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  • Palermo di una volta

    Il guaio del brutto è che ti abbrutisce la vita e ti abitua al brutto che in tal modo si perpetua come fosse normale. Uno dei grandi misteri del dopoguerra siciliano è come mai sia stato possibile che un posto così bello già in natura e abbellito da tanti splendidi segni delle civiltà del passato o anche dall’architettura di palazzi e civili abitazioni più moderne, almeno sino agli anni ’40, abbia poi lasciato spazio a volumetrie di palazzi, disegni architettonici sgraziati, insomma al brutto infestante che abbiamo conosciuto dal dopoguerra, salvo poche eccezioni?

    Grazie a Facebook e all’iniziativa di un incredibile collezionista di foto antiche di Palermo, Piero Carramusa, che ha stimolato tanti altri palermitani a tirar fuori dai cassetti e pubblicare foto antiche della città è possibile riammirare la bellezza di tanti palazzi spazzati via al tragico cianciminiano grido: «Palermo è bella, facciamola più bella». Le speculazioni edilizie documentate dalle foto di Carramusa erano invece di ben altro livello come quella dell’Esposizione Nazionale che rese edificabile la tenuta del Firriato nella quale sorse o quella della bonifica di Mondello ad opera dell’Immobiliare Italo Belga. E accanto alla bellezza perduta non si può non notare il decoro della città, la pulizia delle strade, la diffusione del trasporto pubblico. Dopo soli 30 anni dall’unità d’Italia un tram già collegava Palermo a Monreale e tram circolavano per tutto il centro storico. Queste foto meriterebbero una mostra cittadina!

    Mi chiedo allora con molta polemica: ma è possibile che 70 anni di Autonomia abbiano cancellato ciò che si era già ottenuto nei primi anni di unità d’Italia? Per favore, ridateci i piemontesi!

    Palermo, Sicilia
  • 17 commenti a “Palermo di una volta”

    1. In realtà non è solo un problema siciliano ma di tutto il meridione. Basta andare a Napoli per capire . Si pensi al film le mani sulla città di rosi ambientato a Napoli. Il problema è la mancanza di CULTURA di tutto il sud. Altro che al lupo al lupo al fuoco l automomia. Bisogna essere prima autonomi dal malaffare tutto il sud.

    2. mamaaaa, chi quadru anticu!!!! un cè nuddu pà strata!!!!
      Ma chi c’aviano iccatu na bumma????
      pì coittesia un faciem’i vastasi ah

    3. Ma è un fatto che la città, sotto gli amministratori dell’Autonomia, quindi dal dopoguerra, è andata indietro in termini di decoro, pulizia delle strade e servizi pur disponendo di risorse economiche maggiori. Secondo me, stando anche alla documentazione fotografica citata, gli amministratori post unità d’Italia e prima della Repubblica erano più orientati ai servizi pubblici essenziali e questo determinò un felice clima di sviluppo economico e civile (all’epoca dell’Esposizione Nazionale c’era una vivacità imprenditoriale che non abbiamo più conosciuto) travolto dalla sciagurata II guerra mondiale.

    4. a me mi fate ridere, davvero dico sul serio, mi sganascio dalle risate.
      se mi permettete vi spiego, è perfettamente inutile e fine a se stesso ricordare i tempi passati, ricordare la palermo liberty o la palermo del dopoguerra, che obiettivo vi prefissate?
      cioè se vedo le foto di palermo degli anni 40 secondo voi mi fa bene? voglio dire io palermitano molto medio, ma secondo voi se guardo la mia città diciamo da monte grifone e vedo una serie pressoché infinita di casermoni, e poi vado a guardare le foto di 70 anni fa, ma secondo voi ci rimango bene? no ci rimango di merda, ma no poco!!!!!
      A che serve tutto questo, a dire alla gente guardate come siamo noi palermitani, gente che il bello non sa cosa sia, gente che aveva l’oro fra le mani e lo abbiamo consegnato paro paro alla mafia dicendole di farne ciò che volesse?
      No vorrei che qualcuno più intelligente di me mi spiegasse questo esercizio di stile, a che serve, non penso che i palermitani guardando queste foto si decidano a demolire i palazzotti e a ricostruire la palermo anni 40, spiegatemelo però per favore.
      Sinceramente ilare vostro

    5. Grazie alla memoria, le nuove generazioni potrebbero avere un sano moto di orgoglio e far tesoro degli errori commessi dai padri.

    6. Per far tesoro degli errori bisognerebbe che le nuove generazioni avessero un minimo di orgoglio,ma purtroppo quello i padri lo hanno buttato via,e non l’hanno lasciato in eredità a questi giovani. Hanno avuto paura,legittimamente,sono rimasti in silenzio mentre la gente di merda sodomizzava la nostra città,si sono girati dall’altra parte,i figli non possono pagare le colpe dei padri.
      Sinceramente figlio vostro

    7. “”…….. la pulizia delle strade,……..””
      Ma negli anni 40 non c’era nulla da buttare per le strade se non il “pititto”

    8. http://www.linklav.it/come-eravamo/56-comeravamo/1919-ville-e-palazzi-non-piu-esitenti-di-palermo.html

      Ora ditemi voi come ci si deve sentire, le foto sono tratte da un sito non sono di mia proprietà, e sono solo una piccola parte di uno scempio che non si ferma, che non ha mai smesso di compiersi, adesso non abbattono più i palazzi, ma le speranze e le libertà dei palermitani.

      Sinceramente abbattuto.

    9. …dimenticate che lo scempio di Palermo non si è fermato alla distruzione del patrimonio edilizio, ma, oltre al danno, la beffa delle discariche degli sfabbricidi delle ville liberty e degli scavi per le fondazioni dei casermoni lungo la costa, con le conseguenze che conosciamo. Dunque doppio scempio, artistico e ambientale.
      Chi ne parla più di tutto ciò? tutto dimenticato…come quando in via Messina marine, ad esempio, il problema del degrado viene raccontato da giornali e politica come una semplice questione di pulizia e decoro.
      Vero che piangerci su è inutile. Ricordare è invece utile, ma solo se si ha ben chiaro in testa cosa fare per risolvere la situazione. Per me l’unica ricetta per guarire dallo squallore di questa “nuova” città è la buona architettura. Così come la cattiva architettura ha distrutto Palermo, la buona architettura potrebbe fare nascere una nuova città. A piazza Croci, ad esempio, è sbagliato, per me, lasciarsi commuovere dal fantasma di villa deliella..bisogna, invece, costruire una architettura degna di Basile, ma contemporanea. La costa sud andrebbe ripensata integralmente…così come la granparte della città moderna.

    10. i danni sulla costa sono irreversibili.Discariche da sbancamenti a Vergine Maria ed a Romagnolo. hannoalterato queste litoranee distruggendo i fondali marini .Ad ogni mareggiata l ‘acqua si tinge di marrone.Uno scempio.Scelte fatte da amministratori senza scrupoli.Borgate marinare rovinate per sempre.

    11. louis,
      vero, e la soluzione, secondo le nostre istituzioni qual’è ? costruire un pontile in legno ( in questo caso la Provincia) sulla spiaggia di detriti…per poi, peraltro, ovviamente abbandonarlo incompiuto ( ma meglio così!) ..oppure ( vedi Comune) imbellettare il disastro ( pista ciclabile inutilizzata) verde decorativo ridicolo etc, etc. A Palermo ancora ( assurdo ma vero) non è mai arrivata la cultura del progetto, la cultura dei concorsi di progettazione..Orlando ancora inaugura giardinetti ridicoli al capo ( realizzati dai residenti) recintati con rete da pollaio e plaude all’iniziativa….

    12. Allora istituiamo un concorso aperto a tutti quelli che hanno talento o che sono architetti sulla riprogettazione di palermo.
      Dico su serio, facciamo politica urbanistica partendo dal basso, chiunque voglia partecipare presenta un progetto di una parte della città che vorrebbe riprogettare, allegando al progetto planimetria, fotografie, elaborazioni digitali, destinazione d’uso e tempi e costi di realizzazione, le facciamo votare ai cittadini, e i progetti più votati saranno sottoposti al vaglio di esperti e quindi portati all’attenzione dell’amministrazione comunale.
      Mi sono rotto le palle di vedere e sentire sempre lamentele su come era palermo e su come poteva diventare, o peggio su come potrebbe essere.
      A breve il link.
      Sinceramente P-factor

    13. Si potrebbe iniziare rimodellando la costa ,quindi rimuovere quelle colline a rtificiali.
      Demolire ruderi e costruzioni inappropriate.
      Progetti a concorso,si.

    14. Di che autonomia parliamo? Quali piemontesi?
      E’ stata proprio la malaunità la causa di 156 anni di declino, di colonialismo e di sfruttamento. Dal 1860 siamo in coprifuoco, assediati dalla mano militare prima e da mani oscure oggi, al servizio di ascari.

    15. Annibale: ormai ti sarai reso conto che è impossibile farglielo capire, all’autore del post come a tanti altri…

    16. Non dobbiamo farne una colpa, possiamo solo invitare a leggere documenti e testi che raccontano i fatti in maniera diversa dalle favole del risorgimento. Poi sta alla curiosità dei singoli informarsi.

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