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sabato 20 apr
  • Carissimo fratello Salvatore (n.3)

    Carissimo fratello Salvatore,
    queste feste, come al solito, sono state una tragedia. In primis perché non si può camminare. Non dico con la macchina. Io me la sono levata, a proposito. La finanziaria voleva che pagavo la rata ogni mese: io ci ho telefonato e ci ho detto ma quale ogni mese. Io sono in cassa integrazione e i piccioli me li danno un a volta ogni tanto quindi io la rata la pago una volta ogni tanto. Che ci vuole a capirlo? Loro non l’hanno capito e io ci ho detto: lo sapete che vi dico? Tenetevi la macchina e chi si è visto si è visto. Così cammino a piedi anche perché di questa maniera si vedono un sacco di cose che quando sei fermo al semaforo succedono lo stesso e tu non te ne accorgi. E io sono curioso e mi piace sempre vedere le cose che succedono. Insomma, qui per ora non si può camminare neanche a piedi.
    L’altro giorno ci fu il problema dei regali. Che poi questa cosa che si devono fare i regali per la Vigilia mi pare novità. Ma quando eravamo nichi noi ce ne facevano regalo per natale? Per i Morti sì ma per natale c’erano solo le cosa di mangiare che. È vero, tanno erano un vero regalo. Ma poi basta. No ora invece si devono mettere i pacchi sotto l’albero. Ma prima bisogna comprare l’albero e già non sai che cosa devi fare. Devi andare alla Forestale? O l’albero lo devi prendere di plastica? Un torto e una ragione. Se prendi l’albero quello vero mi devo assuppare a mia figlia Desirè che dice che se tagliamo gli alberi per natale questa estate al politeama ci posteggiano i cammelli come nel deserto. Se lo prendo di plastica sempre Desirè dice che dopo natale quando lo butto nel cassonetto quella plastica rimarrà eterna. Insomma non era meglio quando albero non se ne faceva o magari si prendeva una rama di un pino, dico solo una e poi si buttava e non succedeva niente? Ma chi…. Ora ci vuole l’albero di Piano Battaglia e tutte le palle che si devono cambiare ogni anno se no che prio c’è? E poi vuoi mettere? Non ci vuole pure la centralina per le luci che un colpo sono adduma e astuta, un colpo sono che si addumano sopra e poi scendono sotto, poi ci sono quelle con la musichetta di babbonatale. E ogni volta la sciarra di dove metterlo. Davanti alla finestra? No perché è troppo bello e da fuori ci sembra che siamo arricchiti e ci mandano le astimie. Davanti alla porta del tinello nemmeno perché non si può passare e poi Geiar dice che non lo vuole accanto alla tevelisione perché le luci lo inquietano e non si può vedere i ddd coi filmini affittati da bloc e basta. E poi bisogna metterlo in un posto dove si possono posare i regali e ci vuole largo. Così finisce nella camera da letto, dal mio lato e io dormo con le lampadine che mi sento in galera…
    Regali….. come al solito finì che mi sono consumato. Tua sorella Rosetta mi ha detto: per questo Natale mi devi regalare la lavastroviglie nuova. Andiamo da Ascian. Desirè vuole un lettore M. Pitrè che ancora non so chi è ma forse è un libro di quello che se ne sentiva di cose palermitane. Geiar invece è il più toco di tutti. Mi ha detto: papà, dammi duecento euri che te li sarbo. Lo accordo con cento e non ci pensiamo più.
    Un pomeriggio sono uscito con Rosetta. Da Ascian non ci siamo andati più perché sembrava la 101 alle otto di mattina. Così siamo andati alla via Ruggero VII. Rosetta mi dice: andiamo alla Rinascente. E io: ma quale, un fazzoletto cinguanta euri… Insomma alla fine ci siamo accordati per una borsa e poi sciarpa e nguantini dal marocchino alla via Cavur.
    Carissimo fratello, ma dov’è questa crisi? Da Ascian non si poteva entrare, la rinascente era piena sino al quinto piano e l’avrebbero riempita pure se c’erano il sesto il settimo e l’ottimo piano. C’era la fila pure dal marocchino nella bancarella. I negozi dei telefonini avevano la fila sino a fuori. Ma che, non ce l’hanno già tutti il telefonino? Eh no, se lo devono cambiare con quello moderno che fa pure u cafè….E Allora io dico: la verità è che il Natale è festa di pace e nessuno rischia la guerra in famiglia. così carissimo fratello, Bellusconi ci tira i soldi da una tasca e i suoi soci ce li tirano dall’altra. E io sai che faccio? Mi metto la tuta che sacchette non ne ha. E i futtu a tutti. Ti abbraccio, ti aguro un anno di salute e di fortuna. Pensa a noi che non siamo ancora i parenti poveri ma picca ci manca. E prega il Signore. Lui è sicuro più vicino ai miricani e forse da lì ti sente meglio.

    Tuo affezionatissimo Vicè

    Palermo
  • 6 commenti a “Carissimo fratello Salvatore (n.3)”

    1. Esilarante…ho pianto dalle risate!!!Grande Billitteri!!!iniziavo a chiedermi dove fossi finito…ormai gli altri due post li recito quasi a memoria!!attendo con ansia il prossimo!

    2. Il lettore M-Pitrè è mitico!!! Grande Billi!

    3. Ti ho letto da Londra… Mitico, ironico e soprattutto esilarante… Aspetto il prossimo… Bye Bye

    4. Splendido, complimenti!

    5. sei sempre in gamba, ma da dove le prendi….auiguri anche te

    6. Ho riso tanto che sono all’ “ottimo cielo”.
      Auguri signor Billitteri.

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