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sabato 4 mag

Risultati della ricerca “cappello”

  • Clic

    Ho comprato la penna di G. Era nella vetrina di una cartoleria in centro. L’ho riconosciuta subito. Fusto celeste, cappuccio bianco inamovibile. Poi, la caratteristica che la rende immortale. I quattro tasti che comandano il colore. Clic. Vai col blu. Clic. Scegli il nero. Clic. Il rosso per le firme importanti. Clic. Il verde per cancellare una giornata d’autunno inoltrato. Con G. ho fatto le elementari. Era un tipo che destava curiosità. Gli volevo bene. Per gli occhiali con l’otturatore ruvido, credo. Per la sua pronuncia con la erre moscia (mi chiamava “Vobevto”). Per il suo sguardo serio da padre di famiglia, nonostante fosse appena un bambino. Per la svagatezza che lo rendeva luminosamente impalpabile. Pareva fatto d’acqua e gocce d’oro zecchino. Ma la cosa più strabiliante era la penna da cui non si separava mai. I miei compagni si dannavano per le figurine Panini, imbastendo traffici clandestini e campionati proibitissimi “a battone” o “a letterina”. Io toccavo il cielo con un dito quando il mio geloso amico decideva di concedermi un giro sul quaderno a quadretti con la sua meraviglia dai quattro colori. E ci disegnavo il mondo che volevo. Continua »

    Ospiti
  • Ricordo#1

    D’estate il pomeriggio era sempre diverso da come me lo immaginavo in inverno. Costretto rìntra un maglione nero con toppe grigie sui gomiti che “copriti che t’arrifrìddi”, taliàndo fùora dall’invernale finestra di casa mia, fantasticavo su mie future imprese estive, gesta eroiche da raccontare ai compagni al ritorno a scuola, arrampicate verticali e salti improvvisi da un albero all’altro, immersioni infinite e leggendarie scoperte di antichi tesori, partitone a calcio con amici e aggàddi finiti con l’avversario in ginocchio implorante “pietà” e, nella mia straripante fisicità, la presenza di necessari sgraffi da ostentare con decisa virilità e rude durezza alle mie donne: questo è stato cadendo da uno sdirùbbo, vedi?, ha sanguinato assai ma io non mi sono fatto niente, mamà, no zia non provo dolore io, ho già nove anni io, cosa credete?… tze, femmine…

    Poi l’estate
    con quel suono silenzioso e carnale che sempre anticipa il compimento del desiderio
    labbra che un pò sorridono, un pò si preparano al bacio
    labbra umide e felici
    l’estate arrivò.
    Potevo finalmente sfiancare i miei nove anni in gesta rischiosissime.
    Affanculo l’inverno e la sua prigionia fatta di maglioni e canottiere.
    Adesso è estate. Tripudio di libertà.
    Invece.
    Estate fu.
    In tutta la sua possanza e strafottenza. Continua »

    Palermo
  • Divagazioni sul tram

    Ho bisogno di una boccata d’aria fresca. Armata di guanti e cappello, esco da casa al ritmo dei miei tacchi. Salgo sul tram e mi appendo a una maniglia di plastica. Nessuno parla. C’è un silenzio irreale questa mattina, senza neanche una signora grassoccia che accenna un lamento sulla lunga fila alle poste o sull’aumento dei prezzi al mercato. La gente è assorta nei propri pensieri. Una ragazza legge su due piedi le pagine di un romanzo. Un senegalese sfoglia il giornale. Un anziano blocca tra i polpacci cinque sacchetti della spesa. Solo due signore sui 60 con i capelli in piega bisbigliano qualcosa di incomprensibile.

    Respiro con la sciarpa avvolta intorno alla bocca e penso solo a tenere stretto il cellulare dentro la tasca del cappotto. Le onde del pensiero sono attutite. Sorde. Una voce registrata, metallica ripete i nomi delle fermate: “Permuda totocòrn”. Che starebbe a dire via Premuda angolo via Sottocorno. Sorrido un istante. La mia mente è ancora impastata in sensazioni melmose e senza spessore. Rimasugli di sogni disordinati, che il latte caldo della colazione non ha disintossicato. Un signore con la cravatta mi fissa con sguardo immobile. Punto allora il finestrino e leggo le insegne dei negozi. Qui a Milano gli uomini ti fissano. Non c’è che fare. Nessuno “scruscio”, nessun rumoroso risucchio a colpi di parolacce, che fingono di essere dei complimenti. Tutto resta ancora una volta silenzioso. Continua »

    Palermo
  • A Christmas Carol

    Babbo rosanero

    Davide Enia odia babbo natale, gli leva il sonno (mi messaggiò pure alle 2 di notte per dirmelo e io prontamente risposi alle 4 e un quarto), è una cosa personale, un rapporto insoluto fra lui e il ciccione, lui a babbo natale “‘u buffiassi ra matina a sira”, proprio non lo sopporta…

    Ecco, noi, per renderglielo più simpatico gli abbiamo messo il cappello rosanero, non si sa mai che una volta e per tutte, giusto giusto per Natale, non si decidano a far pace.

    Buon natale a te, Davide, a voi tutti autori di Rosalio e a noi, ovvero la gloriosa community di Rosalio.

    Palermo, Rosalio
  • Cena

    Ai tempi del pititto scurava sempre presto, pure d’estate nei giorni in cui ero immitato dal vicino di casa a Villaciambra. Enzino aveva l’età mia e aveva uno stupendo nolito: non mangiava la carne se non c’ero pure io. Così mi sacrificavo, attraversavo la via Cappello, lasciavo a casa mia madre e mia sorella a riscaldare il latte e a fare fette di pane arrostito e entravo da Enzino che già sua madre arrostiva trinche o costate che a me mi sembravano tagliate no da un vitello ma da un dinosauro. Magari dalla parte dove la coda si attacca col culo. Continua »

    Palermo
  • Nonsolomoda, strisce blu, tribunale e cassate

    Nonsolomoda dell’11 novembre ha parlato di Palermo nel modo in cui vorrei che se ne parlasse sempre. Nel servizio ci sono il bed and breakfast BB22, le delizie di Cappello e i vini di Picone, Uwe Jäntsch, il Kalhesa, il Nuovo Montevergini (che adoro), EXPA, Skip La comune, la Tonnara Bordonaro e la Tonnara Florio. Nonsolomafia. (grazie a Tiziana per la segnalazione)

    Vi hanno multato perché non avete esposto il biglietto per la sosta o avete superato l’ora indicata posteggiando tra strisce blu che erano all’interno della carreggiata? C’è una sentenza (n.16237 del 27 marzo 2006 emessa dal giudice di pace di Roma dott. Romano) che ne stabilisce l’illegittimità, perché per l’art. 7 comma 6 del codice della strada (d. lgs. n.285 del 30 aprile 1992) gli spazi adibiti al parcheggio a pagamento devono essere localizzati al di fuori della carreggiata. I verbali sono annullabili. Maggiori informazioni sul sito di Soccorso sociale. Sì, pare che ce ne siano anche a Palermo… Continua »

    Spigolature palermitane
  • Illuminante!

    1993, terza vacanza estiva in Sicilia. Vivevo già da tempo a Milano, e avevo superato la crisi d’orientamento topologico-culturale. Nel mio ambiente di lavoro non c’erano siciliani, erano pochi anche tra gli amici e non li frequentavo tanto. Dopo aver trascorso la solita prima settimana con la famiglia che non vedevo da tempo, decisi dipassare qualche giorno a Levanzo, antico amore. A Trapani arrivo verso le 13:00, sono la sola persona presente all’imbarco. la biglietteria è chiusa, l’aliscafo parte alle 14:00. Mi siedo sulla prima panchina davanti allo sportello della biglietteria, mi sistemo gli occhiali da sole, calo sulla fronte le falda del mio nuovo cappello di paglia e inizio a leggere il libro che mi sono portato appresso. Di tanto in tanto sbircio lo sportello della biglietteria, sempre chiuso. Passa così un’ora. Alle 14:00.01 un’auto parcheggia vicino a me, ne scendono due donne e un uomo che confabulano un po’. Ore 14:01.00, intravedo una persona dietro i vetri della biglietteria, mi alzo per raggiungere lo sportello a tre metri da me ma nel frattempo il tizio si sposta rapido e mi si piazza davanti. Ci penso su una frazione di secondo e poi gli dico “Scusi ma c’ero prima io, non se n’è accorto?” Il tizio risponde che no, non se n’è accorto. Continua »

    Palermo, Sicilia
  • Purtroppamente (n.2)

    Purtroppamente ci sono volte che non funzionano manco i proverbi. Quando uno dice un proverbio è perché pensa che quattro parole spesso sono meglio di un discorso. Ma i proverbi spesso servono per trovare una scusa, un “ma però”, servono a giustificare, pattiare, traccheggiare. Uno ha esagerato in una reazione? “Per un cornuto, un cornuto e mezzo”. Uno zio troppo invadente con la cuginetta di 17 anni? “Cazzo (chiedo scusa) arrittato non conosce parentato”. In ogni caso i proverbi arrivano diretti dal mondo che abbiamo attorno e non c’è situazione che non ci offra il conforto di una pillola di saggezza altamente flessibile: chi va piano, va sano e va lontano? O chi dorme non piglia pesci? Dipende… Continua »

    Purtroppamente
  • Xiatumè a Sant’Eulalia dei Catalani

    Xiatumè

    Oggi alle ore 21:00, presso la chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani (via degli argentieri alla Vucciria, 33), il concerto per ensemble orchestrale e voci soliste Xiatumè aprirà in anteprima la rassegna musicale Vuccirìa – Sonorità Popolari Contemporanee che si svolgerà dal 17 al 19 febbraio.

    Xiatumè è un concerto ispirato e dedicato al canto popolare in siciliano. Alfredo e Letizia Anelli, Sara Cappello, Francesco Giunta e Laura Mollica saranno accompagnati per l’occasione da un ensemble orchestrale.

    Palermo
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