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venerdì 19 apr
  • Via Ruggero Settimo

    Passeggiare in via Ruggero Settimo è gratificante e rassicurante come trovarsi nel salotto di casa propria, dove puoi da brava borghese o piccolo borghese, sentirti tra le tue cose migliori, conservate e protette o conquistate con sacrifici, quelle che ti rappresentano, secondo certi schemi sociali, al meglio, a te stessa o agli altri… Se non hai soldi pensi comprerò questo o quello, più in là, fiduciosa del tuo reddito fisso mensile o del tuo consolidato benessere, se li hai ti senti padrona del mondo ed entri ad acquistare l’oggetto del tuo desiderio nei negozi più rappresentativi di ciò che significa oggi essere “arrivati” o avere” potere”…una unica nota stonata, soprattutto durante le festività di fine anno, ti trafigge l’anima o più semplicemente (è soggettivo) ti può infastidire, stizzire, è l’inquietante presenza dei mendicanti…….non parlo dei musicanti, o degli stranieri con i cani cui ormai siamo più o meno abituati, e che trovi in ogni città d’Europa, ma delle ragazze inginocchiate per ore a testa bassa, le new entry degli ultimi tempi, che vengono dalla Jugoslavia o giù di li, e ancor di più, ahimé, di quel ragazzo, anzi ex ragazzo, pieno di tic, che parla da solo, con un cagnolino al guinzaglio, seduto di solito di fronte alla chiesa di S.Lucia…vicino alle gioiellerie più prestigiose… Ha la testa rasata e con gesti rigidi e insicuri ti porge, senza guardarti mai, il braccio con il piattino al tuo passaggio per ritirarlo subito di fronte alla tua indifferenza…. Lo conosco bene, l’ho quasi visto nascere….tanti anni fa era piccolo e “normale”, mi meravigliavo che fosse solo senza la madre a mendicare sempre là, poteva avere sì e no 4 o 5 anni, poi un giorno mi accorsi che era controllato, di fronte a lui sull’altro lato della strada c’erano un uomo o una donna che al minimo accenno gli intimavano di star fermo, seduto e lui rassegnato ma recalcitrante e in lacrime si rimetteva al suo posto…. Quella scena non la dimentico, sentivo tanta rabbia dentro e tanta pena e avrei voluto fare qualcosa, ma anch’io rassegnata alla mia fretta, ai miei pensieri, vigliacca, come tanti temendo complicazioni nella mia esistenza, passavo avanti sperando che prima o poi qualcosa accadesse, ma non c’è mai stato un vigile, un commerciante, un passante, un poliziotto, un insegnante, un’assistente sociale, un prete, un riccone, o (vent’anni fa almeno) un Biagio Conte che lo prelevasse per sottrarlo alla tortura di star fermo giornate intere nella paura, a fare qualcosa che sicuramente non capiva e non gli serviva per crescere, per conoscere, amare il mondo…qualcuno tra noi che lo salvasse, salvandosi. È ancora lì, sempre più alienato, a mendicare, mi è sembrato felice solo un giorno quando l’ho visto camminare col suo cagnolino, sembrava libero, sembrava sorridere. E noi passeggiamo sempre in via Ruggero Settimo, sorridenti, tristi, incoscienti, pensierosi, distratti, frettolosi, convinti di stare dalla parte dei giusti, rincorrendo la “felicità”, più alienati di lui… Oggi l’ho cercato, ma tra i mille passanti non c’era, forse ha rinunciato, consapevole che, nella foga degli acquisti in saldo, con molta probabilità nessuno l’avrebbe visto lì per terra e magari sarebbe stato travolto…

    Ospiti
  • 11 commenti a “Via Ruggero Settimo”

    1. La gente è brava ad ignorare i passanti figuriamoci se ha il tempo per fermarsi e domandarsi il perché tante persone sono costrette ad elemosinare qualche spicciolo. ..

    2. Forse Via Ruggero Settimo non è proprio il salotto buono o lo è solo all’apparenza (come lo sono tante altre cose a Palermo).
      Ad uno sguardo più attento, ci si accorge che il famoso tappeto rosso di asfalto è ormai logoro, consunto e sbiadito… Credo che questo possa bastare come esempio!

    3. L’indifferenza e l’esser presi da troppi e futili pensieri non ci fa vedere quelle piccole e tristi relatà che caratterizzano la nostra città…dovrebbero esserci molte più persone che di tanto in tanto si occupano di queste cose.

    4. @ FRancesca che dice “dovrebbero esserci molte più persone che DI TANTO IN TANTO si occupano di queste cose” volevo solo dire che è assolutamente superfluo dedicare belle parole e pensieri filantropici in maniera EPISODICA (magari suggestionati anche dal buonismo post natalizio). Possiamo indugiare senza troppi pietismi sui clochard e artisti “rasta” di strada che fanno tanto “bohemien style” e ci rendono pari ad “ogni altra città europea” (almeno in quello!)…però che fastidio quelle “NEW ENTRY” di jugoslave chine a mendicare spiccioli! Trovo personalmente il post un pochetto stucchevole, al pari di una qualunque paginetta didascalica del Cuore di De Amicis.

    5. Bello questo post! Lo mettiamo nella categoria “Oddio, qualcuno dovrebbe fare qualcosa”?

    6. 1) Forse è di moda parlare male del “Cuore” e considerare De Amicis un fesso qualunque. Ma quel libro resta una pietra miliare del solidarismo progressista e laico a cavallo dei due secoli scorsi. Buttarlo via mi pare francamente eccessivo.
      2) Se guardi La Gioconda cento volte, ogni volta ci trovi una cosa che ti era sfuggita. Uno sguardo al dettaglio non è mai inutile
      3) Dentro ciascuno di noi, forse, c’è un matto triste col cagnolino che ha bisogno solo di uno sguardo amico. Accorgersi di lui non svuota di carburante il serbatoio della nostra energia vitale
      4) E’ vero: qualcuno dovrebbe fare qualcosa

    7. cara Isola 81, so che quanto ho scritto non è ben riuscito, perche’ più che col cuore l’ho scritto con la testa, quel ragazzo lo vedo da anni e avrei dovuto scrivere qualcosa quando ero più coinvolta emotivamente, adesso ho scritto più per per amarezza, per disincanto e malinconia, questo volevo esprimere ma non di certo stucchevolezza,e semmai avrei voluto agire più che scrivere, pardon comunque

    8. le cose dalle piu “piccole” alle più “grandi” restano sempre le stesse perchè si delega alla coscienza di altri la volontà d’azione. come direbbero i greci una AMECHANìA tale che paralizza la mano e l’istinto. conseguenza? nessuna.

    9. I contrasti che le festività rendono ancor più evidenti mi fanno pensare che i poveri non sono quelli che ti chiedono ‘anche 10 cents’ , ma noi …poveri di doni : ricchi di paure .

    10. E’ difficile capire cosa c’è dietro ad una mano tesa.Mia madre mi ha detto: se qualcuno chiede l’elemosina tu non farti domande, se puoi dai.
      Sarà un momento buio quello in cui neppure le luci del Natale riusciranno più ad illuminare la nostra debole volontà di carità….

    11. Comunque la signora vita avrà un bel salotto se lo paragona a via ruggero settimo, quindi ne deduco che economicamente sta molto ma molto bene…. io Le consiglio di agire materialmente nell’aiutare persone che soffrono e non rattristarCi con i suoi rimorsi…. ci comunichi qualcosa di positivo che ha fatto per il prossimo…. grazie

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