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lunedì 2 dic
  • La festa per il posto fisso

    Che siamo un popolo godereccio è cosa nota, che ogni scusa è buona per fare baldoria e mangiare pure. Il siciliano ama fare festa. Naturalmente prima di tutto per eventi irrinunciabili. Matrimoni, vattii, diplomi, lauree, cresime e comunioni. Per queste ultime, in special modo si ‘mpignano puru l’uocchi a costo di fare figura, chiffà ‘a picciridda ‘un ci l’ama a fari ‘a viesta per il trattamento? N’a purtamu c’a tunichetta r’a missa? Tutte le parenti più prossime saranno dotate di doppio abbigliamento: per la Chiesa e per la sala. Non parliamo r’a picciridda. Anni fa la mamma di una mia alunna mi portò il dvd (!) del filmino della comunione, commentando “se lo guarda professore’, Mariuccia pareva una sposina!”.
    A parte che ancora pagano cambiali ma, povera stella! Agghindata con un abito bianco tutta trine e pizzi, con tanto di scocca in testa nell’acconciatura boccolosa. Il tutto corredato da bomboniera consistente in splendide statuette a forma di oggetti indefiniti che non sai mai in che angolo della casa collocare (per la cronaca: una ballerina su una conchiglia capovolta…deliziosa, manco so unni ‘arruccavu…).
    Ma fin qua niente di nuovo. Giustificabili pure le feste di fidanzamento con tanto di confetti verdi e la siritina passata a gridare “bascio, bascio” ai due ziti e a scambiarsi battute più o meno licenziose. (Il suocero al futuro genero seee però un t’allargari cà a picciotta ancora schietta è, o ancora lèvati dda manu, chiffà s’sarrifridda u ciancu?) Le suddette feste di fidanzamento, di solito, avvengono in famiglie in cui tutti sinni fuiunu, per cui se una figlia fimmina si marita assistimata ama a fari ‘a fiesta. Per matrimoni e vattii mi riservo un prossimo pezzo a parte.
    Credo però che ora stiamo esagerando. Voglio esprimere tutto il mio stupore nei confronti di chi (anche amici cari e ritenuti sani di mente), di recente, prese la bella abitudine di festeggiare ogni solenne minchiata della propria vita. Cito solo un esempio, il più clamoroso.
    Sere fa ho partecipato ad uno di questi aperitivi rinforzati in un locale molto alla moda in riva al mare (molto romantico: ancora porto i segni ri mizzicuna ri zanzara!). Ora si usa. È più fino (una volta era buffé ora canciò nome). Ricorrenza: immissione in ruolo di 5 miei amici – colleghi insegnanti!
    Capisco che farsi 10 anni di precariato è terribile (la sottoscritta li ha sfiorati), che finalmente non dovrai più penare a fine agosto per sapere in che scuola ti sbatteranno, che avrai lo stipendio tutti i mesi, luglio e agosto compresi, che ti scorderai di graduatorie e concorsi e ricorsi. Che, in ultima analisi, hai conquistato il meritatissimo (non so nelle altre categorie, ma nella scuola la gavetta è una via lunga e lastricata di sudati libri e trasferte lontane) posto fisso. Ma, mi chiedo, che minchia c’è da festeggiare arrivasti quasi a 40 anni ad una professione per cui hai studiato più o meno tutta la vita per guadagnare si e no 1300 euro al mese? Che fa non lo sai che passerai i prossimi 25 anni a sognare la pensione e a lamentarti che i picciuttieddi su’ tutti vastasi e i tuoi colleghi travagghiu ‘un nni vuonnu? Che bisogno c’è di spendere 30 euro a cranio (e dico 30…alla faccia! Potevamo mangiarci due pizze a testa!) per offrire il nulla e cucinato male? Cosa può spingerti a indossare un bell’abito modello quatru antico, con gioielli Luigi XVI e fidanzato a lato con vestito comprato per le future nozze e anzitempo indossato per l’occasione? E poi. Gli invitati come si devono comportare? Regalo a tutti? Eh no! Siamo di ruolo da prima di voi ma mica ricchi! Quindi pensierino solo agli intimi dei cinque: una penna, una matita rosso – blu, una carpetta di pelle. Il tutto in un clima surreal – patetico, al ritmo di brindisi definiti “vastasi” (una tristezza infinita…uno dei brindisi era questo “visto che il precariato ha prodotto figlie femmine, diamoci da fare per il maschio!…uuuuhhh che scandalo! O ancora un contro brindisi a quei “poveracci” ancora precari…alla faccia della solidarietà di classe, i cosi giusti!) e allafannamento verso il rinforzo dell’aperitivo. I più tra i festeggiati si purtarono prole, mamme e suocere e ziane e alle 23 eravamo tutti a casa. Con tutto l’affetto e la stima per i miei colleghi neoimmessi in ruolo…manco le bomboniere avete fatto! A ‘sto punto io mi riservo di festeggiare la pubblicazione del mio 50mo pezzo su Rosalio. Faccio la festa, anzi l’aperitivo rinforzato. Ci venite?

    Palermo
  • 18 commenti a “La festa per il posto fisso”

    1. Grandeeeeeeeeeeee Maria! Quattro risate (anzi, otto!) per cominciare bene la giornata.
      Si, ci vengo, però mi raccomando…niente bomboniere se no potrebbe diventare l’ennesimo oggetto che “casualmente” cade a terra, rompendosi “accidentalmente” mentre spolvero! 🙂

    2. Fatemi sapere dove e quando….
      Ah…devo venire già mangiato o a digiuno?

    3. Io non posso … chè dobbiamo festeggiare a mmio cugggino che si è operato di carcoli

    4. GRANDE!!!!!Che aggiungere?! Grazie per avremi fatto iniziare la giornata sorridendo.

    5. Miii…io ho una capacita` innata di dimenticarmi le bomboniere lo stesso giorno nel luogo della festa!!!Ma che peccato!!!!

    6. mi maria cetto che ci vengo! …e a me pareva di esagerare festeggiando il dottorato del mio uomo, e per il fatto di fare gli auguri alla mia gatta per ogni mese che compie… appena fa un anno chiaramente ci faccio le bomboniere a forma di gattino, ovvio!
      e ovviamente siete tutti invitati (con i vostri animali domestici)… il fatto è che a noi ci piace festeggiare…mangiare, schiticchiare, bere, incontrare pirsone… iccari picciuli… il palemmitano è così!
      complimenti per il pezzo, grande come sempre…
      ah ora che ricordo io ho dato una festicciola (in casa però) dopo essermi licenziata! festeggiavo la mia disoccupazione e la liberazione dal covo di pazzi…

    7. Giuro: un pomeriggio, al foro italico, io e mia madre non riuscivamo a decifrare se la ragazzina con abito bianco e in posa con un uomo accanto, fosse una sposa o una bambina fresca di comunione (e se, quindi, l’uomo al suo fianco fosse il padre o lo sposo).
      Che peccato, alla fine il mistero non è stato risolto!
      Maria sempre grande! “se lo guarda professore” AHAHAHAHAHAHAHAAHAHAH

    8. Wawe65, a Cubito si pigghia, “si e no 1300 € al mese”. Ergo vieni già aperitivato, mangiato, drinkato e già che ci sei portati pure uno sgabello.

      Io invece, se Maria permette, mi farei offrire tutti. Sono stato assunto ieri da un’azienda pubblica e tra 363 giorni (364 azz, il 2008 è bisestile!) ricambierò il favore attirando su di me l’ilarità generale

    9. mi posso imbucare?? colleziono feste inutili (vedasi COMPLEANNO DELLA BAMBINA CHE FA CINQUE ANNI IN RISTO TIPO MATRIMONIO) e voglio vedere chi supera questo

    10. Ca perciò non devo venire?
      Mi raccomando la bomboniera, è segno di prestigio!!!

    11. Siete noiosi.

    12. “…e un brindisi a quei poveracci dei precari……”.Se lo sentisse mia moglie (11 anni di precariato) l’affucassi a tutti!!!!!
      Complimenti Maria, colpisci sempre nel segno con la consueta ironia!!

    13. La comicita’ e’ innata , con spunti di vita ordinaria , viviamo tutti in una
      ” Candid-camera” ?.
      Un invito cosi’ invitante non si puo’ rifiutare. Cin ! Cin ! Bacio.

    14. da poco leggo i post sul vostro sito…
      questo è stato davvero divertente è molte cose le ho riscontrate anche nella mia città in prov di Palermo…
      posso venire anch’io alla tua festa???

    15. Scusa il ritardo Marì, ma c’ho avuto da..contestare.
      Dai forza, dove sono le tartine? cerchiamo di sbrigarci che c’ho lo sbagnamento della “smart” (di 2°mano) di mio cuGGino, e devo ordinare la “mignotteria” per lunedì che il picciriddo mi và alla 1° Alimentare.
      😉

    16. ma io quando potro festeggiare???

    17. sei grande mariaaa!!!!! vorrei aggiungere che, nn so adesso, ma in tempi passati si festeggiava anche la prima mestruazione delle bimbe di casa!!!
      “addivintavanu signurini!”
      ciao maria, complimenti!

    18. Oddio,io sto entrando adesso in quest’incubo scuola a 42 anni, Maria, che ho visto come ultima risorsa.
      Capisco il senso dei festeggiamenti, anche se una mia ex-collega, incontrata recentemente ad una convocazione di scuola, dopo 15 anni che non ci vedevamo, mi ha detto mi hanno dato la cattedra, senza fare feste. Ragionava che gliel’avevano data in una provincia lontana, si faceva i conti di come coniugare sede e famiglia.
      Molto serenamente. La scuola ahimè, e ci son dentro da pochissimo, sembra un coacervo di fotti il prossimo, che nessuno ne ha una minima idea, della filosofia cane mangia cane, che mors tua vita mea.
      Ci sono arrivata adesso (oddio mika tanto, avevo fatto il famoso concorso del 1999 ed ero arrivata 425esima), nel mentre, ho fatto altro.
      Vivere la scuola come solo obiettivo di vita, come dici tu, diventa un po’ asfissiante dal punto di vista umano, se vista come una gara ad ostacoli o a punti.

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