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martedì 19 mar
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    Tram, la giunta Lagalla riflette ma alla città serve la metropolitana

    In seguito all’atto di indirizzo deliberato dalla Giunta comunale di Palermo qualche giorno fa, viene di fatto sovvertito l’ordine di priorità nella realizzazione delle nuove linee tranviarie denominate A, B e C. L’orine viene, di fatto, invertito rispetto alla posizione nell’alfabeto, ponendo la realizzazione della linea C come prioritaria sulle altre.

    Nell’ordine di priorità, seguirà la linea B e quindi la A: su quest’ultima, il provvedimento dispone una «approfondita valutazione tutte le più idonee ed ulteriori soluzioni migliorative all’interno del tratto di percorrenza tra piazza Antonio Mordini e piazza Giulio Cesare», vale a dire nel tratto più controverso che comprende la via Libertà.

    Di fatto, si concretizza la volontà della Giunta, già anticipata dallo stesso sindaco Lagalla, di prendere tempo per riflettere sul futuro assetto di questa rete. Nel frattempo, si inizierà con la realizzazione della linea C, il cui ruolo, all’interno della rete, non è semplicemente quello di collegare le periferie, come è stato scritto in molti commenti.

    La linea, infatti, risolverebbe il più grosso problema di gestione che affligge le quattro linee attualmente in esercizio, collegando fra loro la linea 1, che si attesta al deposito di Roccella, e le linee 2,3 e 4 attestate al deposito di via Castellana. Si eliminerebbe così una cesura innaturale che ha già creato forti diseconomie nell’esercizio della rete e nell’effettuazione delle manutenzioni periodiche ai convogli. Questi ultimi, in caso di necessità, possono spostarsi da un deposito all’altro soltanto percorrendo le strade ordinarie su un apposito carrello gommato. Un’operazione costosa ed impattante sulla martoriata rete viaria, che non può di certo effettuarsi frequentemente.

    A valle di questa deliberazione, senz’altro significativa, si presenteranno non poche difficoltà tecnico-burocratiche, in particolare sull’appalto dell’opera. Occorre infatti intervenire su un progetto (che poi sarebbe la prima fase, finanziata con il “Patto per Palermo”, dell’estensione della rete) che, finora, è stato sempre trattato come unico, e finanziato come tale.

    Dal punto di vita tecnico, la strada da percorrere non può che essere quella degli “stralci funzionali“, ovvero parti del progetto estrapolate, realizzate e messe in esercizio in fasi successive. La motivazione di questo nuovo approccio è accennata all’interno della stessa delibera di Giunto, dove si afferma che, occorre «rendere compatibile la realizzazione delle medesime agli attuali finanziamenti assegnati, oggetto di rivisitazione ai sensi e per gli effetti degli adeguamenti ai prezziari regionali».

    In effetti, è evidente che i finanziamenti disponibili per le tre linee, citati nell’atto della Giunta (198,872 milioni del “Patto per Palermo”) si riveleranno insufficienti: non soltanto per il citato aggiornamento dei prezzi, che si prevede corposo, ma anche per le criticità evidenziate in fase di progettazione definitiva e che già avevano spinto la giunta Orlando a prevedere un mutuo (poi bocciato) di quasi 22 milioni di Euro.

    Ben venga, quindi, la pausa di riflessione ma, come abbiamo recentemente ribadito, il cosiddetto Sistema Tram necessita di ben altre riflessioni che un semplice spostamento di binario dalla via Libertà verso un asse viario parallelo. Ciò non esclude affatto, tuttavia, che esse arrivino in un secondo momento, visto che la nuova Giunta è appena agli inizi del suo cammino.

    Magari, conformemente alle valutazioni che il sottoscritto ha più volte reso pubbliche, c’è la possibilità che la linea A, relegata in fondo alle priorità, venga, alla lunga, accantonata. E che al suo posto, finalmente, si tiri fuori dal cassetto (in cui è rimasto chiuso per molti, troppi anni), il progetto della Metropolitana Leggera Automatica. Un intervento che, essendo inserito nella programmazione triennale, può essere rimesso in qualsiasi momento nelle condizioni di accedere ad una fonte di finanziamento, anche privato.

    Un’infrastruttura moderna, di cui il sistema dei trasporti palermitano ha assolutamente bisogno per dotarsi di una rete di trasporto degna di una grande metropoli europea. Essa potrebbe servire l’asse di scorrimento fondamentale della mobilità, in direzione nord-sud, in maniera molto più efficace rispetto alla prevista linea tranviaria, in termini di capacità di trasporto. La sua costruzione sarebbe persino meno impattante, dal momento che la linea correrebbe in gallerie profonde il cui scavo non avrebbe in superficie le conseguenze che abbiamo visto, ad esempio, per passante ed anello ferroviario.

    Un asse centrale veloce che finirebbe col rendere più rapido, nel suo complesso, il trasporto di massa sull’intera rete, rendendo conveniente l’utilizzo delle stesse linee di superficie (tranviarie o di bus) ad esso interconnesse; convincendo più gente ad abbandonare il mezzo privato e consentendo alla città di lasciare i primi posti delle classifiche mondiali del traffico automobilistico.

    Ci auguriamo, un giorno, di poter leggere un atto di indirizzo anche per questo.

    (in collaborazione con Palermo in Progress)

    Palermo
  • 5 commenti a “Tram, la giunta Lagalla riflette ma alla città serve la metropolitana”

    1. Intraprendere l’opera della linea C senza avere risolto né posto l’alternativa all’attraversamento dell’Oreto (ponte Corleone)è sconsiderato.LA priorità dovrebbe essere la linea D.

    2. Priorità alla linea C: una cazzata del genere possono spararla solo urbanisti avvezzi a giocare coi trenini elettrici. Oppure gente che ormai al posto del bacino ha un sedile di automobile.

    3. La linea D non è compresa nel finanziamento del Patto per Palermo ma in un altro programma su Avviso del Ministero per la Mobilità Sostenibile. Quindi non è oggetto della delibera di Giunta di cui si parla nell’articolo.

    4. Come si può sostenere che “La sua costruzione sarebbe persino meno impattante, dal momento che la linea correrebbe in gallerie profonde il cui scavo non avrebbe in superficie le conseguenze che abbiamo visto, ad esempio, per passante ed anello ferroviario” se non sono stati fatti nemmeno i sondaggi profondi?

    5. Arrogarsi il diritto di parlare a nome della “città” è quanto meno sintomo di mania di grandezza, senza però fondamento alcuno.

      il tale sig. Siino ci dica piuttosto quando sarà arrivato (ovviamente se sarà arrivato, mica è certo che arrivi) l’incarico a pagamento da parte del Comune di Palermo.

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