#SalviamoDemetra, iniziato e visitabile il restauro
Ci sono molti aggiornamenti per la campagna #SalviamoDemetra promossa dai Social Influencer di Palermo per raccogliere i fondi necessari al restauro della Pupa del Capo. Continua »
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Finalmente estate!
Finalmente il sole, il mare, gli amici. Finalmente, potrò ritornare a godere dell’energia di quel piccolo diamante vulcanico, lasciato lì un anno fa, brillante in mezzo al Mar Mediterraneo ad una decina di chilometri da Lampedusa: Linosa.
Sì, è vero, dovrò affrontare le tre noiose ore di aliscafo, ma garantisco che quando si apre il portello e ritrovo quella meraviglia davanti, dimentico tutto il resto.
Sempre meglio di quella terribile nave! Quella caffettiera del dopoguerra è buona solo se vuoi conoscere il brivido del famoso “Viaggio della Speranza” (e io l’ho conosciuto). Continua »
Sono orgoglioso di essere palermitano, non era mai successo e credo che la memoria non mi inganni che in un solo colpo le due più alte cariche dello stato fossero nostri concittadini, ma c’è dell’altro, c’è un personaggio che mi rende ancora più orgoglioso di appartenere a questa città, un mio carissimo ex compagno di classe con il quale ho condiviso anni bellissimi all’istituto Piazzi e poi al Majorana.
Sono anni che progettiamo la rimpatriata ma tra i suoi impegni e quelli di noi compagni di classe non si è potuta realizzare, così colgo l’occasione di salutarlo via etere.
Ciao Davide e grazie per quello che stai facendo.
Avrete capito, sto salutando Davide Faraone, al momento sottosegretario all’istruzione.
Mi ricordo quell’altro di Arcore che aveva promesso un milione di posti di lavoro, che furfante.
Lui invece quatto quatto, senza tanti proclami ne ha promesso centomila e solo nella scuola, ma vi rendete conto?
Con la crisi che c’è centomila cristiani che lavorano non è un dato da buttare. Continua »
Alle soglie di Natale 2014 una “specie non protetta” di esseri umani denominati “praticanti avvocati” hanno dovuto affrontare quelli che vengono definiti “gli Scritti”.
Si tratta dell’ennesimo step del praticante che, dopo aver dato oltre 30 esami, viene accolto in uno studio legale e, almeno finché non avrà imparato la differenza tra un ricorso ed un atto di citazione, relegato a fare cancelleria, fotocopie e perché no anche il portaborse.
Il tutto chiaramente a titolo gratuito. Continua »
Tra i migranti nel nostro paese, le donne rappresentano un segmento a rischio e non sempre le loro condizioni di vita sono semplici. Violenza e disparità sono solo alcuni degli ostacoli che incontrano. Il riadattamento in primis – al di fuori della rete di protezione rappresentata dalla famiglia allargata – costituisce una delle problematiche più rilevanti, così come l’inserimento nel tessuto socio-lavorativo. È opportuno notare, infatti, come per l’uomo l’inserimento nella dimensione sociale risulti più semplice grazie al lavoro, al contrario di ciò che avviene, invece, per le donne: le difficoltà per loro aumentano, spesso a causa della marginalità del ruolo che ricoprono, relegato il più delle volte al contesto casalingo. Di conseguenza, le probabilità dell’apprendimento della lingua, degli usi e costumi del luogo e della conoscenza degli aspetti legislativi che le riguardano, diminuiscono. Ed è proprio alla luce di questo quadro, spesso più drammatico di quanto si possa immaginare, che s’impone la necessità di attuare misure maggiormente efficaci di inclusione delle donne che migrano verso il nostro paese.
È da questa consapevolezza che nasce il progetto “I saperi per l’inclusione”, cofinanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini di Paesi terzi e promosso dalla Scuola di Lingua Italiana per Stranieri (Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo) in partenariato con le associazioni Pellegrino della terra Onlus, Incontrosenso, Casa di tutte le genti, Kappalelle Comunicazioni & Eventi ed in collaborazione con l’Associazione Le Balate, gli istituti scolastici Perez/Calcutta e La Masa/Federico II e gli Assessorati alla Cittadinanza sociale e alla Scuola del Comune di Palermo. Continua »
Ieri ho fatto un colloquio.
Avevo mandato il curriculum due mesi e mezzo fa, credo. Mi ero pure dimenticata il nome dell’azienda alla quale avevo mandato l’application. A Milano, mi pare che fosse. Che a Milano non glieli mando mai i curriculum, ddionniscanza mi chiamano vero. E quindi, l’altroieri, alle 17:15, quando ho letto 02 sul display del telefono a momenti manco rispondevo. Che tanto sono quelli di Sky, o di Fastweb, o di Infostrada. Meno male invece che ho risposto, perché dall’altra parte c’era una signorina con la voce antipatica da segretaria milanese. Mamma mia quanto non le sopporto le vocali strette. Dalla voce era di sicuro bionda e con gli occhiali. E vegana. Era sicuro vegana.
«Abbiamo ricevuto il suo curriculum e saremmo interessati a un colloquio».
«Bene», dico io, mentre invece penso “merda” e con scatto felino salto dal divano e, cercando di tenere stretta la presa dell’iPhone nell’incastro spalla-orecchio, accendo il computer (che quando hai fretta, lo sappiamo tutti, lui lo fa apposta e ci mette due ore) per cercare un volo Palermo-Milano per l’indomani, tipo alle 6 del mattino, e che non sia 200 euro. Un’impresa. Continua »
Sarà pure un cattivo pensiero, ma mai, ultimamente il Pd in Sicilia aveva perso così volentieri.
Le sconfitte di Enna e di Gela secondo il segretario regionale Fausto Raciti necessitano di approfondimenti: «Avvieremo una seria riflessione sulle ragioni di questi risultati».
Chi c’aveva messo seriamente la faccia ad Enna era stato Mirello Crisafulli, che non è stato ”sorteggiato” dagli elettori, in un turno di ballottaggio che servirà più per gli argomenti di chi “l’aveva detto” che per le analisi buone solo a posteriori. Continua »
Senza troppi giri di parole, non si può essere affatto contenti del modo in cui l’amministrazione comunale sta gestendo il rinnovamento della mobilità a Palermo.
Se, da un lato, è condivisibile la volontà di migliorare la viabilità palermitana (chi, andando a Roma o Milano, non ha mai detto «Eppure, quanto vorrei che la metropolitana ci fosse anche da noi»?), dall’altro è palese l’approssimazione con cui si sta affrontando la situazione dei tanti/troppi cantieri in città.
Il buon senso, infatti, avrebbe voluto una progressione dei lavori digeribile per i cittadini, con campagne di comunicazioni mirate e tempestive (la famosa e odiata «non ci scusiamo per il disagio» avrebbe avuto più senso ora che all’inizio dell’odissea panormita). Continua »
I ragazzi fidanzati li riconosci subito.
Sono quelli col borsello, messo a tracolla con dentro tutto quello che prima dimenticavano in giro.
I ragazzi fidanzati sono quelli che si fanno crescere la pancetta da posteggiatore.
I ragazzi fidanzati sono quelli che al calcetto 3 volte a settimana hanno sostituito la pizzeria
I ragazzi fidanzati sono quelli che prima la Diamond Card credevano fosse una gioielleria e ora te la sponsorizzano con frasi «no minchia compa’ buono con la Diamond (perché ormai hanno confidenza) abbiamo pagato 15 euro in due», manco fossero loro gli agenti di vendita. Continua »
È in discussione alla Commissione Affari Penali del Senato un disegno di legge di modifica del codice penale per il reato di INVITO A PRIMA COMUNIONE e sulla punibilità dei mesi di maggio e giugno per lesioni colpose agli invitati.
Siamo tutti d’accordo vero? che meglio certe volte una cartella esattoriale per bollo auto 2007 non pagato??
Per entrare subito nel vivo del problema esaminiamo la struttura del reato che, secondo la dottrina, andrebbe più severamente sanzionato nella sua ipotesi dolosa e cioè, più precisamente, quando un tuo cugino “schiffarato” qualsiasi che l’ultima volta che l’hai visto c’erano le millelire con la Montessori, rivolgendoti l’invito alla prima comunione si rappresenta e vuole che la tua morte abbia luogo intorno alle sei del pomeriggio di una domenica di primavera al termine del banchetto organizzato in onore del figlio/a “comunionando”. Se prima o dopo la bomboniera questo la dottrina non lo dice. Continua »
Ho una teoria sulla scarsa qualità di alcuni amori che nascono a Palermo. Ci penso ogni volta che prendo un aereo o che finisco su un tram o una metropolitana in un’altra città. Continua »
«Papà andiamo in piscina?».
Questa è stata la parola d’ordine durante la breve vacanza per il ponte della festa della Repubblica.
Stavamo in piscina dalla mattina alla sera, ma evidentemente non era sufficiente. Havana me lo chiedeva perfino in piena notte quando si svegliava per far pipì.
Domenica mattina il rito della spalmata della crema solare è scandito dalla voce di Moreno che, come fosse una mitraglietta, mi chiede: «Ancora ce ne devi mettere papà?».
E mentre spalmo noto un gruppo di persone che attira la mia attenzione.
Sono una ventina tra uomini e donne, pieni d’oro e tatuaggi, e sembrano appartenere ad una estinta tribù di Maya dello Yucatan o ad una di Maori della Polinesia. Continua »
Abitiamo in via Alloro. Abbiamo comprato casa qui, lasciando una zona residenziale della città nuova, perché ci piaceva il centro storico, perché riuscivamo a vedere oltre il degrado la storicità di queste strade e la bellezza indiscutibile di palazzi, vicoli, stradine, ci piaceva la gente con le dovute eccezioni e ci piaceva vedere pezzi di storia emergere dall’oblio e dall’incuria. Ci abitiamo fin dai tempi che i genitori dei compagni di scuola dei nostri figli storcevano il naso quando il gruppo di studio doveva riunirsi a casa nostra perché in via Alloro non ci abitavano le persone “per bene”. Ci abitiamo dai tempi che villa Garibaldi era una enorme discarica e piazza Magione lo stesso. Siamo stati felici di vedere il centro storico rinascere a poco a poco, palazzi ritornare all’antico splendore, gioielli inestimabili riappropriarsi della loro bellezza. Adesso dire che abitiamo in via Alloro pare susciti commenti entusiastici e i “beati voi” si sprecano. Eppure…eppure…dopo aver vissuto il peggio di queste strade, dopo aver vissuto il disagio dei cento cantieri all’opera per il risanamento, quando pensavamo che il peggio fosse oramai alle spalle ci siamo dovuti ricredere con l’avvento delle isole pedonali e i divieti di parcheggio. Continua »
Nella profonda crisi economica e politica in cui langue da tempo, i social network sembrano venire in aiuto al disperato bisogno di passione civica di una Sicilia bloccata socialmente e culturalmente tra individualismo e diffidenza. Facebook, in particolare, sta aiutando cittadini tra loro sconosciuti ad aggregarsi attorno a iniziative di comune interesse coniugando un inedito “noi” e in questa democrazia liquida, ricca di astenuti, elettori migranti e povera di soldi da intermediare, i politici avvertono evidentemente la minaccia elettorale di queste aggregazioni spontanee e sembrano dar loro ascolto. Sinora si preoccupavano solo dei gruppi sociali organizzati e fisicamente individuabili nelle piazze, fidando sul fatto che tutti gli altri, pur maggiori per numero, avessero il vano destino di manifestare la propria indignazione e protesta picchiando contro un materasso che alla fine vinceva sempre sulla stanchezza che immancabilmente sopravveniva. La rete lascia invece traccia perenne di rilievi documentati, critiche e denunce che in un qualsiasi momento possono riapparire attraverso Google nel momento politicamente meno opportuno: la rete non si addomestica come certa stampa che intrattiene su altro rispetto ai problemi più sentiti dai cittadini. Continua »
Dall’inizio della campagna di crowdfunding per #SalviamoDemetra tante cose sono accadute.
La campagna, ma soprattutto la nostra Pupa, è stata protagonista di molti articoli, post, tweet, video e trasmissioni radio; molti artisti, professionisti ma anche gente comune hanno sposato la causa della nostra Dea. Insomma Demetra ha fatto parlare di sé, quindi è giusto fare il punto della situazione.
Ad oggi, o meglio nell’esatto momento in cui scrivo, il crowdfunding ha avuto quasi mille condivisioni, gli inviti all’evento su Facebook ammontano ad oltre 4000 e sono stati raccolti 779 euro con 59 donazioni, alcune delle quali provengono dagli Stati Uniti. Continua »
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