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martedì 19 mar
  • Scaricare su altri le proprie responsabilità è comodo, ma inutile

    Nei giorni scorsi il presidente della Regione Siciliana ha imputato al sindaco Orlando la responsabilità di aver distrutto la città di Palermo (detto per inciso, lo stesso Orlando, nei mesi scorsi, aveva ventilato la possibilità di un commissariamento della Sicilia).
    Ora, al di là della fondatezza o meno dell’accusa mossa da Crocetta, trovo francamente incredibile come ancora oggi si ricorra all’antichissimo, ma evidentemente (e incomprensibilmente) sempre efficace, meccanismo del capro espiatorio.
    Anche se a me appare incredibile, non si può però non constatare come poche cose abbiano resistito nei secoli come questo antichissimo, irragionevole, processo di trasferimento, capace di dare alle persone l’illusione di liberarsi delle proprie responsabilità, semplicemente scaricandole su altri.
    Evidentemente il meccanismo del capro espiatorio risponde ad un bisogno del quale non ci si riesce a liberare.
    Ma chi ha espresso, con il loro voto (nel 1993 è stata introdotta l’elezione diretta del sindaco), i sindaci di Palermo? Chi li ha scelti? Non sono forse i palermitani?
    E poi, per quale motivo si evita di dire chiaramente che il devastante degrado che, anno dopo anno, ha portato alla distruzione della città è conseguenza diretta dei comportamenti quotidiani di chi ci vive?
    Perché voler identificare in una singola persona la causa di gravi problemi, se non per voler nascondere le vere cause, i veri colpevoli?
    Imputare sempre ad altri responsabilità che invece sono proprie è certamente comodo, ma non per questo è meno irragionevole, e meno falso.

    Ospiti
  • Un commento a “Scaricare su altri le proprie responsabilità è comodo, ma inutile”

    1. Condivido. C’è qualcosa di “plebeo”, “paraculico” e assai poco dignitoso nell’ascrivere a qualcun altro tutte le colpe di un determinato stato di cose; e ciò vale sia per il Presidente della Regione, sia per quei palermitani pronti a evidenziare tutte le pecche (tantissime!) dell’Amministrazione Comunale (attuale o passata poco cambia), ma “disinteressati” a sottostare alle più elementari regole di civile convivenza (posteggiare regolarmente, buttare l’immondizia soltanto negli orari previsti, raccogliere le deiezioni dei propri cani…) se ciò limita la loro “libertà” di farsi i ca…rdi propri.

      P.S. Ad esempio: spesso in Via Dante incontro un “intellettuale impegnato” (o ritenuto tale perché scrive su un affermato quotidiano)che, evidentemente, ha cambiato la “destinazione d’uso” dei marciapiedi di tale strada, visto che li percorre disinvoltamente… in bicicletta!

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