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giovedì 3 ott
  • Manifesto del non candidato

    «Quando ero giovane, ebbi un’esperienza simile a quella di molti altri: pensavo di dedicarmi alla vita politica, non appena fossi divenuto padrone di me stesso. […] Dopo, osservando gli uomini che allora si dedicavano alla vita politica, e le leggi e i costumi, quanto più li esaminavo ed avanzavo nell’età, tanto più mi sembrava che fosse difficile partecipare all’amministrazione dello Stato, restando onesto. […] Le leggi e i costumi si corrompevano e si dissolvevano straordinariamente, sicché io, che una volta desideravo moltissimo di partecipare alla vita pubblica, osservando queste cose e vedendo che tutto era completamente sconvolto, finii per sbigottirmene» (Platone – Lettera VII).

    V’è un gran da fare per le imminenti elezioni comunali di Palermo. I candidati sindaci aumentano di giorno in giorno. Per non parlare di quelli che si candidano al Comune. In preda a non so quali speranze, persone, uomini e donne, che fino a ieri facevano tutt’altro, pensano bene di lanciarsi in questa scommessa, e ci credono realmente! Credono non solo di potercela fare, ma, evidentemente, credono proprio nel sistema democratico, credono in questi partiti.

    Per quanto riguarda me, sento la necessità di spendere queste poche parole, non tanto per chi ha già deciso di candidarsi (non li convincerei a non farlo neanche potendo far loro vedere il futuro fallimento), quanto, piuttosto, per tutti quelli che non si candidano pur avendo tutte le carte in regola per far Politica.

    La verità è che candidarsi oggi, in questa città, in questa terra, in questo degrado, è irragionevole. O si è uomini liberi, o si è schiavi di qualcuno. Se si è liberi, non c’è spazio. Se si è schiavi, non si merita d’averne spazio.

    Le persone libere ed oneste non possono accedere ad alcuna carica senza passare attraverso il vaglio dei partiti. I partiti decidono prima, in una stanza, chi deve salire e chi no, su chi far convergere i voti e da chi, invece, distoglierli. La partita è truccata!

    I capi dei partiti sono per lo più dei mediocri. Gli uomini di potere di questa terra sono anch’essi per lo più dei mediocri. Non c’è spessore, non c’è cultura, non c’è senso delle istituzioni, non c’è onesta, né lealtà né onore. Eppure questi soggetti riescono sempre, in un modo o nell’altro, a mandare al potere i propri più stretti referenti, perpetuando così lo status quo. Quelli che sembrano giovani anagraficamente sono solo l’espressione edulcorata di vecchie volpi della politica, e ne hanno assunto e fatto propria la forma mentis. Nell’illusione del cambiamento, si finisce sempre, in un modo o nell’altro, con l’appoggiare le vecchie logiche, col restare vittime dei medesimi intrighi.

    Tutto è alterato dal bisogno e dal qualunquismo. Dal bisogno perché rende il consenso non più libero, ma soggetto a facili ricatti od a false promesse. Dal qualunquismo perché si tende a fare di tutta l’erba un fascio, facendo perdere a coloro che vogliono fare una sana politica la propria identità.

    Se le cose stanno così, io scelgo di non candidarmi per non partecipare a questo spettacolo indecente, che mortifica l’uomo ed i cittadini.

    Sembra essere diventato tutto un gioco, o uno scherzo. I giornali danno spazio solo ai tromboni della politica, e non si sente più nessuno dire qualcosa d’intelligente, di nuovo, di onesto, di vero. Forse solo i grillini hanno compreso lo sfacelo culturale della politica e della rappresentanza, ma poi si subbissano nel delirio cosmico.

    Occorrerebbe una rivoluzione! Ma chi conosce la storia sa che quelle sociali portano seco sangue e nessun cambiamento. La verità è che ci vorrebbe una rivoluzione culturale, e chi sarebbe in grado di portarla in un mondo così omologato e massificato? Qualcuno, di sicuro fuori dal comune, dovrebbe scegliere d’immolare se stesso per questa causa, di offrire la propria vita per amore di questa terra, un po’ come fecero Falcone e Borsellino che davvero hanno cambiato la storia della lotta alla mafia. Ma la mafia era un nemico nascosto, ma non invisibile.

    Il degrado di oggi invece è impalpabile, indefinito, diffuso, onnipresente. Ha la sua forza nelle convenzioni, nella credulità popolare, nel considerare potenti dei somari capricciosi, e nel sottomettere la propria libertà a questo indimostrato (eppur temuto) potere.

    Occorre creare nuovi poteri, occorre creare nuove culture, occorre seguire nuove verità. Sembra di essere di fronte al fallimento della democrazia, in cui sulla carta tutti possono partecipare, ma nella sostanza no. Nella sostanza il potere è sempre, e saldamente, nelle mani di un élite che pensa solo a perpetuare i propri benefici, che non sa nulla (non l’ha mai provato) del bisogno, della povertà, e quindi, in fin dei conti, non sa nulla della dignità.

    Ma il potere o è intinto di dignità, o smette di essere tale e diventa sopruso. Credo che nei politici di oggi non ci sia più alcun traccia di dignità (salvo poche eccezioni), ed allora per lo più sono dei tiranni e dei lestofanti, e francamente non posso accettare che continuino a sedere sulle proprie belle poltrone anche grazie al mio sangue.

    Ospiti
  • 14 commenti a “Manifesto del non candidato”

    1. Carissimo Vincenzo,
      come non darti ragione?
      Non potevi manifestare realtà più vera di quella che purtroppo ci rappresenta.
      Qualcuno sostiene che il mondo stia cambiando…IN PEIUS!
      Buona Giornata!

    2. Condivido la disillusione verso questa politica, ma mi sembra che proprio questo articolo faccia di tutta l’erba un fascio. Il fatto che a Palermo il voto d’opinione rappresenti una minoranza non è difficile da capire. Ma ai politici “senza dignità”, come lei li definisce, è concesso di sopravvivere sulla nostra pelle proprio a causa di questo atteggiamento arrendevole. Leggo nelle sue parole la solita idea che a Palermo nulla può cambiare, idea radicata con forza nella credulità popolare che lei, così aspramente, critica ma allo stesso tempo alimenta. Saluti.

    3. In questa sua analisi, che condivido pienamente, ha dimenticato il fattore più importante perchè una rivoluzione culturale possa avere oggi qualche chances di nascere: i soldi.
      Per avere visibilità, per ricevere credibilità, bisogna avere soldi, tanti, da spendere. L’Uomo Nuovo, quand’anche esistesse, dovrebbe da un lato non avere legami di dipendenza (diretta o indiretta) con le attuali forme di potere e dall’altro avere una quantità di soldi tali da potere uscire dall’oblio. Non credo sia possibile oggi. Dobbiamo tenerci quello che abbiamo sperando che arrivi qualcuno che sia “un pò meno peggio”.

    4. finalmente un post da leggere tutto d’un fiato.
      Grandi pennellate per descrivere una situazione
      che non tutti hanno chiara.
      Grandi complimenti.

    5. CONDIDO TUTTO.
      Allo stesso tempo contesto le affermazioni del solito sofista (si fa per dire), Carlo in questo caso, il quale fa finta di non capire che il sistema attuale è fallito e non da poco, e che l’incompetenza, l’assenza di qualifica adeguata è generalizzata in TUTTI quelli che finora si sono presentati come politici e tutti quelli che sono stati in carica, al di là delle buone volontà, di alcuni o di molti poco importa. NON BASTANO la buona volontà e l’onestà SENZA COMPETENZE PROVATE. Negli ultimi decenni la politica non è nemmeno esistita in Sicilia, ma si tratta di un COSA, una cosa fatta di meccanismi (atavici per la maggior parte) che sono un misto di teatrino di periferia e un torneo di calcio amatoriale dei campi periferici. Tale è la preparazione politica e socio-culturale dei candidati, tale è la loro conoscenza dei parametri delle società evolute dove (pur con i difetti umani) si fa politica reale, in particolare in ambito economico, strutturale, e per le problematiche che riguardano sviluppo, lavoro reale, servizi, organizzazione sociale.
      La Sicilia oggi non è un competitor a tutti gli effetti del mondo globalizzato, non conta nel mercato globale, ha solo il ruolo utile per consumare la produzione “esterna” e per alimentare le banche detenute dai poteri finanziari “esterni” che gestiscono i capitali non per creare sviluppo in loco, ma per altri usi. La produzione, lo sviluppo, il lavoro reale, il circolo virtuoso economico-finanziario non si creano con i teatrini ai quali si assiste da mesi fatti di sotterfugi alleanze, schieramenti, roba del politichese arretrato, roba da campi di periferia, che invece ostacolano il progresso. Questo sistema fallito non ha le chiavi d’accesso nel mondo che conta nei settori portanti del mercato globalizzato e la sua finanza, sui quali (volente o meno) si regge la società globalizzata attuale. Tranne che per ricevere qualche “mancia”, peraltro “utile” per mantenere lo status quo.
      IO VEDO SOLO UNA SOLUZIONE POSSIBILE (oggi metto in stand-by la soluzione del commissariamento manageriale europeo perché è lunga da attivare e qui il fallimento in stile grecia è in atto): REGOLAMENTARE L’ACCESSO ALLA POLITICA. Dalle circoscrizioni, al comune, alla regione (provincie da abolire). INNANZITUTTO la metà di quelli attuali eletti bastano e avanzano. ACCERTATO che per fare il chirurgo, l’avvocato, l’architetto, sono obbligatori lauree e abilitazioni, ACCERTATO che la politica è un settore vitale come la chirurgia, per fare il politico si devono rendere obbligatorie le stesse credenziali richieste per fare il chirurgo. Quindi: laurea in apposita università (commissione giudicante internazionale, senza ammuini possibili), poi stages obbligatori di almeno due anni in due diverse capitali mondiali, poi tirocinio, quindi candidatura solo se acquisita idoneità ad ogni step.
      NON SI PUÒ lasciare la gestione di un settore vitale come la politica a tutti quelli che la mattina si svegliano e si auto proclamano politici.
      CHI DI VOI si farebbe operare da uno “scarparo”? CHI DI VOI farebbe progettare e costruire il proprio tetto da un venditore di calia e semenza?

    6. CONDIVIDO TUTTO, pardon!

    7. basterebbe un candidato che non anteponesse i propri interessi a quelli della comunità. Che fosse in grado di colmare le propire lacune (amministrative) circondandosi di gente preparata al di fuori di qualsiasi nepotismo. Gli attuali candidati sono una pena così come penoso è il vederli a qualsiasi manifestazione a stringere mani, abbracci e baci.

    8. uno struggente canto di dolore che trasmette un incredibile senso d’impotenza…attendendo le soluzioni auspicate da Gigi io continuerò a recarmi al seggio ed annullare la scheda.
      Il voto in sè non ha in questo tristo periodo altra utilità che quello di mescolarsi con quelli espressi in camera caritatis dal popolino questuante…
      Ben venga la regolamentazione ma che ci sia parimenti una educazione all’esercizio del diritto di voto

    9. Analisi impeccabile.

    10. chapeau!

    11. Condivido il fatto che il cambiamento deve provenire d chi politica non ha mai fatto.
      Non condivido il quadro generale pessimistico,che nasconde in fondo la solita pigrizia sicula di chi si trincera dietro l’apparente grossa ma non insormontabile difficolta’ del compito.

    12. folklorista confonde la lucidità supportata da fatti incontestabili per pessimismo e pigrizia.
      Evidentemente per folklorista la positività e l’attività sono quelli dei suoi “movimentini” con le loro proposte da ricreazione della scuola elementare. Se non è come dico io, allora, ci puoi dire cosa avete proposto per due temi fondamentali, che peraltro vanno di pari passo; solo due:
      – politica di sviluppo
      – riduzione della spesa, che attualmente è fatta in gran parte di sprechi per 1) benefici delle caste 2) precariato clientelare 3) assistenzialismo. Cosa proponete per ridurre la spesa e utilizzare le risorse per lo sviluppo, produzione, redditi reali, lavoro reale?
      NON LE ABBIAMO LETTE LE VOSTRE PROPOSTE. Solo slogan fondati SUL NULLA, come fai adesso.
      FINORA avete proposto il ferrandelli che è abile solo a “recuperare” visibilità facendosi vedere in ogni situazione di disagio. Esercizio facile, farsi vedere per “recuperare”. In fondo è uno di quella pseudo-politica (NESSUNO SI RITENGA ESCLUSO) che ha portato la città al dissesto

    13. … o forse dietro l’insensatezza che affermi si cela un leggero “conflitto” ?

    14. pROPONIAMO, CON fERRANDELLI O SENZA :

      1 SVILUPPO E SFRUTTAMENTO DEL SETTORE ENERGIA SOLARE

      2 APPLICAZIONE DELLA TEORI rIFIUTI ZERO

      3 USO CORRETTO DELLE RISORSE DERIVANTI DA FONDI EUROPEI

      4 oTTIMIZZAZIONE DELLE RISORSE CON UN RADICALE PROCESSO DI RIORGANIZZAZIONE DELLA MACCHINA COMUNALE E DEI SUOI DIPENDENTI

      Il programma e’ visibile su vari siti

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