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giovedì 18 apr
  • ‘U pupu cu l’anchi torti

    ‘U sai chi mi misiru i morti? ‘U pupu cu l’anchi torti.
    Faceva così la tiritera che dicevamo da bambini quando si avvicinava il 2 novembre, giorno dei defunti.
    Eravamo eccitati e speravamo di ricevere in regalo l’ultimo modello di “colt” come quella che avevamo visto usare nell’ultimo western; le femminucce parlottavano e si facevano i dispetti ancor prima “‘u sai, i morti mi porteranno Cicciobello chi chianci e si piscia ‘i supra”; si sperava inoltre in lecca lecca enormi e coloratissimi, liquirizie a metro e bomboloni.
    A provvedere naturalmente erano i genitori che si facevano accompagnare dai nonni “vivi” (con la speranza che mettessero mani in sacchetta); “a’ Liviedda” (a piazza Olivella) dove si organizzava “la fiera dei morti”.
    Si trovava di tutto, pupi ri pezza, Barbie e Ken, cavadduzzi ri plastica russi, machinicchi ra polizia, camiuna ri pumpieri, bambole ri porcellana, ecc.
    A me è rimasto impresso un giocattolo fatto dagli artigiani locali, era una semplice basetta in legno dipinta con colori forti, aveva ruote ai lati e sopra una specie di pulcinella in cartapesta che reggeva tra le mani due piattini in alluminio da banda musicale, al tutto erano applicate due barre ed un “manubrio”, bastava spingerlo ed un “magico” congegno faceva sì che il pulcinella battesse i piattini (sdang, sdand, sdang), certo, non era la PlayStation3, ma sicuramente poesia pura.
    Momento cruciale era la sera della vigilia, quando i genitori dicevano: “Andate a letto ma…mi raccomando, non aprite gli occhi perché…i morti s’accorgono e….vi grattanu ‘i pieri;i più cacasotto (fra cui il sottoscritto) ci credevano, e nonostante il sonno che non arrivava, stavano rannicchiati e con gli occhi serrati ad aspettare il mattino, quando, cominciava la caccia al regalo che “i morti” avevano nascosto chissà dove in casa.
    A differenza del resto d’Italia (evvivadio), qui da noi il 2 novembre è (?) una festa, e qui da noi non c’è festa che non venga contrassegnata da un cibo dedicato; “i morti” ne hanno più di uno. Al mattino si mangiano le “moffolette” calde (schiacciate tonde condite con olio d’oliva, acciughe, e caciocavallo a scaglie), inoltre in senso di augurio e prosperità per l’inverno che si avvicina, si “ consa” “’u Cannistru” (cesto in vimini o simile) riempito da: primizie di stagione (melograni ecc), biscotti tipici (taralli e misto siciliano), “scaccio” (mandorle, noci, nocciole, semi, ecc) e, naturalmente, “ la frutta martorana” diventata famosa in tutto il mondo. Inoltre, altra delizia è “la pupaccena” (pupi di zucchero a forma delle icone classiche di Sicilia come i Paladini di Francia).
    Questi in sintesi sono (?) “i morti”, festa palermitana che si fonda sulle nostre più remote radici pagane ed adottata poi dai “ cattolici”; trovata geniale che in questo triste giorno trasforma il dolore in felicità.

    MA, da qualche anno c’è chi attenta alla NOSTRA tradizione, alla nostra identità, l’Halloween people, che vorrebbe soppiantare “i morti” con “ la festa delle streghe e delle zucche”…Halloween.
    Ma dico io, possibile che tutti ‘sti film americani vi hanno rubato il cervello? Forse sì… Halloween, la festa delle zucche vuote, e infatti non ho alcun dubbio che qualcuno, per illuminare la propria, non ha di meglio che metterci dentro una candela accesa.
    Halloween, che non è manco americana (come quasi tutte le cose americane): Halloween è una festa celtica. Ora, anche facendo uno sforzo d’immaginazione, se penso a un druido col pentolone che fa qualche rito…mi viene in mente solo Asterix, ma niente che faccia parte della mia cultura.
    In buona sostanza, fino a quando la messinscena è organizzata “una tantum” per trovare un pretesto per fare UNA festa mascherata da ragazzi dai 16 ai 25 anni…a malincuore…passi pure, ma quando vedo “la fiera dei morti” (spostata) ridotta ad un mercatino, piena di stand con “crozze”, cappelli da strega, zucche, per non parlare di “lava wash”, scarpe, tappine e pignate……quando la città è un fiorire di bancarelle Halloweeniane, quando persino i pasticcieri “traditori” fanno la “pupaccena” a forma di zucca, e allora…. NO, NON ACCETTO! NON ME L’ACCOLLO.
    La situazione precipita, si è passato il senso e la misura, e vi dirò perché: i miei figli sono tornati da scuola dovendo espletare a casa un compito su Halloween di cui…hanno pagine sui libri; bene, torneranno con un foglio bianco ed una nota scritta dal sottoscritto alle maestre che recita pressapoco così:

    Gentile Signora, certo che la casa editrice del libro che LEI ha scelto non si trova in via Montalbo né alla Molara e né manco in tutta la Sicilia, voglia giustificare mio/a figlio/a per il mancato compito di cui sono responsabile avendogli proibito di portarlo a compimento.
    Voglia cortesemente ripresentarlo agli alunni come lo studio di una tradizione a loro lontana e magari paragonarlo, annotandone le differenze, alla loro.
    Tengo inoltre a farle notare che nonostante il sottoscritto sia assolutamente laico, accetta di buon grado la sua convinzione di cattolica, che esercita, anche, tenendo alle sue spalle un crocifisso, pertanto, se lei fosse così gentile da sostituire sul muro l’immagine di Odino con quella di Cristo, potrei anche fare portare a termine i compiti su Halloween ai miei figli.
    Mi perdoni la provocazione ardita, ma credo che ciò sia coerente e pertinente.
    Certo che lei capisca le sfaccettature di quel che voglio intendere, resto in attesa di un suo positivo riscontro.

    In buona sostanza, negli anni, mi sono visto soppiantare la gazzosa al caffè della mitica “Bibite Trinacria” dalla Coca Cola, è sparita la gazzosa perché l’anno chiamata “Sevenàp” ed io non posso restare a guardare, se nessuno fa niente il prossimo passo sarà…..festeggiare S. Lucia con gli hamburger al posto della mitica arancinA, NOOOOOOO, NON LO PERMETTER&#210.
    Il 2 novembre sono “i morti”!! E se avete il coraggio mandatemi i vostri figli dietro la porta a suonare il campanello e dire “Trick or treat?“…e una “scoccia di collo” non gliela toglie nessuno.

    Ospiti
  • 31 commenti a “‘U pupu cu l’anchi torti”

    1. Tommaso, sottoscrivo TUTTO quello che hai scritto e ti ringrazio per aver fatto questo articolo.
      Se hai davvero risposto in quella maniera alla maestra dei tuoi figli sei stato ECCEZIONALE ed hai tutta la mia ammirazione.
      Cerchiamo di dare ai nostri figli un mondo culturalmente non globalizzato: insegnamo loro sin da piccoli le nostre tradizioni e facciamo in modo che le amino.

    2. Ciao,
      non sai come sono d’accordo con te!!!
      Io sono una siciliana come te, vivevo a Palermo fino ad un paio di mesi fa quando mi hanno chiamata a New York per un lavoro, starò qui tre mesi e poi andrò a Milano…
      La festa dei morti è sempre stata la mia preferita fin da bambina e la trasmetterò ai miei (eventuali e futuri) figli con tutto il cuore!!!
      Prima di partire per l’America ho proprio chiesto a mio padre di portarmi la mitica “martorana” e qualche biscotto dei morti…
      Qui a New York c’è stata la festa di Halloween, bella certamente, ma è una loro festa e ognuno deve tenersi le sue!!!
      Credo di essere dilungata abbastanza…
      Godetevi la festa dei morti voi che potete!!!

    3. Sottoscrivo! Questa è la sicilianità di cui dobbiamo andar fieri !!

    4. Ciao Tommaso,
      grazie 1000, mi hai fatto percorrere la mia infanzia…ti racconto una cosa: vivo a roma con marito e figlio; tutti gli anni i nonni del mio Andrea mandano un pacco doni con tanto di giocattolo, mustazzoli e scacciu, è una tradizione che non voglio perdere, qst’anno non è stato possibile, ti posso garantire che mio figlio ha avuto il suo giocattolo, da me acquistato, e le scarpe piene di scacciu e di leccornie di vario genere…una promessa: tutti gli anni ricorderò qsta tradizione a mio figlio perchè le tradizioni della mia sicilia sono parte di me….

    5. schierata a favore della festività del 2 novembre:
      in più una festività che mostra i morti come presenze attive che, anche dopo il trapasso, continuano ad occuparsi di noi con doni amorevoli è certo più formativo di spiritelli vaganti e dispettosi che chiedono dolci pena brutti tiri…
      bravissimo: non far fare il compito al bambino, che impieghi il suo tempo in modo più costruttivo cercando il regalo dei morti e mangiando la pupaccena!

    6. Spero che tutti abbiate mangiato le “moffolette”, io sì, e mi è toccato farlo in un mini servizio di porcellana che ” i morti” hanno regalato a mia figlia, mentre un Supersayan mi sparava “onde energetiche” sulle acciughe.

    7. Con le tue parole sei stato grande, mi associo in pieno e spero che tutti quelli che leggono questo blob possano riflettere un pochino su quello che siamo veramente, senza affrontarinni…….un saluto alla prossima ciao giacomo

    8. Bravo Tommaso! E vediamo di finirla con l’importazione di queste beneamate fissarie americane!

    9. Sei un grande. Ho i brividi alle pupille.

    10. Festa dei Morti – Halloween risultato: 100 a 0

    11. A me Halloween piace e non la vedo in contrapposizione con la tradizione siciliana, se non altro perché Halloween è la notte dell’1 e I morti sono la notte del 2. Credo che sia molto difficile (e non vedrei il motivo di) fermare la globalizzazione…

    12. Caro Tony, nessuna voglia di fermare alcunchè, ma globalizzazione vuol dire per forza Contaminazione? Se mi trovo ospite da mio cugino a Baltimora, mi fà piacere che mi faccia vedere e vivere quel che succede lì, se lui è quì si mangia le moffolette, il mondo è bello perchè vario, se nò ci stampiamo il codice a barre nel sedere e ci omologhiamo in fabrica. 😉
      (a proposito, chi ti misiru i morti?)

    13. @ Tony Siino.
      Io Dolly Parton un c’ha canciu cù Rosa Balistreri. 😉

    14. Anche a me non piace l’omologazione eh. 🙂

    15. 1-La gazosa al caffè c’è ancora,denominata ‘La Brasilera’,ed è normalmente venduta in Calabria,assieme alla gazosa normale.Con la costruzione dell’agognato ponte sullo stretto sarà facilissimo andare a comprarla.Dunque la globalizzazione non riguarda la Calabria…
      2-Halloween vuol dire Charlie Brown,Snoopy,Linus,Lucy…quindi va ritenuto un omaggio al fumetto americano,vale a dire ad una delle cose più belle che esistono!
      3-La città è comunque sporchissima,dunque globalizzata!

    16. Tommaso, ma tu te lo ricordi il dolore dei piombini di gomma dura sulle carnuzze tenere delle nostre gambe ancora a pantoloncini rigorosamente corti ? Noi della generazione nata attorno agli anni 60 si.
      Se non appartenevi ad una “banda”, ti fermavano e ti intimavano ” Dammi i tubetti !” , pensa mio padre mi passava quelli che facevano “pim” e puzza di polvere pirica, quelli rossi, i proiettili scemi.
      “Non li ho” – dicevo io, non ci credevano e mi gambizzavano, che ancora mi ricordo il dolore….
      Trovo davvero incredibile che ci possano essere fautori della globalizzazione tout curt e che non vedano i motivi per fermarla.
      Immagino tra trenta o quarant’anni i popoli della Africa Centrale sfamarsi con Hambugher, Cocacola e Corn flakes, le nostre friggitorie chiuse e conservate come esempi di archeologia commerciale, i catalani, i baschi,i tirolesi di Bolzano, gli albanesi di Piana e di Mezzojuso, i sardi, tutti obbligati a studiare solo inglese e lingua ufficiale.
      Tutti i non globalizzati costretti a fare la fine degli Indiani d’America, chiusi nelle riserve.
      Certo, ognuno è libero, per fortuna, di mettersi in testa cucuzze spunnati, cappelli da maàre ( da streghe…) e mandare i figli per le case a chiedere dolcetti o scherzetti. Se lo fanno a Beverly Hill non si capisce perchè non lo si possa fare in Via Prospero Intorcetta.
      E perchè ai figli ci dobbiamo privare di chiamarli Omar, Johnatan, Samantah , con l’acca o senz’acca , al posto di Giuseppe, Giovanni, Salvatore ?
      Non è più semplice okkeizzare un dossier piuttosto che chiudere una pratica ?
      Oppure mangiare un bel grappolo di uva cilena ad aprile che per arrivare sulla tua tavola ha consumato carburante d’aereo, di TIR , impestando l’aria di almeno una ventina di nazioni ?
      Io, a questo tipo di globalizzazione, dico no, da sempre e per sempre, pur sentendomi cittadino del mondo, internauta e parlando male due paia di lingue straniere.
      Anche quest’anno i morti non mi hanno messo niente, neanche u pupu cu l’anchi tuorti, non ho potuto assaggiare pupaccena, sogno da anni una bella muffoletta , una pì tastalla, con l’olio di Misilmeri e china china i spiezzi e credo che salterò anche i biscotti di San Martino, ma solo perchè vivo fisicamente lontano da Palermo.
      Ma, concludo, vi immaginate un sardo che per natale mangia il tacchino ripieno, in nome della globalizzazione che fa tendenza e rinuncia al maialetto e all’agnello arrosto ?
      Vi lascio che devo preparare il pressepio, no l’albero non lo faccio…..
      Giuanni

    17. Mi interesserebbe un giudizio dell’autore su un caso specifico di contaminazione: U pupu i zuccaro a forma di Goku di Dragon Ball 🙂

    18. Ma, alla fine, che voto gli ha dato la maestra?
      Una volta la figlia di Giorgio Gaber ha raccontato di aspettare fino a tardi che suo padre tornasse dalle prove per aiutarla a svolgere un tema.
      Lui,ovviamente, è stato ben felice di scriverlo.
      Voto della maestra: 5– (a Gaber).

    19. Ciao Giuanni, eccome non li ricordo? i tubetti gialli erani più carichi, il Bengalino ( l’avevo io “sich”) era da piscialetti, meglio il bengala che struppiava forte, poi c’era l’interpol con carica corta o lunga ma comunque quando si ” guerrigliava” ti ricordi quando dovevi “sgignare” ? quando arrivavano le bande con le “lanciarazzi”; e per ultimo.. ( ah che tuffo nei ricordi) te la ricordi la pistola più potente e precisa, tanto che fu tolta dal mercato quando scoprirono che modificata diventava una vera arma?….(preparati)..la LORY a tamburo.
      *******
      @ Bul.
      Haimè che tasto hai toccato, la mia sopportazione s’è fermata negli anni ottanta coi “pupi calciatori del palermo” ( e fino a quà..è sopportabile ) e Calimero, poi tutto è precipitato con Picacciù e via via gli altri Giapponesi.
      Bul in questo caso che ci appatto? ” Buongiorno tristezza amica della mia malinconia..” di Claudio Villa? 😉
      ++++++++
      @ Daniela matitad.
      E’ andata bene, la maestra della “grande” (8 anni) ha accettato la mia richiesta e dibatteranno in classe le diverse culture (questa sì è globalizzazione); quella del piccolo(5 anni) s’è fatta una risata perchè s’è rifiutato di disegnare una zucca sostenendo che:” io festeggio “i morti”, meglio un regalo che un pacco di caramelle” ( ..’nchia soddisfazione) 🙂

    20. ERRATA CORRIGE
      Sghignare e non sgignare.

    21. Non sono un fautore della globalizzazione tout court e credo che sia necessario che ci siano presidi locali (o glocali), innanzitutto culturali. Rosalio mi sembra uno di questi.

    22. Concordo in pieno!
      Si chiama Rosalio per questo nò?
      Poi ( è questo il bello) ci scrive gente DA Cagliari, Milano, lampedusa, New york, Mosca, ecc., si scrive DI Tropea, San Severo di Romagna, Portofino, Kuala Lumpur (?), Atene, ecc.
      Il tutto ma proprio tutto da un’unica focale Palermo, NOI.

    23. Caro Tommaso, ricordo benissimo la Lory e non ti nascondo che avendola provata sulla pelle delle mie gambe, da quell’ anno per i morti, mi pare avessi nove o dieci anni, non uscìi più “armato” e cominciai a capire, o meglio a intuire, come da un gioco, coinvolgente e socializzante quanto si voglia, come poteva essere quelle delle “bande”, era facile passare a gesti, comportamenti ed atteggiamenti di autentica violenza.
      Con tanto di capo, sottocapo e picciotti.
      Con il senno del poi, ma la sociologia è scienza per pochi, non per me, rivedo come dei flashback quegli episodi di ragazzino di quarant’anni fa e le frasi a scuola elementare del tipo ” i spiùna muòrunu ammazzati”, ” tu u capuclassi un la fari”, o ancora giocare a morto e ferito nel piazzale sterrato del “Manzoni” con tanto di coltellini spesso innocui, a volte seri liccasapùni.
      Sono sincero, a mio figlio maschio questa sorta di culto per le armi, pur finte, l’ho risparmiato, ho optato per un bello pallone di cuoio o per una macchinetta telecomandata che ai nostri tempi erano sogni inarrivabili.
      Tony, amico mio, per quello che avevi sinteticamente scritto, te la sei cercata, ma …):, ti mando la faccina, non so se esce, nn imparerò mai.
      Ora il tuo pensiero è più chiaro.
      Chi è palermitano, Tommaso, si porta dietro dappertutto questo DNA, assieme alla Citosina, Timina, Adenina e non mi ricordo più abbiamo la PAL, la Palina…che non sono le sarde alla palina ma è una palermitanità pura, pulita e positiva.
      Giuanni

    24. Stavolta vado dritto al sodo…come ha giustamente fatto notare Tommaso nel post, i “morti” sono stati “recuperati” dalla tradizione pagana…lo stesso meccanismo accade adesso per halloween, che crediamo di importare (errando) dagli States: non si tratta di omologazione, ma di contaminazione o meglio creolizzazione…
      Per me cmq, da noi attecchisce non tanto per le streghe e i dolcetti, quanto perchè è molto simile a una festa che abbiamo già, il carnevale..ci permette di festeggiare due carnevali all’anno..

    25. Bbbellissimo questo blog !!!!!!!!! Ah mi arricrio!!!!
      Allora, cominciamo.
      Il gioco a cui fa riferimento Tommaso Santoro, creatore di questo miracoloso commento dedicato ai MORTI si chiama ” TUTUI” .
      Il nome di questa poesia pura d’altri tempi, un giocattolo che ora fa tranquillamente mostra di sè in qualche salotto,
      è l’antico nome di pulcinella, e per approssimazione il nome dei pupi/pupazzi e regalie e “COSI BELLI” così come attesta il nostro Pitrè nel suo ” Spettacoli Feste Popolari Siciliane”.
      l’ho visto in vendita qualche anno fa alla Fiera dei Morti di Altavilla Milicia; l’ultima volta che lo vidi a Palermo fu quando fecero l’ultima fiera all’Olivella. Chi li fa più?
      E questo è uno.
      Per TUTUI o meglio TAITU, TAIIO anche si intendono dei tipici “COSI DDUCI” di pasta simile ai Biscotti Taralli di colore marrone e bianco, ricoperti di glassa che una vota tu ed una vota io, si donano e si offrono reciprocamente, sempre per i Morti.
      E questo e due.
      E poi ca si mancia ? Vorrei dare la mia testimonianza.
      Dunque, per l’1 di Novembre Tutti i Santi si avissi a manciari a casa, a Pranzo naturalmente, di magro ovvio. Perchè la carne dei morti diventa sacrale e dduci, di qui “l ‘uossa dei morti” i dolci durissimi di pasta di miele.

      Per prima cosa,
      s’accumincia ca PASTA CHI SARDI in Bianco.
      U sucu si cucina a ‘innata prima, così arriposava, e si tinieva ri latu l’acqua ra vugghiuta ru finocchiettu sarbaggiu.
      Per chi non poteva economicamente si fa (faceva!) a PASTA CUI SARDI a MARI oppure la PASTA CA NNOCCA ( pisellini e sarde), oppure strinciti strinciti a PASTA CA MUDDICA.
      Di poi, per secondo U BACCALARU NTU FUIRNU.
      Mi, che buono !!!!! Mio padre lo preparava alla palermitana:
      si pigghia un tiano granni, si mette l’olio d’oliva, un suolo di baccalaru beddu lavatu, le patate vecchie tagliate a tocchetti, a cipudda bianca tagliata fina fina, sardi salati, una bedda manciata di capperi sotto sale non lavati , olive nere, per finire un poco di caciocavallo stagionato grattuggiato, muddica, origano e olio. Nel forno per mezzora. E poi….!!!!!!! Che ciavuru!!!!!!! ca si mancia !!!
      Di poi i cosi dduci da festa dei Morti… i pupaccena, i canistri dei morti, frutta secca, ed altri simbolici.. fanno bella mostra di sè sul banchetto rituale. imbandito

      Per il 2 Novembre, siccome si deve andare a cunzare o pranzu o Campusantu, si manciano e muffolette chi sardi di cui sopra in oggetto. Sti sta tutta a innata chi i parienti morti, portandosi magari i seggie e u vino. Mai carni!
      Si mancia scacciu a tutta forza e si iettano scorci in tierra ca fannu auguriusu.

      Per Halloween, non ho parole solo parolacce.
      Come detto da alcuni, siamo l’unica regione d’Europa, o quasi, dove resiste forse ancora l’antica abitudine di vivere i morti in una determinata maniera che consiglierei di perdurare ai posteri ed ai figli.

      Ho accattato un quasi rarissimo pupo di zucchero a forma di gallina, un’antica forma rituale. diffidate dai pokemon.
      Ci vediamo all’improvviso

    26. Grazie etton.

    27. mi sono permesso di copiare il tuo articolo e di pubblicarlo con citazione nel mio blog su messanger.
      spero non ti dispiaccia.

    28. @ PEPPI-S
      .. ma figurati, mi fa piacere.

    29. 2 Novembre colazione con mezza moffoletta, la dovevo dividere con l’amico che l’aveva portata. A pranzo mi sono rifatto con una moffoletta intera e una forst. Un minimo d’orgoglio ci vuole, anche se poi la sete è potente.

    30. ma a te i morti che ti hanno portato???…neanche il tempo di alzarsi dal letto e già tra fratelli e cuginetti si stava lì a mostrare orgogliosi il regalo….
      mi sono divertita parecchio con un bambino che mi spiegava perchè preferiva i morti ad halloween: ma se i morti mi portano cioccolatti e caramelle e c’ho pure i regali…ma perchè devo andarmeli a cercare io che poi nel palazzo manco mi aprono?e poi la cucucca manco mi piace…
      saggezza!!!

    31. @ Nica
      Saggezza e semplicità, già, a voler essere pragmatici, giustamente, …. ma perchè devo andarmeli a cercare?

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