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giovedì 25 apr
  • Chi protegge il testimone?

    Un imprenditore edile non ci sta. Non paga e denuncia. In sé la notizia è ottima, di quelle che fanno sperare nella mutazione del virus dell’antiracket: che colpisca cioè commercianti e imprenditori, non solo intellettuali e teorici del ramo.
    Ma mi chiedo: perché il nome dell’imprenditore viene taciuto dagli organi di informazione? Per proteggerlo? E da chi? Dalla mafia? La mafia non lo conosce, forse? E allora? Io, come consumatore consapevole, sarei interessato a conoscerlo: devo ristrutturare casa e mi piacerebbe rivolgermi a uno che non mi ricarica sul conto il costo del pizzo.
    Ma si vede che il cretino sono io.

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  • 94 commenti a “Chi protegge il testimone?”

    1. non sempre la sovraesposizione mediatica è positiva. alle volte è il caso di pubblicizzare una vittima altre volte è meglio di no. E più importante in ogni caso che fioriscano le denunce.

    2. Lo Stato, cioè le istituzioni e i cittadini che credono nei valori civili, sembra aver paura di mostrare la propria forza. Questo imprenditore ha dimostrato la forza dello Stato, oltre che la sua. Lo Stato mostra la sua forza quando cattura un latitante e lo mostra in manette tra due agenti della catturandi. Uno Stato forte non avrebbe riguardi a mostrare due assassini come Riina e Provenzano chiusi come topi in gabbia, nè a far conoscere all’opinione pubblica i dettagli del regime carcerario del 41 bis a monito di altri. Riserviamo la privacy a profili più meritevoli. Uno Stato debole consente invece ai boss di continuare a comandare, a mandare messaggi forando questo regime carcerario. Uno Stato debole, con una popolazione in gran parte permeata da uno spirito servile che fa istintivamente stare dalla parte del più forte, fa oggettivamente gli interessi della criminalità. Se uno Stato moderno, con i suoi mezzi, non riesce ancora a venire a capo di un fenomeno criminale, è perchè non sa o non vuole venirne a capo: è solo un problema di “palle” oppure di inconfessabili intrecci di interessi.

    3. Be’, mi piacerebbe sapere qual è il criterio, allora. A me pare che il nome di chi denuncia non venga fuori mai, salvo dopo incendi e delitti. Morale: l’imprenditore antiracket buono è quello morto.

    4. Per alcuni media è una notizia da confinare tra quelle strane, un po’ folli, di “colore”.
      “Guarda un po’ quell’imprenditore che non vuole pagare il pizzo. Ma se lo fanno tutti! E’ più furbo degli altri? Chissà cosa c’è sotto…”
      Allora meglio non far girare il suo nome: dovesse rappresentare un esempio per altri?
      Possiamo dire che la vicenda rientra nella categoria “antimafiosità di facciata”; nel frattempo continuiamo a sobbarcarci i ricarichi del pizzo!

    5. Esatto, Donato. La dico tutta: il mio sospetto è che dietro la premura di nascondere il nome dell’imprenditore ci sia la speranza recondita di isolarlo.

    6. E’ così, per la logica.

    7. bravo Roberto , come molto spesso capita concordo con quello che hai scritto nel post…
      Si è necessario conocscere i nomi di questi uomini coraggiosi, ma è necessario pure prestare attenzione e capire se è solo una scopertura autorizzata da qualcuno o vera e propria presa di posizione…

    8. roberto sicuramente hai ragione da questo punto di vista ma considera anche (quello che avrai già considerato nelle altre ipotesi che avrai pensato) che a volte uno denuncia e vuole restare anonimo proprio perchè la “mafia” non possa raggiungerlo, proprio al contrario: non dico che siano cretini e non capiscano o non possano venire a sapere, ma non avendone la prova ed il nome stampato su una “condanna a morte”…insomma una cosa è se ti rifiuti di pagare il pizzo e ti danneggiano il negozio (e si spera che non debba succedere o meglio che le istituzioni e le forze d’ordine impediscano ai denunciati e ai sicari di farlo…si vabbè quello che ho deto è acqua fresca infatti non succede) ma un’altra è se devi anche rimanere ucciso.
      Certo quello che dici tu è giusto, io da un lato però considero anche le paure degli altri, non giustificandole ma capendole, perchè anche la lotta indipendente contro la mafia, la singola denuncia, resta un atto “singolarmente” coraggioso ed un atto in perdita PURTROPPO perchè il resto dovrebbe farlo la legge, e la legge quì non funziona con persona al di sopra della legge (i mafiosi, come i politici, che lo sono quasi tutti, che non pagano quasi mai, almeno a dovere!)

    9. lo stato in Sicilia spesso è stato bravo e astuto ad isolare i personaggi giusti…

      personaggi che se fossero stati emulati dalla società civile avrebbero sovvertito logiche di potere ormai troppo note e deducibili da noi cittadini che più volte in un anno ci poniamo il dubbio che “forse il cretino sono io”.

    10. comunque sono d’accordo anche io con il ragionamento di Donato, è molto realistico e dolorosamente scopriremo veritiero

    11. Ma protezione?

      Secondo voi un negoziante, un imprenditore, insomma uno che vende qualcosa al pubblico che si ribelli alla mafia, al pizzo,va sostenuto o no? E in che modo? Lo stato deve proteggerlo questo poco ma sicuro, ma soprattutto i cittadini dovrebbero andare n

    12. Da imparare a memoria:
      “Si muore generalmente perchè si è soli o perchè si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perchè non si dispone delle necessarie alleanze, perchè si è privi di sostegno.
      In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”, Giovanni Falcone.
      Uno Stato forte consente ad un imprenditore come Guajana -o come l’anonimo di cui parliamo oggi- di rifarsi subito, di conseguire persino un inaspettato ritorno economico dal sostegno che la parte di società sensibile ai temi civili vorrà liberamente dare con il proprio sostegno morale e non.
      Uno Stato che fa invece lo spilorcio con gli indenmnizzi dovuti alle vittime della criminalità, che impiega anni per ripagarle del loro sacrificio, fa oggettivamente gli interessi della mafia e, con tutti i soldi che versiamo in tasse, srebbe ora di impedirlo per sempre!

    13. cerco di seguire il vostro ragionamento e mi chiedo ,a cosa servirebbe sapere il nome ? sicuramente per come diceva roberto alajmo,si potrebbe fare “consumo critico”e rivolgersi a lui per eventuali lavori edili ma poi a cosa?
      qui il problema non è il suo nome ma che altri ,i TANTI altri ,escano fuori e seguano il suo esempio(E IN PARTICOLAR MODO MI RIFERISCO AI GROSSI IMPRENDITORI DELLA CITTA….).
      la lista di addiopizzo serve a questo a dare la possibilità di trovare il coraggio di uscire allo scoperto ma…ma purtroppo 200 sono davvero pochi…
      mi chiedo quando la classe imprenditoriale troverà il coraggio e abbandonerà la connivenza per riacquistare la sua dignità.
      occorre una svolta culturale e chiunque,compresi noi di questo blog dobbiamo cercare di fare la nostra parte.

      pequod

      p.s. uno stato forte ha dimostrato con due arresti importanti come ha risposto alla distruzione del deposito della ditta Guajana e alla denuncia di un estortore mi pare che sia una risposta importante vediamo NOI CHE SIAMO LO STATO CHE SIAMO CAPACI DI FARE…

    14. Caro Donato,
      quando scrivi “In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”, Giovanni Falcone.
      Ma sei veramente sicuro che lo stato voleva proteggere queste persone?

      Ricorda il pesce puzza sempre per la testa…

    15. Pequod, con uno Stato che si mostra debole, mettere a repentaglio vita e patrimonio diventa eroico e non è giusto pretendere l’eroismo. Quello che invece è giusto pretendere, visto che già paghiamo per questo, è che chi è stato colpito da un attentato del racket venga messo subito nelle condizioni di ricominciare l’attività e venga indennizzato, che la lotta ai patrimoni di fonte criminale sia effettiva e non simbolica come oggi, che vi sia trasparenza nella vita amministrativa, che le forze di polizia abbiano i soldi per la benzina per controllare il territorio e stipendi dignitosi per vivere decorsamente, che la macchina della giustizia abbia mezzi moderni per contrastare l’illegalità, ecc.
      Senza questo, rimane solo la retorica, politicamente interessata, dell’estrema sinistra che usa la lotta alla mafia per colpevolizzare la “classe” imprenditoriale ritenuta, forse a ragione, avversa. Fortunatamente, uno dei meriti del Comitato AddioPizzo è stato proprio quello di non farsi strumentalizzare da una parte politica che si ritiene, in modo autoreferenziale, migliore dell’altra.

      Ergobis, le parole virgolettate sono di Falcone, non mie.

    16. Donato
      che lo Stato debba rispondere assicurando la possibilità di ricominciare è sacrosanto. ed è fin dal primo momento l’obbiettivo primario che si ci è dati come comitato ( e stiamo continuando a lavorare ogni giorno per questo…)
      quanto all’eroismo mi chiedo ma perchè bisogna sempre aspettare gli eroi…
      mi dispiace non è retorica la possibilità di dire No ci sono.
      la vera retorica è di chi si trincea dietro la paura o dietro lo Stato ,così non cambierà mai nulla perchè nessuna forza di polizia può garantire l’assoluta sicurezza se non quella che Noi popolo riusciremo a costruirci.
      Occorre una svolta culturale aldilà di qualunque schieramento….
      ognuno la sua parte non deleghiamo sempre gli altri e sopratutto non scordiamoci che per vincere qualunque battaglia occorre coraggio,il coraggio di tutti.

      pequod
      p.s. e per favore non mettiamola in politicA DX E SX…Qui la lotta è di tutti .

    17. Egregio Donato, Lei ha proprio ragione. Lo Stato in Sicilia è debole. La domanda che dobbiamo porci è: lo Stato è debole o ci fa? E smettiamola con la sola retorica di “sinistra” tipo: “lo stato siamo noi”, “pagare tutti per pagare meno”, e altre belle trovate accademiche che non trovano nessun riscontro nella vita reale. La realtà è che lo Stato non siamo noi se chi ha il coraggio di denunciare viene isolato e dato in pasto ai suoi carnefici. Pagare tutti sì, quando in cambio si ricevessero servizi adeguati e i politici e politicanti (“sinistra” compresa) la smettessero di fare la bella vita sulle spalle del povero contribuente, soprattutto se questi è un’imprenditore che in certe zone del paese – abbandonate alla criminalità – può pure un giorno rimetterci le penne!

    18. Pequod, come vedi, le mie idee le esprimo con il mio nome e cognome. Il coraggio dei singoli però non basta: fa poca paura ai criminali che possono, all’occorrenza, trovare più efficaci mezzi di persuasione. Solo lo Stato può fare davvero paura perchè, per convenzione sociale, abbiamo rinunciato a farci giustizia da soli e a camminare armati, fidando in un’entità organizzata soprapersonale: non è retorica, è la realtà, forse sarà meno bella della tua poesia, ma è così. Un imprenditore ha delle responsabilità verso l’impresa e la propria famiglia maggiori di chi non ha nulla da perdere: è giusto pretendere che denunci se però la denuncia è efficace, cosa che sinora non sempre è stata sinora. Molti si sono pentiti di aver denunciato, fidandosi dello Stato. E’ mancata la copertura della pubblica opinione, l’unico potere che bilancia quello politico. Se impiego del mio tempo in rete è solo perchè ritengo utile ed efficace la circolazione delle idee, anche senza peli sulla lingua, che la stampa addomesticata e timorosa del potere politico (che la finanzia con le leggi sull’editoria) non ama riportare.

    19. Specifico meglio. Quanto alle esigenze di protezione: qualcuno pensa che la mafia ha bisogno di leggere il nome dell’imprenditore in questione sulle pagine del Giornale di Sicilia? E se no, a che serve l’anonimato? Mica lo hanno portato in Finlandia sotto copertura. Continua a lavorare lì dov’era, esposto alle ritorsioni dei suoi nemici e invisibile alla solidarietà dell’opinione pubblica. L’anonimato serve a rendere il suo esempio come l’eccezione che conferma la regola. Morale sottintesa: ora sono cavoli tuoi, e solo tuoi.

    20. Roberto il messaggio è chiaro…. e merita una risposta,la cercherò.
      quanto a te Donato personalmente non credo che la mia sia poesia e chiedo, ma se nel caso Guajana lo Stato rispondesse come stà facendo.Il sito per ricominciare,la tutela per i dipendenti,l’assegnazione di una scorta i soldi presi dal fondo nazionale antiracket per ricominciare,l’arresto di estortori … bene! una volta che questo fosse fatto in tempi brevi poi….poi che facciamo ? aspettiamo altri attentati ,probabilmente potrebbero arrivare e quindi lo Stato dovrà dimostrare di essere di nuovo presente e poi? dovremo aspettare che lo Stato arresti altri estortori e come può fare se non con LA DENUNCIA?
      mi dispiace o si trova il coraggio e si ci organizza INSIEME magari con l’aiuto di una VERA associazione antiracket oppure un finto pragmatismo non basta.
      occore una vera svolta culturale ,cambiare l’approccio al problema. io la vedo così.
      quanto a pequod tu lo sai bene ,in rete è questo il mio nome ,ci tengo.
      a presto

    21. Mi auguro che il caso Guajana diventi emblematico di una pronta risposta dello Stato. Se lo Stato fa la sua parte non ci saranno più alibi o scuse per non denunciare. Ricordo che parliamo però di uno Stato che spesso ha fatto oggettivamente gli interessi della criminalità e che si è anche presentato con il volto di esponenti della stessa o di suoi fiancheggiatori. Non sempre non denunciare è stato sintomo di viltà: talvolta lo è stato sicuramente di doverosa prudenza. Comunque la direzione è quella giusta: pretendere risposte immediate dallo Stato, facendo sentire alla classe politica il fiato sul collo dell’indignazione pubblica (vale quanto il voto) e promuovere la risposta consapevole ed organizzata delle categorie a rischio, commercianti e imprese.
      AddioPizzo sta facendo un lavoro egregio, ma, “unt’assiddiare”, il pragmatismo non è mai abbastanza in questa terra …

    22. Ho aperto solo ora il Giornale di Sicilia di oggi che dedica la prima pagina alla notizia in questione con ricco seguito sulla seconda (dove sono riportate in evidenza le dichiarazioni di AddioPizzo), ma qualcuno mi può spiegare perchè nella foto dell’arresto del boss Franzese che campeggia in terza pagina le manette sono state sfuocate? Tutela della privacy? Timori riverenziali?

    23. La vera piaga non è solo l’azione criminale, ma l’indifferenza delle istituzioni. Spero che tra qualche mese non finisca tutto nel dimenticatoio, come al solito.

    24. la verità ci renderà liberi dici?

    25. Non vorrei dire male di altri. Ma noi in Sicilia abbiamo un numero mdi persone morte nell’espletamento del loro dovere, che mai si son viste in Campania o in Calabria, sembra come noi, sottoposte allo stesso problema.
      POsso indignarmi un minimo?
      Nel ricordare che nel combattere il fenonemeno sono morti molti rappresentatnti dello stato?
      e che niente é stato fatto in luoghi altri di Italia, che si presumoni con simili attitudini?
      Posso dire che io posso essere stanca se si faccia l’equazione Sicilia=mafia
      e non Camorra o n’drangheta = mafia?
      E che vedo che noi cerchiamo di fare ed in altri luoghi si convive senza colpo ferire?

    26. per Roberto. ho la risposta :è una questione di SICUREZZA.
      per Donato:un po misiddiai …prima…poi ti ho letto .
      io credo che il pragmatismo è assolutamente necessario ma senza POESIA non si fanno le rivoluzioni e tu sai bene che quello che da Noi occorre è solo ed esclusivamente questo…una rivoluzione culturale è sapiamo bene che non è cosa di poco conto ma è l’unica strada.
      pequod
      p.s. Auguri DD!

    27. Se mi chiedete cosa possiamo fare noi cittadini-non-imprenditori-e-non-commercianti, io una risposta ce l’ho: essere vicini a chi non paga e denuncia. Ma se non ci dicono chi è, possiamo solo teorizzare e dedicarci all’antimafia da parata.
      E’ per spezzare questo anonimato che è nato l’elenco di Addiopizzo: contarsi per contare.

    28. E un’altra cosa possiamo fare: non fare finta di nulla (…tanto non sono affari miei…) quando vediamo qualcosa che non va.
      Spesso gli illeciti vengono compiuti proprio sotto i nostri occhi e noi non li vediamo (o non li vogliamo vedere)perchè siamo occupati in altre faccende o perchè non ci riguardano direttamente.
      Ci riguardano eccome, sempre e comunque.
      Qualche anno fa, sono stato “fracchiato a legnate” da due giovinastri che stavano rubando un motore solo perchè transitavo a piedi sullo stesso marciapiede e li ho guardati più del dovuto, intuendo le loro intenzioni.
      Mi sono difeso come potevo, ma alla fine quel motore, e non so nemmeno di chi fosse, è rimasto lì.
      Certo, sono stato fortunato, mi poteva finire peggio.
      Però, cosa succederebbe se questi ed altri delinquenti avessero la certezza che, per ogni tentativo di sopraffazione da parte loro, ci fosse sempre una presa di posizione ed una reazione da parte anche di chi non è coinvolto direttamente, ma lo fa “SOLO” per senso civico?

    29. Suppongo che questo commerciante sará giá iscritto alla lista di Addiopizzo, visto che non paga. Il perché non sia stato divulgato il suo nome lo ignoro, peró é anche possibile che il commerciante XXX abbia fatto appello al principio chiamato autodeterminazione, ovvero é possibile che sia stata una sua scelta restare anonimo. É una possibilitá. Non paga il pizzo, peró forse non vuole diventare un simbolo. Forse invece ha ragione chi ha scritto questo post. E forse Roberto Alajmo, da buon giornalista e miglior scrittore, dovrebbe ponderare sul fatto che ci sono varie ipotesi e non solo la sua realtá. Forse.

    30. Certo, Gabriele, tutto è possibile. Ma è sistematico: il nome non viene fuori mai.
      Mi chiedo perchè, visto che per il resto tutto contribuiusce a renderlo riconoscibile (mesi fa, addirittura si parlava di un “anonimo commerciante della piazza del Borgo Vecchio”, e figuriamoci quant’era anonimo).
      In realtà io non sono sicuro che ci sia malafede. Conoscendo uomini, cose e testate, propendo anzi per una forma di fesso conformismo.

    31. Caro Roberto, sicuramente tu conosci molto meglio di me il funzionamento dei mezzi di informazione. L’ipotesi di conformismo (o servilismo…) mi sembra verosimile, in quanto é praticamente la norma. Resta sempre la possibilita a questo coraggioso commerciante di voler rivelare il suo nome. Se lo vuole si saprá.

    32. Bah, ho qualche dubbio: l’imprenditore desidera l’anonimato? Glielo impongono i mass media? Dubito e dubito. La cosa è più complessa di quanto appaia e il dibattito sin qui non ha aggiunto grosse novità: ha solo registrato delle contraddizioni. Un pò pochino…

    33. Forse l’anonimato della denuncia può aiutare gli inquirenti a portare avanti le indagini e arrestare gli estortori ?
      Forse si possono cogliere in flagrante o allargare le indagini .

      Non saprei , è solo un’ipotesi .

    34. E’ solo una questione di SICUREZZA.
      è evidente che la mafia sa bene chi ha denunciato ma quello che OCCORRE fare,fino a quando non saranno molti di più ,non farli diventARI SIMBOLI E QUINDI bersagli.
      Sicuramente l’effetto mediatico li renderebbe tali. Avete idee di quanti mass media avrebbero voluto i nomi o intervistare i denuncianti,compreso guajna?
      Molti ,troppi e purtroppo Libero Grassi insegna cosa ha voluto dire esporsi mediaticamente. Inoltre è impensabile che qualora le denunce aumentassero si possa garantire la sicurezza con scorta a tutti. OCCORRE che presto il coraggio prevalga sulla paura e con la speranza che presto ci sia una VERA associazione antiracket questa possa essere la chiave di volta per cambiare il corso delle cose. OCCORRE capire che soltanto attraverso le denuncie e quella svolta culturale che li favorisca(è questo quello che qualunque cittadino può fare…) possa davvero cambiare qualcosa. O si crede nella forza dell’essere in tanti o sarà difficile.
      L’esposizione mediatica di uno due ,cinque è soltanto un RISCHIO in più da evitare.
      pequod

    35. Penso che Pequod abbia ragione.

    36. Ci sono verità nei post di tutti. C’è però una teoria martellante che è quella che dovremmo essere in tanti, che dovremmo essere idealmente tutti, a ribellarci. È vero, la strada per la vittora finale passa senz’altro per la formazione di una coscienza di popolo, per usare parole care a una certa cultura dominante. Ma non credo che questo basti. Vediamo di fare un esempio legato alla storia. La famosa rivoluzione francese non venne fatta a furor di popolo, come i vincitori – che hanno poi scritto i libri di storia – ci hanno insegnato. Né lo fu la rivoluzione comunista in Russia. In genere le rivoluzioni vengono pesantemente finanziate e portate avanti da una classe sociale emergente che dispone di mezzi economici non indifferenti. Sono quindi le elite economico-finanziarie, che rappresentano al più l’1% della popolazione, a fare le rivoluzioni e non le masse. La domanda pertanto è: chi avremmo noi, Popolo Siciliano, dalla nostra parte se dovessimo mai reagire, tutti insieme, alla mafia? Chi ci difenderebbe? Chi ci darebbe i mezzi? Lo Stato? L’attuale governo nazionale? L’attuale governo regionale? Ho l’impressione che il sentire comune del Popolo Siciliano sia di grande sfiducia nei confronti delle istituzioni. Lo Stato è visto sotto una cattiva luce perché da noi la parola Stato si coniuga da sempre con oppressione, tasse, vessazioni. Tutte le volte che abbiamo provato ad alzare la testa, lo Stato ce lo siamo ritrovato sempre a remare contro. Ci siamo forse dimenticati quali enormi difficoltà incontrò Giovanni Falcone nel suo lavoro quotidiano? Ci siamo dimenticati come venne pesantemente osteggiato da tutti i partiti, compreso quello comunista? Ci siamo dimenticati di Orlando, che lo accusò di tenere nel cassetto le prove contro Andreotti? E che dire del povero generale Dalla Chiesa, cui il partito comunista non volle dare i poteri speciali che disperatamente chiedeva per combattere la mafia? “Qui muoiono le speranze dei Siciliani onesti” scrisse uno dei nostri all’indomani del suo eccidio. Quel Palermitano ci rappresentò tutti, perché quello era il sentire comune del Popolo in quel momento… e forse anche oggi! Il Popolo sa che lo Stato non lo aiuterà. Ha ragione Uma a provare orgoglio per il Nostro Popolo. Anch’io sono orgoglioso di questo popolo che ha da sempre subito angherie dal potere constituito, qualunque fosse la sua nazionalità o colore politico. Sono fiero del nostro popolo, perché i caduti nella lotta alla mafia sono maggiormente Siciliani e perché è vero che i Siciliani stanno cominciando a reagire e a prendere consapevolezza di se stessi, più che ogni altro popolo meridionale forse. Ma sputtanarsi pubblicamente e apertamente, quando tutti sappiamo quali connivenze ci siano tra il potere politico e la mafia, risulta molto difficile. Chi lo fa ha la mia stima assoluta, ma chi non lo fa, e vuole restare nell’anonimato, ha il mio rispetto assoluto!

    37. Io la penso come Roberto Alajmo: c’è una logica implicita, ma coerente, nel fatto che non venga fatto il nome di chi si è rifiutato di pagare il pizzo, che vengano sfocate nel Giornale di Sicilia le manette di chi riscuoteva il pizzo e che, sullo stesso giornale, vengano riportate integralmente le dichiarazioni dei pentiti … forse, per opportuna informazione degli ospiti delle patrie galere …

    38. Mi sembra ingeneroso dire che questo dibattito non porti contributi interessanti. Per esempio, ho appena scoperto che Dalla Chiesa è stato ammazzato per colpa dei comunisti

    39. Io non ho capito il commento di pmb, riconosco i miei limiti. Donato invece ho capito il tuo e sono pienamente d’accordo. Peró non capisco dov’é la novitá: stiamo parlando del giornale di sicilia. L’unica cosa attendibile ed imparziale (a mio modesto parere) sono i necrologi.

    40. Il comunista Michelangelo Russo sui poteri speciali: “Ma che poteri eccezionali, qui c’è sempre stato il ricordo del prefetto Mori, di come furono usati allora in maniera nè giusta nè utile” da “Il Resto del Carlino” – Vent’anni fa l’omicidio
      del prefetto dei 100 giorni.

    41. Tutti sembrano aver dimenticato cosa avvenne nel settembre del 1989 nelle aule parlamentari, i boss mafiosi arrestati e condannati in primo grado nel famoso maxiprocesso voluto tenacemente proprio da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, erano usciti da qualche ora per decorrenza dei termini. Il governo dell’epoca si riunì nel tardo pomeriggio di quel giorno e varò, su sollecitazione di Falcone e Borsellino, il famoso decreto Andreotti-Vassalli, con il quale venivano allungati i tempi della carcerazione preventiva per gli imputati di mafia. Quel decreto controfirmato dal presidente della Repubblica Francesco Cossiga in tempo reale era, nei fatti, un nuovo mandato di cattura per decine e decine di mafiosi che già brindavano alla riconquistata libertà e alla prossima latitanza. Nella notte furono tutti riarrestati. Contro quel decreto si scatenò la furia parlamentare del gruppo comunista con interventi di fuoco di Luciano Violante e di altri che accusarono Andreotti e il suo governo di ledere i diritti costituzionali.

    42. Ha ragione Alajmo: finalmente il dibattito si fa interessante. Dalla Chiesa sarebbe stato ucciso per mano mafio-comunista. Immagino sia accaduta la medesima cosa al povero, sprovveduto e masochista La Torre…

    43. Da cronista del Giornale di Sicilia ho cercato più volte – incaricato dal mio capo servizio – di intervistare il famoso commerciante del Borgo. Giustamente, i ragazzi di Addiopizzo – a cui da cittadino e da giornalista va la mia stima – lo hanno protetto, perchè la sovraesposizione non giova, è ovvio. Io ho fatto il mio mestiere, esattamente come loro. Comunque quel giorno, abbiamo pubblicato un ampio reportage dal Borgo. Ricorderei anche le prime pagine sulla festa della legalità della Magione, l’appoggio che il Gds ha dato ad Addio pizzo, offrendo più spazio – carta canta – di chiunque altro. Ricorderei infine che il Gds ha recentemente pubblicato una lettera di Rodolfo Guajana in prima pagina. Giusto criticare le omissioni, quando ci sono. Meno giusto sparare nel mucchio.

    44. perfettamente d’accordo con Roberto Puglisi. Sò bene che nel lontano passato di nefandezze ne sono state fatte molte ma è INDUBBIO che in questa lotta contro il racket il GdSicilia è in prima linea e cos’ nel suo appoggio ad addiopizzo (assolutamente indiscutibile) invece nutro MOLTI dubbi sù quello che ha fatto Repubblica,molto poco.
      per dirne solo una :il 5 maggio giorno della festa contro il racket a p.zza magione il GDSicilia usciva con la notizia in prima seconda e terza repubblica NULLA.
      Inoltre basta leggere la rassegna stampa del nostro sito in quest anni per rendersi conto della PRESENZA DEL GDS e dell’assenz di repubblica. Quindi aldilà del fatto che è ovvio che non tutto è oro quel che luccica…ma l’evidenza è l’evidenza.
      per pmb
      ci sono tante componenti del popolo che potrebbero fare sentire di più la loro voce,componenti importanti ma nl nostro piccolo penso che una presa di posizione pubblica di gruppi di cittadini ,penso a giornalisti,scrittori,artisti,consulenti finanziari..,etc…farebbero quello che viene chiamata massa critica.OCCORRE darsi da fare e per dirla come Gaber …non stare sopra gli alberi…libertà è partecipazione!
      pequod

    45. …tanto per capirci questo è un ESEMPIO
      dalla home page del sito http://www.addiopizzo.org

      Lettera aperta dei dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di Palermo
      09/08/2007
      Di fronte al drammatico incalzare degli avvenimenti degli ultimi giorni, c’è chi non si arrende al fatalismo e non si abbandona al senso di impotenza. I dipendenti di un ufficio pubblico della città hanno reagito organizzando una raccolta di fondi a favore di Addiopizzo e scrivendo una lettera straordinaria. Ci teniamo a pubblicarla integralmente, e con l’occasione ringraziamo di cuore gli autori.

      «Abbiamo guardato dalle finestre il fumo proveniente dall’incendio dei capannoni della ditta Guajana che raggiungeva il nostro ufficio e abbiamo detto basta, la nostra città va in fumo, le nostre speranze vanno in fumo e nessuno di noi si muove per dire basta, siamo rimasti senza parole, e improvvisamente la rabbia è esplosa, ci siamo detti: “facciamo qualcosa”.

      Ed è per questa ragione che abbiamo deciso di fare una raccolta di fondi a favore dell’Associazione Addiopizzo, perché soccorra le vittime dirette e indirette di questi attentati mafiosi che distruggono quanto costruito da imprenditori coraggiosi e la vita dei loro dipendenti e delle loro famiglie, che non sono aiutati da nessuno, che sono lasciati soli, soli come tutti quelli che hanno alzato la voce, ci hanno provato e sono stati lasciati soli.

      Abbiamo tanti nomi, non siamo di destra, né di sinistra, né di centro, siamo la gente di Palermo che non è mafiosa, che non è corrotta, che ama la propria città, che vuole vivere e lavorare onestamente e desidera consegnare ai figli un mondo migliore. Siamo quelli che al mattino ci alziamo presto e andiamo a guadagnarci lo stipendio, che facciamo la spesa con attenzione, che arriviamo con fatica alla fine del mese e che paghiamo personalmente in credibilità, quando siamo colpiti dalla corruzione interna.

      Questa iniziativa parte da gente comune e vuole avere la presunzione di arrivare a tutti, di svegliare le coscienze dal torpore, ha soltanto un significato simbolico».

    46. Non è che Repubblica abbia pubblicato il nome del commerciante, se è per questo. E’ un riflesso condizionato professionale, a quanto pare.
      La sovraesposizione è un rischio, d’accordo, come insegna il caso di Libero Grassi. Ma qui si tratta di sottoesposizione: immaginiamo la solitudine di questo imprenditore. E il senso di impotenza della società civile, che emerge anche da molti dei vostri commenti. Stringiamoci attorno ai coraggiosi. Ok. Ma attorno a chi, precisamente?
      PS: Ma Michelangelo Russo era ministro dell’interno, nell’82? E i comunisti al governo?

    47. I ventenni che usano Internet, i blog e i forum di discussione, forse non conoscono il clima che si respirava in Italia e in Sicilia negli anni ’80, dovendo essere stati all’epoca poco più che lattanti. Onde strapparli allora alle bugie dei cattivi maestri, mi piacerebbe leggessero questo articolo de il Giornale, del 23 maggio 2007 (“Falcone ha ancora nemici”), a firma di Filippo Facci. Vi troveranno esempi concreti di come si possa isolare e uccidere un uomo con la penna. Dopo questa lettura – che spero gradiranno – consiglio loro di fuggire dai navigati lupi di mare che raccontano ancora favole come quelle che i comunisti, per i primi cinquant’anni di storia repubblicana, siano stati senza macchia e senza peccato, trovandosi all’opposizione e non al governo (sic!).

    48. Morale della favola: la colpa è dei comunisti. L’abbiamo già sentita.

    49. Io mi limitavo a parlare di una scelta del Gds e Pequod sottolinea il vero. Però, mi pare spiacevole entrare in polemica con Repubblica Palermo che fa un prodotto di qualità e tante inchieste che raccontano questa città – lo dico da concorrente – indubbiamente bene. Si tratta semplicemente di scelte editoriali.

    50. forse ho esagerato…bisogna rispettare le scelte editoriali e ….altro.
      ma sapessi quante volte ci sono rimasto male ad aprire quel giornale ,aspettarmi qualcosa e non trovarlo
      …comunque mi sembra che la stiamo buttando in politica.. ognivolta che si prova a cercare di trovare delle strade di discussione per FARE QUALCOSA ,qualunque cosa ,il discorso va da altre parti..chissà perchè
      pequod

    51. Finalmente leggo un bel dibattito su Rosalio, intenso e partecipato. Eppure, proprio leggendo Alajmo, in parte Puglisi e qualche facinoroso ipostorico, ho sentito un prurito di memoria che mi ha rimandato ad un disco “censurato” e ritirato dal mercato di qualche tempo fa. Era di Giorgio Gaber, ve ne propongo un piccolo brano (solo scritto):
      “Io se fossi Dio
      maledirei davvero i giornalisti
      e specialmente tutti
      che certamente non sono brave persone
      e dove cogli, cogli sempre bene.
      Compagni giornalisti avete troppa sete
      e non sapete approfittare delle libertà che avete
      avete ancora la libertà di pensare
      ma quello non lo fate
      e in cambio pretendete la libertà di scrivere
      e di fotografare.
      Immagini geniali e interessanti
      di presidenti solidali e di mamme piangenti.
      E in questa Italia piena di sgomento
      come siete coraggiosi, voi che vi buttate
      senza tremare un momento.
      Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti
      e si direbbe proprio compiaciuti.
      Voi vi buttate sul disastro umano
      col gusto della lacrima in primo piano.
      Sì, vabbe’, lo ammetto
      la scomparsa dei fogli e della stampa
      sarebbe forse una follia
      ma io se fossi Dio
      di fronte a tanta deficienza
      non avrei certo la superstizione della democrazia.”
      Ecco, insomma, io sono d’accordo con la posizione di AddioPizzo, di tenersi un passo indietro. E poi vorrei dire ad Alajmo che per ristrutturare casa, eventualmente, invece di andare a conoscere “di persona personalmente” l’imprenditore onesto si rivolga ad un professionista onesto, che ha le competenze per ristrutturare case (più del selfmade di ogni lettore di BravaCasa) e che, certamente, avrà anche la sensibilità per discriminare le imprese capaci e oneste, almeno quanto i loro fornitori.

    52. a proposito di Repubblica ,proprio per dimostrare che a volte il suo dovere lo fa egregiamente… vi propongo la lettura dell’articolo di Francesco Palazzo dal titolo :Guajana un borghese anomalo
      LEGGETELO CREDO CHE SIA MOLTO ISTRUTTIVO.
      http:
      //www.addiopizzo.org/public/rep_08-08-2007.jpg

    53. ai tanti interessanti commenti aggiungerei la notizia dataci ripetutamente da TgS del sondaggio fatto
      su un “campione” di imprenditori,di cui
      ben 57 pare abbiano dichiarato che il
      “contributo” dato alla Mafia e’ irrilevante nella conduzione dei
      propri affari.
      Non e’ stato precisato a quale tipologia (dal punto di vista di volume d’affari) di imprese e’ stato rivolto il sondaggio.
      Dal tipo di risposta ipotizzo si tratti di imprese con
      giro di affari medio-alto (?).
      E’ strano come la Mafia dimostri di non conoscere il vecchio detto:
      “quannu vai a pecuri,e t’arrinesci,
      pigghia la grossa,ca la nica crisci”.
      Ho dato una scorsa alla lista di Addiopizzo e ci trovo perfino piccoli esercizi commerciali.
      Cosi’ si annienta l’economia di una citta’,si blocca ogni iniziativa.

    54. Rendere noto il nome di chi denuncia episodi di questo genere lo ritengo ininfluente.
      Credo però che dobbiamo “indottrinare” i più deboli indicandogli la strada da seguire. Il male quando ti cresce dentro è difficile da debellare: bisogna agire prima che sia troppo tardi, all’apparire dei primi sintomi.
      In genere la prima “richiesta” viene fatta adducendo la necessità di raccogliere dei fondi per aiutare un “amico” che si trova in difficoltà (è un gioco psicologico che impietosisce e irretisce, ma consente al nemico di studiarvi…). Di solito si accontentano di poco, molto poco, anche 5-10 euro. Non bisogna cedere mai. Quello è un approccio che serve a testare la “solvibilità” e la “fragilità” della vittima. Cedendo la prima volta non ve li toglierete più dai piedi e obiettivamente mi rendo conto che un soggetto fragile in questo modo viene risucchiato in un circolo vizioso dal quale non è facile venirne fuori.
      Non bisogna cedere mai. Sin dalle prime avvisaglie. E credetemi, ne ho vissute di esperienze. Se vi rendete subito forti li mettete fuori strada. La miglior difesa è l’attacco.
      Il miglior protettore del testimone quindi è il testimone stesso.
      Aiutati che Dio ti aiuta.
      Ciao a tutti.

    55. una riflessione su come si puo’ generare
      un loop.
      ho ancora davanti gli occhi l’area desolata di un importante “antiquario”
      palermitano,che,alla osservazione …ma i prezzi sono cresciuti…
      confessava che si erano fatti vivi “quelli….”,dicendo che bisognava
      pagare,per sostenere le famiglie di quanti si trovavano all’Ucciardone.
      Quindi,piu’ ne metti dentro,piu’ famiglie devi “campare”.
      Hai generato un loop.
      IL GUAIO E’ CHE,SE LI LASCI FUORI,NON
      E’ CHE LA RICHIESTA DEL PIZZO CALA.

    56. Le questioni sono tante e gli interrogativi altrettanti. Se il commerciante del Borgo vecchio, luogo, peraltro, che ho sempre creduto quasi un luogo franco, o comunque minoritario del racket delle estorsioni (forse ingenuamente), perché difatto una comunità chiusa, molto autoreferenziale, con una mentalità da borgata molto compatta, non vuole dichiararsi, o motivi di Polizia, l’hanno convinto sia meglio,, non gli se ne può fare una colpa, direi. Ognuno fa le sue scelte, giuste o sbagliate, e per i motivi che ritiene opportuni. Non sappiamo nessuno le motivazioni che abbia, però é curiosa che sia comunque uscita la notizia, seppure vaga. Che senso ha che sia uscita la notizia vaga? O esce completa o non esce.
      Qual’é il senso di questa mezza informazione? Non lo capisco, onestamente.

    57. Osvaldo concordo, che vada diffusa la concezione che uno che lavora onestamente, dà lavoro ad altri e non sempre fa la vita di Agnelli, come dire.
      Che va combattuta l’idea che il parassitismo, sia una forma di solidarietà sociale, anche minima, che si pensi che alcuni fanno, e gli altri approfittino di chi fa. A me le dichiarazioni di Guajana, sono piaciute moltissime, a chi gli chiedeva ‘ma le hanno fatto richieste, altre volte? l’Hanno minacciata? ha risposto sintetizzo a modo mio, io sono 40 anni che lavoro onestamente, in un posto che amo che é il luogo dove vivo, sono una persona onesta che lavora onestamente.
      Mi é sembrata una dichiarazione così ordinariamente straordinaria nella sua essenzialità, da essere molto più efficace di tante polemiche che si fanno sul fenomeno. Una lezione di etica.

    58. UMA
      ecco
      IL COMUNICATO STAMPA DELLA POLIZIA
      (che racconta dell’arresto dell’estortore)
      IL COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO
      (che racconta come è maturata la denuncia…)
      GLI ARTICOLI SULLA STAMPA DEL 6 GIUGNO
      …manca il nome del denunciato ma poi mi sembra che ci sia tutto.
      le notizie poi fuggono ..ne arrivano altre.. sta a Noi tenerle vive.
      Se sbaglio ti prego di correggermi
      __________
      Palermo, martedì 5 giugno 2007
      Commerciante denuncia grazie anche al Comitato Addiopizzo

      Commerciante fa arrestare il suo estortore. Scelta maturata grazie anche alla collaborazione del Comitato Addiopizzo

      COMUNICATO DELLA POLIZIA:
      Nella serata di ieri la Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Palermo ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di BARBERA Luigi, nato a Palermo il 18 giugno 1957, già condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa, per concorso in rapina aggravata e tentata estorsione, con l’aggravante di aver commesso i fatti al fine di agevolare l’organizzazione criminale “cosa nostra”, in pregiudizio di un operatore commerciale di un quartiere centrale di questo capoluogo. Il commerciante aveva opposto un deciso rifiuto a varie richieste estorsive formulate dal citato BARBERA il quale, in conseguenza di ciò, lo aveva minacciato di pesanti ritorsioni. Effettivamente qualche giorno dopo l’esercizio pubblico aveva subito una rapina da parte di due soggetti che, nella circostanza, avevano esplicitamente preannunciato ulteriori “visite” della stessa specie. Aveva pertanto deciso di sporgere denuncia nei confronti dell’estortore che le conseguenti indagini aveva identificato per il suddetto BARBERA.

      IL NOSTRO COMUNICATO:
      In riferimento all’operazione della sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di Palermo che ha portato all’arresto di Barbera Luigi per tentata estorsione, è necessario porre in evidenza che la vittima non ha maturato la coraggiosa decisione di denunciare in solitudine, tutt’altro. Questo decisivo passo è stato compito grazie alla collaborazione e all’assistenza del Comitato Addiopizzo che con il suo perseverante lavoro nel territorio e il fattivo sostegno della F.A.I., negli ultimi due anni, ha creato una rete di soggetti in grado di offrire le competenze, le tutele e lo schermo necessari affinché un operatore economico possa denunciare. La chiave di volta della liberazione dal pizzo passa necessariamente da qui. Chi vuole essere aiutato, infatti, deve mettersi in condizione di essere aiutato. La tutela dei commercianti è quindi legata al proliferare delle denunce stesse.

      DALLA RASSEGNA STAMPA DEL 6 GIUGNO- NEL SITO DEL COMITATO ADDIOPIZZO –
      GIORNALE DI SICILIA
      LA SICILIA
      REPUBBLICA

      http://www.addiopizzo.org/rassegna_stampa.asp?offset=70
      http://www.addiopizzo.org/public/LaRepPA_060607.pdf
      ciao
      pequod

    59. pequod, bene dico io. Ma deve decidere ognuno nella propria personale coscienza.
      Nessuno può fare diventare imputato una vittima che sta collaborando, a suo modo, con le proprie esitazioni, dubbi e tempi. Sono scelte difficili, che ognuno matura personalmente. Credo sia legittimo, che ognuno abbia questo tempo e spazio per interrogare la propria coscienza.
      Fra l’altro il Comune ha concesso a Guajana un’area a Partanna, sembra, benissimo. Questo é il modo giusto. Anzi potrei lanciare un’idea, ci sono spazi sequestrati ai mafiosi? Che vengano concessi agli imprenditori o commercianti, che hanno avuto distrutti i propri dagli estortori. E’ come un risarcimento immediato, tu, mafioso acquisti o acquisisci senza diritto, un luogo, ti viene sequestrato dalla comunità civile e viene restituito a chi hai tolto il suo. Potrebbe essere un’idea.

    60. A consuntivo possiamo dire che le idee non mancano. Il problema è riuscire a fare rete e individuare i poli di aggregazione. Per questo era nata a suo tempo l’idea dei lenzuoli antimafia alle finestre: per riconoscersi e contarsi. E per questo, insisto, secondo me l’anonimato serve solo ad incrementare la paura.

    61. d’accordo sul fare rete .
      d’accordo sull’uscire dall’anonimato.
      Tra le idee
      ………vedi post precedente su:lettera iniziativa impiegati agenzia delle entrate….

      “Questa iniziativa parte da gente comune e vuole avere la presunzione di arrivare a tutti, di svegliare le coscienze dal torpore, ha soltanto un significato simbolico»”.

      ……tra le idee per uscire dall’anonimato…..vedi post precedente…

      “ci sono tante componenti del popolo che potrebbero fare sentire di più la loro voce,componenti importanti ma nel nostro piccolo penso che una presa di posizione pubblica di gruppi di cittadini ,penso a giornalisti,scrittori,artisti,consulenti finanziari..,etc…farebbero quello che viene chiamata massa critica.OCCORRE ….individuare i poli di aggregazione…
      ciao
      pequod

      p.s. come ho già detto l’anonimato del denunciante è, fino a quando saranno pochi ,una non sovraesposizione ,per ragioni di SICUREZZA.

    62. Se uno che denuncia viene poi lasciato in solitudine ed anonimato per “ragioni di sicurezza” ho paura che non saranno poi molti a seguire il suo esempio …
      E’ il modo di operare di uno Stato debole che teme solo ulteriori problemi.
      Uno Stato forte fa capire, in modo inequivocabile, che se il denunciante dovesse anche incidentalmente inciampare uscendo di casa, i “soliti sospetti” se la vedrebbero molto dura …
      In altri Peaesi civili che pure conoscono la criminalita’, organizzata e non, certe impunita’ e certa arroganza dei malavitosi sono assolutamente inconcepibili.
      In Italia si fa della protezione uno status symbol per idioti mentre non si proteggono coloro che davvero lo meritano … per ragioni di sicurezza.

    63. Credo che sia meglio pubblicare il nome di chi ha il coraggio di denunciare (ovviamente col consenso del diretto interessato…). Forse si potrebbe innescare qualcosa di positivo. Anche se allo stato attuale delle cose mi pare che la gggente preferisca i negozi dei collusi, preferibilmente dei mafiosi. Se c’è odore di mafia corrono tutti al banchetto. In fondo ai siciliani la mafia piace. Li fa sentire importanti.

    64. aldilà del fatto che posso essere d’accordo sù quello che dici DD

      ma (e parlo con tutti…) è così difficile parlare di quello che ognuno potrebbe fare invece di quello che altri non fanno?
      ::::::::::::::::::::

      “ci sono tante componenti del popolo che potrebbero fare sentire di più la loro voce,componenti importanti ma nel nostro piccolo penso che una presa di posizione pubblica di gruppi di cittadini ,penso a giornalisti,scrittori,artisti,consulenti finanziari..,etc…farebbero quello che viene chiamata massa critica
      :::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
      o forse si potrebbe fare quacos’altro?

      invece ..è meglio parlare di altro…non di quello che si potrebbe FARE,noi.
      mah!

    65. Noi, di una certa eta’, per prima cosa non possiamo permetterci di essere o parlare da ingenui.
      Da una parte c’e’una organizzazione di persone che usano la violenza per perseguire interessi illeciti e dall’altra poniamo anche una maggioranza di persone impegnate in mestieri onesti che pero’, per convenzione sociale, e’ disarmata, non puo’farsi giustizia da se’, ne’ difendere la vita e la proprieta’ con le armi perche’ ha delegato ad altri questo compito (e quando lo fa e’ spesso imputabile di eccesso di difesa).
      Ora per Pequod il problema e’ che “giornalisti, scrittori, artisti e consulenti finanziari (e perche’ solo quelli?)” dovrebbero fare massa critica …
      Pequod, questi signori e tutti gli altri cui sta a cuore la legalita’
      devono fare innanzitutto una cosa: far sentire al ceto politico la propria indignazione e pretendere che le tasse che pagano vengano utilizzate anche per garantire efficacemente il rispetto della legalita’. Il resto e’ teoria, poesia che non ha mai spaventato nessun criminale, ne’ lo ha indotto a cambiar vita.
      La criminalita’ organizzata teme solo due cose: la confisca dei beni e il carcere duro.
      Per il resto, mafiosi e fiancheggiatori, sono anche disposti a sottoscrivere che la mafia fa schifo o a partecipare a mobilitazioni e commemorazioni antimafia …

    66. Pequod ha individuato un problema chiave: il raggiungimento della cosiddetta “massa critica”. Ossia il punto in cui il peso dell’opinione pubblica è in grado di far pendere la bilancia dall’altra parte.
      L’esercito della società civile però è allo sbando, e questo perchè qualcuno ha deciso che i suoi generali devono restare anonimi.

    67. DONATO
      far sentire la propria indignazione è utile ma non è abbastanta costruttivo.

      non solo la confisca e il carcere duro ma anche il controllo del territorio è importante,molto importante..e la lotta al racket non è altro che questo..

      certo potrebbe esserci l’esercito che presidia la città ma…non ci siamo arrivati ancora …
      e .. Roberto
      ma chi dovrebbero essere i generali ?sono così necessari? o forse occorre che ognuno a secondo del tempo e dell’obbiettivo si trasformi in generale per poi tornare soldato,per poi farsi di nuovo generale …o semplice tenente….insomma ognuno può fare la sua parte .Solo così, facendo rete su obbiettivi concreti può lentamente formarsi una “massa critica “di.. poeti…
      CUORE E FEGATO come dice il mio subcomandante..
      pequod

    68. E’ una guerra, e appunto: in guerra ognuno deve fare la sua parte, generali e soldati semplici.
      Senza una guida e una direzione ci si diverte di più, ma si fa casino E le guerre si perdono.

    69. immaginiamo che ci sia un obbiettivo comune ,non sò diciamone una a caso,la lotta al racket per il controllo del territorio….
      mettiamo che ci sia una campagna che vede aderire 200 esercizi commerciali,ipotizziamo che ad uno di questi venga bruciato non il negozio ma dei capannoni,a quel punto le istituzioni dovranno intervenire, ma occorrerà oltre aiutarle nella ricerca di un sito ed altro( è questo che si sta facendo…),anche tenerle sotto pressione perchè le cose si risolvano in tempi brevi. A quel punto occorre creare una massa critica di pressione ,certo non basta ma più siamo più pressione possiamo fare. E’ così che è nata l’iniziativa dei dipendenti dell’agenzia delle entrate( e la raccolta di messaggi di solidarietà nel sito di addiopizzo),certo non basta ma è un inizio, altri potrebbero fare lo stesso…più si è più si crea una nuova mentalità che può stimolare i commercianti a DENUNCIARE,vincendo la paura e trovando il coraggio, e le associazioni di categoria a FARE molto di più. Fondamentale è la risposta dello stato adesso,ma anche noi possiamo fare la nostra parte,siamo lo Stato.
      Nessuno pretende di farsi guida ma una strada l’abbiamo tracciata ma occorre essere sempre di più e col tempo (http://www.addiopizzo.org/guajana.asp)differenziare le strategie e gli obbiettivi…
      le guerre sono lunghe ,questa poi sembra infinita e impossibile da vincere ma…proviamoci.
      pequod

    70. Sun Tzu, un generale che di strategie se ne intendeva, osservava che “il leone usa tutta la sua forza anche quando deve uccidere un coniglio”. Se i tanti conigli e vigliacchi che operano il pizzo avessero la consapevolezza di avere di fronte uno Stato spietato con i malavitosi, non controllerebbero il territorio. Ma, poiche’ la storia non si fa con i “se”, l’auspicata “massa critica” potrebbe allora servire a scrollarci di dosso questo buonismo e perdonismo che ci affligge e che fa solo gli interessi dei beneficiari del voto di scambio e della cricca dei penalisti, la categoria piu’ rappresentata in Parlamento. Chi sentiva il bisogno urgente dell’ indulto? Le carceri scoppiano? Costruiamone di altre con i soldi confiscati alla mafia! Lo Stato non va in paradiso: non ha bisogno di perdonare nessuno, ne’, tantomeno, di porgere l’altra guancia!

    71. «L’arte della guerra» è stato scritto dal generale cinese Sun Tzu oltre 2300 anni fa e nessuno è riuscito a superare la maestria di questo guerriero filosofo secondo il quale «Il grande stratega è colui che sa vincere senza combattere», «La guerra è il più delle volte controproducente, rovinosa per gli stessi vincitori e vi si deve ricorrere quando non vi siano alternative» e «La forza militare si fonda sulla buona politica. E il buon governante è colui che privilegia la giustizia, l’ordine, la concordia e la rettitudine. Saggio e lungimirante; favorisce così la prosperità del suo popolo».

      dal libro L’Arte della Guerra, di Sun Tzu:
      quando sei attivo, fingi di essere inattivo
      quando sei vicino, fingi di essere lontano
      quando sei lontano, fingi di essere vicino
      quando il nemico cerca il vantaggio, getta l’esca per ingannarlo
      quando è in confusione attaccalo
      quando il nemico è potente stai in guardia
      quando è forte evitalo
      quando è infuriato provocalo
      attaccalo quando è impreparato
      fai la tua mossa quando meno se l’aspetta
      —————–

      un libro molto attuale, da leggere valutando tutto ciò che c’è scritto ma soprattutto quando e perchè è stato scritto.

    72. “Da una parte c’e’una organizzazione di persone che usano la violenza per perseguire interessi illeciti e dall’altra poniamo anche una maggioranza di persone impegnate in mestieri onesti”.
      E dove sarebbero queste persone impegnate in mestieri onesti? Non me ne sono mai accorto. Se pensiamo alla criminalità come a un gruppo sì organizzato ma in fondo minoritario rispetto alal società, allora abbiamo capito poco della identità specifica della nostra mafia. Mettendola in questo modo, i mafiosi sarebbero soltanto un gruppo di banditi. Ma la mafia esiste grazie all’ethos criminale inseguito da troppo siciliani. La mafia non è un corpo estraneo. Attorno agli apparati militari della mafia (che sono quelli di cui si parla nei tg, nelle fiction strappalacrime) esiste un terreno fatto di notabili, imprenditori, liberi professionisti, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. i cui comportamenti, anche se non inquadrabili in un reato penale, comunque partecipano all’ethos mafioso. Di questo si dovrebbe parlare.

    73. La struttura militare della mafia si stima conti solo 5.000 affiliati mentre la parte della societa’ pervasa da cultura mafiosa ovvero collusa con essa e’ senz’altro piu’ diffusa, ma i numeri contano sino ad un certo punto.
      La questione e’ che uno Stato moderno non puo’ non venire a capo di un fenomeno culturale e criminale: se non ci riesce e’ perche’ non lo vuole seriamente.
      A dimostrazione della mia tesi c’e’ il fatto, storico, che quando si e’ voluto veramente combattere la mafia i risultati ci sono stati: mi riferisco all’azione del prefetto Mori durante il ventennio (senza togliere nulla alla tragedia di quell’epoca, non solo i treni partivano e arrivavano puntuali, ma i politici non rubavano e i mafiosi emigravano negli USA).

    74. cito due affermazioni,rilasciate recentemente da 2 diversi ministri in carica,in TV.
      **************************************
      1.Ruolo dei politici e’ rendere dei “Servizi” ai Cittadini.
      Purtroppo ci sono molti politicanti che sono in questo settore solo per perseguire interessi personali…
      **************************************
      2.La mafia non e’ solo “fuori” dei palazzi dei potenti,ma lavora “dentro”.
      ***************************************
      Allora:come puo’ uno Stato “contaminato”
      venire a capo di comportamenti criminali,
      ai quali sono usi alcuni suoi esponenti?
      SI STIMA IN CIRCA UN MILIONE
      IL NUMERO DI PERSONE CHE “VIVONO” DI
      POLITICA,IN ITALIA.

    75. questo non è uno stato moderno. la sicilia, l’italia, non sono paesi moderni. al loro interno vige il potere di uno stato ancora più forte, che è q

    76. scusate, errore di battuta.

      dicevo, uno stato ancora puù forte che è quelo vaticano. il potere della chiesa all’interno dello stato impedisce che questo si sviluppi su fondamenta valide per tutti, che abbia una oggettiva laicità, che è la base principale di uno stato di diritto.
      e la mafia non è disgiunta dalla chiesa intesa come potere, anzi. non lo è mai stata.

    77. C’era un tale Stalin che chiedeva quante divisioni avesse il papa …
      Se non si e’ capaci di dimostrare, almeno sul piano logico, certe tesi, si dimostra solo di parlare a vanvera, oltre che fuori luogo, magari perche’ mossi da pregiudizio antireligioso …
      Padre Puglisi chi era? Qualcuno ha pronunciato parole piu’ dure contro la mafia di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi di Agrigento?

    78. Premetto che non voglio paragonare i due fenomeni, ma parlo solo di un singolo aspetto in comune.

      “impuesto revolucionario”, questo é l’equivalente del pizzo che l’ETA chiede ai commercianti ed impresari baschi. Chi denuncia é in pericolo, come in Sicilia. Chi denuncia spesso deve vivere blindato oppure emigrare, come in Sicilia. La grandissima differenza (oltre a motivazioni ed ideologie dei criminali) é che in Spagna lo stato fa sentire il suo peso in appoggio della popolazione colpita e minacciata, contro i terroristi. E non solo a parole, ma con fatti concreti. Nei paesi Baschi la gente é divisa fra chi appoggia e chi condanna l’ETA, nessuno é neutrale. In Sicilia la grande forza della Mafia é l’indifferenza della gente, che si manifesta in ogni aspetto della vita quotidiana. Ognuno di noi (gente di Sicilia) sa quanto realmente fa o non fa o fa finta di non vedere. Ed ognuno di noi sa se ha la coscienza a posto o meno. Questa é la base: potersi guardare allo specchio ed essere orgogliosi di se stessi. Avere dei principi (non contrari al bene collettivo) e rispettarli. Non accettare favori, non chiederne, eliminare questi meccanismi che paralizzano il buon funzionamento di una societá Civile. Credo che questo sia un punto di partenza per raggiungere la citata massa critica. Sapere che la maggioranza dei siciliani abbia votato un “governatorone” che afferma (fra le innumerevoli cose): “se mi condannano per favoreggiamento semplice non mi dimetto!!”, al contrario non lo é (un buon punto di partenza).

    79. Adesso dico una cosa che rischia di suscitare qualche indignazione: ma se è vero che lo stato è infiltrato e colluso, come si può chiedere a un singolo cittadino di fidarsi e denunciare? La questione è delicata, perchè suona come alibi per i vigliacchi. Ma è una riflessione che fanno in molti. Che risposta si può dare a chi fa questo ragionamento?

    80. Caro Donato,

      Non si curi delle castronerie dette da chi ha solo fumo negli occhi e odio da vendere. Certa gente sa solo martellare sulla laicità dello Stato senza saper vedere in faccia i veri problemi. Sinceramente, con questi “progressisti” non credo che la lotta alla mafia arriverà mai da nessuna parte. Non sanno neanche che la modernità è morta e che siamo ormai in un’epoca post-moderna.

      Distinti saluti, – pmb

    81. quando parlavo di “potentati”,per la verita’ non pensavo per niente al
      Vaticano,al quale,pur da Laico,riconosco
      di svolgere un ruolo positivo sia in Italia,che nel Mondo,avendo la Chiesa
      fatti propri i valori etici che distinguono gli uomini dalle bestie feroci.
      Il Ministro che parlava dei potentati
      dentro i Palazzi si riferiva al fatto che i Centri della Spesa Pubblica non offrono garanzie di Trasparenza.
      E sono i soldi di noi tutti che vengono
      “amministrati”.

    82. Sono completamented’accordo con Gabriele: il paragone con l’ETA e il suo partito politico Harry Batasuna e’ particolarmente calzante. Il guaio da noi e’ che il partito della mafia militare e’ molto piu’ trasversale …

    83. Vorrei capire chi sia la massa critica auspicata. Pochi intellettuali impegnati in battaglie civili?
      E chi combatte contro la presenza costante in certi territori in cui la mafia, o il rispetto per certe regole si insegna da piccoli? Siamo sicuri che la maggioranza dei cittadini palermitani, quando vota lo faccia con consapevolezza? Siamo sicuri che la riserva di certi comportamenti non sia un radicamento quasi di cultura condivisa in certi luoghi? Spesso in cui lo Stato e le amministrazioni sono assenti? Nell’assenza qualunque presenza, presuntamente ‘ordinatrice’ può essere vista come ordine sostitutivo? Mi chiedo tutte queste cose insieme.

    84. A proposito di CHIESA
      queste sono le parole di GuaJana dopo aver subito l’attentato scritte in una sua lettera aperta pubblicata sul GdSicilia
      « Ho creduto sempre inconciliabile il mio credo religioso con il pagamento di tangenti alla criminalità, come ritengo inconciliabile non pagare il giusto stipendio ai dipendenti o non pagare tutte le tasse allo Stato […]. La tangente, però, è la cosa più grave di tutte in quanto finanzia il traffico di armi, di droga, l’usura, la prostituzione, l’illegalità in genere. Un cristiano non pò finanziare la criminalità e prendersi la comunione la Domenica…»
      (Rodolfo Guajana
      a queste parole ha risposto Cuffaro che commosso come credente (invece che come Presidente della Regione..), si è IMPEGNATO a trovare in tempi rapidi un nuovo sito dove Guajana potrà riaprire la sua attività.
      in attesa che torni dal suo “pellegrinaggio a Compostela”…
      CHIEDO
      MA perchè a questa sollecitazione la chiesa ufficiale NON HA DATO NESSUNA RISPOSTA? credo che quelle parole lo meritassero.
      DICE NICOLO’
      Attorno agli apparati militari della mafia (che sono quelli di cui si parla nei tg, nelle fiction strappalacrime) esiste un terreno fatto di notabili, imprenditori, liberi professionisti, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. i cui comportamenti, anche se non inquadrabili in un reato penale, comunque partecipano all’ethos mafioso. Di questo si dovrebbe parlare.
      SONO PERFETTAMENTE D’ACCORDO
      ma credo che è proprio tra questi e tra tanti altri che bisogna fare breccia,EVIDENZIANDO i comportamenti negativi e riuscendo ad intercettare la parte sana ,magari proprio tra le nuove leve (laureandi o alle prese con l’approccio al lavoro..)quei giovani di cui si parla sempre tanto…
      E’chiaro che il problema è LA MENTALITA’ MAFIOSA ma soltanto iniziando un percorso di cambiamento questo potrà accadere ,pagare è sbagliato occorre DENUNCIARE, il percorso è uno solo:Fa’ LA COSA GIUSTA!
      ……………..
      MA
      sempre in attesa che lo Stato sia in grado di mostrarsi FORTE ( e i tanti arresti in parte lo hanno dimostrato…)
      Pequod
      p.s.
      “quando il nemico è potente stai in guardia
      quando è forte evitalo
      quando è infuriato provocalo
      attaccalo quando è impreparato
      fai la tua mossa quando meno se l’aspetta”……

    85. Pequod, vorrei rispondere alla tua domanda: “MA perchè a questa sollecitazione la chiesa ufficiale NON HA DATO NESSUNA RISPOSTA?”
      Credo che la Chiesa non si comporti con noi Palermitani, Siciliani, diversamente da come si comportano le altre istituzioni nazionali. Terra di conquista siamo! Una lontana colonia dell’impero da cui attingere il massimo di risorse naturali, intellettuali, finanziarie. E in cambio, se ci finisce bene, niente. Se ci finisce male, ci mandano la “monnezza” prodotta dalle fabbriche del Nord. Purtroppo, dico purtroppo, perché sono cristiano cattolico, credente e praticante (come il buon Guajana), credo che la Chiesa in Sicilia non si comporti diversamente dallo Stato. Penso che la nostra libertà comincerà quando avremo classi dirigenti il cui unico obiettivo sia difendere la Sicilia e i Siciliani a tutti i livelli. Fintantoché avremo classi dirigenti asservite agli interessi di Roma, il cui unico scopo è mantenere lo status quo, non andremo da nessuna parte. Saluti!

    86. Guajana ha dato una splendida testimonianza sia civile che cristiana. Concordo su Pequod sul fatto che se e’, per esempio, rispettabile l’intervento del Magistero quando afferma che si commette peccato mortale votando per parlamentari abortisti, coerenza vorrebbe che il Magistero affermasse parimenti a chiare lettere che si commette ugualmente peccato a votare parlamentari collussi con un’associazione di assassini quale e’ la mafia. Senza dover fare nomi: basta il principio!
      Il rispetto per la sacralita’ della vita umana non puo’ essere infatti limitato alla fase … embrionale.

    87. L’ho detto molto prima Guajana ha dato un esempio di etica, sia religiosa o meno, alla fine, poco interessa.
      E’ una persona integra, che difende il proprio lavoro ed il proprio operato, testimonianza ne sia che i suoi operai, si sono schirati con lui.
      Riconoscono il senso di quello che ha detto più nei fatti che nelle parole.
      Non ci metto in mezzo la chiesa, come non credo volesse mettercela lui. E un discorso di responsabilità civile, ma anche religiosa per lui, punto, perché é religioso, oltre che cittadino. Che non si strumentalizzino gli uomini facendoli divcentare altri da sè, direi.

    88. daccordo con Donato:
      Qualcuno ha pronunciato parole piu’ dure contro la mafia di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi di Agrigento?

      MI AUGURO CHE
      ..che prima o poi la Chiesa soprattutto quella Siciliana inverta la sua rotta e ascolti quelle parole ,PERCHè SE SI VUOLE VINCERE DAVVERO QUESTA BATTAGLIA CONTRO LA MAFIA e contro la MENTALITA’ MAFIOSA occorre il suo aiuto,senza credo possa diventare IMPOSSIBILE!
      è la mia idea,
      pequod

      p.s. Uma ti assicuro che da parte mia non c’è nessuna intenzione di strumentalizzare nessuno…

    89. pmb e donato di donna, ma questa idea sulla chiesa credo sia una
      vostra costruzione sul tema. restate nel tema, allora, ma che c’entra l’aborto?
      Siete davvero fuori argomento, io non sono cattolica, ma non vedo il senso di questi vostri contributi in merito al tema, perdonatemi.

    90. Uma, se leggi bene, e’ stata Daniela 123 a dire che chiesa e mafia coincidono.
      Ho riferito di un intervento del magistero che metteva in guardia i cattolici da votare candidati abortisti, mentre nulla veniva detto sul voto a candidati collusi con la mafia (e nei quartieri controllati dalla mafia non ci sarebbe stato bisogno che di enunciare il principio: tutti saprebbero dichi si parla).
      Condivido l’esigenza di non andare fuori tema.

    91. W I PARROCI DI CASTELLAMMARE
      visto che ne parlavamo questa notizia di oggi fa ben sperare:

      L’appello dei parroci di Castellammare del Golfo. Anche i
      parroci di Castellammare del Golfo (Tp) lanciano un appello,
      con una lettera aperta letta anche nelle chiese ai fedeli, a
      ribellarsi contro i boss di Cosa nostra perchè “con la
      buona volontà e con il contributo di tutti si può
      vincere questo male oscuro della piovra”. L’ atto di accusa
      dei preti, diffuso in questi giorni che coincidono con la
      festa della Patrona, arriva dopo l’incendio la notte di
      Ferragosto che ha distrutto un ‘azienda per la produzione di
      calcestruzzo.

      “Sentiamo il bisogno – si legge – dopo i fatti che hanno
      funestato il Ferragosto di gridare il nostro no deciso al
      malaffare, alla malavita organizzata e al racket che frena i
      progetti di sviluppo di un intero paese. Gli interessi della
      mafia sono sporchi e vanno contro la morale evangelica”. E
      ancora: “La sfrontatezza di un potere occulto, che non si fa
      scrupolo di mandare in frantumi la fragile economia del
      paese gettando nello sconforto più famiglie, deve trovare
      lo sdegno e la condanna di quanti si professano cristiani”.

      I parroci si chiedono retoricamente se “Castellammare sia la
      città della mafia”, e sostengono che “questo marchio
      infame non può e non deve caratterizzare il paese”. I
      preti sottolineano anche nella missiva “il silenzio
      assordante della società civile, dei mezzi di
      comunicazione e l’apparente latitanza dello Stato”.

    92. Uma, forse non leggi tutti i post perché nel mio primo post a proposito di Chiesa ho semplicemente reagito a daniela123, mentre nel secondo davo una risposta a Pequod. Anch’io condivido l’esigenze di non andare fuori tema. Ma certo non credo si possano ignorare le parole importantissime di Guajana a proposito della sua fede e dell’appello lanciato alle Chiese Cristiane. Non un argomento di poco conto, credo.

    93. Risposta alla domanda di R.A.:

      Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana

      Ovviamente le parole non sono mie, é una citazione.

    94. Kappler,ritenendo di fare il suo dovere,ne fece fuori 335.
      Altri gerarchi,sei milioni.

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