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  • Segati gli alberi del Centro “Padre nostro”

    Terza intimidazione al Centro “Padre nostro” di Brancaccio, fondato da don Pino Puglisi. Ieri notte ignoti hanno segato alcuni alberi piantati nel giardino del centro.

    Il sindaco di Palermo Diego Cammarata ha espresso solidarietà e ha dichiarato: «Siamo di fronte all’ennesimo atto di intimidazione che vorrebbe costringere al silenzio e alla paura chi da anni lavora attivamente all’interno del centro voluto da Padre Puglisi. Ma i palermitani hanno imparato a combattere e a non farsi piegare dalla brutalità e dalla violenza. […] Il cammino per combattere la criminalità è, senza dubbio, lungo e difficile, ma non dobbiamo darla vinta a chi vorrebbe una Palermo poco reattiva e succube del potere mafioso».

    AGGIORNAMENTO: è stato appurato che il taglio è stato effettuato per errore da un giardiniere che ha riferito di avere ottenuto dal proprietario di un fondo limitrofo l’autorizzazione a tagliare alcuni alberi per farne legna.

    Palermo
  • 5 commenti a “Segati gli alberi del Centro “Padre nostro””

    1. Sospiro di sollievo al Centro “Padre Nostro”

      PALERMO – La polizia ha fatto luce sul taglio di alcuni alberi da frutta, avvenuto lo scorso 6 settembre, in un terreno del Centro “Padre Nostro” di Palermo. I poliziotti hanno denunciato un giovane giardiniere che ha ammesso di essere l’autore involontario del gesto.

      Il 22enne ha riferito di avere ricevuto l’autorizzazione a tagliare alcuni alberi, per ricavarne legna, dal proprietario di un fondo agricolo limitrofo al terreno gestito dal Centro e di avere erroneamente reciso delle altre piante senza rendersi conto che appartenevano all’associazione “Padre Nostro” fondata da don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre di 14 anni fa.

      Il questore, Giuseppe Caruso, ha sottolineato la tempestività dell’intervento e ha espresso soddisfazione per la conferma delle valutazioni formulate già ieri, durante un vertice in Prefettura, sulla matrice non mafiosa dell’episodio.

      11/09/2007

    2. Si potrebbe anche pensare che alcuni gesti palesemente non intimidatori vengano artatamente e non proprio in buona fede fatti passare per intimidazioni mafiose…. più clamore: più facile reperire fondi e sovvenzioni per i “professionisti del volontariato”!!

    3. nn per niente il parrocco di Brancaccio si è dimesso da presidente del centro padre nostro in quanto nn d’accordo con questi tipi di esagerazioni e con la gestione manageraile del centro. “I professionisti” sono rimasti però…

    4. penso che semplici atti di ragazzate siano state trasformate in intimidazioni addiritura mafiose… certo è facile seguire la via più breve che porta al contributo regionale o comunale… vediamo adesso quanti soldi andranno alla realizzazione dei progetti e quanti sulle tasche dei responsabili… staremo a vedere…

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