro di non vivere delle emergenze, ma se vi dovesse capirare, vediamo commenterete mantenendo lo stesso spirito.
In ospedale gli operatori sanitari non sono pagati per fare cabaret, ma per fornire il servizio per il quale noi li paghiamo. Chiara e MAria Luisa, se avete carenze affettive ci sono diversi locali a palermo dove poter socializzare e fare piacevoli incontri.
Rispondo solo perchè chiamata direttamente in causa…viceversa non lo avrei fatto, giacchè ho sempre detestato chi utilizza i commenti ai post per portare avanti crociate personali contro qualcun’altro. Tuttavia, ritengo che il discorso possa essere comunque attinente al post in questione, giacchè penso di avere espresso il mio personale parere in merito al modo di intendere Palermo e i suoi servizi/disservizi all’interno di un’ottica più ampia che è quella della palermitanitudine (nel bene e nel male della stessa). Purtroppo la città di Utopia esiste solo in quella famosa opera di tommaso Moro…
E’ più giusto, secondo me, evitare di sparare a zero indistintamente su tutto e su tutti, parlando delle solite contrapposizioni tra Palermo e città ritenute “più civili”.
“Palermo bisogna viverla tutta” vuol dire (per rispondere alla tua domanda, ammesso che tu voglia davvero una risposta)avere nei confronti della Città un atteggiamento più aperto, capace di cogliere sia le cose positive che quelle negative, sia gli aspetti buoni che quelli cattivi, evitando eccessive dicotomie e, soprattuto, luoghi comuni e frasi fatte.
Quanto alle illazioni sul tempo da perdere e alle presunte carenze affettive…mi astengo, è meglio!
Ale è lievemente cafone. Rosalio intervieni!
Ehhhh si!!! caro Ale le carenze affettive o le carenze grammaticali e sintattiche con cui hai scritto il tuo post?
Più che cafone direi ….. ma si Maria Luisa ha ragione lasciamo perdere !!!
Care Chiara e Maria Luisa, leggo
ora i vostri commenti.
Scusatemi, sono stato irrispettoso, lo ammetto. Colpa della mia impulsivo. Colpa della mia esperienza in tema di sanità alla palermitana. un’esperienza drammmatica che mi consente di vedere gli episodi raccontati da Giovanni sotto la veste della nostra “palermitudine”. Io continuo a chiamarla inciviltà. Mancanza assoluta di rispetto del prossimo. Mancanza di profesionalità. Mi fermo se ne mi accendo di nuovo.
Chiara e Maria Luisa non me ne vogliate. di nuovo sentite scuse.
Ciao
se lo Stato non è in grado di erogare un servizio sanitario decente, non è il caso di abbandonare il modello di sanità pubblica e introdurre un sistema privato con assicurazioni obbligatorie come nel mondo anglosassone?
più in generale, in un contesto in cui la moralità pubblica non esiste il buon senso consiglierebbe un dimagrimento dell’amministrazione. meno cose fa la mano pubblica meglio è.
la regione Sicilia è un mostro spaventoso che incassa il 100% delle imposte dirette e non riesce a fare investimenti sulle infrastrutture (nel caso di specie, strutture sanitarie).
tutto è sprecato per pagare decine (o forse centinaia) di migliaia di funzionari. Molti dei quali
non lavorano. E chi non fa il suo dovere (come gli impiegati sopra descritti) non può essere punito nè licenziato.
eppure non c’è un solo partito politico che propone un dimagrimento dell’amministrazione regionale.
purtroppo alle nostre latitudini il liberalismo non esiste. tutti quei bei faccioni (di destra e di sinistra) che ci guardano dai manifesti elettorali fondano la loro azione politica sul clientelarismo .
in queste condizioni io non voto.
Voglio precisare che col mio racconto volevo lanciare una discussione sul rispetto, non sulla puntualità degli impiegati. La dignità umana è favorita da “quelle sequenze di comportamento interpersonale che accrescono il rispetto di sé senza diminuirlo negli altri”. In proporzione, noto minor mancanza di rispetto qui rispetto a Milano o Monza. Lì sono forse più ipocriti, di sicuro il livello di violenza trattenuta dalla è più alto, quindi potenzialmente più pericoloso, c’è un maggior grado di paranoia e ci sono più devianti: perciò il bilancio complessivo è lievemente favorevole a Palermo ma questa città potrebbe essere più vivibile se … se? Secondo me gli impiegati di cui sopra hanno fatto mediamente il loro dovere, tanto quanto lo fanno la maggior parte degli altri impiegati pubblici siciliani. Quel che difetta è il rispetto della dignità umana, lo si coglie da tanti piccoli particolari. Si dirà: “scoperta della acqua calda, è stato così sempre ed è così dapertutto”. Può darsi ma non ci credo molto e in ogni caso meglio migliorare che peggiorare, no? Molti siciliani tendono ad avere un’altissima opinione di sé ma la smentiscono quotidianamente con il loro comportamento. Riguardo alla sanità privata concepita come sostituzione del servizio pubblico, penso che sia un’aberrazione etica, perché introduce il concetto di profitto nella sfera ontologica umana (diritto alla vita etc), oltre ad un danno economico per lo stato: chi non ci crede può usare Google per documentarsi in merito. Si lavori sull’educazione, non sulla struttura. Purtroppo l’educazione porta poco profitto a breve termine, sennò sarebbe in cima alle priorità 🙁
scusate …
Liberale, io credo, attenzione “credo”, che se molti dei soldi pubblici non servissero a finanziare iniziative private, magari, dico “magari”, ne potrebbero rimanere di più per pagare medici e infermeieri degli ospedali pubblici…
così, un’impressione…
ma perchè Giovanni tu credi che la logica del profitto non faccia parte del mondo della sanità? Hai idea di che mangiatoia siano gli ospedali pubblici? (appalti, attrezzature, farmaci). Sai che le farmacie ospedaliere hanno inceneritori nei quali ogni anno si bruciano tonnellate di farmci scaduti anche molto costosi? Anche io preferirei una sanità pubblica che funziona ma purtroppo siamo siciliani e non svedesi. Io dico che se dovessero fare quadrare un bilancio e se le strutture migliori fossero premiate forse avremmo meno spechi e un servizio migliore. E chi sa forse anche gli impiegati avrebbero più rispetto.
(camena, sono d’accordo. ci sono senz’altro medici e infermieri bravi che meriterebbero di essere pagati di più e di vivere in un ambiente di lavoro consono alla loro professionalità. ce ne sono molti altri però che meriterebbero di essere pagati di meno e alcuni andrebbero licenziati facendo posto a giovani bravi che abbiano voglia di lavorare. ti risulta che il medico più bestia di una struttura pubblica possa essere licenziato?)
Liberale, mi riferisco alla sanità basata sulle assicurazioni obbligatorie. RC auto ti dice niente? Siamo in Italia, di cui la Sicilia è l’espressione estrema (come scriveva Goethe) c’è da dir altro? Teoricamente i manager pubblici e quindi anche quelli ospedalieri devono far quadrare i bilanci. Sai che ci sono le pagelle periodiche da parte degli assessorati preposti etc. etc. etc. ma ciò alla fine della fiera non modifica sostanzialmente il gioco degli interessi economici (non potrebbe, non è desiderato da nessuno degli attori di questo teatro). E’ una questione etica! “L’evoluzione sociale non serve al popolo se non è preceduta da un’evoluzione di pensiero”. I politici siciliani (gli italiani) nascono e crescono in seno alla nostra società, ci rappresentano per cui c’è poco da lamentarsi, siamo fatti così. La questione morale è emergente: la corruzione esiste dovunque ma in altri paesi europei il “popolo” ha un senso etico e s’indigna, in Italia non proprio. C’è chi dice, tra gli europei, che ciò dipende da una distorsione dell’etica cattolica: “futti futti ca dDiu pirduna a tutti”. L’etica protestante è “andrai in paradiso o all’inferno sulla base dei tuoi comportamenti” Sarà vero?
Liberale, concordo con le tue osservazioni ma non credo che dare spazio al privato, soprattutto in ambiti fondamentali per l’evoluzione civile, come la sanità e la scuola, sia un rimedio. sono invece d’accordo sul fatto che il lavoro, qualsiasi lavoro, debba essere considerato da chi lo svolge un compito cui far fronte con grande senso del dovere civico e professionale. se avessi soluzioni, naturalmente, mi occuperei di politica, affermazione da cui potrai arguire che soluzioni non ne ho. però ho certezze: il personale medico, nelle strutture pubbliche, è sempre più assottigliato, gli edifici mancano di manutenzione, i macchinari sono obsoleti e si può anche capire umanamente che, se uno fa il lavoro che potrebbero svolgere dieci unità, alla fine deve pur cedere ed ammettere di non farcela più. preciso: non sono medico né infermiere.
sai che i laboratori degli ospedali spessissimo si reggono grazie all’abnegazione di gente che lavora dodici, ore invece di chiudere tutto alle cinque del pomeriggio? e la regione, col sacrosanto 100% che dicevi tu, che cosa ha fatto? per conto mio, credo che se il denaro non si disperdesse in sovvenzioni alle cliniche private dovrebbe percorrere la strada degli ospedali pubblici. per carità, non pretendo di avere ragione, ma penso che non si possa imporre un’assicurazione obbligatoria a gente che vive di precariato e promesse, soprattutto a quelli che, per fare i precari, hanno dovuto investire per decenni sulla loro formazione, a costo di sacrifici che solo chi ha lavorato sodo conosce e comprende. se un giorno questo stato non dovesse più permettermi di lavorare, vorrei almeno non morire di peritonite sotto un ponte…