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sabato 20 apr
  • Buona la prima

    “La notte delle emozioni”

    È andata. La prima due giorni di una Palermo possibile si è compiuta. Mentre scrivo via Roma è invasa da un fiume in piena. Mai vista tanta gente in questi mesi di chiusure domenicali. I tanto sognati paralleli con le città di mezza Europa adesso hanno un precedente indelebile anche a Palermo. Ci sarà un prima ed un poi. Non solo perché c’era tanta gente, non solo perché è la più grande isola pedonale tentata nella nostra città, ma perché nonostante problemi e contrattempi si è attuato un primo modello di intervento partecipato. Associazioni con storie ed istanze diverse hanno contribuito al mosaico generale. Nessuna appartenenza politica, nessuna parentopoli, solo un filo rosso riuniva tutti: la voglia di partecipare e di metterci del proprio. Tante attività, tanta partecipazione, tanta creatività. Le stonature, delle quali mi scuso, come il fallimento del mercatino al giardino dei giusti, le violazioni all’area pedonale da parte di qualche automobilista furbo, la chiusura anticipata di qualche commerciante meno lungimirante, spostano di poco il successo e ci aiuteranno invece a rivedere e pianificare meglio e delegare diversamente la prossima volta. Perché una prossima volta ci sarà.

    Grazie alle 35 associazioni che hanno collaborato. Hanno disegnato la città che vorremmo regalandoci momenti di una magia irripetibile, non voglio citare nessuno perché tutti hanno avuto una intensità ed una bellezza unici: sono stati un dono alla città da parte di chi si è speso e ci ha creduto. Grazie quindi agli artisti e grazie ai concittadini che hanno invaso la città, riprendendosela, dimostrando che vogliamo il cambiamento e che insieme lo stiamo già realizzando. Tornare indietro adesso sarà più difficile per quanto miope possa essere la prossima classe dirigente al governo di questa città.

    Ma procediamo con ordine. Sabato mattina partono le attività alla nuova sede di Addiopizzo, è la prima attività in questo spazio critico e solidale della città, inaugurato soltanto la sera prima. Il Villaggio delle Idee organizza un workshop sulla felicità. Ebbene si, vogliamo gente felice e libera per ricostruire Palermo. Racconti entusiasmanti di tante piccole tessere del mosaico della Palermo che vogliamo: operosa, concreta, determinata.

    Via Maqueda nel frattempo è già chiusa.

    Nel pomeriggio va di scena il raddoppio con la chiusura di Via Roma. La chiusura è ritardata per consentire il flusso dei tifosi (FORZA PALERMO). Quindi chiusura anche di via Roma. Lo spettacolo è surreale. Via Roma vuota. Nessuna macchina. Un silenzio assordante. Pochissima gente. Freddo siberiano. Iniziano lentamente a popolare la via banchetti e postazioni di piccoli artigiani. C’è gente. Ma non tantissima. Il tutto stenta a decollare. Mentre dall’altra parte della città il Palermo sembra destinato ad una ingloriosa sconfitta. Si mette male. La partita finisce. Sappiamo come. Via Roma inizia a popolarsi. Sappiamo come.

    Alle 20:00 una toccante performance sulle scalinate delle Poste centrali. Poi un climax che sembra inarrestabile. La gente comincia a fluire copiosissima a partire dalle 22.00. Guardiamo l’orologio. Ci guardiamo consapevoli che tutto finirà presto. Troppo presto. Sapevamo che il comune non poteva garantire, come abbiamo sperato ed insistito, la chiusura fino alla 3.00. È un peccato. Alle 24.00 si riapre al traffico. Festa rimandata.

    Il fiume che aveva allegramente popolato gli assi viari rifluisce nei locali dei vicoli, molti dei quali partner entusiasti del progetto.

    Domenica mattina. Freddo. Cielo terso. La via popolata di pedoni e ciclisti. Una splendida domenica di festa. Partono le varie attività artistiche programmate. Il vento rende difficile l’istallazione delle opere d’arte sulla scalinata delle Poste, forse il simbolo artistico di questa due giorni. Ma alla fine si riesce. Con la buona volontà si trova un’alternativa anche al vento avverso.

    Passeggio e leggo un bell’articolo di Marcello Benfante su Repubblica. Bravo, è un bel modo di affontare la questione penso tra me: critico e speranzoso.

    Ma è dopo pranzo che i meccanismi sembrano oliati a pennello, l’immagine di una città da esportazione. Foto da stampare sui depliant che dovremmo distribuire alle fiere internazionali per promuovere il prossimo Natale a Palermo, per sorreggere la nostra economia. Ma ancora di più. Le immagini di una Palermo che crisi o non crisi trova la voglia di scendere per le vie ed incontrarsi. E che trova negli artisti, una delle categorie più povere e bistrattate, un grande volano di energia.

    Incontro su Via Roma, energico ed elettrizzato come sempre, Mario Attinasi, una delle persone più pazienti ed ostinate che ho conosciuto in vita mia. È lui l’anima di tutto questo. Tiene insieme l’associazione Via Roma, si rapporta con l’amministrazione ed infine subisce anche le mie intemperanze impendendomi tanti spropositi.

    Commentiamo un’altro articolo di Repubblica. Quello sul capodanno, hanno trovato 150.000 euro dai fondi di Presidenza del Consiglio Comunale. Leggiamo di 50.000 euro spesi per un concerto al Teatro Biondo, e di un palco con imprecisati artisti locali, che finirà immagino, come accaduto negli ultimi anni, accanto al Mcdonald di piazza Castelnuovo. È l’immagine di un’altra città, che non mi appartiene.

    Nella città che costruiremo, il modello di questo fine settimana sarebbe osservato da chi è deputato ad amministrare la cosa pubblica, qualcuno vorrebbe incontrarci per provare a capire se questo splendido esperimento può diventare una festa di fine anno, uno strumento al servizio della città, ed i soldi disponibili, pochi o tanti, al servizio di tutti, usati per coinvolgere il maggior numero di artisti, associazioni e risorse cittadine, una festa povera di risorse e ricca di entusiasmo.

    Ma è presto. Questa è un’altra città. Alla quale abbiamo appena iniziato a lavorare. Nella quale abbiamo avuto la fortuna di vivere per due straordinari giorni ed abbiamo imparato che l’aria che si respira è buona.

    Ma siamo appena all’inizio. Non c’è fretta. Abbiamo messo il primo seme. E questo mi pare già tanto in una Palermo che troppo spesso rinuncia a sperare.

    Ospiti
  • 32 commenti a “Buona la prima”

    1. Complimenti .
      Domenica mattina sono partita da Via Sammartino proseguo per Via Maqueda e salgo da Via Roma, torno a casa soddisfatta . Grazie

    2. Che splendore via Roma chiusa al traffico, camminare al centro strada che bella rivincita sul fiume di mezzi che giornalmente percorre la strada.

      Ho fatto una passegggiata lunghissima da via notarbartolo alla stazione speriamo di ripetere .

    3. benissimo !
      Quindi la replica a quando, Ass. Carta ?
      Quanti c’è ne saranno di questi weekend fino al 21 giugno, entrata della prossima estate ?

    4. se solo tutta questa gente si mettesse insieme per chiedere a gran voce la metropolitana automatica leggera, allora l’area pedonale potrebbe essere h24..
      Godiamoci questi passi in avanti intanto!

    5. Grazie e a presto…
      😀

    6. offrire occasione per esserci, per fare sentire la propria voce, il proprio senso artistico e crescere ovviamente migliorando insieme.
      grinta e tenacia, senza disfattismi e arrendevolezza che non crea terreni ubertosi e salutari.

    7. e invece la fretta c’è! c’è fretta di evitare che questa due giorni resti l’unico evento felice degli ultimi anni! bisogna lavorare per rendere questi appuntamenti mensili, settimanali… chissà..

    8. Grande momento per la città, condivido con l’autore che Palermo adesso avrà un prima e un dopo: un prima con l’idea che Palermo non può diventare una città del terzo millennio perchè non si può fare niente e siamo irredimibili, un dopo con la dimostrazione che quando si vuole e si sa fare …
      Però lo spartiacque non è solamente il fine settimana trascorso, ma principalmente l’aver affidato compiti di gestione, progettazione e previsione (cioè incarichi politici)a persone in grado di farlo con competenza e creatività. Grazie Assessore Carta!
      P.S. La prego: si candidi a Sindaco…

    9. Faccio la parte del “cattivo”. Sono tra i cittadini palermitani che da anni si batte per iniziative simili, ma preferisco vedere il lato vuoto (in questo caso) e proporre ciò che è mancato, così da riempire tutto il bicchiere la prossima volta. Spero sia vista come un’analisi costruttiva e senza presunzione alcuna.
      Innanzitutto il numero esiguo degli artisti. Per intenderci ragazzi, dalle 16 alle 18 o poco meno la via era vuota di persone comuni, artisti e quant’altro e c’era solo un povero Cristo della Protezione Civile a chiudere l’ingresso di via Roma lato Stazione centrale, così per tutte le stradine secondarie. Se “svuoti” uno spazio dal caos e dallo smog delle auto e dei motori, devi impegnare l’intera sede stradale con musicisti, attori, ecc;
      la mancanza di oggetti fondamentali dell’arredo urbano quali le panchine, visto che molte persone hanno approfittato dell’iniziativa per stare tutto il giorno per strada;
      un maggior coordinamento (è una proposta)con l’Amat affinchè per quel giorno per i bus che percorrono il centro, il biglietto sia gratuito.
      Stiamo facendo piccoli passi avanti ma osserviamo con spirito critico per far rivivere a dimensione d’uomo questa città. Non accontentiamoci mai.

    10. La prima replica il 18 e 19 dicembre con le stesse modalità, con altri eventi e con meno criticità e imprevisti.
      Grazie a tutti i palermitani che hanno permesso la riuscita di questa magnifica rivoluzione culturale nel centro storico, grazie alla passione e al sacrificio di chi ha lavorato per l’evento, grazie allo sforzo della polizia municipale e degli organizzatori, grazie alla maturità dei commercianti e degli esercenti di via Roma e via Maqueda, grazie alla generosità e creatività degli artisti e grazie a tutti coloro che hanno rispettato i divieti senza bisogno di una sanzione.
      Una forte critica ai troppi “furbetti” che hanno tentato – purtroppo riuscendoci – di invadere l’area pedonale. Spero che la prossima settimana comprendano che la qualità della città e del centro storico riguarda anche le loro vite e il loro futuro.
      Alla prossima, lavorando perché il successo dell’iniziativa la faccia diventare permanente, anche senza la necessità di organizzare eventi costosi. Liberiamo e riqualifichiamo gli spazi pubblici perché siano utilizzati per attività culturali e per godere in maniera diversa il centro storico.
      Leggere oggi dichiarazioni positive da parte di coloro che un anno fa ci criticavano è un importante passo avanti verso il rilancio della città.
      Da parte mia e di tutta l’Amministrazione la sfida va portata avanti, le ordinanze e gli interventi saranno modificati in conseguenza delle criticità evidenziate, ma senza subire gli effetti di una sorta di “istant poll” sui benefici immediati della pedonalizzazione. Non c’è dubbio che l’impulso alle attività commerciali è un fattore importante, ma la riqualificazione dello spazio pubblico nel centro storico ha prima di tutto un valore culturale i cui effetti complessivi vanno misurati nel medio termine, altrimenti avremmo ceduto alle immediate critiche dell’anno scorso.
      L’adesione di molti cittadini e i vostri commenti e suggerimenti ci confortano nella responsabilità della decisione assunta.
      Ci vedremo sabato prossimo per condividere critiche e suggerimenti, e fra qualche settimana per un bilancio ponderato.

    11. @capitan uncino, sono molto d’accordo con te. sono dettagli importanti ed andrebbero curati. tieni conto che quello che si è fatto è stato fatto con tanto lavoro ed una microsponsorizzazione di monte paschi e rinascente.
      Occore io credo investire qualcosa nel decoro ed arredo della città in iniziative come queste perchè sono un importante strumento di promozione della città.

    12. Peccato che non sia chiusa al traffico anche la parte finale di via Maqueda,con i magnifici palazzi del seicento-settecento,con il museo,con la chiesa in stile serpottiano dell ‘Assunta .A proposito vi segnalo sabato alle ore 21 ,proprio nella chiesa dell’Assunta,il concerto della formazione Omniart ensemble con un programma che fonde strumenti classici e jazz.Da non perdere,a ingresso libero.

    13. @caro assessore
      penso che sia bello avere opinioni diverse e trovare l’occasione scambiarsele. Siccome ti stimo e considero rosalio uno splendiodo strumento, lo uso per un confronto rapido. Spero tu non ti riferisca ad eventi costosi all’intervento di animazione tentato in questo week end, perchè concordo con capitan uncino sarebbe stato importante potere fare di più. Ed in fatti penso che una differenza si noterà il prossimo week end che comunque beneficerà di tutte le spinte propulsive di questo.
      Così come non condivido quanto riportato oggi dal sicilia (ma sappiamo che potresti anche non averlo detto :), circa l’importanza secondaria delle attività artistiche di intrattenimento. Se è vero che l’evento culturale è la chiusura è anche vero che il convilgimento di enti ed associaizoni per quanto piccole ha consentito una frammentazione e differenziazione della partecipazione a questa scelta.
      Credo che occorra arrivare alla chiusura stabile atraverso un processo partecipato ed un coinvolgimento progressivo della città, ciascuno di noi deve sentirsi complice e parte del processo. Ed in geenrale penso che le buone idee di governo della città debbano seguire dei percorsi progressivi di partecipazione ed aggregazione, anche a costo di renderli un po’ più lenti. Questo è oviamente diverso da governare sotto la pressione dei sondagi seguendo gli umori del momento, ma significa governare con i cittadini condividendo la responsabilità delle scelte, i successi e se necessario i fallimenti.

    14. Non ho capito se i negozi erano chiusi o aperti…
      Qualcuno può rispondermi? Grazie!

    15. Caro Giovanni Callea, evidentemente lei è solo un omonimo di quel Giovanni Callea con cui negli ultimi mesi ho lavorato quasi quotidianamente insieme a Mario Attinasi e l’Associazione viaRoma, Vincenzo Montanelli, Carmelo Pollichino e tanti altri per la riuscita dell’evento di animazione culturale della chiusura di via Roma e via Maqueda contemporaneamente: pianificando, programmando, limando, tessendo e ricucendo quell’armatura politica, sociale, culturale ed economica che ha reso l’evento quel che tutti abbiamo potuto godere. Quel Giovanni Callea a cui vanno i miei ringraziamenti ma che conosce bene non solo il mio pensiero sull’argomento ma anche in che modo la mia azione amministrativa si concretizza in funzione del mio pensiero.
      A parte gli scherzi, caro Giovanni sai bene che gli eventi culturali, ludici e di animazione sociale, insieme alla partecipazione dei cittadini, sono un elemento essenziale per il successo delle azioni di riqualificazione urbana del centro storico di cui la pedonalizzazione è una componente. Soprattutto sono indispensabili nella fase di avvio, perché devono generare la spinta propulsiva che serve a compensare le inevitabili criticità di inizio e contribuire a far superare le polemiche e i distinguo di cui siamo sempre circondati.
      Ma ribadisco che per me la pedonalizzazione è un processo strutturale con molte sfaccettante e ricadute sulla valorizzazione del centro storico e che se la legassi troppo alla presenza di eventi presterei il fianco a chi, il giorno che non ci fossero eventi all’altezza dei sacrifici di mobilità e d comodità personali, ci chiedesse di riaprire le strade alle auto. La pedonalizzazione di via Maqueda, invece, dimostra che anche senza attrattori potenti come sono stati gli eventi da voi organizzati, i cittadini hanno apprezzato un modo diverso di goderla, di frequentare le chiese o i monumenti.
      Quindi ben vengano gli eventi, soprattutto se poco costosi e “di tessuto culturale locale” come quelli dello scorso week-end, ma con lo spirito di fruire creativamente, nelle forme più differenziate e talvolta solo agevolate quando non riescono ad essere organizzate, dello spazio pubblico sottratto alla schiavitù delle auto e restituito alla libertà dei cittadini e dei turisti.
      Della pedonalizzazione potremmo dire quello che Edison diceva della genialità: che è 1% ispirazione e 99% traspirazione, cioè fatica e sudore (ordinanze, delibere, controlli, pulizia, personale, etc.). So che l’1% è nelle buone mani del tessuto socio-culturale palermitano, ma so anche che non mi lascerete solo ad occuparmi del restante 99%.
      Un caro abbraccio

    16. Fantastica e surreale ma reale (!) esperienza.
      E ora pedonalizzazione perenne in quelle strade che meritano di essere vissute cosi in libertà.

    17. Buonasera assessore Carta, approfitto della sua presenza in questo blog innanzitutto per complimentarmi per la splendida iniziativa che spero possa diventare un appuntamento fisso tutto l’anno. Poi volevo sottoporre alla sua attenzione il malcostume dei palermitani che nonostante sappiano dell’isola pedonale decidono ugualmente di infilarsi con le auto e le moto in via Roma, torvando facile accesso dalle decine di traversine che confluiscono in via Roma stessa. Capisco che sono molte e sono difficili da controllare, ma il nastro bianco e rosso viene subito rotto dal primo furbo di turno, e gli altri a seguire trovano direttamente la via libera da impedimenti. Anche le transenne vengono spostare per farsi largo; è possibile piazzare una o due fioriere pesanti in ogni traversina per impedire agli incivili di infilarsi? se non è possibile, avete pensato a delle soluzioni alternative? per concludere volevo chiederle se ritiene i tempi maturi per un allargamento dei marciapiedi ed una chiusura al traffico più prolungata nel corso della settimana. Certo di una sua cortese risposta le auguro una buona serata.

    18. RIFLESSIONI A MENTE LIBERA DOPO COMMENTO DI M.CARTA:
      è normale (anzi reale) pensare che gli eventi artistici per la pedonalizzazione del centro storico della città possono essere messi a disposizione dagli animatori per qualche weekend e non forever.
      Anche perchè soldi pubblici per gli animatori artisti non c’è nè (non nascondiamocelo), e gli animatori artisti possono prestarsi in performance gratuite per uno-due-tre weekend, poi si rompono di fare beneficenza.
      Quel che scrive Maurizio Carta, anche se ammetterlo mi fa stringere i denti, è fottutamente reale, vero.
      Il lavoro sporco per quei weekend pedonalizzati non lo fanno gli artisti, nel caso, per pura follia, fosse firmata un ordinanza comunale di pedonalizzazione dei soli 52 weekend dell’anno (comunque lo continueremo a sognare per lungo tempo ancora), i cavoli amarissimi arriverebbero in primis per la Polizia Municipale, oberata di una nuova considerevole incombenza (turni, straordinari, malumori, ecc. tutta roba a sfavore dell’efficienza del servizio,…).
      “…ma so anche che non mi lascerete solo ad occuparmi del restante 99%”, vediamo potrei tradurlo in: quando non avrò abbastanza agenti di polizia municipale (scenario con altissima percentuale di probabilità che si avveri) a presidiare i varchi di accesso all’area pedonale, voi mi aiuterete anyway and free of charge. Già vedo qualche performance teatrale in stile flash mob improvvisato da artisti volontari a sbarrare i varchi di accesso ai furbi palermitani che tentano di entrare nell’area pedonale con i loro veicoli bestemmiando a più non posso.
      Capisco Maurizio Carta, quello che vuole dire, perchè vederla dall’esterno è facile la pedonalizzazione (tutta artisti e performance e passiate di palermitani contenti), ma dall’interno è un inferno, purtroppo. Purtroppo perchè i vari settori del comune coinvolti, e la polizia municipale, non sono quelli di Milano o di una città del centro Europa. E’ FOTTUTAMENTE COSI’. ANche se non dovrebbe esserlo.
      E un processo di cambiamento interno all’amministrazione tale da sostenere e gestire anche solo i weekend pedonalizzati del centro storico è un processo gigantesco, significa anni.
      Pensate che i vigili non riescono nemmeno a gestire gli abusivi di un piccolo mercatino di quartiere (cioè una strada di 400 metri), figuratevi un area enorme del centro storico pedonalizzato anche se per 1/4 di un solo mandamento.
      Questi esperimenti sono prove, singole prove tecniche, una buona capacità di dimostrare quello che un assessore è in grado di fare, senza dubbio, ma x chi verrà dopo, (perchè pensiamo in termini ormai di dopo Cammarata), come verrà capitalizzata questa esperienza da chi seguirà a Carta al Centro Storico ?
      Scusatemi, ma leggere in questi commenti una chiave del tipo “ok ce l’abbiamo fatta, d’ora in poi si pedonalizza il centro” o cose del genere, mi fa soltanto amaramente sorridere. Tranne l’eccezione questi sono gli amministratori di questa città soprattutto degli ultimi 10 anni. E vorrei tanto pensare che sbaglio. E domani svegliarmi già in un centro storico pedonalizzato ordinariamente anche senza mostre di pittura, o performance artistiche. Anche solo semplicemente persone che camminano, o vanno in bici, senza auto.
      Con questi esperimenti penso davvero che Carta senza intenzione di volerlo fare, metta in difficoltà la sua stessa amministrazione perchè dimostrando che ciò è possibile il bello, poi il resto dell’amministrazione non può starsene con le mani in mano e quà arriva il brutto ed il cattivo …….. 😉

    19. @ massimo-lg: riflessione lucida e concreta come sempre. Tuttavia spero che con il mio intervento non abbia raffreddato troppo gli entusiasmi che invece sono utili per compensare le numerose criticità che la pedonalizzazione comporta. Come ho scritto la pedonalizzazione incide in maniera notevole sul valore degli investimenti privati, anche se nel medio termine, dai quali è possibile attingere per compensare i costi delle iniziative culturali e sociali con forme negoziali e trasparenti come avviene in molte altre città.
      Una cosa è chiara a tutti noi: pedonalizzare il centro storico di Palermo non è una “passeggiata”!

    20. Francamente non mi trovo entusiasta rispetto a tutto ciò; o meglio, dell’idea di pedonalizzare parte del centro storico sì, ma in questo modo…
      Sabato sera mi trovavo dalle parti di piazza San Francesco, immerso in un mare di macchine, e mi chiedevo quale fosse il senso di via Roma chiusa al traffico con le stradine e piazzette limitrofe, invece, invase dalle auto.
      Vedrei, tuttalpiù, ma non del tutto convinto, una chiusura permanente del Cassaro (magari eliminando l’asfalto), strada con una storia più nobile, oltre che molto più antica di via Roma e Maqueda con conseguenti diramazioni naturali di aree pedonali (piazza Bologni, piazza Marina, piazza della vergogna, vucciria, etc..
      Non capisco: pedonalizzare seriamente via Roma significherebbe trasformarla in una simil via Belmonte, nel senso che quest’ultima costituisce una vera area pedonale; ma veramente ciò vi sembra sensato? mettereste davvero delle panchine in via Roma chiudendola definitivamente al traffico?
      Passeggiare in una strada larga come via Roma, “arricchita” di bancarelle precarie, non mi sembra affatto una esperienza piacevole.
      Preferirei farlo in vicoli e piazzette libere definitivamente dalle auto.

    21. Pubblico una mail inviata all’associazione che mi pare un utile ocntributo alla discussione. La mail era firmata.

      Spettabile Associazione Via Roma,

      sono *******, un giovane cittadino palermitano venuto a conoscenza della lodevole iniziativa della chiusura della via Roma alla circolazione dei mezzi a motore, attraverso la vasta campagna informativa e i depliant creati per l’evento.
      Ho partecipato con la mia presenza all’evento (di portata storica per la città) dalle ore 16 di sabato pomeriggio alle 24 circa, spostandomi in lungo e in largo per il centro storico, e in tal modo godendo sia degli spazi pubblici divenuti più fruibili per ragazzi, coppie con bambini, anziani, persone di ogni età insomma. Ho potuto ammirare con più calma le vetrine dei negozi, le marche, i palazzi, la strada stessa e con la maggiore calma lontana dai clacson e dallo smog, il tempo per acquistare ed entrare nei negozi sembrava allungarsi. Senza auto le quattro ore del pomeriggio dalle 16 alle 20 in realtà sono sembrato sei.
      Purtroppo però vorrei sottolineare quelle che sono state le noti dolenti o perlomeno gli aspetti che andrebbero rivisti, magari istituendo un dialogo più fitto tra istituzioni, commercianti, altre associazioni, artisti e cittadini.
      E’ vero che a Palermo siamo ancora in una fase sperimentale per queste iniziative, riguardino sia la Via Roma, la via Maqueda o Viale della Libertà, ma è opportuno ritenere le critiche propositive il giusto elemento da tenere in considerazione per la miglioria dell’iniziativa. Segnalo di seguito critiche e qualche proposta:
      L’esiguo numero di artisti lungo la via Roma e in prossimità delle strade vicine. Perché per la prossima volta non scrivere un comunicato stampa aperto a giovani band (ricordiamoci che con il provvedimento comunale molti gruppi non possono suonare nei locali di Palermo) e qualche musicista come pianisti, violinisti, ecc. per attrarre magari una fetta più matura di cittadinanza? Perché non suggerire al Comune di favorire la presenza di tutte le associazioni cittadine e della provincia, con loro gazebo e punti espositivi lungo la via?
      La mancanza di alcuni eventi programmati e tanto attesi (vedi il mercato del riciclo e del riuso a cura di Pivvici presso il Giardino dei Giusti in via Alloro alle 18:00);
      La mancanza di luoghi essenziali nell’arredo urbano quali panchine, rastrelliere per bici, più piante, qualche scivolo o altalena per far divertire i bambini, qualche servizio igienico pubblico in più visto l’afflusso previsto. Sopratutto le panchine considerando che ci sono state persone che hanno trascorso un’intera giornata per strada;
      Favorire il trasporto pubblico proponendo all’Amat, almeno per quel giorno e per le linee che attraversano il centro storico, delle corse gratuite per scoraggiare all’uso dell’auto privata, o quantomeno la riduzione sostanziale del biglietto, poniamo ad esempio al costo di 0,50 €;
      Intensificare la “rete” delle aree pedonali o limitrofe rendendo un unicum tra Via Roma, Via Maqueda, piazza Verdi, piazza Politeama, piazza Rivoluzione, piazza Borsa, Quattro Canti. Questo punto in realtà è frutto delle singole pedonalizzazioni.
      Sperando di apportare un utile contributo alla causa, sociale e commerciale dell’iniziativa e di poter collaborare con Voi qualora ve ne fosse l’opportunità, Vi auguro un buon lavoro e una buona giornata.

    22. questi post sulla pedonalizzazione del centro storico sono partiti ingenerando in molti lettori
      il convincimento che “l’esperimento” e’ propredeutico per la chiusura alla circolazione
      365 giorni su 365.
      NIENTE DI PIU’ ERRATO.
      .
      In altro post ,correlabile a questo,ho gia’ evidenziato a grandi linee ed estrema sintesi cosa va fatto qualora si voglia raggiungere tale obiettivo.E non mi va di ripetermi.
      Quindi,se va bene,ne riparliamo tra venti o trent’anni.
      .
      Io credo che uno dei motivi fondamentali della chiusura alle auto di tali aree stia nel tentativo di ridurre l’INQUINAMENTO ATMOSFERICO, a beneficio di chi e’ costretto a viverci .
      E questo obiettivo si raggiunge non certo creando
      motivi di maggiore attrazione con attivita’
      che,per altro,
      prima o poi busseranno alle casse comunali.
      Due giorni di tregua la settimana alla circolazione incontrollata sicuramente portano
      un abbassamento dei tassi di inquinamento nelle aree inaccessibili,ma inevitabilmente fanno saltare
      le centraline nelle aree adiacenti.
      .
      La grande diffusione che sta avvenendo a Palermo
      di Centri Commerciali in zone periferiche
      credo sia sufficiente a soddisfare l’esigenza di shopping,sicche’ il desiderio di visitare il
      centro storico rimane in una categoria di
      persone amanti dei monumenti e delle opere d’arte.

    23. @giorgio…infatti, io personalmente sono stufo di iniziative mordi e fuggi.
      Pedonalizzare una strada significa, piaccia o no il linguaggio architettonico adoperato, trasformarla radicalmente sulla tipologia di via Belmonte o via Magliocco;
      è pensabile fare lo stesso con via Roma? per me assolutamente no.
      Ripeto, punterei sul tessuto viario più minuto.
      Per esempio, perchè non cominciare rendendo pedonali piazza Bellini (come proponeva il comitato spazio pubblico Palermo),o piazza Bologni o piazza Marina? o via Garibaldi e piazza Garraffello?etc..ma in maniera definitiva però, non per il week end…non per fare guadagnare il commerciante..o per fare esibire l’artista di strada..queste cose, positive per carità, sono secondarie e consequenziali alla rivoluzione culturale che costituirebbe per questa città una chiusura, pur parziale,ma strutturale e definitiva di parti del centro storico.

    24. @giorgio

      naturalmente non condivido neanche una delle tue affermazioni. ma questo ci rende ricchi e non poveri.
      Il centro storico di una città è della città intera e non dei residenti. Mi preme che non si intossichino i residenti come mi preme per tutti gli altri cittadini. Il centro storico è la macchina economica del turismo, è l’attrattore culturale per eccellenza (in realtà in questo, provocazioni a parte, sono profondamente d’accordo con l’assessore Carta), ma la crisi strutturale del turismo italiano dimostra, come sa ormai anche il più sprovveduto operatore turistico, che non bastano più mare e monumenti occorre offrire un’esperienza in un sistema coerente ed articolato. Lo shopping è parte di quell’esperienza turistica cui mi riferisco. La pedonalizzazione pure. Ed un centro storico senza punti vendita non è attrattivo. Quardate la desolazione di certi tratti di via maqueda per convincervene. I centri commerciali nelle periferie non sono stati una grande trovata. Dal mio punto di vista potevano essere autorizzati in numero così copioso solo senza unidea di città dietro. Peraltro so da amici che vi lavorano (vedi il caso poseidon) che dopo l’euforia dei primi momenti molti commercianti hanno difficoltà a pagare gli affitti.

      Una città è un posto vivo, dove accade di tutto, dove si compra, si fa arte, ci si incontra, si prende un caffè, si passeggia, si guardano monumenti, si partecipa a spettacoli nei teatri, si porta i bimbi a spasso si assite ad animazione per le strade. Quest’ultima è parte del paesaggio delle ramblas, fa parte del viaggio, è una delle cartoline di quella città. Non è detto che noi si debba fare quella scelta, naturalmente.
      In questa due giorni l’animazione ci è servita come strumento per raccontare un progetto e motrare un percorso possibile. Dal mio punto di vista non so come altrimenti avremmo potuto fare a coinvolgere e rendere partecipi del percorso una rete così articolata di soggetti.

      Infine questa angoscia dell’arte pagata dalle istituzioni mi infastidisce. Non sono un artista, vivo d’altro. Ma riconsco agli artisti un ruolo potenziale importante che può essere pagato solo dalla comunità. Esattamente ocme la comunità paga il lavoro della politica e dei politici e quello della ricerca (almeno speriamo che continui a farlo). Il montreal jazz festival, il più grande festival jazz del mondo, si paga con una percentuale dell’IVA che lo stato incassa in più durante la manifestazione nella città di montreal. Questo dimostra che l’arte produce reddito ma sopratutto indotto.

      Per finire se è vero che per chiudere al traffico 1% ispirazione e 99% traspirazione di carta bollata, è anche vero che per fare diventare una pedonalizzazione un elemento organico della città ci vuole un 99% di partecipazione attiva della città nelle sue varie componenti. Occorre farlo in una dialettica attiva e bidirezionale. I tempi delle amministrazioni autosuffienti si sono conclusi, ed io credo che uno dei grandi limiti della gestione cammarata sia stato proprio questo, il trincerarsi dietro ordinanza e carte bollate e non cercare nessuna dialettica sul territorio.

      Io mi impengo a non lasicare solo l’assessore con le sue carte (ho lavorato per tre anni al comune e so bene quanto sia complesso noiso e faticoso gestirle). Ma è importante che lui non ci lasci soli, ora da assessore, e poi da cittadino, nel percorso di coinvolgimento attivo, partecipazione e condivisione di questo percorso con la collettività.

    25. se68
      concordo con il tuo suggerimento di creare tante piccole isole pedonali permanenti cominciando dalle numerosissime piazze storiche che oggi sono
      utilizzate a parcheggio.
      Gia’ una iniziativa di questo genere sarebbe sufficiente a scoraggiare di recarsi al centro di quei tantissimi nullafacenti a tutte le ore del giorno.
      Altro argomento e’ quello di “decentrare le sedi” di numerosi uffici pubblici di ogni tipo,che e’ una vecchia storia sulla quale mi pare si sia fatto ben poco.
      Proprio in via Roma ci sono alcuni grandi edifici del Comune di Palermo,situazione che obbliga
      dipendenti e cittadini a recarsi al centro.
      Meglio ancora sarebbe quello di sviluppare seriamente i servizi telematici
      al fine di evitare,o comunque limitare al massimo, ogni contatto fisico tra dipendente pubblico e cittadino.
      Ancora c’e’ da dare un’alternativa al traffico di transito,intercettandolo possibilmente fuori citta’.
      Ecco perche’ ho parlato di venti o trenta anni
      per vedere certi risultati.

    26. Giovanni Callea
      hai detto la tua ed io ho detto la mia.
      Scusami se non entro nel merito delle tue riflessioni,ma per indole,non vado oltre
      le 10(max 20) righe dei commenti.

    27. ovviamente volevo dire
      “non leggo oltre”
      le 10(max 20) righe dei commenti.

    28. è possibile vederla anche così:
      a M.Carta gli si deve riconoscere la grande capacità di “amalgamare una considerevole ed attiva rete culturale” della città, mia licenza espressiva in alternativa ad “armatura culturale” 😉 , per diverse finalità di crescita socioculturale e riqualificazione urbanistica del centro storico attraverso la condivisione di interventi con Associazioni del territorio.
      Questo elemento è di fondamentale importanza per avviare interventi innovativi nella città, avere una buona capacità di dialogare con i portatori di interessi locali è essenziale per costruire nuovi modi di gestione amministrativa del territorio partecipata.
      Ma….. la rete culturale locale per sensibilizzarsi a partecipare costantemente, come prassi ordinaria e costante nel tempo, all’animazione culturale negli spazi pubblici appena pedonalizzati, ha senz’altro bisogno di risorse finanziarie, di chiari compensi in quanto si tratta di puro lavoro svolto da artisti. Se questi compensi agli artisti, alla rete culturale che anima il centro, vengono generati da un sistema di sponsorizzazioni degli operatori economici che operano nel centro e allora è possibile che si metta in moto un nuovo tipo di economia della cultura e dell’arte come avviene in altre tradizioni urbane europee.
      In questo tentativo di sponsorizzazione dell’animazione culturale da parte degli operatori economici del centro, l’azione di un buon amministratore comunale con una ricca cultura in pianificazione partecipata è cruciale, una sorta di moderatore istituzionale-culturale.
      Questo è lo scenario ottimale secondo me! Se questo scenario diventa prassi a Palermo nel giro di 365 giorni da oggi, allora realmente può e deve aprirsi una nuova fase storica per questa città. A questo punto è inevitabile che altri settori del comune (attività produttive, polizia municipale) devano obbligatoriamente sdoganarsi da pratiche, procedure, strategie, consuetudini e politiche ormai vetuste e non più consoni alle nuove realtà e dinamiche originatesi e quindi saranno obbligate a dotarsi di personale (o riorganizzare, formare) qualitativamente in grado di soddisfare in tempi immediati le sopravvenute esigenze economico-culturali della città.
      Se tutto ciò prenderà forma e concretezza, Maurizio Carta avrà scritto un capitolo (non una pagina) della storia di questa città.
      Lui sa di operare al meglio, ma è anche consapevole del fatto che le profonde lacune gestionali di altri settori comunali (elemento di ostacolo al pieno successo delle iniziative) è possibile risolverle solo dopo che si sia avviato un radicale cambio di abitudini da parte dei soggetti attivi del centro storico, cosa che avviene attraverso il pieno coinvolgimento attivo ed emozionale di questi soggetti nelle iniziative dei weekend.
      Consideriamo che oggi, dicembre 2010, il tempo gioca a sfavore, se l’amministrazione attuale dovesse cadere in conseguenza ad eventi politici nazionali, non sappiamo quali individui gestiranno politicamente la città nel 2011 e quindi non siamo in grado di simulare alcuno scenario possibile quale continuazione di questo esperimento avviato nei weekend nel centro storico. Praticamente l’unica cosa certa al momento è l’elevata percentuale di rischi che questa esperienza non venga continuata e capitalizzata dagli amministratori futuri (la storia di Palermo ci fornisce eventi passati per la comparazione). Non potere leggere dettagliatamente e pubblicamente di tutto quello che sta dietro l’organizzazione logistica e sociale di questi weekend del centro storico (verbali di riunioni con i portatori di interesse) sicuramente rappresenta un punto di debolezza (la W in una potenziale analisi SWOT) . Chi oggi lavora alacremente affinché questi eventi abbiano successo (assessore centro storico, operatori culturali, associazioni di cittadini, artisti), domani si troverà nella condizione di non potere dimostrare con efficacia la validità e la valenza sociale e culturale dell’operato con numeri, commenti e informazioni fini a chi domani verrà ad amministrare Palermo. Questo blog e questi pochi post sull’argomento rappresentano l’unica testimonianza da leggersi domani. Meno male che Rosalio c’è 🙂

    29. Cari signori,
      vivo nel pieno del centro storico e domenica scorsa ho vissuto una delle esperienze che sognavo da anni per la mia città. Che bellezza, vedere via Roma piena di gente, migliaia di persone che passeggiavano, godendosi la splendida serata, mi ha commosso. Per un lungo attimo ho pensato: ecco, abbiamo fatto un passo avanti.
      Volevo ringraziare chi ci ha lavorato, prima, durante e, spero, dopo.
      Continuate così, potete fare grandi cose per questa città che ha disperatamente bisogno di amore.

    30. concordo con massimo lg, so come co-fondatrice del Comitato Spazio Pubblico Palermo, che tutti i cambiamenti che coinvolgono spazi pubblici e abitudini collettive hanno tempi lunghi di cambiamento e l’animazione volontaria, seppure entusiasta e innovatrice, come la nostra è stata, ha tempi di grande energia e tempi di stasi e necessità di dedicarsi ad altro. però mi piace sapere che c’è un testimone che si passa, da cittadino attivo a cittadino attivo, che fa crescere sensibilità e interesse per la qualità della vita, che cresce il numero di persone che vogliono una città diversa e ci mettono energie per cambiarla.Dobbiamo considerarlo un investimento per il futuro, sta qui il cambiamento rispetto anche agli interventi di due anni fa, ora sembra possa esserci un progetto che tenga conto anche della, indispensabile, sostenibilità economica fatta di tempo oltre che di denaro … ci serve un percorso da seguire, assessore e operatori insieme, compresa una valutazione complessiva di dove ha più senso pedonalizzare e perchè

    31. http://palermo.repubblica.it/cronaca/2010/12/14/news/isola_pedonale_tutti_i_week-end_ma_resta_il_problema_delle_violazioni-10170860/
      “Mi appellerò al grande cuore dei vigili urbani – dice l’assessore – ”
      ah ah è la battuta palermitana dell’anno 2010 !
      complimenti per il senso dello humor

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