Vucciria e l’orgoglio di una identità
Eugenio Bennato, in una recente intervista su Rai 2 diceva più o meno queste parole: “in un mondo sempre più globalizzato, potere dare il proprio contributo vuol dire avere qualcosa da dire, di noi, del nostro modo di essere, dei nostri luoghi, ed avere un modo in cui dirlo”.
La nostra identità è effettivamente la base attorno alla quale costruire dialoghi ed incontro con altri individui di culture diverse dalla nostra, con i quali incontrarsi e scambiare qualcosa (se vogliamo uno strumento inderogabile per perseguire il sogno goffamente inseguito dai nostri amministratori di una Sicilia centro nevralgico del mediterraneo).
Recuperare e comprendere la nostra identità ci da quindi un materiale, qualcosa da scambiare, ci rende soggetti attivi nel dialogo e non semplici spettatori di un monologo altrui.
Personalmente interpreto in questa chiave il grande successo di questa edizione di Vucciria (il festival dedicato alla lingua siciliana concluso il mese scorso). Un successo di critica e pubblico ben oltre le più rosee aspettative; al solito con fondi molto contenuti abbiamo avuto l’adesione degli artisti, quasi tutti venuti a rimborso spese, e del pubblico, accorso numeroso nelle 14 serate con una stima finale di oltre 6000 presenze. Continua »







































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