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martedì 19 mar
  • Primarie e veleni: Cracolici contro la Borsellino, Faraone contro il Pd

    Continuano le fibrillazioni all’interno del centrosinistra palermitano in vista delle primarie del 4 marzo.

    Il deputato regionale del Partito Democratico Antonello Cracolici, che sostiene Fabrizio Ferrandelli, ha attaccato Rita Borsellino, candidata dell’area del Pd facente riferimento a Giuseppe Lupo, con un post sul tema della mozione di sfiducia a Totò Cuffaro contestandole che non sarebbe vero che lei si batté per la firma da parte dei Democratici di Sinistra.

    Davide Faraone è tornato sulla questione del presunto finanziamento del partito per le primarie a Rita Borsellino mostrando un’e-mail spedita dalla tesoreria nazionale del Partito Democratico con l’ordinativo di affissioni a favore di Rita Borsellino. Faraone ha parlato di finanziamenti per circa 40 mila euro e di un bonifico già eseguito per 14 mila euro a favore della società Space s.r.l. per spazi di affissione. Faraone ha dichiarato: «Chiedo le dimissioni del tesoriere nazionale Antonio Misiani, che è colui che ha fatto il versamento e che su questo ieri ha palesemente mentito, e chiedo a Bersani di intervenire immediatamente. […] Se il segretario del partito non interviene, significa che lui stesso è colui che ha autorizzato questa ingerenza che altera le regole delle primarie e rischia di distorcerne il risultato. […] La cosa grave e inaccettabile è che i soldi del finanziamento pubblico, soldi dei contribuenti, anche palermitani, siano usati a favore di un solo candidato, per giunta neppure iscritto al partito. Questa è una vera porcheria. Rita Borsellino, che stimo e ritengo persona corretta, non può più a questo punto raccontarci la storiella del “candidato della società civile”».

    La Borsellino ha smentito di avere ricevuto soldi dal Pd.

    AGGIORNAMENTO: il tesoriere Misiani ha ribadito che non ci sono stati né ci saranno finanziamenti a singoli candidati alle primarie.

    Speciale elezioni sindaco di Palermo.

    Palermo, Sicilia
  • 6 commenti a “Primarie e veleni: Cracolici contro la Borsellino, Faraone contro il Pd”

    1. Considerate condizioni in cui si trova il comune di Palermo è opportuno far di tutto per perderle, le elezioni 🙂

    2. Una sola parola VERGOGNA!!! dopo lo sfascio di Palermo ad opera dei lecchini dello psiconano, il PD doveva compatto rispondere con un programma serio con uomini e/o donne serie perchè serio e drammatico è oòl momento, invece assistiamo a ignobili beghe per il potere. La segreteria Nazionale avrebbe fatto bene ad azzerare i vertici del PD regionale da troppo tempo coinvolta in inciuci ed alleanze improbabili. Sic!!! se il PDL dopo l’esperienza Cammarata non aveva alcuna speranza, questi 4 dilettanti ne stanno dando più di una. Che Dio ci assista.

    3. il DIVIDE ET IMPERA funziona sempre.

    4. Hidalgo, condivido, é sempre efficacissimo.
      Ma anche l’autolesionismo della sinistra non lo é meno.

    5. Ma perché vincere le elezioni? Perché? Nel 2014 il Comune si dovrà accollare per legge i debiti delle società partecipate, il dissesto finanziario (fallimento) è molto probabile e con esso il commissariamento, meglio lasciare il cerino in mano a chi ha accatastato la legna in tutti questi anni, no?

    6. ORFANI < Da qualche tempo i giornalisti aprono la posta con un moto d’angoscia. Finiti i tempi in cui i lettori si arrovellavano su destra e sinistra. Ora parlano di licenziamenti, debiti, rese esistenziali. Ieri mi ha scritto un uomo di 56 anni: aveva una moglie, un figlio, una piccola attività e un mutuo in banca. Poi l’azienda è fallita, la moglie lo ha lasciato portandosi via il ragazzino e la banca gli ha messo alle costole un’agenzia di recupero crediti. Non sapendo dove andare, è tornato nel grembo di sua madre, che lo ha ripreso in casa con amore e sofferenza perché non è un figliol prodigo ma uno sconfitto della vita.
      Quando avevo l’assolutezza dei vent’anni ero un potenziale ministro tecnico che teorizzava la meritocrazia e disprezzava i mediocri, i pigri, i falliti. Mio padre mi accusava di infondere nelle utopie liberali lo stesso fanatismo che comunisti e fascisti mettevano nelle loro. Mi spiegava che il mondo non è abitato da supereroi, che la maggioranza degli uomini è fragile, poco competitiva ed esposta ai venti del destino, e che una società è tale se riesce a garantire anche a costoro un tenore di vita dignitoso. Lo Stato sociale ha rappresentato la trasposizione pratica del discorso di mio padre. Ne abbiamo abusato con sprechi e ruberie.
      Ma quell’obbrobrio di buon cuore ci ha tenuti insieme. Ora che si sta estinguendo sotto il peso del debito, milioni di persone si scoprono sole con le loro debolezze, i loro errori difficilmente rimontabili. Non saranno le sferzate di qualche ministro a riscattarle, ma una politica economica che riparta da quel che abbiamo perduto: l’umanità.

      Massimo Gramellini

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