Lettera a qualcuno
Sapessi quante volte ho detestato questa che è soprattutto la tua città prima che la mia.
Sapessi quante volte, stizzita, mi sono chiesta perché sono capitata in questa terra strapazzata dal tempo, dalla storia e dagli uomini.
Sapessi quante volte, nelle notti d’estate, con la musica di un grillo nella testa, distesa con la faccia verso il cielo nudo, ho guardato Monte Pellegrino e ho detto che era colpa sua. Di questa città, della tua città.
Ho sempre creduto di avere bisogno di nuovi cieli, sempre con l’anima dentro una valigia pronta sono stata.
Sapessi quante volte ho detto domani me ne vado, non ascoltando chi mi diceva sembri una zingara.
Eppure, dentro di me, sapevo che la risposta c’era. Mi aspettava qualcosa che dovevo cogliere. Qua. In questa città. Dovevo coglierla prima che sfiorisse. Continua »




































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