A Palermo i mercatini sono un’istituzione. Attenzione, non parlo dei mercati tradizionali come Ballarò, il Capo, la Vucciria e via discorrendo. Parlo dei mercati rionali dove si trova di tutto: dal cibo ai vestiti, dalle stoviglie ai giocattoli e che sorgono come funghi in giorni stabiliti all’interno dei diversi quartieri. A Natale poi, il tutto diventa, se possibile ancora più colorato, luminoso, rumoroso e odoroso. Qualche giorno fa mi trovavo proprio dentro il caos di uno di questi suk nostrani alla ricerca di un tappeto verde da gioco. Che volete, insieme alle feste arriva il gioco da pseudo casinò casereccio fatto di fagioli per la tombola e centesimi per il sett’e mezzo. Insomma cercavo uno di questi tappeti perché quello dell’anno scorso, ovviamente, è stato distrutto in ordine da: sigaretta della zia, vino del nonno, vomito della cuginetta, coca cola dell’altra cuginetta (non voleva essere da meno della sorellina più piccola). Così tra bancarelle di pesce e di intimo inizio la mia ricerca. “Salve, quant’è il tappeto verde?”. “Venti euro” mi urla una voce da dietro il piccolo fiorino stipato di addobbi natalizi. Troppo caro, penso, “grazie arrivederci”. Continuo il mio giro mentre qualcuno mi invita a comprare magliette “N-euro, N-euro, N-euro” facendomi sorgere il dubbio se si tratti di un ricovero coatto o di un prezzo conveniente. “Salve, quanto per il tappeto verde?”. “Ventidue euro” mi risponde un tipo che nel frattempo si sbuccia un mandarino. Non ci siamo ancora. Continua »
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