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lunedì 4 nov
  • L’uomo invisibile

    A Palermo, in sella al mia bici, sono l’uomo invisibile.

    La donna di mezz’età in una “Lupo” fresca di concessionaria che svolta tagliandomi la strada; l’autobus che mi costringe a stringermi sulla destra facendomi sfiorare il marciapiede con un pedale; il ragazzo dell’auto posteggiata che apre di botto lo sportello, invitandomi così a entrare nell’abitacolo con tutta la bici… Non sono invisibile perché ho poteri sovrannaturali, è che proprio non mi vedono.

    Vado in bici da quando sono tornato ad abitare a Palermo. In altre città europee attraversare la città pedalando può essere un’esperienza rilassante, qui ci vuole caparbietà. Innanzitutto, in quattro anni ho cambiato, per forza maggiore, quattro bici e altrettante catene e lucchetti. Una, nuova fiammante, che aveva le borse di cuoio laterali è durata soltanto due mesi. Ora vado, di proposito, in giro con questa, ma molti mi hanno detto che comunque “per quanto vecchia è, te la fottono lo stesso”.

    Il vero problema però è spostarsi e sono contento che ora si cominci a parlare sempre di più del problema della fruibilità della città per le bici. I ciclisti sono “invisibili” per la strada perché sono pochi (mi ricordo che negli anni scorsi la sera in bici incrociavo soltanto venditori di rose), ma soprattutto perché, secondo il particolare codice di comportamento stradale palermitano, sono “sopraffabili”, in base al principio che governa le interazioni nel traffico cittadino secondo cui chi non si può imporre con il proprio mezzo e la propria guida, deve cedere il passo a uno che lo sa fare. Il caso tipico è quello in cui sei bloccato da mezz’ora in una colonna di auto e hai lasciato due metri di spazio prima della macchina di fronte a te, in cui verrà a infilarsi uno che si è fatto in cinque secondi duecento metri in corsia preferenziale e che vuole rientrare nella fila.

    Qualche volta ho provato a percorrere la pista ciclabile di via libertà. Solo da poco ho saputo che è una “ex” pista ciclabile. Comunque era assurda, ai limiti del paradosso: tra la Statua e Piazza Croci si contano quattro grandi edicole piazzate proprio sulla pista e, vicino via Notarbarolo, addirittura un’intera fermata d’autobus. Per non parlare di fosse, buchi e macchine posteggiate. Per superare questi ostacoli il ciclista avrebbe dovuto essere non soltanto invisibile, ma anche trasparente.

    Ogni tanto però in bici assapori qualche soddisfazione, quando sorpassi sbarazzino gli automobilisti immobilizzati e ti godi la brezza effimera (finisce quando ti fermi) che ti accarezza il viso. Inoltre, sei invisibile anche per i vigili, perché non sei riconoscibile da una targa, e quindi puoi raggiungere per la via più breve la tua meta, irrispettoso (lo so non è un comportamento degno, ma dopo tutte quelle che si subiscono) di divieti d’accesso e controsensi. In attesa delle vere piste ciclabili e del centro chiuso al traffico, la bici, strumento così basilare e bisognoso di niente, perfino a Palermo, ti dà un senso di libertà.

    Palermo
  • 13 commenti a “L’uomo invisibile”

    1. ciao Nicola,
      anche io sono un coraggioso biker palermitano con tanto di casco (alla vita ci tengo).
      E ne ho un paio di bici ” a casa”. Ma una delle due è quella che viene chiamata “folding bike” nei paesi anglosassoni, la “pieghevole” per intenderci, una sorta di Graziella degli anni 70.
      Nei paesi del nord europa e in america si è largamente diffusa e la si vede quotidianamente in giro.
      Con piacere ti parlo di questo tipo di bici anti-ladro.
      Una volta, circa 15 anni fa, ero a Londra e in metropolitana vidi un signore in giacca e cravatta, 24 ore e una bici con ruote da 16 piegata. L’ho visto scendere dalla metro, salire le scale mobili, uscire in strada, aprire in 15 secondi la sua bici pieghevole Brompton (from UK), mettere la 24 ore nel portapacchi posteriore, salire in sella e schizzare via in mezzo al traffico, in barba alle auto bloccate.
      Un altra volta (per lavoro) mi è capitato di conoscere un assessore di una citta svedese e uno di una città tedesca che andavano a lavorare quotidianamente con questa bici pieghevole. Mi hanno detto – dopo – che per molte persone è uno status di mobilità sostenibile andare in giro con questa bici.
      Ora anche io ho la mia dahon (from USA)pieghevole con 8 marce e la tengo comodamente dietro una porta in un angolino a casa. E’ davvero molto performante e molto piacevole da guidare. Se debbo andare fuori, la piego e con una cinghia la porto con me come fosse un portatile di 17″. In pratica non la lascio mai fuori. Se vado in un ufficio, in un negozio, a casa di amici, la porto dentro e così i ladri si attaccano ……
      E’ davvero inebriante la sensazione che si prova ad avere un mezzo di mobilità cosi’ piccolo ed efficace per la mobilità e tenerlo a casa in un angolino.
      Queste bici sono vendute con tanto di borsa e così se vai in vacanza te le puoi portare pure in aereo come se fosse un trolley.
      Esiste una vasta gamma di accessori (borse portapacchi, selle).
      A casa fa anche arredamento accanto ad una libreria, Credimi !
      Molti turisti olandesi inglesi americani tedeschi in questi giorni visitano Palermo con queste bici pieghevoli.
      Ecco alcuni siti web che commercializzano queste meravigliose bici pieghevoli:
      http://www.dahon.com
      http://www.bromptonbicycle.co.uk
      http://www.foldingbikes.co.uk
      Su ebay si possono comprare tranquillamente (io l’ho comprato da un venditore tedesco serissimo).
      Buona bici pieghevole a tutti …. come dire … tempi duri per i “ladri di biciclette” !
      eh eh…

    2. Comunque non è un problema strettamente panormitano,
      io faccio bici,e in passato anche a livello agonistico(mai bummiato).
      Ho fatto bici a Roma,Parigi e adesso a Nizza.
      Ti posso assicurare che sportellate tagli improvvisi ai semafori ecc ecc li ho ricevuti ovunque.
      Credo che bisognerebbe sviluppare piste ciclabili, degni di questo nome, dove noi ciclisti potremmo circolare in tutta tranquillita.
      Fuori da questi confini la citta’ resta una giungla dove la legge del piu’ forte vince sempre.

    3. Io sulle statali che percorro in auto, in provincia di VA, ne scripenterei volentieri a decine, di ciclisti, così come sono, in formazione sfarfalleggiante e colorati come bruchi esotici. In ogni stagione, dal sole spaccapietre al gelo più feroce.

      E’ giusto un desiderio comunque.

      Quelli in città mi stanno già più simpatici.

    4. caro nicola, anche io ha riscoperto da un pò il fascino della bici; mi muovo infatti con la bici che usava mio padre (quindi calcola almeno 20 anni di bicicletta) da corsa, molto carina direei, il problema è uno, ed è lo stesso tuo, non ci sono piste ciclabili. qualcuno di voi ha mai provato ad andare a mondello ed usare la pista ciclabile che porta alla piazza? praticamente non hanno fatto altro che abbassare un marciapiede, farci delle strisce gialle che con il tempo non si vedono più e apparte le numerose macchine che trovi parcheggiate nella “pista”, è diventata così sconnessa che solo con una mountain bike potresti farla perchè ti assicuro che non è piecevole tornare a casa con le gambe aperte dopo che ti sei preso tutte quelle scaffe. per non parlare del fatto che anche a me ogni volta non mi vedono mai e mi ritrovo schiacciato contro due macchine, gente che mi taglia la strada…di tutto insomma.

    5. A Palermo le piste ciclabili sono ridicole, quella che hai citato di via Libertà per l’appunto è una EX pista e soprattutto non lo è mai stata veramente, le altre si trovano in via dell’Olimpo, in via Venere … zone che “Ma che cacchio ci deve andare a fare un ciclista?” ma ammesso enon concesso , le piste per essere utili devono coprire tutte le zone più importanti della città, devono essere curate e controllate (che nessuno ci parcheggi sopra un cassonetto, un’auto o un’edicola per l’appunto) … a tal proposito sul mio blog ho scritto 2 articoli per chi volesse leggerli: http://www.cinidisicilia.it/dblog/cerca.asp?cosa=pista+ciclabile

    6. Purtroppo a Palermo non c’e’ ancora la cultura della bicicletta. Ad usarla oggi è sempre più gente,che reclama attenzone da parte dell’amministrazione comunale. Anche i ciclisti hanno il diritto di muoversi in città senza rischiare di farsi male. Vi invito intanto ad una bellissima passeggiata serale in bicicletta, che si terrà il primo agosto, appuntamento alle 21.00 a p.zza Castelnuovo. Saluti

    7. Grande Francesca e grande Nicola, la prima ha scritto quello che stavo per scrivere io, il secondo ha scritto quello che succede a noi ciclisti palermitani.

      Parafrasando Ascanio Celstini in Appunti per un film sulla lotta di classe: i ciclisti sono come i marziani, qualcuno dice che non esistono.

    8. Applausi per Nicola, valgono gli stessi motivi descritti da Michele.
      Nel biennio 89-91, epoca pre-vespone, mi muovevo anche io in bici: andavo fino a Mondello partendo da via G8.
      Il ritorno da Mondello era duro (per via della salita fino all’ingresso della Favorita) e pericoloso (per via delle macchine che sfrecciavano a due centimetri da me). Ma la soddisfazione di arrivare in piazza a Mondello e non avere problemi di parcheggio valevano entrambe le cose.
      Una mattina di fine giugno ’91 mi ricordo che mi mossi all’alba -non avevo praticamente dormito causa caldo- e pedalai. Non avevo mai visto Palermo così bella e così vuota.
      In cuffia, allora come oggi -ma in un’altra città e con due ruote motorizzate-, sempre la stessa musica: The Rocky Story.
      F.to: il Leone ciclista

    9. Il ciclista nei giorni feriali va in giro per la città .
      La domenica si unisce ad altri ciclisti e insieme partono per località della provincia : Cefalù , Terrasini etc etc.
      Percorrono le strade statali come se fossero in via Libertà chiusa al traffico.Camminano uno accanto all’altro ( invece che in fila indiana , come prescrive il codice della strada) , gridano molto e quando si fermano in un bar mangiano e bevono come gli alpini.
      La loro peculiarità però è un’altra : pensano che il solo fatto di essere su due ruote li dispensi dal rispettare qualsiasi regola .
      La colpa di un’eventuale incidente o la responsabilità per la mancanza di piste ciclabili è sempre di chi conduce un’auto.
      Inoltre se li tocchi cadono a terra come morti e cercano di speculare al massimo con assicurazioni , perizie e avvocati .

      Consiglio : appena ne avvistate qualcuno , statene alla larga .
      Sono pericolosissimi per se stessi e per gli altri .

    10. …analogamente è meglio stare alla larga da certi commenti: anch’essi sono pericolosissimi per l’intelligenza (solo quella degli altri però).

    11. vi segnalo un’intervista sul tem ripresa da un’altro sito

      http://www.streetblogging.it/2007/07/30/lei-ha-uneta/

    12. […] per il momento, da Mannotpixel scrivo altrove, sull’andare in bici e sul caldo a Palermo. E poi di Birmania (dove NON sono mai stato, nonostante il bel titolo che ci […]

    13. Ciao amici siciliani.Scrivo da Modica in provincia di Ragusa.Anch’io da pochi mesi sono un cittadino invisibile perchè mi sposto per il mio paese con una bicicletta pieghevole 20 pollici.Per il momento,il mio portafoglio non mi consente di comprare una dahon o una brompton,ma su internet ne ho trovata una a un prezzo davvero economico e mi trovo benissimo.Proprio ieri sera mi trovavo a Modica bassa e per salire a Modica alta l’ho piegata in pochi secondi e ho preso l’autobus.Naturalmente anche nella mia città non esiste la cultura della bici come mezzo di trasporto.Pazienza!

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