Trentuno marzo: oggi si vota
Per me le suggestioni della campagna elettorale finiscono qui. Da qualche giorno mi è arrivata una busta dal consolato con schede elettorali e liste di candidati. Le schede sono contenute in una busta bianca di buona qualità (mi sembrava la partecipazione di un matrimonio) che bisogna poi rispedire indietro. Esercito il mio diritto di voto nell’altisonante “Ripartizione Europa”, un gran salto dopo aver frequentato per molto tempo la ben più modesta ripartizione “Monte di Pietà”.
Dei candidati però non so nulla. E anche molti simboli mi sono ignoti. Chi saranno questi della “Sinistra critica” con capolista tale Giovanni Archelao Urracci? Ed è uno scherzo o davvero vedo “Emanuele Filiberto di Savoia capolista di Valori e Futuro”?
Metto tutto il materiale su un tavolo, facendo spazio tra i giocattoli di Leyla, e decido di dedicare un po’ di tempo a ricerche su internet. “Valori e Futuro” ha un suo sito effettivamente. Nella sua lettera agli italiani all’estero l’ultimo dei Savoia lamenta che si sono perduti “i Valori che videro il momento più alto nel Risorgimento” (?) e che, costretto per trent’anni ad essere italiano all’estero, ben conosce “le problematiche che i nostri concittadini residente [sic] fuori dalla Patria devono affrontare”. Mi vengono subito in mente le problematiche del barbiere Giuseppe che ha il suo salone qui nell’ East End di Londra. Dubito che Filiberto le conosca. E anche una ripassata alla grammatica non gli guasterebbe.
C’è anche un altro simbolo che mi attrae subito per la sua familiarità. Tre gambe di donna su sfondo giallo e rosso. È il simbolo de “L’altra Sicilia per il Sud”, altra lista che si presenta solo in Europa. In un comunicato stampa leggo che al primo posto del programma (“Siciliano è facile”) vi è la proposta di abbassare i costi di trasporto per la Sicilia. Magari. Anche se nel mio caso ci ha già pensato Ryanair. L’ultimo punto riguarda la proposta di togliere alla Regione la gestione delle “case Sicilia”, su questo sono davvero d’accordo. Conosco il caso scandaloso di quella di Parigi, un’istituzione di rappresentanza che occupa un palazzo di lusso vicino gli Champs-Elysées, non fa quasi nulla e dopo due anni di attività è in perdita di 400.000 euro. Lo dovevano mettere al primo posto del programma e forse li avrei votati. Il comunicato stampa si chiude con lo slogan “Cittatini! ‘U travaghiu ‘un manca! Manca pi nuàutri! Cancia la storia to, di to figghi e chiddha dâ Sicilia!”.
Passo a simboli più noti. Scopro che sia Veltroni sia Berlusconi hanno scritto lettere elettorali specificatamente rivolte agli italiani all’estero. Mi diverto a confrontarle. Quella di Veltroni mi da del lei, mi promette una riorganizzazione dei consolati, la promozione della cultura italiana, e, last but not least, di farmi pagare meno Ici e Tarsu sugli immobili di mia proprietà in Italia. Ma io non ne ho, sono povero in canna. Berlusconi mi dal del tu e mi chiama amico, mi ricorda che è stato lui a permettermi di votare e promette per l’Italia un ruolo di “preminenza in Europa e nel mondo” e un “saldo ancoraggio ai valori della civiltà occidentale”. Uhm, forse preferisco rimanere disancorato, visto che mia moglie è turca e mia figlia lo è per metà.
Molte ore dopo l’inizio della mia ricerca sono, come si dice a Palermo, più confuso che persuaso. E ora mi pongo delle domande. Devo votare secondo i miei interessi di italiano, d’italiano all’estero o, addirittura, di siciliano all’estero? A quando una lista per i palermitani fuoriusciti? E che diritto ho veramente io di votare visto che, a parte le simpatie politiche personali, quello che farà il prossimo governo non mi toccherà personalmente? Alla fine la croce nelle schede l’ho messa (ho trovato un candidato che mi fa simpatia), le ho sigillate nella busta “da matrimonio” e mandate al consolato. E qui l’ultimo quesito: ma che succederà a questa busta e a centinaia di migliaia di altre in questi quindici giorni?
Arricciano le carni in effetti…bel post!
Da emigrato (in terra iberica, io) a emigrato (in terra britannica, tu, mi sembra di capire): sai dirmi se per votare all’estero é necessaria la residenza o il solo domicilio é sufficiente?
E che succede… chi può dirlo? Comunque hai votato e ti sei tolto il pensiero, noi in Italia abbiamo ancora 15 giorni di rotture di scatole, insulti, accuse reciproche, faccia a faccia televisivi (forse). Stai meglio tu, senza dubbio. Un abbraccio
si profila un’altra possibile tragedia: il ritorno alle urne in tempi brevi. se è vero come è vero che nessuno dei due schieramenti potrà raggiungere una maggioranza significativa (il senato sembrerebbe in bilico), è altrettanto possibile che, accontonate le ipotesi di governo dalle larghe intese, si possa ritornare al voto.
possiamo dire che “l’industria del voto” in Italia si candida ad essere l’unico comparto che può produrre “economia” (ovviamente per i clientes dei politici e per i partiti che, come è noto, potranno usufruire di notevoli rimborsi elettorali)a tutto svantaggio ovviamente dell’economia reale e dell’erario che subirà ulteriori batoste. Ma di tutto ciò, come è noto, all’allegra classe politica italiana (di destra, sinistra e centro) tutto questo non importa un ficosecco. I nostri amici elettori residenti all’estero sono avvisati.
Up patriots to arms.
Grazie!
molto interessante ed istruttivo.
spero che queste buste ARRIVINO dove è giusto che sia e siano nel modo giusto CONTEGGIATE…speriamo che oltre che questa speranza si trasformi in una CERTEZZA
buon tutto
pequod
La stessa figura di m… Fini l’ha fatta ieri a Catania dove la folla al comizio di Sonia Alfano e Beppe Grillo, in una piazza fuori mano, era enormemente maggiore di quella della centralissima piazza dove Fini ha parlato ad un gruppetto di amici.
ciao ciao fini
ciao ciao fini
ciao ciao fini
Si, però un conto è vedere Beppe Grillo che fa il suo show, spara a zero su tutti, offende, fa battute geniali e dice quello che vuole e un conto è Fini (che è lontano da me anni luce) che deve fare un comizio politico e si candida a guidare una nazione…
Per Pietro: bisogna essere residenti all’estero per votare all’estero.
Piazze piene,urne vuote,diceva qualcuno.
Comunque il grillismo politico è la fine del Grillo comico.Qualcuno si ricorda del comico francese Coluche,candidato alle presidenziali?Io penso che l’errore di Fini,non giovanissimo,sia umano,e non politico:ha scelto di scomparire,somiglia un poco a Carlo d’Inghilterra,eterno erede al trono.Certo una sfida Fini-Veltroni sarebbe stata più naturale ed interessante.Ma tant’è:il Regino Elisabetto nostrano non si ritira mai,e quindi Gianfranco ha avuto il suo massimo,cioè la visibilità al minimo…
Negli Stati Uniti troviamo candidati per la Camera ed il Senato che non hanno tanta notorieta’ nel ramo accademico, infatti molti mandano avanti qualche tipo di business e sono conosciuti soltanto nelle loro comunita’. La realta’ e’ che per essere eletti non occorre ottenere tanti voti, basta averne qualcuno in piu’ del secondo. Al candidato eletto saranno sufficienti in totale un paio di migliaia di voti.
Due anni fa mio zio mi mostrò le schede elettorali a lui arrivate. E mai rispedite! Non dovrebbero comunque tornare indietro?
Comunque è bella la posa “concentrato” ricorda molto il pensatore di Rodin!
http://www.forzaitalia.it/notizie/arc_12919.htm
[…] Questo post è stato crosspostato, con commenti, su Rosalio. […]
Ciao Nicola, secondo me bisogna votare da italiano in Europa, o se proprio ti fa piacere da siciliano in Europa. Anch’io ho fatto il mio dovere, anch’io come te non conoscevo nessuno e sono stata sopresa dei nuovi simboli. Vivo nella città dove c’é la più scandalosa ” casa Sicilia”, fra l’atro mi chiedevo se anche Carla Bruni avesse ricevuto “la partecipazione di matrimonio”!! Almeno tu hai avuto la volontà di farti una cultura sui valori dei partiti sconosciuti. Io ho votato secondo i miei valori scegliendo i candidati ….diciamo….per il luogo di nascita ed étà. Che vergogna si…
ma per rispondere al tuo ultimo quesito,non penso che cambierà qualcosa per noi all’estero ….anzi diciamo la verità…. neanche per quelli in patria. Va bé…noi il nostro dovere l’abbiamo fatto.
Bel post
Io, invece, voterei da Europeo in Italia…
bel post,geniale…
e sai che me lo sto chiedendo anche io che fine faranno tutte ste schede già votate.
chi lo sa???
Io credo che si debba votare da Siciliano emigrato. Il Siciliano emigrato (lo sono stato anch’io per qualche anno) capisce tante cose della sua Terra che il Siciliano non emigrato non comprende. La speranza della Sicilia sono i suoi Figli emigrati.
I Siciliani (fonte Caritas) costituiscono il 75 % circa della diaspora italiana del mondo, poi c’è un 20 % di meridionali e sardi. Vogliamo riflettere su questo dato? C’è chi emigra perché lo ha scelto, perché gli piace, perché ha conosciuto una donna straniera o un uomo straniero e si è innamorato del paese straniero, perché è un diplomatico o un uomo d’affari o uno scienziato o tecnico iperspecializzato e qui non poteva farlo.
Ma c’è anche chi emigra perché la sua terra gliel’hanno distrutta, devastata, impoverita. C’è stato un esodo silenzioso di milioni di siciliani dall’Unità d’Italia ad oggi, un esodo che ha fatto il paio con il declino della nostra amata Terra. Non è una forma strisciante di genocidio anche questa? Se cinque milioni di Palestinesi cacciati con le armi nel mondo sono uno scandalo al sole, cosa sono altrettanti siciliani scacciati con le “armi” dell’economia malata e della mafia?
Anch’io sono stato “fuori” e miracolosamente ce l’ho fatta a tornare a “sopravvivere” qua, non so perché, forse per un amore sviscerato per la propria terra; anch’io voterei da Siciliano all’estero.
caro nicola non credo ci sia tanta differenza tra il voto per gli italiani all’estero e per quelli che risiedono qua. la confusioe e l’ambiguità dei messaggi elettorali è la medesima.
ritengo comunque che una scelta SI PU0′ FARE!
Il siciliano che è stato all’estero (per esempio in una città europea, anche solo per le “vacanze intelligenti”) è più consapevole delle qualità e dei limiti della Sicilia.
Per esempio, sa che la sua terra non è al centro del mondo, come molti siciliani credono, ma in periferia e che quello che in Sicilia sarebbe una grande rivoluzione, altrove è consolidata routine. Per esempio: un’amministrazione pubblica efficiente.
Con questa consapevolezza, meglio votare per contribuire ad un’Italia più moderna e meno… italietta.