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sabato 27 apr
  • Nel mare delle ottusità

    Nell’Abside del Duomo di Monreale ci piove. Il mosaico del Cristo Pantocratore è in pericolo. Però non s’interviene. Il finanziamento della spesa è già pronto ma i tempi burocratici sono lunghi; bisogna fare delle gare con le solite infinite trafile. Sembra che gli adempimenti di rito si prenderanno non meno di sei mesi. Qualcuno ironicamente ha proposto di imbastire un caso del Cristo che lacrima in modo da non perdere nel frattempo il flusso dei turisti (sarebbero attirati dal fenomeno come per una Madonna delle lacrime). In quest’idea c’è, ovvio, un pizzico di umorismo dissacratorio. Ma questa è una colpa minima, di riflesso, direi, a confronto con la insopportabile farragine burocratica. I numerosi passaggi sono costruiti sul principio di diffidenza verso il cittadino. Gli inventori di tali complessi procedimenti non hanno tutti i torti, beninteso: c’è da diffidare veramente del cittadino italiano, e delle sue imprese. Possiamo dire, come per i politici, che abbiamo i burocrati che ci meritiamo. Però si esagera. Poiché il principio è quello, non si fa la fatica di individuare le eccezioni, i casi di speciale urgenza, sempre pericolosi da trattare. Si cade nella famosa ottusità burocratica. È lieve navigare nel mare delle consulenze, dei progetti, dei visti, dei pareri, dei nullaosta, delle firme, dei timbri. Si dorme tranquilli, così. La paura delle responsabilità è esorcizzata. Allora non piange solo il Cristo Pantocratore di Monreale ma tutti i cittadini che hanno a cuore le sorti dei beni culturali e di questo nostro povero Paese.

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  • Un commento a “Nel mare delle ottusità”

    1. Intanto si richiede l’iscrizione dell’itinerario arabo-normanno nella lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO!

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